HARRY BIANCOMORTO E I SETTE NANI O GIU’ DI LI’
C’era
una volta una felice coppietta di Death Eaters, chiamati Malfoy. Il marito,
Lucius, era sempre a caccia (di babbani) e la moglie – Narcissa - si dava al
ricamo (naturalmente con un esercito di Elfi Domestici al seguito).
Un
giorno d’inverno mentre ricamava e frustrava gli Elfi Domestici davanti alla
finestra d’Ebano (erano muy ricchi e avevano le finestre d’ebano…) un
fazzoletto di seta bianca che avrebbe deposto sopra la bara di suo nonno, un
vecchietto albino, per questo chiamato Albus (dal latino, Bianco), si punse un dito e tre gocce di sangue blu (era una
nobildonna) caddero sulla stoffa.
Allora
ella si ritrovò a pensare “Oh, come vorrei un primogenito dalla pelle bianca
come quella del defunto Albus, le labbra blu come il mio sangue e i capelli
neri come l’ebano!!!”
Quella sera stessa, ella espresse il suo
desiderio al marito che si trovò d’accordo su tutto e si mise d’impegno per
sfornare alla svelta il pargolo… (JJJJJ!!!)
Così
nacque un bambino dalla pelle bianca come un morto, le labbra anemiche come il
sangue che gli scorreva nelle vene, ma ahimé… con i capelli di un biondo
platino!!!
Considerando che erano dieci generazioni che
si sposavano tra biondi, tutto ciò non dovrebbe sorprendere, invece irritò un
casino Lucius che preso da un raptus di follia decapitò la moglie e tutto il
suo esercito di elfi schiavi/ricamatori, e appese le loro teste sulle scale.
Egli
credeva che il colore dei capelli del bimbo fosse stato un dispetto che
Narcissa gli aveva fatto di proposito, e –ancora ben deciso ad avere un erede
dai capelli corvini- si risposò con una persona dalla squisita bellezza e dai
capelli neri come l’ebano.
Siccome, però, voleva bene anche a suo figlio
Draco, soprannominato Biancomorto per via del suo candore spettrale, con un
incantesimo gli fece diventare i capelli neri (Ma a questo punto allora poteva
fare a meno di sposare quell’altra!!! ndDemmy Silenzio! ndVale).
Ma la
nuova moglie, che poi era un nuovo marito, dato che Lucius era passato
all’altra sponda dopo una delusione come quella che aveva avuto con Narcissa,
odiava profondamente sia il marito che il figliastro. Amava però il conto in
banca di Lucius e quando si erano conosciuti a caccia (di babbani, come ho già
detto) Pitonilde aveva subito fiutato, grazie alla sua appendice nasale
completamente sviluppata, odor di quattrini.
Perciò uccise Lucius somministrandogli una
dose di veleno (era un bravissimo pozionista) nel brandy serale e rivendette il
cadavere dell’uomo –opportunamente trasfigurato in un sacco di bulloni – ad un
robivecchi di nome Arthur.
Questo tizio credendo che i bulloni fossero
pepite d’oro, partì con la moglie per un viaggio in Europa, dimostrando una
totale idiozia e causando uno sviluppo nella storia che scoprirete più tardi…
Anyway, stavo dicendo, Severilde odiava
profondamente anche Draco perché era –primo- l’erede legittimo dell’enorme
eredità dei Malfoy, secondo, era molto,
ma molto bello e Snapilde vedeva in lui un possibile rivale.
Ma
soprattutto perché lui era l’erede, e con lui tra i piedi, sgraffignare la
cospicua eredità e scappare in Florida con la sua fiamma Minerva* era
impossibile.
(* che
fra parentesi era anche l’ex amante del nonnetto deceduto, nonché artefice
della sua morte… perché era tutto un piano macchinato nei minimi dettagli da
questa coppia di truffatori Pitonilde/McGonagall. Se c’era ancora Silente
–soprannome del vecchietto Albus che senza dentiera era assai Silente…- la
pecunia l’avrebbe amministrata lui, ed era molto tirchio con le sue amanti!!! ‘Sue’, perché aveva schiere di concubine
tra cui risultano una certa Sprite, Poppy, Winky e una lista lunga così…)
Insomma, Severilde odiava tanto Draco che un
giorno andò all’ufficio anagrafe e cambiò il suo nome nobilissimo in uno
cretinissimo da nonno bacucco. Insoddisfatto, un dì cercò di accecarlo con un
incantesimo anti-draghi, ma l’unico risultato che ottenne fu che gli occhi
color argento del principino diventarono un orribile incrocio tra il fango e la
salamoia e fu costretto a vedere il mondo attraverso due fondi di bottiglia.
Piuttosto soddisfatto del suo lavoro, decise
di consultare lo specchio magico che teneva in camera sua tra una boccetta di
Channel n° 5 e un perizoma di seta rossa.
“Oh,
specchio, specchio delle mie Brame… chi è il wizard più hot del reame?”
Ma
nello specchio veleggiavano solo ombre indistinte e dopo un attimo di
smarrimento Pitonilde si accorse che quello era lo specchio di Moody, un
vecchietto brutto, zoppo che al momento era nella storia de La Bella e la Bestia.
Si
diresse verso uno specchio portatile e recitò “Specchio, specchio delle mie
Brame, sono o no il più figo del reame???”
(rumore di grosso sbadiglio) “Per la miseria,
Sevvie! Ti pare il caso di svegliarmi a quest’ora di notte per ripeterti quello
che ti dico sempre?”
“Sì,
mi sembra proprio il caso, Black!” ribatté Pitonilde convinto
“Uuuu…
Merlino aiutami tu! D’accordo Sevvie… il mago più sexy di Hogwarts sei tu!”
mormorò Sirius nel sonno
“Solo
di Hogwarts???”
(sbuffo di impazienza) “Anche di Hogsmeade…
probabilmente del mondo intero, ora torno a dormire…”
“E
che mi dici di Harry???” incalzò scrollando lo specchio
“Chi?”
“Ma
sì, il mio figliastro!!! Gli ho cambiato nome perché Draco era troppo sexy per lui. Uno con un nome del genere farebbe
subito successo! Invece ora ha questo nome da rincoglionito e nessuno lo
guarderà più, ah ah ah!!!” risata malefica
Altro
sbadiglio “Sono contento per te… comunque sappi che ho contattato un sicario
anonimo affinché lo tolga di mezzo. Il nome in codice è Tu-sai-chi.” borbottò
con voce atona lo specchio
“Ah…
è cinese?”
“No
babbeo… è il tuo capo. Chiamalo Voldemort se preferisci…”
“Ah…”
ripeté pettinandosi i lucenti e setosi capelli neri “…e quando farebbe il
lavoretto?”
“Domani.
Ora torno a drom…” e lo specchietto
si spense come un televisore, lasciando al posto della faccia da galeotto di
Black, il bel nasino di Severilde.
“Domani…”
sussurrò in brodo di giuggiole
L’indomani il patrigno cattivo andò a caccia,
lasciando la casa libera poiché si era portato appresso anche Dobby, unico elfo
domestico che il precedente padrone aveva risparmiato poiché era addetto a
tutto fuorché al ricamo. Sfortunatamente per Pitonilde, il killer cinese
Tu-sai-chi portò con sé anche la figlia, che voleva iniziare alla sacra arte
dell’omicidio.
Quello che tutti ignoravano, era che Harry e
la fanciulla orientale avevano avuto una storia appena dopo l’incidente agli
occhi (così non vedeva con chi diamine stava andando) e Cho, la ragazza, lo
amava così profondamente da interporsi tra l’Avada Kedavra del padre e il suo
adorato che stava leggendo svogliatamente una rivista di elettrodomestici e si
accorse dell’accaduto solo quando, recatosi in bagno, vide la sua fronte
deturpata da un’orrenda cicatrice.
Eh
sì, perché la maledizione era rimbalzata da Cho alla fronte di Harry, e infine
a Voldie che schiattò, praticamente.
Quando il patrigno tornò, s’incazzò: primo,
perché il lavoro non era andato a buon fine; secondo, doveva chiamare il resto
dei Death Eaters per organizzare il funerale. Scaricò il corpo o quello che ne
restava da Peter Minus, ma come se non bastasse, un certo Raptor, sapendo della
prematura dipartita del suo amore, si suicidò. E i corpi erano già tre, e
nessuno era quello giusto.
L’unico aspetto positivo era che ora Harry
Biancomorto aveva un aspetto osceno tanto faceva schifo, così Pitonilde smise
di preoccuparsi e di consultare lo specchio/Sirius.
Restava però in vita il mollusco, ragion per
cui Snapilde si rivolse ad un cacciatore di nome Rubeus Hagrid. Lo incaricò di
portare il figliastro a fare un giretto per la foresta e al momento giusto,
zac! Strappargli il cuore che avrebbe dovuto consegnare a Severilde in persona
in una stupida ciotola chiamata Puzzatoio (perché ci marciva dentro anche il
cuore di qualcun altro…).
Il
cacciatore portò dunque Harry Biancomorto a fare una passeggiatina con la scusa
che andavano a donne, ma Pitonilde, che voleva concedersi un bagno rilassante
in compagnia di quella che aveva presentato distrattamente al figliastro come
una lontana cugina, ma che altri non era che Minerva, aveva spedito anche Dobby
con loro.
Il
servetto –innamorato anch’egli perdutamente del padroncino- mentre l’omone era
dietro un cespuglio a ‘telefonare’ spiattellò tutto a Harry Biancomorto e dopo
si auto-punì usandosi come carta igienica del cacciatore.
“Non
posso crederci Hagrid!” disse con convinzione Harry Biancomorto quando Rubeus
tornò da lui “…Hai cospirato con il mio patrigno per togliermi di mezzo!!!”
Allora l’omone che in realtà era buono scoppiò
a piangere e chiese perdono. Guidò il ragazzo fuori Hogsmeade e lo mollò lì
dicendogli di non fare più ritorno a casa.
“Lo
so, non sono del tutto scemo. Ricorda che una parte di me è ancora Draco!” si
indispettì.
E mentre Harry Biancomorto si metteva in
marcia verso lande ignote, il cacciatore strappò il cuore di Dobby e mise
quello nel Puzzatoio. Dopodichè lo consegnò a Pitonilde che lo bruciò in un
Calice di Fuoco e lo diede in pasto al suo Lupo Mannaro, mettendo così
finalmente le mani sul bottino…
Nel
frattempo Harry Biancomorto giunse ad una Tana di qualche essere. Essendo egli
abituato ad essere servito e riverito, decise di entrare commettendo
un’effrazione. Notò innanzitutto che la casa era voncia, tanto da far schifo.
Dopo aver divorato tutto quello che c’era in dispensa, salì al piano superiore
e –notando con disappunto che era una casa di bifolchi perché erano in sette e
dormivano tutti nella stessa stanza- si stravaccò di sbieco sui letti, che
erano tutti vicini, tanto per occupare spazio. Sognò sette nani che litigavano
per i letti esterni, poiché chi stava al centro doveva passare sulla
rastrelliera del letto per non calpestare gli altri.
Mentre Harry Biancomorto russava come dieci
porci, tornarono a casa i sette Weasley, incazzosi. Lo erano spesso di questi
tempi, da quando i loro genitori avevano fatto fortuna ed erano partiti per la
luna di miele con 30 anni di ritardo e loro per campare avevano dovuto andare a
lavorare in miniera. Quindi si alterarono alquanto quando scoprirono che
qualche farabutto aveva forzato la porta della loro Tana, e ancora di più
quando videro che il ladro era uno schifoso lavativo.
“Svegliati
imbecille! Questa è casa nostra! Se non fossimo ricercati, chiameremmo la
polizia!!!” Gridò Percy-Dotto
“Wow,
Percy hai azzeccato il congiuntivo!” si congratulò Bill-Gongolo
“Ovvio,
io sono Dotto! So tutto!”
“Per
la miseria, qualcuno svegli questo sfregiato!” s’incazzò Ginny-Brontolo
“Calmina
sorellina… devi sempre alterarti e brontolare… anche se in questo caso hai
ragione. Questo tizio occupa anche il mio letto…” osservò acutamente
Charlie-Pisolo
All’improvviso
Ron-Eolo starnutì così forte che un pezzo della baracca saltò in testa a Harry
Biancomorto e lo svegliò.
“Oh,
i sette nani!!!” esclamò con gli occhi a girandolina
“Hai
sentito George-Mammolo??? Questo qui insulta la nostra prestanza!!!”
“Ho
sentito, ho sentito… si crederà alto lui, Fred-Cucciolo!!!” (Perché proprio i
gemelli per fare Cucciolo e Mammolo??? NdTutti)
Così
Harry Biancomorto e i sette Weasley-Nani fecero amicizia. Harry Biancomorto
cucinava, puliva, lucidava, riordinava, faceva la polvere, sturava il water,
rifaceva i letti in cambio di protezione, perché egli sapeva che la perfida
regina Severilde ce l’aveva ancora con lui.
Per
il momento tuttavia, le cose andavano abbastanza bene. Finché una sera,
Pitonilde che doveva uscire con la sua fidanzata, volle una certezza in più e recitò:
“Specchio, specchio che due palle, (devo ripetere questa pappardella ogni volta
che mi serve un consiglio?) sono o non sono il mago più sexy, non dir balle?”
“Ciao
Severilde… dico, ma guardati!!!...”
“Non
posso, ora nello specchio c’è la tua faccia Black!” protestò Snapilde, ma lo
specchio lo ignorò
“…sei
vecchio Pito-Pito!!! Dico, davvero!!! Hai la mascella floscia, la pelle
giallastra, i capelli unti e a furia di dir balle alla tua ragazza, il tuo naso
ha superato quello di Pinocchio, lo so per certo: me l’ha detto la Fata
Turchina/Tonks!!! Io e lei siamo usciti insieme qualche volta…” sospiro
allusivo
“COOOSAAA?!?!?!?!? Non può essere!!!
Cavoli in salamoia!!! Mezzo reddito lo sperpero in creme antirughe, contro
l’invecchiamento, in concubine quando litigo con Minerva, e ora questo è il risultato!?!?” sbraitò sputacchiando saliva e
appannando lo specchio che azionò i tergicristalli (era uno specchio magico) “Ho
perfino eliminato il mio figliastro per essere il numero uno!!! …e forse, un
pochino anche per il suo patrimonio…”
“Dall’ultimo
censimento dei bassifondi risulta che il tuo Figliastro è vivo, vegeto e
schiavizzato a casa dei sette Weasley che lo obbligano ad una vita grama. Se si
dovesse sapere, perderesti tutto il tuo patrimonio…” constatò pigramente Sirius
“Non
può essere!!! L’ho ucciso!!! Cioè, lo ha fatto il cacciatore ma poi, temendo
che raccontasse qualcosa in giro, ho fatto secco anche lui… Ma so cosa fare! Io
lo elimino una volta per tutte!”
“Non
puoi, i sette rimbambiti gli hanno proibito di uscire di casa e di far entrare
chicchessia, temendo che li denunciasse agli sbirri…” lo avvertì lo specchio
“Ho
già un piano in mente…” (visione del tetro maniero in una notte buia e
tempestosa, con fulmini che scuotono il cielo e la risata satanica di Severilde
che si leva alta…)
Ma
entrare in quella cavolo di Tana si rivelò più complicato del previsto. Sapendo
che vita grama facesse il suo figliastro in quella baracca, il primo giorno
Severilde si presentò come una Sibilla con enormi occhiali, che pretendeva di
saper leggere il futuro.
Con
parole gentili, Harry Biancomorto disse che non poteva far entrare nessuno, e
rifilò a Snapilde una tazza da the voncia “Ecco. Così può leggere il suo, di
futuro! Come se io avessi tempo da perdere con vecchie babbione che puzzano di sherry
e misticismo! Ma vada ad infestare qualche casa, a mendicare in metropolitana o
trovi lavoro in un circo! O su Rai1, ché tanto che non c’è più La Luna Nera!”
Dopo
lo shock iniziale, però, il Patrigno tornò trasfigurato in vecchio mendicante.
Disse a Harry Biancomorto che voleva regalargli un pettine omaggio per i suoi
bellissimi capelli. Che –fra parentesi- essendo passato tanto tempo, erano
tornati del loro colore naturale, ossia biondo platino. Siccome una parte di
lui era ancora Draco, egli aveva una strana e inquietante devozione verso i propri capelli, cosicché fece subito accomodare
il vecchio che in realtà altri non era che il Cattivo della Situazione.
“Prego,
prego buon uomo… tanto mi stavo
rompendo così tanto da guardare Domenica
In!!! Quei mendicanti dei sette Weasley non hanno neanche la tv via cavo,
per non parlare degli spazzolini da denti che sono solo dipinti sulla parete!
…Allora, dov’è l’omaggio!?” chiese poi Harry Biancomorto a bruciapelo
“Ecco
qui!” Pitonilde estrasse da una tasca di ubicazione sconosciuta, un pettinino
di madreperla. Harry Biancomorto se lo mise immediatamente in testa. Il
pettine, com’è ovvio supporre, era stregato, sicché il ragazzo crollò a terra
mentre l’affare gli succhiava via tutto il fluido vitale o qualcosa del genere,
non mi ricordo bene questa parte della storia…
Sghignazzando come un pazzo (e tanto normale
non era…), il patrigno andò a sbronzarsi ai Tre
manici di scopa, per festeggiare il lieto evento, cioè la dipartita di quel
futile ammasso di carne che era Harry Biancomorto.
Quando tornarono i minatori, già alterati di loro as usual, si arrabbiarono assai vedendo che il loro servo
scansafatiche invece di pulire il pavimento, ci dormiva su.
“Per
la miseria! Guarda questo zotico, che bel pettinino che ha!” esclamò
Ginny/Brontolo strappandolo dalla zucca di Harry Biancomorto insieme ad una
buona metà di scalpo del poverino.
Senza
l’oggetto maledetto sulla capoccia, il nostro eroe si svegliò di soprassalto ed
esclamò (da leggere con accento di vecchietto piacentino) “OH!!!!”
“La
miseriaccia!!! È vivo!” esclamarono in coro i gemelli Mammolo e Cucciolo
“Certo
che sono vivo, ma stavo per andare al Creatore! Quel pettine maledetto succhia
via il fluido vitale!” esclamò con tono drammatico da Tenente Colombo che ha
appena scoperto il colpevole
Ginny/Brontolo lanciò uno strillo e gettò il
pettine nel pozzo, spaccando una finestra visto che si trovavano in casa.
“Devi
fare attenzione, Harry!” lo ammonì Ron/Eolo tra uno starnuto e l’altro “Qualcuno
ti vuole morto! Probabilmente sono i sette Nani Cattivi! Sono invidiosi perché
noi abbiamo uno schiavo e loro no!”
Quella notte però, interrogando lo Specchio,
Severilde seppe che il suo piano era fallito, ma non demorse… il giorno dopo
eccolo mascherato da vu cumprà. Bussò tre colpi alla porta della Tana e attese.
Ma Harry Biancomorto s’era fatto furbo e aveva ingoiato la chiave di casa per
resistere alla tentazione di aprire la porta. Però anche lo stregone cattivo
era furbo e sly, quindi entrò
attraverso una finestra, aprendola da fuori grazie ad un vetro rotto.
“Aaaaaaaahhhhhhhh!!!!!!!!
Un ladro!!!! Ruba tutto ma lasciami in vita!!!!” piagnucolò Harry Biancomorto
“Non
sono venuto per rubare!!!” ribatté indispettito il vu cumprà ‘Sono un
assassino, mica un ladro!’ pensò tra sé
Harry
Biancomorto tirò un sospiro di sollievo “Beh, che cosa vuoi? Non avresti dovuto
entrare…”
“Ti
voglio regalare questo fantastico cinturone da cow boy che fa tanto figo!”
“No,
no… ho avuto una brutta esperienza con i prodotti omaggio!” ricordò l’eroe
rabbrividendo
“Infatti
questo articolo non è certo gratis! Ma può pagare comodamente in comode rate da
20 zellini l’una per i prossimi dieci anni!”
“Ah,
allora tutto ok… quando devo pagarle la prima rata?” s’informò lo stupidissimo
essere
“Non
vuoi prima provare la cintura?” incalzò Severilde
“Oh,
certo! Ma aspetti un attimo!” sparì in una stanza attigua e riemerse pochi
secondi dopo con un detector in mano “Per essere sicuro che l’oggetto non sia
stregato.” informò
Il
Patrigno sorrise “Più che lecito.” il detector emise vari bip ma non rilevò alcuna presenza malefica
“Perfetto!
Me la metto subito!” esclamò Harry Biancomorto
“Ti
aiuto io, ragazzo!!!” propose sadicissimo Pitonilde.
Una
volta che ebbe inserito la cintura nelle asole dei jeans del figliastro,
l’allacciò sull’ultimo buco, il più stretto.
“Come
te la senti, figliolo?” sussurrò
mellifluamente
La
faccia del figliolo era viola “…è… un
po’… stret…ta… a…
ahhhh…” e si accasciò
sul pavimento
“E
questa volta vedi di restare morto!” gli urlò nelle orecchie, saltando poi
fuori dalla finestra con sorprendente agilità. Tipo pubblicità dell’olio Cuore.
Questa non è pubblicità occulta. Anzi
è molto palese…
Dopodichè vedendo nella foresta un albero di
mele, ne colse una. Era mezza verde e mezza rossa.
“Che
bella idea! Nel caso la scampasse anche questa volta… avveleno la parte verde,
perché è verde veleno… e in quella rossa ci metto dell’esplosivo, perché è
rossa dinamite…” fatto ciò la tirò nella Tana attraverso la finestra dove era
entrato anche lui.
Pitonilde
se n’era già andato da un bel pezzo, quando tornarono i sette Weasley, tanto
per cambiare, incacchiati neri. E il loro umore non migliorò affatto quando
scoprirono che la porta era chiusa a chiave e che il loro schiavo non si
spicciava a venire ad aprire. Con l’ultimo rimasuglio di fiato che gli restava,
si sbracciò fuori dalla finestra per attirare l’attenzione dei sette.
I
sette non capirono.
E si
incavolarono.
“Insomma,
schiavo!!! Ti muovi a venire ad aprire!?!?” Ginny/Brontolo sbatté il piede per
terra uccidendo una formica innocente.
Nessuna risposta.
“Bloody
Hell, vuoi vedere che è morto?!?!?” esclamò improvvisamente Bill-Gongolo,
gongolando un po’ all’idea.
Ad un
certo punto si sentì un forte spasimo, e una cintura da cow boy volò fuori
dalla finestra tramortendo un albatros. Un albatros nella foresta? Tramortendo
uno scoiattolo volante.
Harry
Biancomorto capì che la cintura era l’ennesimo tentativo di fargli la pelle, e
sentendosi un po’ debole addentò una mela nella speranza che ci fossero dentro
vitamine a iosa. Naturalmente addentò la parte verde colore dei suoi occhi. Più
che altro perché quella rossa gli ricordava le teste dei Weasley. Fu così che
si avvelenò.
E
poiché aveva ingoiato –assai stupidamente – la chiave di casa, quando (dopo
dieci ore, minuto più minuto meno) i nani si accorsero di che stava accadendo,
non poterono fare nulla.
Così,
ancora inferociti perché non erano riusciti ad entrare in casa, decisero di
comprargli una bara e di seppellirlo.
“Cosa,
una bara!?” si oppose Percy che
essendo dotto, sapeva qualcosa in più degli altri. Ma non tanto. “Comprare una bara??? Spendere soldi per uno schiavo???”
Tutti
ci rifletterono su a lungo. Alla fine assomigliavano molto a specchi. Dopo
attenta e specchiosa riflessione, decisero che:
- Non
gli avrebbero comprato una bara perché costava troppo; ma in onore dei
vecchi tempi passati insieme (e poi perché un morto è come il pesce, dopo
un po’ puzza…) decisero di avvolgerlo nel cellophane;
- Non
lo avrebbero seppellito, per il semplice motivo che non ne avevano voglia.
Così lo mollarono su una collina dove a turno facevano sorveglianza (non
potevano permettere che qualcuno rubasse la salma! Dentro aveva ancora la
loro chiave di casa!) in attesa della decomposizione.
Un giorno passò di lì un bel principe su un
ippogrifo bianco che, vedendo il morto, Scese di sella e lisciata la gonnella
da contadinella (anche se era un principe…) la donzella chiese “Chi è mai
questo stupendo giovane che il traffico blocca? Ferito è il mio ippogrifo,
volare non può! Levate dai piedi quel defunto, cosicché liberamente la collina
attraversare si possa!” tuonò il principe che si scoprì essere principessa, in
quanto si vide che la suddetta donzella, quando scese di sella, indossava una gonnella
da contadinella.
“Oh, poffarbacco! Ma il defunto è di pregevole
fattura assai! Un po’ necrofila io sono, quindi un bel bacio gli darò!”
E scoperchiò il cellophane. Tanto
Charlie-Pisolo che era di guardia, come è facile dedurre, stava russando. Il
morto si svegliò all’improvviso con un “Oh!!!” ripetitivo.
“Quei dannati dei Weasley, ancora un po’ e
soffocavo nel cellophane!!! Già sono avvelen…”
Ma non riuscì a terminare la frase che la
principessa gli si attaccò alle labbra come un polipo. La donzella scesa di
sella, ecc… però, baciava da far schifo, così Harry Biancomorto sputò anche i
polmoni tanto gli venne da tossire. Oltre a quelli sputò anche la mela
avvelenata e la chiave di casa dei nani.
Alla fine, lui e la principessa si sposarono e
vissero felici e contenti, visto che Harry Biancomorto era tornato in possesso
di tutti i suoi beni. La principessa era Hermione, per chi non se ne fosse
accorto (E come facevamo??? ndTutti).
Un po’ meno felici erano i nani, perché Harry
Biancomorto (tornato a chiamarsi Draco) aveva gettato la chiave della Tana in
un pozzo perché era un gran b******o.
Pitonilde invece venne lasciato dalla sua
fidanzata con la scusa che sembrava un vampiro e forse lo era. Siccome non mi
ricordo come crepava, non so se in un burrone o con una scheggia nel cuore,
successe così: Pitonilde, arrabbiato, spaccò lo specchio in testa al suo lupo
mannaro, ma una scheggia assassina gli si conficcò nel cuore.
Essendone però lui sprovvisto, si limitò a
perdere l’equilibrio e ruzzolò giù per Hogwarts (diventata improvvisamente in
salita nel terzo film) fino a crepare in un burrone.
The End!