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Autore: noirmoon333    15/06/2016    0 recensioni
Non avevo idea di come tirami fuori da quella situazione, migliaia di persone che urlavano, saltavano, cantavano, piangevano e poi c'ero io, spiaccicata sulla sbarra di sicurezza che divideva il palco dalla folla. Non ho mai sopportato la gente che invade il mio spazio, ho bisogno della mia aria ed essendo quello il mio primo concerto era chiaro che mi stesse per prendere un vero e proprio attacco di panico. Le ragazze dietro di me erano così prese dall'euforia che non si accorsero minimamente del fatto che mi stessero spingendo contro la sbarra così forte da far male. Provai più di una volta ad allontanarle o di andarmene ma invano, mi misi a piangere dalla disperazione mentre la vista mi si appannava e cercando di regolarizzare il respiro, volevo solo tornare da Shey. Proprio quando pensai di stare per svenire vidi una guardia della sicurezza correre verso di me, mi sollevò facendo allontanare le ragazze dietro di me e mi adagiò sotto il palco, dopo avermi ripetutamente chiesto invano come stavo mi prese in braccio e mi portò nel Backstage. Giurai che quello sarebbe stato il primo e l'ultimo concerto degli One Direction a cui avrei assistito.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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CAP 2
 
 
L’ultima cosa che ricordo di aver pensato prima di svenire fu che quello sarebbe stato il primo e l’ultimo concerto degli
One Direction a cui avrei assistito.
Quando riaprì gli occhi e provai ad alzarmi sentì ancora le urla delle ragazze in lontananza, vidi passare oltre la porta una
signora con il camice che appena vide che mi ero svegliata entro nella stanza e chiuse la porta e l’eco delle urla sparì:
Infermiera: < hey, come ti senti?>
Laira: < hem…sto bene, ma dove siamo?>
Infermiera: < siamo in una delle stanze nel backstage, qui è dove operiamo se ci sono emergenze di qualunque tipo, come la tua>
Laira: < ah, siete un’infermiera quindi>
Infermiera: < già, ascolta tra un’ora finirà lo spettacolo e solo allora possiamo lasciarti andare senza problemi, ma c’è bisogno che i tuoi
ti vengano a prendere>
Laira: < non vivo più con i miei, sono maggiorenne ho diciannove anni>
Infermiera: < ah, scusa non si direbbe, però il problema rimane, dobbiamo per forza consegnarti a qualcuno che si assicuri che tu arrivi
a casa senza problemi, possiamo chiedere a una bodyguard di accompagnarti con la macchina?>
Laira: < non ce n’è bisogno, sono venuta con una amica, le mando un messaggio per dirgli che deve passare qui prima di uscire>
L’infermiera mi saluto con un sorriso e uscì dalla stanza, e ora? Pensai al fatto che avevo ancora un’ora e passa prima di
andare a casa, vidi che la porta era socchiusa così decisi di uscire per dare un’occhiata, si estendevano tre corridoi diversi in
tre direzioni opposte, mi guardai in giro ma non vidi nessuno e un passo dopo l’altro mi avventurai in uno dei corridoi.
Stavo camminando da più o meno venti minuti nascondendomi appena vedevo qualcuno, volevo vedere cosa c’era in giro,
non facevo del male a nessuno, ma sapevo bene che non potevo essere li, poi una voce spezzò di colpo il mio pensiero:
Guardia di sicurezza: < Hey tu! Cosa ci fai qui?>
“merda” pensai
Laira: < hem.. sono uscita dall’infermeria per andare al bagno ma mi sono persa>
Guardia: < ah tu sei la ragazza che si è sentita male durante il concerto?!>
Laira: < si, anche se per essere più precisi è stata la folla che mi ha stritolato e mi ha fatto sentire male>
Guardia: < capisco, purtroppo mi dispiace ma non puoi stare qui, vieni che ti accompagno in una stanza, dobbiamo sbrigarci che il
concerto finirà tra una ventina di minuti>
In quel esatto momento una tristezza mi colpì in pieno, ero venuta qui, a Londra, per loro e non sono riuscita a vederli,
ma perché, insomma anche se non lo diedi molto a vedere ero contentissima di sentirli suonare, così mi feci prendere
dal rimorso e quasi mi misi a piangere:
Guardia: < entra qua, puoi mangiare quello che c’è sul tavolo se vuoi, se qualcuno ti chiede qualcosa digli che è Paul che ti ha
lasciato qui, ti vengo a riprendere dopo lo spettacolo ok?!>
Laira: < va bene,grazie mille>
Entrai e chiusi la porta, appena mi girai rimasi a bocca aperta, sul tavolo in fondo alla stanza c’era una quantità di
cibo allucinante e anche da bere, presi un piatto lo riempì di cibo e mi misi a piangere mentre tra un singhiozzo e
l’altro ingoiavo qualche pasticcino.
Erano passati più di venti minuti e la guardia del corpo che si chiamava Paul non si vedeva, stufa di stare seduta mi
alzai per andare a prendere un ultimo dolcetto e nell’esatto momento in cui lo afferrai senti la porta aprirsi, mi girai
addentando il pasticcino pensando che fosse Paul e ciò che vidi, o meglio chi vidi, mi lasciò impietrita, davanti a me
c’era Niall James Horan, il cervello mi si spense completamente, non riuscivo a pensare a nulla e notai che anche lui
mi guardò spaesato:
Niall:< hem…ciao, tu chi sei?>
Tolsi il pasticcino che avevo addentato dalla mia bocca e provai a dire qualcosa di sensato ma:
Laira: < hem..io..si cioè…sono quella che è svenuta..>
Lui mi guardò più perplesso che mai, nessuno dei due ci stava capendo niente:
Niall: < scusa e come sei entrata?>
Laira: < hem, mi ha portato Paul qua>
Niall: < Paul?>
In quell’esatto momento quest’ultimo varcò la porta ed entrò:
Paul: < Niall che ci fai qui?>
Niall: < prima di cambiarmi avevo assolutamente il bisogno di addentare qualcosa, non ho pranzato e mi gira la testa>
Paul: < capisco, ah lei è una ragazza che si è sentita male durante il concerto, l’ho trovata che vagava in cerca del bagno
così l’ho portata qua>
Niall: < capisco, mi dispiace che tu ti sia sentita male mentre suonavamo, che hai avuto?>
Ingoiai il mezzo dolcetto che avevo ancora in bocca, feci un respiro e provai a dire qualcosa senza errori
grammaticali ma…:
Laira: < le ragazze…quelle dietro di me, bhè , ecco, mi hanno stritolato addosso a quel coso…come si chiama…..ah la sbarra,
si, quella e poi sono svenuta>
Niall: < ah mi dispiace, comunque piacere sono Niall, anche se penso tu lo sappia>
Si avvicinò a me con un sorriso che avrebbe potuto stendere almeno dieci elefanti in un colpo solo e io tesissima gli
strinsi la mano come se fossi fatta di legno e metallo:
Laira: < Laira, mi chiamo Laira>
Niall: < è un nome bellissimo, non l’avevo mai sentito prima>
I suoi occhi erano fissi sui miei e questo non face altro che alimentare la mia faccia rossa e la mia incapacità nel parlare,
ma a rompere la situazione non fu Paul bensì il mio telefono:
Laira: < hem pronto?>
Shey: < Laira dove sei? Ti sto aspettando insieme a una guardia di sicurezza davanti alla stanza dell’infermeria>
Laira: < ah scusa arrivo>
Dopo aver attaccato guardai Paul che mi disse:
Paul: < dai è ora, ti accompagno>
Io abbassai lo sguardo e prima di poter sorpassare Niall:
Niall: < bhè è stato un piacere Laira>
Disse sorridendo
Laira: < anche per me>
Non riuscì a dire altro,mi incamminai verso la porta e per tutto il tragitto non feci altro che guardarmi i piedi e pensare,
poi sentì qualcuno chiamarmi e alzando lo sguardo vedi Shey corrermi in contro:
Shey: < o mio dio Laira stai bene? Mi sono preoccupata tantissimo quando ho ricevuto quel messaggio>
Laira: < si sto bene> dissi disorientata,ringraziammo e salutammo Paul dopo averci accompagnato all’uscita e ci dirigemmo verso l’hotel,
per tutto il tragitto Shey mi fece duecento domande e non risposi nemmeno a una, poi quando entrammo nell’appartamento:
Shey: < o mi dici perché sei in questo stato o ti porto all’ospedale, scegli>
Laira: < io…non ci crederai mai>
Shey: < spiega prima...non è che ti sei drogata a mia insaputa?! Pensavo avessi smesso con quella roba>
Laira: < non fumo una canna e non bevo da almeno un anno, no è qualcos’altro> mi guardò più perplessa che mai:
Laira: < ho incontrato Niall>
Shey: < scherzi? Non è divertente>
Alzai la testa e la fissai negli occhi:
Laira: < ho incontrato Niall Horan, gli ho parlato e stretto la mano>
Shey non rispose, mi guardò per qualche minuto per capire se stessi mentendo e quando capì che ero sincera cacciò un urlo
che sentirono probabilmente in tutto il palazzo, restammo tutta la notte sveglie a parlare di lui, della band e ovviamente di tutto il resto,quella notte rimpiansi di non essere riuscita a dirgli quasi niente, ma era come se lui avesse capito quello che volevo dire,
immaginai che migliaia di ragazzine si fossero bloccate in quel modo davanti a lui prima di quel giorno e anche se sapevo bene che non l’avrei più rivisto al 99% speravo in quell’ 1% di possibilità, per rimediare la grandissima figura di merda che avevo fatto ore prima.
   
 
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