Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
Segui la storia  |       
Autore: M a r t    15/06/2016    3 recensioni
Namjoon si ritrova a dover tenere d'occhio parecchi legami, senza preoccuparsi dei suoi che vanno a scontrarsi.
Jimin e Jungkook cercano di trovarne uno che vada bene per loro.
Taehyung se ne ritrova troppi fra le mani e non riesce a gestirli.
***
{Ispirato ad I NEED U} {slash/het} {jikook} {altre pairings}
Genere: Generale, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Namjoon/ RapMonster, Park Jimin, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
Capitolo IX







 
È insolito trovare insieme Taehyung e Jimin, a pensarci bene. Come è insolito mangiare un gelato in pieno inverno o parlare di cose tra amici con conoscenti. In un certo senso, però, si appartengono e non c'è poi nulla di tanto strano nel passeggiare durante il primo pomeriggio senza meta per le zone del centro. Nessuno dei due comprerà vestiti -anche se Jimin vorrebbe e Taehyung dovrebbe, sono disposti solo a fare una merenda veloce e a coccolare Lucky mentre si siedono su una panchina. Non sono mai stati tanto vicini o intimi, Jimin era troppo occupato a non risolvere i suoi dilemmi mentre Taehyung si era ancorato a Hoseok, ma ora che questi l'aveva lasciato solo non sapeva più cosa fare o da chi andare e sapendo che il ragazzo dai capelli scuri aveva un cane non aveva sprecato tempo e l'aveva contattato per incontrarlo. 
A Taehyung sono sempre piaciuti gli animali, non è un mistero che da bambino avesse avuto il desiderio di fare il veterinario una volta grande. Adesso non ha le idee così chiare come allora, ma ci sono tante cose che sono cambiate dai tempi più o meno felici della sua infanzia e purtroppo la solitudine non gli ha lasciato né il tempo né lo spazio necessari per decidere del suo futuro.
Jimin gli ha consigliato di trovarsi qualcosa che gli piaccia davvero e lui gli ha confessato con vergogna che preferirebbe non fare un lavoro che ama, perché finirebbe per odiarlo. 
 
Hoseok non l'ha più chiamato, né risponde alle sue chiamate. Taehyung è disperato e solo, non sa cosa fare e ha paura per l'amico. Si sente uno schifo, perché probabilmente il loro sfruttarsi a vicenda per ricavare un sollievo reciproco ha fallito in partenza, hanno sbagliato tutto. Si rende conto di aver sfruttato la persona sbagliata, che in Hoseok poteva trovare molte altre cose meravigliose rispetto ad un misero ripiego.
Jimin gli ha consigliato di lasciargli un po' di spazio, di aspettare ed essere paziente. A volte il silenzio sa essere d'aiuto, nonostante altre faccia molto male e renda paranoici. È un arma potente, ne fanno uso le ragazze delle scuole superiori quando praticano bullismo psicologico, una tortura straziante e dal processo lento, che logora l'interno e spegne le funzioni vitali presenti nel cervello. Jimin l'ha provato su pelle e anche sotto pelle, ancora oggi ricorda ogni singola sensazione e quelle parole non dette che però rimbombavano nella sua testa come un martello pneumatico. Nonostante siano le ragazze nella maggior parte dei casi ad usare questo tipo di bullismo, per lui era stato usato da entrambi i sessi. I maschi di solito preferiscono liberare il loro lato primitivo e animale, sentirsi liberi mentre guazzano nel sangue delle loro prede e gioire per la vittoria come divinità, ma nel suo caso c'era stato qualcosa di diverso, magari era speciale.
 
Lucky scodinzola loro intorno con la lingua penzolante e la coda a scodinzolare ritmicamente con i battiti del suo cuore veloce e spericolato. Il pelo lungo e morbido è privo di nodi o chiazze e Taehyung può passarvi la mano aperta senza intoppi. Carezza la testa del cane e questi quasi gli salta addosso per leccargli la faccia. Jimin riprende il cane e si scusa per il suo comportamento un po' invadente, come una madre quando ha a che fare con il suo bambino disobbediente. Ha sempre avuto un senso di paternità molto forte, Jimin, quel volersi prendere la responsabilità di tutto e di niente, di dover assolutamente proteggere gli altri e di occuparsi della salute fisica e psicologica del proprio bambino, del suo passato, del suo presente e del suo futuro. Vorrebbe poter provare le stesse cose anche verso se stesso, ma gli risulta difficile, come se odiasse qualcuno talmente tanto da non poterlo perdonare e questo qualcuno gli sia entrato nelle viscere e allora deve conviverci perché senza quest'individuo non può fare a meno di vivere, ormai è parte di lui, è ciò che lo fa esistere ed essere.
Discorsi come questi li accennano solamente a Namjoon. Ci sono cose estremamente personali che Taehyung ha confessato solo al supervisore, che non è riuscito a dire ad Hoseok, e questi ha fatto la stessa cosa. Così anche ha fatto Jimin, perché ci sono cose che può dire solo Namjoon, che non è libero di liberare e non si sente ancora pronto a condividere. Forse non lo sarà mai, non ne ha idea, sa solo che al momento quello che vorrà dire lo dirà a Namjoon e quello che non riuscirà a dire a Jungkook lo riserverà per un probabile futuro, quando non avrà paura che il giovane lo creda strano.
Strano per la sua compagnia, strano per andare avanti, strano troppo strano per baciargli le mani sotto le lenzuola e sussurrargli parole d'amore che nessuno comprende appieno ma che a tutti piace utilizzare.
Secondo Taehyung è probabile che succeda, perché Jungkook non è scemo e neanche vergognoso. È solo eccessivamente orgoglioso e se per molte cose può sembrare un difetto, per altre è un vero e proprio dono. Sicuramente non rinnegherà se stesso di fronte a Jimin.





 
✄✄✄






 
Il loro secondo incontro della settimana è decisamente più tranquillo del precedente, ma non per questo meno movimentato. Dati gli sbalzi di clima, Jungkook aveva proposto a Namjoon via sms di fare l'incontro a casa sua - i suoi genitori erano fuori per affari di lavoro, i cugini erano tornati finalmente a casa e Rome era uscito con la sua fidanzata, a patto che ne avesse davvero una, quindi nessun problema. Namjoon era stato più che felice di accettare l'invito, cambiare luoghi non fa mai male secondo il suo parere, così si sono ritrovati tutti davanti casa di Jungkook dopo l'ora di pranzo. 
Casa sua era in un quartiere residenziale molto famoso ma poco conosciuto, un quartiere per ricconi  insomma. È anche molto grande e intimidatorio, ma fortunatamente nessuno ha trovato difficoltà per arrivare al nuovo luogo prefissato. 
Il suono del campanello all'entrata rimbomba per le spesse mura dell'enorme villa e Jungkook s'affretta ad andare ad aprire ai suoi ospiti prima che lo possa fare una domestica. Sarebbe anche giusto lasciargli fare il proprio lavoro, ma finché saprà fare quelle poche cose sarà ben felice di farle da solo, l'unica cosa che non vuole è diventare dipendente dalla ricchezza e oziare nel denaro. 
 
I suoi compagni di corso sono tutti presenti, manca Seokjin - se possiamo considerarlo parte integrante del gruppo, perché a quanto pare Mina stava per dirgli il sesso del bambino o qualcosa del genere, Namjoon non ci aveva capito molto al telefono quella mattina: - Sta finalmente per cedere, Namjoon-ah!
Entrano silenziosamente e Yoongi ricorda a Taehyung di chiudere la bocca altrimenti gli entreranno le mosche - Ammesso che qui ci siano le mosche, aveva commentato in un mormorio Hoseok. Jimin s'avvicina a Jungkook e gli sorride in segno di saluto, questi ricambia e spalanca un po' le braccia in un gesto teatrale. 
 
- Che te ne pare della mia reggia? - lo dice in tono scherzoso e grazie al cielo, Jimin lo coglie. Non sopporterebbe l'idea di essere preso per snob, non da lui.
 
- È molto carina.
 
Jimin si rende conto che "carina" non è l'aggettivo migliore per descrivere quella casa, ma Jungkook pare apprezzare il suo commento e allora si lanciano in una chiacchierata senza freni mentre il più giovane mostra agli altri le camere e le varie sale. C'era stato un leggero imbarazzo iniziale, dopo gli avvenimenti del primo incontro Jimin si sentiva esposto come mai nella sua vita e si era scusato con Jungkook un milione di volte. Non che ci fosse bisogno di chissà quali scuse, ma ci teneva a mostrarsi il quanto più presentabile di fronte ad una persona per lui così importante e sentiva di aver fallito miseramente. Ovviamente non aveva accennato a quel piccolo dettaglio, a quanto fosse importante Jungkook per lui, per paura dei suoi sentimenti non corrisposti, per paura dei suoi sentimenti e basta, in verità. Ora è più sollevato mentre riesce a parlare tranquillamente e senza freni o vergogna, è una bella sensazione. 
 
Ma il sollievo e le famose 'farfalle nello stomaco' lasciano posto a qualcosa di decisamente più pesante e fastidioso quando Jungkook li porta in una sala che nessuno si sarebbe mai aspettato di vedere. Jimin vorrebbe essere capace di controllare appieno le sue espressioni, spera solo di non avere l'aspetto che crede di star mostrando, ovvero quello di qualcuno che sta per vomitare. Gli altri sembrano tutti così a proprio agio e Jimin riesce a vedere anche una leggera nota di infantile felicità negli occhi di Hoseok e Taehyung quando si ritrovano davanti un'enorme piscina. I due ragazzi cominciano a riempire Jungkook di domande, del tipo: ma è una piscina vera? come hanno fatto a costruirtela dentro casa? quanto è profonda? potremmo farci un bagno? sembra calda, è calda? 
Jungkook era rimasto leggermente spiazzato da quel cambiamento d'umore, soprattutto da parte di Hoseok e aveva acconsentito ad utilizzare l'enorme vasca pur di non farli restare male. Dopo l'ultimo incontro aveva imparato che vedere i suoi compagni sul punto di crollare miseramente non gli piaceva, quindi doveva essere disposto a tendere una mano sempre, anche solo per le piccole cose come quella. Certo non aveva programmato la reazione di Jimin. 
Dopo aver prestato a Taehyung e Hoseok qualche suo vecchio costume e uno di suo cugino Jeonghan che aveva distrattamente lasciato a casa sua per Yoongi -il piromane è più magro di quanto pensasse- tornano tutti subito nella grande sala con la piscina. Namjoon è seduto qualche metro più distante dal bordo, per avvantaggiarsi un po' di lavoro per l'incontro ed evitare di venire schizzato dai tuffi a bomba di Taheyung. La risata di Hoseok risuona per la sala e persino Yoongi sembra di buon umore mentre fa qualche vasca. 
Jimin invece resta seduto sul bordo, sfiorando con le punte dei piedi l'acqua calda e piacevole, un nodo gli chiude la gola e lo stomaco e non ha intenzione di avvicinarsi all'acqua più di così. Ha un costume di Jungkook di qualche anno fa con la fantasia di Iron Man e una T-Shirt extra large il ragazzo usa come pigiama quando sente freddo alla schiena. Jungkook gliel'aveva data vedendo quanto Jimin fosse a disagio, tenendosi lo stomaco con le braccia dopo essersi cambiato. Si era trattenuto a stento dal sorridere guardando come la maglietta fosse davvero troppo grande per un esserino così piccolo, arrivandogli quasi al ginocchio. Ma Jimin non si sente per nulla adorabile al momento, vuole solo trovarsi il più lontano possibile dall'acqua. Jungkook non è dello stesso avviso.
 
- Ehi bimba, perché non ti tuffi? Raggiungi i tuoi amici, su. - gli dice con il tono di un giovane aristocratico, gli piace recitare scene di film che non esistono e questo fa sorridere un po' Jimin, che lo ringrazia silenziosamente per averlo distratto dalle sue paure.
 
- Non so nuotare.
 
- Beh allora tocca che ti insegni, no? - la sua voce ora è normale, è serio e gentile. Jimin avvampa e si limita solo a scuotere il capo. 
 
Jungkook scivola nell'acqua elegantemente, ma non perché vuole farsi vedere, semplicemente è abituato ad immergersi ed ha instaurato un rapporto talmente stretto con essa da palmette egli di sfiorarla senza che questa le so ritorca contro. Gli è sempre piaciuto nuotare, solo non ha mai continuato, come gran parte delle cose che hanno reso bella la sua vita. Ma Jimin non lo lascerà indietro e non intende rimandare a domani ciò che può fare oggi, quindi gli porge le mani - una non gli sembra abbastanza. Jimin lo guarda, poi guarda i suoi palmi protesi verso di lui, poi pensa.
 
- Ci sono io, Jimin. - e quelle parole ne hanno altre nascoste, Jimin non se lo sta immaginando, è così. Ci sono promesse e preghiere, qualche parolaccia e qualche scusa, e l'impegno che Jungkook usa per trasmettergliele è tale da voler tentare quella follia, perché non sa che altro nome dargli mentre prende le mani del ragazzo nelle sue e si lascia tirare giù. 
 
La maglietta si bagna mentre lentamente entra nell'acqua, dopo si scuserà e si offrirà di lavarla prima di restituirla, e a Jungkook non importerà nulla della maglietta ma andrà bene così. Namjoon da lontano li tiene d'occhio con lo sguardo, sperando di non dover intervenire. 
Taheyung e Hoseok sono troppo impegnati a schizzarsi e a ridere come matti per notare la loro entrata in scena, o in acqua, e Yoongi sta galleggiando tranquillamente a stella marina. A gli occhi chiusi e le orecchie tappate, impossibile che possa uscirsene con qualche scherzo di cattivo gusto. 
Jungkook sente il corpo di Jimin irrigidirsi e lascia questi si aggrappi al suo collo e gli puntelli le gambe con i talloni. Lascia che le sue mani scivolino lentamente sui fianchi del ragazzo dai capelli castani e li carezza gentilmente cullandolo nell'acqua calda. Jimin sembra rilassarsi man mano ma continua comunque a restargli ancorato addosso. Si spostano nella parte di piscina in cui è più facile toccare e Jungkook lascia andare la presa lentamente mentre Jimin gli stringe ancor di più le spalle con le sue dita corte. 
 
- Non mi lasciare.
 
- Jimin, dovresti arrivare a toccare qu–
 
- No.
 
- Jimin–
 
- Jungkook ho paura dell'acqua, è già tanto se sono entrato. Non riesco a muovermi.
 
Jungkook si perde un attimo a guardarlo in volto. Jimin è cadaverico, ha gli occhi spalancati e la gola probabilmente è secca e dolorante perché sta respirando solo da essa e anche in maniera irregolare. Jungkook ormai si può definire un esperto dei suoi attacchi di panico improvvisi, ma questa volta è diverso, è molto peggio. Riprende la presa sui suoi fianchi e dolcemente lo fa staccare da sé: - Ti tengo, gli dice quando Jimin quasi gli salta in braccio. Riesce a fargli poggiare le punte dei piedi, Jimin ha l'acqua alla gola e si sente soffocare. Lo avverte quando è in grado di parlare. 
 
- Ehi ci sono io, non ti succederà niente ok? 
 
- Comunque non respiro. - Jungkook si lascia scappare un sorriso e quando sente le unghie di Jimin aggrapparsi troppo forte alla carne degli avambracci decide di ritirarselo addosso. Questi gli avvinghia le gambe intorno alla vita e le braccia intorno al collo. Jungkook ridacchia appena a qualche centimetro dal suo naso.
 
- Non è stato tanto male, no?
 
- Non voglio commentare. - Jungkook ride e fa scontare le loro fronti in un gesto delicato - Però... Grazie.
 
- Di niente. 
 
Sono vicini più di quanto non siano mai stati, e non solo fisicamente. A Jungkook ci vorrà ancora molto prima di sapere il motivo delle paure di Jimin, ma sarà paziente e si accontenterà di ogni piccolo indizio ricevuto. Ondeggiano nell'acqua qualche minuto e bisbigliano tra loro, le fronti ancora a toccarsi e le bocche a pochi centimetri di distanza. Jimin non sa più cosa vuole o ciò che è giusto, ci penserà dopo con calma, magari. Adesso lascia che Jungkook gli accarezzi la schiena con le sue mani grandi e lo trascini senza difficoltà da una parte all'altra della piscina, e sogna quelle labbra da riempire di baci. In un momento si sente più libero e più sincero, desidera poter mostrarsi debole.
 
- Ci stavo annegando dentro.
 
- Mh? 
 
- Stavo per morire dentro l'acqua, per questo mi fa paura. Ho– ho paura di provarci ancora.
 
E Jungkook lo guarda senza pietà nello sguardo, senza tristezza alcuna, solo preoccupazione e un qualcosa che non sa bene come definire - è ancora presto per parlare di amore. Ma non si fa problemi a soggiungere le loro labbra, che sia per un secondo soltanto o per ore intere, non si fa domande delle quali conosce già le risposte, non ama i giochetti scemi. Jimin è dipendenza, quello per lui è un dato di fatto. Le sue labbra sono morbide e hanno un sapore dolce, come se avesse mangiato solo bontà e zucchero durante tutta la sua vita, Jungkook non riesce a staccarvisi e con la mente viaggia per ricordarne il sapore all'infinito. 






 
✄✄✄




 
Non è che Namjoon non li abbia visti, li ha visti, ma semplicemente non ha detto nulla. Può entrare nelle questioni private dei suoi protetti fino ad un certo punto, poi non può forzarli più di tanto, deve lasciare loro spazio libero per viaggiare e per scoprire. Il mondo si vive da soli e la vita si impara da soli, la compagnia è soltanto una legge naturale per l'uomo, un modo per non sentirsi troppo unico e speciale, per rimanere umile e non desiderare troppo.
Prima di iniziare la loro seconda chiacchierata settimanale, Namjoon gli da' il tempo di frasi una doccia e di asciugarsi, mentre cerca di trovare una sala adatta dove tenere l'incontro. 
Nel bagno, Yoongi propone di fare la doccia assieme per non sprecare tempo e acqua e si becca un'occhiata stranita e confusa da tutto il gruppo. Alla fine gli unici a prendere sul serio il consiglio del piromane sono Hoseok e Taehyunh, che ormai sono abituati alla costante presenza l'uno dell'altro e sembrano tornati pacifici. Jungkook e Jimin sono più tranquilli di quanto dovrebbero essere, l'ultimo dà la colpa ad un cattivo tempismo delle sue emozioni. Dopo essersi lavati e asciugati, raggiungono tutti Namjoon nella sala principale. È enorme e spaziosa anche questa, con arredamenti di lusso e opere antiche sulle pareti color panna e oro, le tende rosse danni un aspetto ancor più regale e Jungkook s'affretta a spiegare l'ossessione per sua madre di vivere in un castello. 
La seduta è alquanto tranquilla, il buon umore di Hosoek è molto contagioso e finiscono per parlare tranquillamente. Persino Yoongi si dimostra incredibilmente partecipe e parla più del solito, nonostante i suoi discorsi siano a volte lunghi e complicati. Magari è a causa del tempo passato con Namjoon, chissà.
 
- Sono andato a fare delle compere ultimamente. - esordisce Yoongi e il suo sguardo si sofferma su Taehyung, ma è solo una frazione di secondo e nessuno sembra accorgersene.
 
- E? - Namjoon ha posato il taccuino, ha imparato il linguaggio dell'amico talmente bene in questi anni che non gli è difficile ricordare le cose che gli dice. È un qualcosa che è nato con il loro legame, il capirsi e il ricordare. Perché può essere fin troppo facile dimenticare alcuni dettagli e non far caso ad altri comportamenti, ma tra loro due non è così. Con Seokjin è già diverso, il giovane uomo ricorda tutto a prescindere e se si tratta di Namjoon è più attento e scrupoloso del solito, questi invece ha imparato a prevedere le mosse dell'amico e a curare le sue ferite dovute all'insicurezze. Yoongi sorride soddisfatto prima di rispondere.
 
- Niente sigarette, né accendini. - afferma e fa una faccia come se si aspettasse un premio d'onore. Riceve solo un applauso orgoglioso e eccitato da parte di Taehyung, ma non si sente offeso, semmai fortunato e grato. Insomma, non potrebbe chiedere di meglio. Jimin gli fa i complimenti e gli sorride gentilmente, Jungkook si limita ad un cenno con il capo. Hanno acquisito un certo rispetto reciproco ultimamente, ovviamente quell'antipatia iniziale è ancora via, ma può darsi che con il tempo andrò man mano dissolvendosi. Hoseok sembra aver mantenuto il suo buon umore e gli dà qualche pacca sulla spalla.
Poco più tardi, quando ormai l'incontro è terminato e tutti si preparano per lasciare casa di Jungkook, Yoongi si avvicina a Namjoon e gli confessa che se avere amici significa questo, allora potrà fare uno sforzo.





 
✄✄✄






 
- Sono stato bene. - Jimin si fa timido e piccolo sull'uscio di casa, pronto a raggiungere la macchina di sua madre. È già buio, eppure il pomeriggio non è ancora finito, l'inverno fa durare tutto troppo poco ormai.
 
- Sono contento, - Jungkook gli sorride e fa crescere il rossore sulle sue guance - Sei sempre il benvenuto.
 
- G–grazie.
 
C'è un attimo di silenzio e si guardano timidamente negli occhi. Jungkook sta aspettando, non sa bene cosa, se un segnale o un consenso nelle iridi scure di Jimin, ma non vuole avere fretta, vuole potersi godere ogni singola cosa e non spaventare il ragazzo di fronte a sé. Jimin deglutisce e lotta con se stesso per decidere tra cosa è giusto fare e cosa vuole fare. Questo conflitto interno non lo lascerà in pace finché starà con Jungkook e non sarà in grado di schiarirsi le idee, ma non ha intenzione di rinunciare a nulla ed è pronto a fare quanti più sacrifici siano possibili pur di sentire un pizzico di felicità esplodergli in petto.
Il clacson della macchina di sua madre li distrae rumorosamente dai loro pensieri silenziosi e Jimin è sicuro che ci sia anche sul fratello minore - la mamma non avrebbe mai suonato senza motivo, non rovina così i momenti speciali. Con poco tempo a disposizione, Jimin si schiarisce la gola prima di parlare.
 
- Secondo te è sbagliato?
 
- Cosa?
 
- Quel che abbiamo fatto. - un altro colpo di clacson, Jimin sente sua madre sgridare il suo fratellino da lì. Jungkook sembra pensare alla risposta, anche se sa già quale sarà, eppure non si è mai troppo sicuri.
 
- No, affatto. Per te, invece? - ed è questa la domanda che teme di più. Perché vorrebbe dire di no, ma allo stesso tempo crede che sì, sia stato un errore che non doveva commettere. Non di nuovo. Ma la confusione che ha in testa e i battiti accelerati del suo cuore lo stordiscono e Jimin aggrotta le sopracciglia.
 
- Non lo so.
 
- Va bene. - Jungkook non lo dice con voce amara, ma neanche con una dolce. Accetta semplicemente la sua risposta e si ricorda di essere paziente. Può gioire internamente però quando Jimin gli lascia baciare la sua fronte ancora calda per il bagno. Il ragazzo minuto gli regala un timido sorriso e s'allontana augurandogli la buona notte.
Jungkook sente la voglia di spaccare qualcosa ribollirgli nel sangue.















 
☻ Angolo autrice ☻
 
Salve a tutti !
 
I JIKOOK SI SONO BACIATI LO SO CHE NON DOVREI ESSERE COSÌ GASATA MA SI SONO BACIATI
 
In questo capitolo accadono cose che scottano, come avrete ben letto eheh~ ma è presente anche un umore più allegro rispetto al capitolo precedente. Anche se l'inizio è un po' depresso
Io spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento, non ho molto da dire in realtà XD tranne che Seokjin è venuto a mancare questa volta, ma cercherò di rifarmi nei prossimi capitoli!
Vi prego di recensire!! Grazie e fatelo plisu 
 
Spero di pubblicare il più in fretta possibile e con un buon capitolo !
Baci ~
 
happy chestnuts
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS) / Vai alla pagina dell'autore: M a r t