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Autore: MartinsBieber    15/06/2016    0 recensioni
Liam. Ronnie. Due adolescenti.
Una festa di Halloween che cambierà le loro vite per sempre.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Sessantanovesimo capitolo.



Inutile dire che da quel momento in poi tutto cambiò. In positivo, finalmente. 
Per una volta tutto sembrava andare per il verso giusto, il destino sembrava essere dalla nostra parte e adesso ci sentivamo più forti e invincibili che mai. Liam aveva davvero passato l’esame, aveva superato il test d’ammissione che gli consentiva di restare a Londra e frequentare quel tanto rinomato college musicale dei suoi sogni, ed io stentavo ancora a crederci.
Non perché non credessi in lui e nelle sue capacità, ma perché avevo sempre pensato che saremmo stati costretti a dividerci ancora, che ci sarebbero stati ancora innumerevoli ostacoli nella strada di fronte a noi, e ora che non c’era più alcuna difficoltà da superare mi sentivo quasi spaesata.
Non ero abituata a tanta tranquillità. La mattina di pochi giorni dopo mi ero svegliata presto per sistemare la casa, visto che quello era un giorno speciale. Avevo organizzato un pranzo in famiglia in onore di Liam, per festeggiare il suo successo, e stavolta avevo deciso niente sorprese.
Solo io, lui, Louis ed Amy.
Le persone più importanti della mia vita, che nel bene e nel male ci erano sempre state, e senza le quali non potevo vivere. 
Mi sentivo così grata per aver trovato persone come loro, e altrettanto per aver perso quelle che non mi apprezzavano abbastanza.
Sospirai, realizzando quanto costante e fisso fosse il pensiero di mia madre, ancora dall’altra parte del mondo.
“non dirmi che cucinerai tu” Louis interruppe i miei pensieri, balzando in cucina ancora assonnato.
Era domenica, non doveva lavorare e, da bravo pigrone quale era, ne approfittava per dormire fino a tardi.
Io, in tutta risposta, gli riservai un sorrisetto compiaciuto e mostrai la pentola sul fuoco.
“invece sì, sto preparando un pranzetto con i fiocchi” esclamai, non del tutto convinta, per poi afferrare il libro delle ricette per fare qualche dolce. 
Con la coda dell’occhio vidi Louis roteare gli occhi al cielo, “va bene, cerca solo di non incendiare la casa.”
“spiritoso” brontolai, spingendolo via mentre lui se la rideva sotto i baffi.
Dopo aver terminato di fare la cuoca, apparecchiai la tavola con l’aiuto di Louis e poi corsi a prepararmi, realizzando che fossi davvero in ritardo. Sgattaiolai rapidamente nella mia stanza e aprii l’armadio, cercando qualcosa di carino per l’occasione. 
Mi vestii in fretta e, puntuale come un orologio svizzero, qualcuno bussò alla porta.
Mio fratello, che nel frattempo si era preparato a sua volta, andò ad aprire e con la coda dell’occhio vidi la mia migliore amica e il mio ragazzo all’ingresso. Sorrisi, emozionata, e gli corsi incontro. 
“umh, cos’è questo profumino?” chiese subito Liam, socchiudendo gli occhi.
“ma quale profumo?” lo richiamò Louis, ridendo, “non fare il ruffiano, sappiamo tutti che Ronnie è una frana ai fornelli.”
Lo fulminai con lo sguardo e tutti risero, poi riportai l’attenzione su Liam.
Chiusi la porta con un braccio e poi lo portai intorno al suo collo, regalandogli un bacio veloce.
“ero serio, prima” precisò, “sento davvero un buon profumo, che cos’è?”
“vedrai” sorrisi, baciandogli la punta del naso, “è una sorpresa.”
Liam annuì e poi ricambiò il sorriso nel portare una mano sulla mia guancia per pulirmi.
“eri sporca di farina” ridacchiò, “ti stai proprio dando da fare per questa festa.”
“non si festeggia una cosa qualunque” spiegai, “ma qualcosa che aspettiamo da tanto, tantissimo tempo. E per questo voglio festeggiare, sono felice.”
Sorrise di nuovo e mi baciò ancora, ancora, e ancora.
“d’accordo, voi due” brontolò Amy correndo a separarci, “finitela con le solite smancerie e venite a tavola perché Louis sta morendo di fame.”
Mio fratello si sedette per primo, battendo i pugni ai lati del piatto, in attesa di essere servito. Scoppiai a ridere e Liam fece lo stesso, sedendosi tra lui e me. Io mi posizionai tra il mio ragazzo ed Amy, poi corsi ai fornelli per vedere se fosse tutto pronto. Per la gioia di Louis, lo era.
Presi il primo piatto e lo portai a tavola, servendo tutti uno alla volta con grande orgoglio.
“buon appetito!” esclamai soddisfatta, sedendomi finalmente e osservandoli tutti mentre assaggiavano ciò che avevo cucinato.
Liam prese una forchettata dal mio piatto e mi imboccò, così che mangiassi anch’io.
“ce la faccio anche da sola, tranquillo” ridacchiai, masticando, “umh. E’ proprio buono, vero?”
Amy annuì, “brava Ronnie, pensavo peggio.”
Le lanciai un’occhiataccia alla quale lei reagì ridendo, poi osservai Louis che mangiava silenzioso.
In meno di due minuti aveva già finito tutto, poi mi porse il piatto e disse semplicemente: “ancora.”
Tutti lo guardammo stupefatti e lui alzò le spalle, “che c’è? ho fame.”
“non dicevi che sono una pessima cuoca?” replicai, facendogli un occhiolino.
“credo di aver appena cambiato idea” ribatté, facendo ridere tutti, “ne voglio ancora.”
Presi il suo piatto ma, prima di servirlo, invitai tutti ad alzare il bicchiere con del vino.
“vorrei fare un brindisi” mormorai, lanciando un’occhiata a Liam, “forza, tutti insieme.”
“a che brindiamo?” chiese Amy, emozionata, anche se in fondo conosceva già la risposta.
“vorrei brindare a Liam e al suo test, ma sarebbe troppo banale, no?” sorrisi, e lui faceva lo stesso, “perciò brindiamo a noi quattro, a questa stupenda famiglia che siamo diventati anche senza legami di sangue, affinché possa restare sempre unita. Vi voglio bene, ragazzi.”
“oh tesoro, così mi fai commuovere però” protestò la mia amica, alzando il bicchiere in alto.
“ah, la mia sorellina” commentò Louis, sorridente, alzando anche lui il bicchiere.
Liam mi si avvicinò e mi rubò un bacio che valeva certamente più di mille parole.
“alla nostra!” 

Dopo aver terminato il pranzo e lavato i piatti, ci piazzammo tutti e quattro davanti al televisore perché Louis non poteva perdersi neanche una partita di pallone. Come ai vecchi tempi.
Durante la pubblicità ne approfittai per sgattaiolare un attimo in camera mia e sistemare alcune cose che avevo preso per decorare il salotto. Guardai l’orologio e realizzai che fossero già le quattro.
“ehi” sussurrò Liam alle mie spalle, che era letteralmente spuntato fuori dal nulla.
“ehi” sorrisi, avvicinandomi a lui e chiudendo la porta della mia stanza.
“che fai qui tutta sola?” chiese, guardandosi intorno.
“a dire il vero aspettavo che tu venissi” ridacchiai, portando le braccia attorno al suo collo.
Lui si bagnò le labbra e lasciò scivolare le mani sui miei fianchi, “sei stata perfetta ai fornelli. Non pensavo fossi così brava.”
“quando non si hanno dei genitori che cucinano per te, devi adeguarti da sola” alzai le spalle, abbassando lo sguardo. Liam non disse nulla per un po’, indeciso o meno se affrontare l’argomento mia madre, ed io sperai con tutto il cuore che non lo facesse. Come al solito si rivelò conoscermi veramente bene, perché portò il pollice sotto il mio mento per farmi alzare gli occhi su di lui e cambiò subito discorso.
“vederti cucinare per me mi ha fatto viaggiare con la fantasia” ammise, grattandosi la nuca, “immaginavo quando, tra tanti anni, io sarei tornato da lavoro la sera e avrei trovato te a preparare la cena e i nostri bambini che apparecchiavano la tavola, poi tu li avresti sgridati perché avrebbero preso a rincorrersi intorno al tavolo e non volevi si facessero male, a quel punto sarei intervenuto io e ti avrei detto di stare tranquilla. Avrei salutato i miei figli con un bel bacio sulla fronte e poi ci saremmo seduti a tavola, tutti insieme, come una famiglia.”
Sentirgli dire queste parole fu molto più toccante di quanto pensassi. Il cuore mi batteva forte in petto, e mi sudavano le mani.
“però, hai viaggiato parecchio con la mente” sorrisi, commossa, “è bellissimo. Sarebbe il mio sogno, vedere tutto questo avverarsi. E, credimi, lo immagino spesso anch’io.”
Liam mi baciò ancora, accarezzandomi i capelli, “non sogno in grande, Ron, non chiedo cose impossibili. Voglio solo viverti e renderti felice.”
“stai già facendo tutte e due le cose” arrossii, abbracciandolo, “e io desidero lo stesso.”
“anche tu stai facendo entrambe le cose” un bacio sulla fronte poi sorrise: “oltretutto, se mi prometti che cucinerai così bene per il resto della nostra vita insieme, ti sposo anche adesso.”
Spalancai la bocca, perché quell’ultima frase mi colpì più del dovuto. Poi sorrisi e mi strinsi ancora più a lui, “vorrei che la felicità che provo adesso non svanisse mai, invece è così breve..”
“cosa?”
“la felicità, i momenti belli” spiegai, “durano così poco, perché altri problemi e difficoltà salteranno fuori. Lo fanno sempre.”
“basta, smettila di pensare a quello che verrà” sussurrò, “se non ti godi quello che hai, se non ti godi il momento, non vivrai mai davvero.”
Annuii, realizzando che avesse pienamente ragione, e portai la testa contro il suo petto.
“e comunque devi darmi la ricetta di quel dolce che hai fatto” aggiunse ad un tratto, “così potrò costringerti a rifarlo tante e tante volte.”
Mi morsi il labbro, “è una ricetta della mamma. Mi ha insegnato a farlo poche settimane prima che partisse.”
Liam restò in silenzio per qualche istante, poi disse: “allora è lei il vero problema. Stai bene?”
“sì, te l’ho detto” annuii, “non dovrei neanche pensarci. Qualche giorno fa ho trovato una sua telefonata persa al cellulare, ma non l’ho mai richiamata.”
“e perché no?” chiese, “dovresti sentire cos’ha da dirti. Magari c’è una spiegazione per..”
“Ronnie, Liam! venite subito!” si sentii improvvisamente strillare dal salotto: Amy.
Ubbidimmo e apprendemmo la lieta notizia che la squadra del cuore di Louis aveva vinto la partita.
Fui lieta che il mio discorso sulla mamma fosse stato interrotto, perché non credevo di aver potuto reggere ancora a lungo. Restammo ancora un po’ lì, tutti e quattro insieme, a ridere e scherzare su quel divano. 
Non mi ero mai sentita tanto a casa come in quel momento.
“dovremmo organizzare un viaggio, che ne dite?” propose ad un tratto mio fratello, riuscendo nuovamente a sorprendermi. Lui che era sempre stato così pigro, voleva partire?
“sì, sì, assolutamente sì!” approvò immediatamente la sua ragazza, con occhi sognanti.
“sarebbe bello” commentò Liam, lanciandomi un’occhiata in cerca del mio appoggio.
Io annuii, “e dove andiamo di bello?”
“io direi un posto di mare, assolutamente” concordò subito Amy, entusiasta.
“io preferirei la montagna” mormorai, “sarebbe l’ideale passare qualche giorno in una baita di legno, in altitudine, circondati dalla neve.”
“Ronnie, ti ricordo che siamo in pieno luglio” mi prese in giro la mia amica, facendo ridere tutti.
“non è colpa mia se preferisco l’inverno alla stagione estiva” brontolai, mettendo il broncio.
Liam sorrise e portò un braccio attorno alla mia spalla, “a me sta bene qualunque cosa. L’importante è che siamo tutti insieme.”
“già, l’importante non è il luogo” puntualizzò Louis, “ma la compagnia.”
Amy annuì e portò una mano sulla mia, stringendola.
Proprio mentre stavamo per accordarci e decidere finalmente una probabile meta, il campanello di casa suonò.
Mi alzai svogliatamente e corsi con poco interesse verso la porta, aprendola dopo qualche secondo. 
Ma, dopo averlo fatto, per poco non persi i sensi.
Mia madre era lì, in piedi, con un mucchio di valigie accanto e un sorriso speranzoso.
“mamma?” balbettai, come di fronte a un’apparizione.
Tutto ciò, infatti, non sembrava affatto reale. Era come una visione, come se fosse un sogno.
Lei annuì, con gli occhi visibilmente lucidi, e si precipitò ad abbracciarmi. 
Io, però, rimasi immobile. Pietrificata. Dopo qualche secondo capii finalmente che era tutto vero, che mia madre era davvero lì, a Londra, e a quel punto – sebbene indecisa e ancora con tanti dubbi per la testa – ricambiai l’abbraccio. 
La strinsi forte perché, dopotutto, ero felice che fosse lì.
Con la coda dell’occhio vidi mio fratello avvicinarsi, incredulo anche lui.
“mamma” ripetei, allontanandomi per poi far cadere lo sguardo sulle sue valigie, “sei tornata? sei tornata davvero?”
“sì, ragazzi, sono tornata” ripeté, ancora commossa, “e vi spiegherò tutto quanto.”
Non ci fu bisogno di altre parole. Liam e Amy si offrirono volontariamente di lasciarci soli con nostra madre, e uscirono fuori casa per un po’. Non che la loro presenza mi infastidisse, anzi, ma fu una loro scelta quella di lasciarci chiarire in famiglia. Louis era ancora visibilmente sconvolto per il fatto che la mamma fosse tornata così, senza preavviso, ma confidavamo entrambi in una buona spiegazione.
“e così non ce l’ho fatta a tornare subito da voi” spiegò dopo un lungo racconto sulle problematiche dell’azienda e sui vari guai in cui si era cacciato nostro padre quando ancora in vita, “avrei voluto spiegarvi cosa stesse succedendo ma non trovavo le parole, non volevo farlo per telefono. Ma non avrei mai voluto lasciarvi credere che non sarei tornata, anche se per un attimo l’ho pensato anch’io. Alcune persone hanno cercato di acquistare i diritti della proprietà, ragazzi, qualcuno ha cercato di impossessarsi dell’eredità di vostro padre e di mettere le mani su ciò che è nostro. Ho dovuto fermarli, capite?”
Mio fratello annuì, “adesso sì, capiamo. Ma prima, quando ci hai lasciati senza dire nulla, abbiamo pensato al peggio. Abbiamo pensato che ci abbandonassi di nuovo, e non puoi biasimarci.”
“tutto quello che vi ho detto in questi mesi, riguardo al fatto di ricreare da capo la nostra famiglia, era tutto vero” ripeté mia madre, guardandoci entrambi con gli occhi gonfi di chi aveva appena pianto, “non vi avrei mai abbandonato di nuovo. Mai. E non intendo farlo neanche in futuro.”
Sorrisi e finalmente le diedi un abbraccio spontaneo e voluto, poi Louis si unì a noi e in quel preciso istante capii che tutto sarebbe davvero andato per il meglio. Non volevo che le cose tornassero come prima, perché ero certa che quello sarebbe stato un positivo nuovo inizio per la nostra famiglia.
“ricominciamo da qui, va bene?” propose la mamma, commossa, stringendoci più forte.
Annuii e mio fratello fece lo stesso, per poi riprendere quel caloroso abbraccio tanto desiderato.
Quando uscii fuori casa, circa dieci minuti, trovai soltanto Amy.
Louis le sorrise e le raccontò tutto, ma io non potei fare a meno di chiedermi dove fosse finito Liam.
“ha avuto una telefonata importante, ma mi ha detto di dirti di raggiungerlo a casa sua non appena avresti finito, Ron” mi informò la mia amica e, dopo averla ingraziata, corsi letteralmente da lui.
Il cuore mi batteva forte in petto per l’emozione e la sorpresa nell’aver appena rivisto mia madre con la consapevolezza che fosse tornata per restare. Liam mi aprì la porta e, quando vide il mio sorriso enorme stampato in faccia, spalancò le braccia ed io non esitai a saltargli addosso.
Lo strinsi forte e portai le mani sul suo viso, “è tornata davvero!”
Lui ricambiò il sorriso, “te lo avevo detto. Dovevi soltanto avere un po’ più di fiducia in lei.”
“sono così contenta” esclamai, sollevata, “riprenderà la sua vita qui a Londra con il nuovo lavoro, ha chiuso definitivamente con l’America e ora vivremo qui insieme come una vera famiglia.”
“te lo meriti, piccola” commentò lui, stampandomi un bacio in fronte, “te lo meriti perché hai lottato tanto affinché succedesse. Hai dato tanto in questi anni, hai badato a te stessa pur essendo una ragazzina e non hai idea di quanto io sia fiero e orgoglioso di averti al mio fianco.”
Un’altra fitta al cuore, “non dirmi così che poi piango di nuovo, lo sai.”
Sorrise e mi baciò un’altra volta, “a meno che non siano lacrime di gioia, non sopporto vederti piangere.”
“sono assolutamente lacrime di gioia” lo tranquillizzai, sorridente, “e tu invece? Amy mi ha detto che hai avuto una telefonata importante poco fa.”
Lui mi tenne in sospeso per qualche secondo poi confessò: “erano quelli del college musicale. Mi davano ufficialmente il benvenuto tra loro e mi hanno spiegato come procedere per l’iscrizione del prossimo autunno. Ora sono a tutti gli effetti un universitario.”
Spalancai la bocca e scesi dalla sua presa, fissandolo stupefatta.
“oh mio Dio!” gridai, emozionata, “fa un certo effetto sentirtelo dire, ma è una gran bella sensazione. Sono io ad essere fiera e orgogliosa di te, Liam.”
“non riesco a credere che per una volta siamo entrambi completamente felici” ridacchiò lui, facendomi notare quanto avessimo effettivamente sopportato nell’anno passato.
“dicono che bisogna avere pazienza e imparare ad aspettare” alzai le spalle, “dopo la tempesta c’è sempre l’arcobaleno.”
“e il mio arcobaleno sei tu” mormorò contro le mie labbra, prima di farle sfiorare con le sue.
Tenne strette le mie guance e unì quel contatto con un bacio dolce e delicato.
Sorrisi e ripresi a baciarlo, agganciando le braccia intorno al suo collo. Inutile dire che il mio cuore battesse all’impazzata, come al solito. 
Liam mi accarezzò e baciò per l’ennesima volta, fino a quando non ci ritrovammo – non so come – nella sua stanza.
Io, distesa sul suo letto, e lui esattamente sopra di me. Baci sul collo, carezze proibite e brividi dappertutto, prima che scivolassimo sotto le lenzuola per poi passarvi il resto della giornata a fare l’amore. La voglia di appartenersi era tanta.

La mattina dopo, quando uscii dalla mia stanza con aria assonnata e distratta, trovai mia madre e Louis in cucina a far colazione e credetti di avere le allucinazioni. Poi mi ricordai che era tutto vero.
Sì, quella era davvero la mia vita: vivevo con mio fratello e mia madre – la quale aveva recuperato il suo lavoro a Londra e adesso era impegnata a far crescere l’azienda di famiglia anche in questa zona - , il mio ragazzo sarebbe rimasto nella mia stessa città per frequentare il college abolendo completamente il problema della distanza che di solito affligge ogni coppia, e poi c’ero io. 
Il prossimo autunno avrei frequentato l’ultimo anno di liceo e poi chissà cosa mi avrebbe riservato la vita. In ogni modo non erano i pensieri più adatti da sviluppare di prima mattina.
“buongiorno, anche tu mattiniera?” esclamò la mamma, versando del latte in una tazza.
“già, probabilmente sono ancora abituata al ritmo scolastico” sospirai, comunque sorridente, “e voi che ci fate già svegli?”
“io devo lavorare, lo sai” replicò Louis, per poi passare il turno a nostra madre.
Quest’ultima rispose: “io ho il mio primo giorno di lavoro.”
Spalancai la bocca e la fissai esterrefatta, “sul serio?!”
Lei annuì, entusiasta, “sì. Sul serio. E mi farebbe piacere se un giorno verreste a vedere quello che ho in mente per proseguire l’azienda di famiglia qui a Londra. A vostro padre sarebbe piaciuto, sicuramente.”
Annuii a mia volta, “non vedo l’ora.”

“e così tutto è bene quel che finisce bene, no?” esclamò Liam, quella sera stessa, durante una nostra passeggiata al chiaro di luna.
Eravamo in città, in pieno centro, nonostante non ci fosse molta gente.
“sembrerebbe di sì” commentai, stringendo la sua mano, “è questo il nostro lieto fine, quindi?”
Lui si voltò di scatto, “qualsiasi espressione che comprenda la parola fine, non ci riguarda.”
Sorrisi, addolcita dalla sua precisione, “ottima osservazione.”
Liam mi fece un occhiolino ed io risi, lasciando che portasse un braccio attorno alla mia spalla.
“allora, Amy e Louis si sono accordati per una meta di questo maledetto viaggio?” brontolò poco dopo, “abbiamo ancora un mese prima che l’estate finisca, dobbiamo ancora divertirci come pazzi.”
“oh, e ci divertiremo” aggiunsi, “penso che loro preferirebbero un posto di mare, anche se..”
“anche se tu non vai pazza per il mare, giusto?” replicò lui, conoscendomi fin troppo bene.
“diciamo solo che preferisco il mare quando fa freddo” spiegai, “e quando non ci sono tutti quegli ombrelloni nelle spiagge, e tutte quelle persone. Sì, lo so, sono strana.”
“è uno dei tanti motivi per cui ti amo” mormorò al mio orecchio, con tono serio e pacato.
Mi voltai e arrossii come ogni volta, lasciandogli un rapido bacio sulle labbra.
“sai che c’è? non mi importa, andiamo pure al mare con loro” esclamai infine, “avevi ragione tu. L’importante non è il luogo, ma la compagnia, e se sono con voi qualsiasi posto per me è casa. Voglio soltanto lasciarmi andare, ridere e divertirmi come è giusto che faccia una ragazza della mia età. Voglio godermi questi anni, quelli che dovrebbero essere i migliori della mia vita, con le persone a cui tengo di più. Voglio vivere quelli che, tra qualche anno, saranno i nostri ricordi più belli.”
Liam sorrise e mi strinse più a sé, per poi sbarrare gli occhi e indicare un punto in alto verso il cielo: “ho visto una stella cadente! Forza, esprimi un desiderio.”
“ma io non l’ho vista, non funziona così..” provai ad obiettare, fissando il buio della notte.
“allora esprimilo tu al mio posto” rispose, “perché tutto ciò che io desidero è che i tuoi sogni diventino realtà.”







 

***


il prossimo capitolo sarà ufficialmente l'ultimo della storia,

alla prossima 
x


-marty.



 
  
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