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Autore: Erina91    15/06/2016    3 recensioni
“cos'è quel sentimento che provo ogni volta che incrocio lo sguardo di Satoshi? Sento una gran tranquillità quando mi trovo tra le sue braccia e il tocco dolce di Satoshi mi sembra davvero piacevole. Perché provo certe sensazioni?”
Erina stava leggendo per l'ennesima volta il suo manga shoujo preferito che parlava della storia d'amore tra Satoshi e Sumiko. Tutte le volte che lo rileggeva si emozionava come una bambina e le brillava gli occhi nei momenti ricchi di sentimento. Per chi conosceva apparentemente Erina, l'avrebbe descritta come una sedicenne fredda e distaccata, dal temperamento critico e altezzoso, il cui scopo era quello di giudicare solo dal punto di vista esteriere poiché nata in una famiglia d'alta classe sociale. Ma Erina Nakiri era molto più complessa di quel che appariva e questo solamente la sua migliore amica Hisako Arato ne era a conoscenza. Erina era una persona abbastanza fragile dentro, sentimentale.. e celeva un passato che avrebbe voluto dimenticare. Pairing: Soma x Erina (Sorina)
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Save Her, Yukihira..



La brezza picchiava sul suo volto mentre i capelli venivano scossi come un battito d'ali.
Sally correva per tutto il recinto facendo battere gli zoccoli sul terreno in una sinfonia dolce e cadenzata, capace di rilassare Erina.
Non saliva su Sally da settimane, ormai, poiché si era rifiutata di prendere lezioni da Jess dopo quello che era successo tra loro.
Doveva dire che aveva sentito la mancanza della sua bellissima cavalla dalla criniera scura e delle emozioni che serpeggiavano quando cavalcava, per non parlare di come si sentiva sollazzata ogni volta che saltava con successo uno ostacolo e Sally nitriva per la soddisfazione.
Se ci pensava, la sua cavalla era più umana di qualsiasi altro animale e anche per questo andavano molto d'accordo, perché si completavano.
Jess, dalla tappa in montagna, non si era più fatto vedere alla villa e si era sentita sollevata. Tuttavia, nonostante il comportamento avuto l'ultima volta, lei iniziava a sentirne la mancanza e continuare a fare la sostenuta nei suoi confronti era diventato più difficile. Non voleva rinunciare all'equitazione perché era uno dei suoi passatempi preferiti, ma proseguire con i suoi allentamenti senza Jess non sembrava così proficuo come si era immaginata, dato che spesso i suggerimenti impartitole dal suo insegnante si erano rivelati utili ed essenziali per migliorarsi.
Jess si era mostrata una persona completamente diversa da quella che lei credeva di conoscere e considerare_in un certo senso_un amico d'infanzia, però questo non toglieva che nei momenti in cui era stata in crisi, soprattutto quando era piccola, lui si era dimostrato un abile sostegno. Un amico e una spalla sui quali piangere.
Tutto sommato, benché il suo carattere “ballerino” e imprevedibile, non riusciva a cancellare l'amicizia che aveva costruito con lui da quando era andata a vivere con suo nonno.
Aveva dei bei ricordi di Jess e stava iniziando a chiedersi se forse era il caso di parlargli per comprendere meglio il suo punto di vista e magari offrirgli nuovamente di farle da insegnante d'equitazione. Alla fine non voleva rinunciare alla sua amicizia. Tutti questi pensieri buonisti e sentimentali le facevano capire che nel corso di quell'estate, grazie a lei-sapeva-chi, la sua personalità si era fatta più “malleabile” e dolce rispetto a tempo fa e ciò la portava a provare un senso di gratitudine, compassione e affetto verso le persone che le erano vicine.
Non sapeva se essere felice di questa trasformazione o se sentirsi delusa di essere diventata così caritatevole e accogliente nei riguardi dei sentimenti degli altri e così fuori della sua natura egoista, eccentrica e lievemente cinica. Le scappò un sorriso: forse era più felice che altro. Il sorriso di Yukihira apparve nella sua testa e le guance si coloririno di un candido rosso.
Era eternamente grata all'uomo che amava e nello stesso tempo non riusciva a non odiarlo per essere così tenero e gentile, perché quel suo atteggiamento amichevole la faceva imbestialire; però non si pentiva di amarlo proprio perché così era.
Comunque, appunto perché lei amava già un ragazzo_anche se non poteva stare con lui come voleva_ era giusto che chiarisse a Jess quali erano i suoi sentimenti.
Presa questa decisione, scese da Sally e la riportò all'interno della stalla facendole una carezza di saluto sul suo maestoso e liscio pelo.
Non sapeva dov'era andato Jess dopo l'ultimo evento organizzato da suo nonno, ma aveva il suo numero di cellulare e l'avrebbe chiamato per parlarci.

Quando rientrò nella residenza non dovette fare molto per cercare Carter, poiché casualmente era già venuto di persona e stava parlando nello studio di suo nonno.
Si piazzò poco dopo la porta del suo ufficio e attese che il ragazzo finisse di parlare.
Intanto che dava le spalle alla stanza, si sentì chiamare da lui:
-Erina-sama..- in un flebile sussurro sorpreso.
Sentì chiudere la porta dello studio di suo nonno.
Raccolse un profondo respiro e rispose al suo saluto andando subito al dunque:
-Jess.. dobbiamo parlare.-
-anch'io volevo farlo da un po'.- concordò lui.
-d'accordo. Allora seguimi.- lo invitò scaltra.
Il giovane ragazzo non se lo fece ripetere più volte e iniziò a seguirla.
Erina lo trascinò al pian terreno, nella stanza d'attesa, arrendata solo da delle vecchie e malconce poltroncine.
Vi fu un attimo di silenzio in cui Erina cercò di riflettere su come affrontare quel delicato discorso con lui e quest'ultimo restò in attesa delle sue parole:
-Jess..- poi iniziò lei, -..cercherò di rimuore quello che è successo tra noi il giorno del picnic e di passare sopra al tuo incivile comportamento, poiché sento di non aver risposto adeguatamente a quello che hai cercato di dirmi. Diciamo che non ho afferrato perché sono rimasta piuttosto sorpresa dalle tue violente reazioni e direi anche incomprensibili.-
Lui abbassò la testa ferito. -mi stai dicendo che non hai ancora capito come mi sentivo?-
Lei si arrestò di colpo davanti a quelle parole tanto fredde e rispose confusa:
-certo che non ho capito, Jess. Ti sembra di aver avuto un atteggiamento giustificabile e soprattutto comprensibile? Mi hai afferrato e baciato con la forza!- esclamò furiosa.
-hai ragione.. ho perso il controllo e capisco che tu sia rimasta senza parole.-
-e allora con che coraggio mi accusi di non aver capito cosa volevi dirmi?-
Lui sospirò e tornò a sostenere il suo sguardo nella maniera che faceva sempre e che adesso lei riconosceva appartenergli di più: matura, consapevole, rispettosa e dignitosa.
-allora ti parlerò chiaramente, Erina..- iniziò Carter, -..ti ho amata fin dalla prima volta che ci siamo incontrati e mi hai rivolto quella tua occhiata scontrosa.-
Lei sgranò gli occhi. Ecco cosa lui le aveva detto quel pomeriggio: le aveva detto di amarla, ma lei era troppo spaventata dal suo atteggiamento_era prevedibile_per capire cosa significassero quelle parole dette con rabbia e pronunciate con accecata gelosia.
Lei proseguì con il suo temperamento gelido e distaccato, altezzoso, ma il suo volto aveva assunto un espressione di estrema chiarezza: adesso poteva rispondergli sinceramente.
-avevo vagamente capito cosa mi avevi detto quel giorno, però avevo rimosso gran parte delle tue parole perché non mi aspettavo una reazione così nevrotica da parte tua e questo mi aveva lasciato scioccata. Dunque, nelle settimane seguenti ho preferito cancellare quel momento per non doverci pensare ancora.
Mi avevi deluso e anche adesso la delusione non è svanita. Tuttavia.. ti ringrazio per il chiarimento, Jess, ma non posso accettare i tuoi sentimenti.- terminò schiva.
-volevo scusarmi anch'io per il mio strano comportamento. Avevo perso la testa.-
-mi fa piacere sapere che ti sei accorto di aver esagerato. Comunque, te lo dirò la prima ed ultima volta: non posso ricambiare i tuoi sentimenti perché amo già un altro.-
-stai parlando di Yukihira?- domandò lui tristemente, ricercando una certezza.
Lei annuì arrossendo e distolse lo sguardo. -..però non voglio smettere con l'equitazione, per cui ritira la lettera di dimissioni che hai appena consegnato a mio nonno.-
Lui si strinse in un mezzo sorriso sollevato. -quindi, nonostante tutto, mi vuoi ancora come tuo insegnante d'equitazione? Pensavo mi avresti licenziato e mi ero portato avanti con le pratiche.-
-volevo licenziarti, in effetti.- ammise lei, -ma Sally è più importante per me e poi in un certo senso ti sono grata per essermi stato vicino in alcuni momenti.-
-sono felice di queste parole. Non avrei mai voluto perderti come allieva e amica.-
-allora questo è tutto.- confermò lei, -continueremo a vederci a lezione.-
-ti ringrazio davvero, Erina.- sorrise lui, -penso che tu sia cambiata.- constatò dopo.
Lei rimase spiazzata. -cosa te lo fa credere?- chiese timida, pensando a Yukihira.
-ti sei addolcita e odio ammettere che è merito di quel tuo strambo compagno di scuola.-
Erina si imbarazzò ancora. -non dire idiozie! È una tua impressione!-
-d'accordo. Farò finta di non aver detto niente. A presto Erina e grazie.-
Detto questo, la lasciò pensierosa e si allontanò per uscire dal portone principale.


 
****


Si stupiva ogni giorno di più da quanto la residenza di Senzaemon fosse grande.
Tutte le volte che si incamminava per raggiungere un luogo specifico non finiva mai di conoscere ed esplorare qualcosa di nuovo della villa_anche se ormai si era abituato alle sue vaste dimensioni_. Oltretutto erano già quasi a fine agosto e tra pochi giorni il banchetto di saluti avrebbe avuto inizio.
Più ripensava alle avventure in cui era stato coinvolto in quella esaustiva ed istruttiva esperienza, più aveva l'impressione di aver vissuto la sua vita più intensamente rispetto a come faceva alla Tootsuki: non solo aveva scoperto nuovi trucchi, conosciuto rispettosi cuochi e preparato piatti magnifici.. si era anche innamorato perdutamente di Nakiri e questa era sicuramente una delle sensazioni più belle che avesse mai provato. Lei era veramente incredibile e non si stancava mai di conoscerla e scoprirla: Erina era una continua sorpresa, era un incentivo in più per migliorare la sua cucina ed era anche colei che gli aveva fatto provare emozioni forti per la prima volta. Era indubbiamente il suo primo amore e adesso poteva dire di comprenderla meglio rispetto al passato.
Non a caso non riusciva a smettere di pensare alla notte in cui aveva dormito accanto lei e aveva conosciuto il suo passato, poiché non vedeva l'ora di poterlo fare ancora. Esatto.. non gli importava di come si sarebbe trasformata la situazione tra loro una volta tornati a scuola, lui non avrebbe rinunciato a lei perché per potersi sentire completato e realizzato aveva bisogno di Nakiri.
Mentre rifletteva sui suoi desideri, notò Carter aprire il portone principale con un'espressione cupa e prima che scomparisse decise di raggiungerlo.
Non ci fu bisogno di chiamarlo visto che Jess aveva rivolto lo sguardo nella sua direzione anticipandolo:
-Yukihira.. è un po' che non ci vediamo.- li lanciò un'occhiata di sfida.
-mi stavo giusto chiedendo dove fossi finito negli ultimi giorni, Carter.- rispose anch'egli al suo ammiccamento di sfida con la stessa euforia e arroganza.
-mi sono preso qualche giorno di riposo.-
-diciamo che sei scappato con la coda tra le gambe dopo aver aggredito Nakiri.-
-sono venuto a consegnare le dimissioni, Yukihira, hai vinto.- ammise infine, glaciale, ignorando i suoi riferimenti a Erina.
-Nakiri, sebbene tu l'abbia afferrata con la forza, non accetterà mai le tue dimissioni: ama troppo l'equitazione e la sua cavalla per farlo e soprattutto, per quanto tu non mi aggradi, ti considera qualcosa di simile ad un amico e non posso impedirlo e tantomeno cancellare quello che condividete.-
-resta il fatto che hai vito, Yukihira. Erina mi ha appena rifiutato dicendo che ama un altro: non hai bisogno di sapere chi.- rispose amareggiato. -..e mi sono già scusato con lei.-
-io e Nakiri non stiamo insieme, Carter.- esordì a malincuore. -credo di conoscere i suoi sentimenti. Tuttavia, quello che intendo dire, è che nemmeno tu hai perso.
Cerca di un buttarti giù come stai facendo e di renderti un po' meno patetico di quello che già sei.-
-non mi aspettavo il tuo sostegno, Yukihira. I tuoi sentimenti per lei erano così superficiali?-
Soma si aprì in un ghigno sarcastico. -ovviamente no, Carter, i miei sentimenti per Nakiri non sono cambiati, anzi.. direi che si sono solamente fatti più profondi.
Il mio non era un suggerimento, era un farti notare quanto tu sia deprimente e arrendevole, patetico.
Per quanto riguarda me invece: non perderò Nakiri, la proteggerò, e farò sì che alla fine riesca a raggiungerla con ogni mezzo. Per cui non preoccuparti.-
Carter accennò un sorriso e rispose:
-non ho bisogno che tu me lo faccia notare e neanche di ricevere la paternale da un moccioso. Tuttavia.. so com'è la situazione e te la affido.
Però, se la farai soffrire, sappi che ti ridurrò in cenere. Yukihira.. se è per lei ti troverò dovunque.-
Quelle furono le ultime parole di Carter prima di vederlo uscire definitamente dalla villa e strappare a Soma un sorriso sollevato: era felice di aver chiarito con l'istruttore di Erina.
Decise che sarebbe andato ad esercitarsi in cucina per ripassare le base in occasione del prossimo evento.
Prima che potesse avviarsi verso la cucina principale, avvistò il maggiordomo Nakiri venire nella sua direzione e fermarsi proprio davanti a lui:
-Sig.Yukihira.. il sig.Nakiri desidera parlargli.-
Lui si fece sorpreso e dopo un attimo di perplessità annuì:
-d'accordo, allora mi porti da lui.-
L'uomo fece un formale inchino e lo portò davanti allo studio del preside.

-bussi.- lo incoraggiò, -sarà lui a darle il permesso per entrare.-
Allora Soma raccolse un consistente respiro e bussò energicamente.
La voce cavernosa di Senzaemon lo accolse, a quel punto entrò dentro la stanza.
L'uomo lo fissò serio e poi gentilmente lo invitò a sedersi con un semplice gesto della mano. Soma si sedette sulla poltrona davanti alla scrivania e attese che l'uomo parlasse.
Inizialmente, per smorzare la situazione, il preside iniziò una breve e cordiale conversazione sul suo stato fisico e mentale e su come stesse procedendo la permanenza alla sua villa.
In seguito, dopo aver sciolto la tensione, decise di andare al dunque:
-ora Soma.. ti chiederai perché ti trovi qui e penso tu sappia che c'è un motivo ben preciso per cui ti ho convocato nel mio studio..- iniziò professionale.
-sì, immagino si tratti di qualcosa di importante.-
Senzaemon non gli diede una spiegazione a voce, ma li presentò sotto gli occhi lo stesso giornale di scoop che aveva mostrato a Erina qualche giorno fa e di conseguenza anche le stesse fotografie nelle quali lui e Nakiri si baciavano e Carter con il mazzo di fiori.
Naturalmente, realizzando che il nonno di Erina lo aveva appena visto in atteggiamenti intimi, il volto gli si colorì leggermente e d'istinto distolse lo sguardo da quello dell'uomo.
Erina non gli aveva detto del giornale di scoop e dato che non era esattamente un appassionato di giornalini rosa dedicati ai personaggi pubblici, vedersi ritratto su uno di essi fu abbastanza imbarazzante oltre che insolito e inaspettato. Perché, se si trattava di una cosa così importante, Erina non glie l'aveva detto?
Gli stava ancora nascondendo qualcosa?
Cosa doveva dire al preside per giustificarsi?
Come doveva reagire di fronte ad una situazione simile?
Per la prima volta si trovò impreparato.
Poteva aspettarsi qualsiasi reazione da quell'uomo, anche un rimprovero o delle raccomandazioni riguardo la protezione della nipote.
-desidero sapere quali sono le tue intenzioni con mia nipote, Soma. Fai sul serio?-
Quella domanda lo colse di sorpresa e deglutì appena cercando di rispondere in maniera adeguata. -faccio sul serio con sua nipote. Sono innamorato di Erina.-
Alla fine optò per la risposta più sincera. Era la verità. Il suo intuito gli diceva che era la spiegazione più giusta e la risposta migliore.
Comunque, trovò la reazione del preside paradossale: non era arrabbiato, sembrava più che altro alla ricerca di certezze, il modo di parlare era mite e pacifico, ragionato.
Non pareva contrario alla loro relazione come invece Nakiri gli aveva fatto capire.
Allora perché, anche se potevano avere l'approvazione di suo nonno, lei si ostinava a rispettare le tradizioni della sua famiglia? Sapeva che c'entrava l'influenza di suo padre, ma il capo della famiglia non era Senzaemon? Se a lui andava bene, allora perché lei non poteva semplicemente accettare di stare con lui, se era quello che voleva?
Mille dubbi e domande iniziarono ad assallirlo e fu il preside ad interrompere la sua confusione e incertezza adattando un sorriso compiaciuto che lo colpì:
-allora, se questo è ciò che veramente provi, salvala!- gli ordiò in una richiesta quasi disperata. -salva mia nipote dal coinvolgimento eccessivo con la sua famiglia.-
Soma sgranò gli occhi spiazzato da quella richiesta:
-da cosa esattamente dovrei salvarla?- chiese dopo, passato il momento di stupore.
L'uomo sospirò stancamente e si accasciò sulla poltrona sfinito.
-Erina andrà ad un incontro arrangiato quando le lezioni ricomincieranno.-
-Nakiri andrà ad un incontro pre matrimoniale?- richiese lui, per sicurezza, sperando di aver capito male le parole dell'uomo.
Purtroppo non fu così:
-esatto.- confermò infatti. -..e lei ha già accettato di rispettare la richiesta.-
-perché non l'ha fermata se anche lei voleva che rifiutasse?-
L'uomo sospirò ancora. -Erina è testarda, devota alla famiglia Nakiri e al suo prestigio. Pensa che sia un suo dovere seguire la tradizioni e in effetti per i piani alti dovrebbe essere così per tutti i membri della dinastia Nakiri e, se non si trattasse di lei, anch'io dovrei seguire le origini. Però Erina non è felice, qiuesto non è quello che veramente vuole e soprattutto ora che ci sei tu.
Tu l'hai cambiata, Soma, Erina è quasi tornata ad essere la bambina dolce ed innocente di un tempo grazie a te. Probabilmente lei agisce andando contro i suoi desideri perché ha ancora paura di suo padre e perché non vuole tradirmi o deludermi. Magari anche perché non ha ancora realizzato del tutto di essere cambiata, però già il fatto che dimostri di non essere serena e impassibile di fronte ad una richiesta così diretta, mi fa pensare che aver preso questa decisione la faccia soffrire molto.
Per cui Soma, te lo chiedo come nonno e non come preside, impedisci a Erina di andare a quell'incontro o se non riesci ad impedirlo, fa sì che esso non vada a buon fine.-
Soma rifletté attentamente sulle parole del preside, dopo l'iniziale sorpresa, e alla fine rispose con una luce determinata negli occhi:
-sig.preside.. anche se lei non mi avesse chiesto di salvarla, l'avrei fatto comunque. Non ho nessuna intenzione di perdere sua nipote proprio per i miei sentimenti per lei.-
-mi fa piacere sentire queste parole.- asserì l'uomo. -allora, se veramente la ami, convincila a ribellarsi alla famiglia. Ti assicuro che non mi avrai come nemico e non sono contrario alla vostra relazione finché c'è amore.- puntualizzò, -oltretutto sono certo che tu sei l'unico che potrebbe riuscire a salvarla da un triste futuro.
Se si tratta di te, credo che lei sarà in grado di ascoltarti perché condividete qualcosa di molto forte.-
-conti su di me.- alzò il pollice lui, -farò di tutto per salvarla.- sorrise solare.
-ti ringrazio.- abbassò la testa grato. -ti chiedo solo di rispettare una condizione..- riprese guardandolo intensamente negli occhi alla ricerca di fiducia.
Soma si fece attento ricambiando lo sguardo e accettò. -certo. Mi dica.-
-..che fino al giorno dell'incontro pre matrimoniale non dovrai dire a nessuno che ti ho chiesto di salvarla e soprattutto non dovrai dirlo a lei.- terminò.
-va bene, sig.preside. Sarà fatto.-
L'uomo annuì. -mi raccomando Soma, è molto importante.. non dovrà mai arrivare voce a mio figlio Azami che ho intenzione di impedire l'incontro arrangiato.-
Soma comprese la gravità della situazione, se la richiesta del preside avesse raggiunto il padre di Erina.
Non aveva idea di come salvarla, ma avere l'appoggio del preside era assai vantaggioso, poiché la sua approvazione per la loro relazione_in quanto nonno di Erina_era molto importante.
Adesso sapeva che gli unici ostacoli sarebbero stati Azami e la testardaggine di Nakiri. In ogni caso, voleva salvarla a tutti i costi:
-glielo garantisco.- assicurò serio. -la ringrazio davvero.-
L'uomo non rispose e concluse l'incontro:
-bene. Adesso puoi andare, Soma.-
Il ragazzo fece come gli era stato detto e uscì dallo studio del preside.
Ora era decisamente più tranquillo e ancora più determinato.
In quel momento sentì il bisogno di vedere Erina e la cercò per tutta la villa.

Non l'aveva trovata da nessuta parte, così optò per la cucinetta nella quale solitamente si rifugiava per sperimentare e fare esperienza come chef.
Ecco che la vide, appunto, concentrata nel preparare degli incredienti per fare uno speciale bento.
Il contenitore per il pranzo emanava un profumo delizioso, così sfizioso da ingolosirlo, creandogli il desiderio di assaggiarlo.
Come sempre, mentre cucinava, non faceva caso a nulla_neanche a lui che si trovava lì_.
Rimase ad osservarla seguendo i movimenti delle mani, che erano talmente scropolosi da confoderlo: di certo la maestria non le mancava, pensò con un sorriso ilare.
Voleva stringerla da dietro, unirsi alla sua cucina con la “scusa” di accarezzarle le mani per seguire i gesti e i passaggi.
Le parole del preside gli frullavano in testa in un ronzio fastidioso: non poteva accettare che gli portassero via la donna che amava.
Più la guardava, più desiderava uscire con lei e condividere le loro passioni, in particolare la cucina.
Non sopportava che vi fosse qualcuno che poteva portargliela via, strapparla da lui e soprattutto impedirne la sua felicità.
Avrebbe portato a compimento la richiesta del preside per lei e specialmente per se stesso, in un desiderio egoista.
-Yukihira..- la voce flebile di Erina interruppe i suoi pensieri. -..non mi guardare con quello sguardo da maniaco sulla porta.- arrossì.
Lui si grattò la nuca divertito. -scusami Nakiri, mi ero incantato a guardarti cucinare.-
-non dire frasi ovvie. L'avevo notato.- borbottò impacciata. -mi distrai.-
Lui ridacchiò. -perdonami.. stavo pensando a te e ti ho cercato senza riflettere.-
Come faceva a dire frasi tanto premurose con una naturalezza simile?
Distolse lo sguardo imbarazzata. -arrivi sempre nei momenti meno opportuni.-
Lui non ascoltò i suoi riproveri e si portò dietro di lei:
-questo bento è per me?- domandò scherzoso, facendo capolino dalla sua spalla e affondando il viso tra le sue lunghe ciocche che lo invasero con il solito profumo di violette.
-non è per te, idiota.- smentì in un bisbiglio timido.


 
****


Il respiro di Yukihira solleticò sul suo orecchio creandole dei brividi d'eccitazione.
-allora per chi è?- continuò curioso, -se ti chiedessi di preparne uno per me lo faresti?-
-certo che no!- esclamò paonazza. -non siamo una coppia e non sono la tua cuoca privata. E poi, visto che ti vanti tanto di essere bravo, perché non te lo prepari da solo?-
Lui sorrise ancora nascosto tra i suoi capelli. -sarebbe interessante se fossi te a prepararmelo, Nakiri. E poi non potrei chiederlo a nessun altro.-
Prima che potesse fare qualcosa per respingerlo_controvoglia_lui avvolse le sua braccia attorno al suo corpo stringendola di lato.
I fianchi di Erina, in confronto ai suoi, erano davvero fini e poteva abbracciarli pienamente. Lei arrossì ancora a quel contatto.
Le manifestazioni d'affetto che le stava dimostrando Yukihira le stavano facendo perdere il controllo portandola in un stato di completa estasi e di totale benessere.
Difatti, quando iniziò a scostarle i lunghi ciuffi che le coprivano il collo e a vezzeggiare la sua pelle in quei punti, il suo cervello andò totalmente in “tilt” e le immagini della notte che avevano trascorso insieme, nello stesso letto, in special modo quelle della mattina stessa, cominciarono a farsi vivide e ancora più coinvolgenti di prima. Doveva darsi un contegno.
-piantala Yukihira..- tentò con scarso successo. La voce era bassa e così poco autorevole quasi da non sentirla: era chiaro che non voleva smettesse e lui lo sentiva dalle sue reazioni così talmente chiare da farla arrabbiare con se stessa. Smise di stuzzicarla e di provocarla con le sue ammaliazioni e tornò a stringerla solo di lato.
Erina volse gli occhi verso di lui ed entrambi si guardarono intensamente, i loro nasi erano tanto vicini quasi da sfiorarsi e le loro bocche erano alla stessa altezza.
Nessuno dei due seppe quanto rimasero a guardarsi, ma Yukihira non smetteva di accarezzarle i capelli in fondo, con dolcezza.
A quel punto sarebbe stato normale unirsi in un bacio appassionato dato che l'intimità era arrivata all'eccesso, ma lui sembrò incupirsi all'improvviso.
-Nakiri.. non voglio perderti.- affermò sostenendo il suo sguardo con serietà. Lei sgranò gli occhi:
-perché te esci con questi discorsi idioti adesso? Lo sapevi fin dall'inizio che la situazione tra noi non sarebbe mai andata a buon fine.-
Pronunciò quelle parole con una frustrazione che non riuscì a nascondere.
-già, lo so.- concordò pensieroso. Erina si chiese cosa gli passasse per la testa per amareggiarsi in questo modo.
Non era lui che diceva che non si sarebbe mai arreso? E adesso cosa gli prendeva a quell'idiota? Era successo qualcosa?
Superato l'attimo in cui si era immerso nei suoi pensieri, lo vede tornare a sorridere.
Stava sorridendo, sì, il sorriso era sincero ma non abbastanza esaltato: era ovvio che le stava nascondendo qualcosa e probabilmente non glie l'avrebbe mai confermato.
-mi stai nascondendo qualcosa, Yukihira?- domandò sospettosa, pur consapevole che non sarebbe servito a nulla con lui.
-ora che ci penso, è da quando sei apparso davanti alla porta che sei strano..- continuò confusa -..sei insolitamente più appiccicoso del solito.-
Lui scoppiò a ridere. -questa teoria è priva di fondo, Nakiri, sono sempre appiccicoso con te ultimamente.- proseguì tra le risate: almeno quelle parole li avevano fatto tornare l'allegria, anche se lei pensava sul serio che ci fosse qualcosa che lo preoccupava dato che gli sembrava non solo molto appiccicoso, ma anche più distratto e assorto del normale.
Era scoppiato a ridere, però non toglieva che sentiva che c'era qualcosa. Decise di non insistere: già si faceva troppo coinvolgere da lui, se anche lei finiva per diventare soffocante come lui continuare a rispettare la decisione presa sarebbe diventato ancora più arduo e logorante.
-in ogni caso, non c'è niente che non va.- ripeté lui sorridendo, -e non mi sono arreso con te. Volevo solo vederti ed eccomi qui.-
In qualche maniera era riuscito a sviare il discorso e lei decise di lasciar correre:
-d'accordo. Adesso che hai soddisfatto i tuoi istinti maschili puoi anche farmi tornare a concentrarmi.- lo congedò con aria altezzosa: non avrebbe mai ammesso quanto aveva gradito quella rapida visita, non a caso Yukihira le mancava praticamente a tutte le ore della giornata. A quel pensiero arrossì e cercò di scacciarlo per darsi un tono e continuare a rispettare le esigenze della sua famiglia.
-va bene, Nakiri, ti lascio al bento.- strizzò un occhiolino, lui, e cogliendola di sorpresa le rubò un bacio al lato del labbro prima di avviarsi verso la porta.
Lei arrossì fin sopra le orecchie a quel gesto così dolce e confidenziale: la trattava davvero come se fossero una coppia e la situazione era “tragicamente” piacevole, perché tutto ciò le piaceva da impazzire_pur sapendo di non poterselo permettere_. Non andava davvero bene in quel modo, ma non riuscì a trattenersi dal frenarlo:
-non dovresti perdere tempo. Presto ci sarà il nuovo evento che è anche l'ultimo.-
Era vero.. la giustificazione per fermarlo era stata ridicola e fallace visto che lui sicuramente aveva capito che l'aveva fatto apposta dal tenore insicuro che aveva usato per dirla.
Nonostante questo, però, sembrò sorriderle con dolcezza e lei abbassò lo sguardo altrove vergognosa.
-grazie del consiglio, lo so.- annuì lui, -era una scusa per fermarmi, vero?- la punzecchiò festoso: appunto, aveva capito che era stata una “scusa” e questo non fece altro che imbarazzarla di più. Perché era così stupida e goffa con lui?
Tutte le volte che interagivano finiva per agitarsi a causa delle forti emozioni e commetteva qualche pasticcio di cui poi si vergognava o che andava contro i suoi principi e le sue scelte.
La confondeva e la portava ad agire irrazionalmente. Amare qualcuno oltre ad essere bello era anche scomodo. Sospirò stancamente.
-certo che non era una scusa!- ribatté mentendo, -era un avvertimento.-
Lui si trascinò nuovamente nella sua direzione, portandosi davanti a lei:
-ho incontrato Carter stamani mattina.- cambiò discorso lasciandola di stucco.
-anch'io l'ho incontrato e ci ho parlato.- raccontò lei, -sai Yukihira.. dovresti smettere di essere geloso di lui. Insomma, dati i tuoi sentimenti posso dire che tu eri geloso.-
-era chiaro fossi geloso, infatti non capivo come potevi fraintendere le mie reazioni.-
-mi stai dando dell'ottusa, per caso?!- gridò oltraggiata.
Lui ridacchiò. -non possiamo dire che eri molto sveglia in fatto di sentimenti, Nakiri.-
-questo neppure tu, Yukihira. Come potevi dire alla ragazza che ti piaceva di “voler essere sua amica” quando era chiaro che volevi altro.- sbottò stizzita, incrociando le braccia.
Lui si grattò la nuca imbarazzato. -in effetti hai ragione, ma allora non conoscevo i tuoi sentimenti e non ero nemmeno sicuro dei miei.- si giustificò, -non potevo farti credere una cosa per un'altra se non ero convinto nemmeno io, non credi?- sorrise. Lei sbuffò esausta.
-per non parlare del tuo atteggiamento altruista, che mi faceva imbestialire.
Il tuo essere gentile e disponibile con tutti mi irritava perché ogni volta che facevi lo stesso con me, non riuscivo a capire la differenza e invece volevo essere diversa per te.-


 
****

Soma arrossì di fronte all'ultima frase e distolse lo sguardo imbarazzato.
Erina era stata davvero graziosa e l'aveva colto impreparato: non si aspettava una confessione del genere e non credeva che lei ci tenesse così tanto, soprattutto anche prima che lui si dichiarasse, ad essere considerata “unica” da lui. Adesso capiva i suoi atteggiamenti ogni volta che aveva provato a dimostrarle tenerezza e affetto_quando ancora non erano sicuri dei loro sentimenti_e in parte ora sapeva perché spesso le sue buone intenzioni venivano respinte bruscamente da lei: c'erano tanti motivi dietro alle sue reazioni e il voler essere considerata "speciale" era uno di questi.
Sentire quelle parole da lei lo aveva reso immensamente felice perché significava che tutti i suoi sforzi non erano stati poi così inutili.
-per me sei diversa dagli altri, Nakiri.- confessò semplicemente, -non sai quanto.-
Lei si imbarazzò ancora. -non ti ho chiesto di rispondere alle mie parole.- aggiunse timida.
-adesso lo sai e sappi che qualsiasi mio atteggiamento nei tuoi confronti avrà sempre un significato speciale rispetto a quello che avrò con gli altri.-
-tappati la bocca, Yukihira!- esplose lei paonazza. -cavolo..- borbottò impacciata.
Lui scoppiò a ridere a crepapelle vedendo le reazioni imbarazzate di Erina e si beccò un'occhiataccia da lei, che lo divertì ancora di più.
Si guardarono intensamente. Quando le acque si furuno calmate, lei riprese:
-ho rifiutato Carter.- ammise, -però gli ho chiesto di continuare a farmi da insegnante.-
-so che l'hai respinto. Me l'ha detto lui stesso.-
-quindi, ti ha detto anche i motivi per cui l'ho rifiutato?- domandò timorosa.
Lui annuì consapevole.
-Comunque.. non mi ha detto niente che non sapevo.- ghignò.
-quanto sei presuntuoso!- esclamò lei arrossendo. -..in ogni caso la mia decisione non cambia.- puntualizzò infine.
-lo so.- affermò lui sorridendo, -neanche la mia.-
Ci fu un attimo di silenzio in cui si guardarono profondamente negli occhi, poi lui si fece avanti e la tirò a sé con un scatto così fulmineo che lei non si accorse subito di essere stretta dal suo corpo.
La presa era così ferrea e focosa da riuscire a trasmetterle tutti i suoi più sinceri sentimenti.
La mano di Yukihira passò dietro la sua nuca in una placida carezza tanto che le sembrò di volare e nel frattempo il cuore di entrambi batteva a mille.
Non c'erano parole. Fu una compresione tacita e reciproca. Quando si separarono, lui le rivolse un sorriso gentile e solare e si avvicinò per lasciarle un bacio a fior di labbra che in seguito venne ricambiato anche da lei, per poi essere approfondito in un saluto passionale e chimico.
-ti lascio al tuo bento, Nakiri.- le disse lui, prima di uscire dalla porta.

Lei si portò una mano al petto, verso il cuore, che palpitava imperterrito e infuocato.
Avvertì il sapore dolciastro di caramella all'arancia_mangiata da Yukihira_sui labbri e all'interno della bocca, così piacevole e delizioso da non volerlo cancellare.
Non andava bene: doveva fare in modo che i ricordi di quei momenti con lui non svanissero al ritorno alla Totsuki, ma come poteva fargli una richiesta tanto egoista se poi sapeva che stare con Yukihira non era il suo destino e che a fine estate si sarebbero separati?
A quel pensiero le scese una lacrima e, per non pensarci ulteriormente, riprese a cucinare il suo bento nella speranza di distrarsi.



 
****


Era tarda serata ed Alice era distesa sul suo letto senza riuscire a prendere sonno.
Da quando aveva discusso con Erina non si erano più parlate: non voleva arrivare a rompere di nuovo i contatti con lei adesso che si erano un po' riprese, ma il suo comportamento così devoto alla famiglia Nakiri non riusciva a concepirlo e nel giro di pochi minuti l'aveva un'altra volta fatta arrabbiare e non aveva voglia di scusarsi.
Sapeva che i Nakiri erano duri e pretendevano tanto dai membri e lei stessa lo era, per cui poteva immaginare come Erina si sentiva.
Tuttavia, l'atteggiamento arrendevole di sua cugina la irritava.. possibile che preferisse mettere avanti le necessità obsolete della sua famiglia piuttosto che i suoi sentimenti?
Non era ora che si dedicasse più a se stessa? Era sicura che anche il nonno voleva questo da Erina perché era sua nipote e non un "robot" a completa disposizione dei Nakiri e che potevano sfruttare ogni volta che volevano. Allora perché lei si ostinava ad ignorarlo? Perché credeva che il loro nonno volesse questo? Cosa la teneva così attaccata ai doveri?
Tutte quelle domande la facevano solo scaldare di più. Da una parte si sentiva fortunata in confronto a Erina poiché tra lei e Ryou non c'erano impedimenti particolari, se non loro stessi; dall'altra, però, era un po' interessata a sapere quali fossero i principi di Erina visto che in fondo l'aveva ammirata fin da piccola ed era diventato il suo obiettivo, se non il suo modello d'ispirazione.
Questo non toglieva, comunque, che il modello a cui lei si era sempre ispirata sembrava aver perso tono dopo che l'aveva sentita così apatica e passiva; dopo che non combatteva per ottenere quello che desiderava. La faceva arrabbiare questo lato negativo di Erina, ma al contempo non poteva fare niente per convincerla perché era sempre stata molto decisa nelle sue scelte.
Si nascose tra le piume del cuscino e iniziò a urlare di fastidio, per sfogarsi, in maniera da non farsi sentire dagli altri conviventi.
Più pensava a Erina, più cercava di trattenere le lacrime e più voleva andare da Ryou per usarlo come "calmante permanente". Era giusto affidarsi così a Ryou?
Chiaro che non lo era, ma lui era sempre stato un “punto fermo” per lei e non poteva fare a meno di contare su di lui. La faceva soffrire il pensiero di poter finire come Erina a causa delle esigenze della sua famiglia e avvertì davvero il bisogno di andare da Ryou a ricercare sicurezze. Era anche un paio di giorni che non passavano del tempo serio insieme, se non di sfuggita, e nei prossimi ne avrebbero trovato ancora meno dato che l'ultimo evento si stava avvicinando, dovevano concentrarsi nei piatti e tutto il resto sarebbe passato in secondo piano, sentimenti compresi.
Accese la luce “da comodino” e diede un'occhiata all'orologio a polso: erano le 23.00 passate. Era pur sempre tardi, ma non così tanto da non poter invadere camera di Ryou.
Si alzò dal letto dando dei colpetti energici alla sua camicetta da notte color panna, di lino, per sistemare le grinze, e si avviò verso la camera di Ryou.
Voleva vederlo. Le mancava.

Raggiunta la sua porta, però, si fermò davanti ad essa per un attimo intimorita dal bussare.
Il momento di indecisione durò poco, perché raccolse un profondo respiro e bussò alla porta del suo assistente_ora anche suo ragazzo_.
La voce cupa di Ryou arrivò dritta alle sue orecchie scaldandole il cuore.
-Ryou.. sono io. Posso entrare?- chiese.
Con un “entra” apparentemente disinteressato, Alice si decise a fare il primo passo per entrare nella stanza Ryou.
-cosa ci fai qui? è tardi.-
Alice non rispose subito, ma si precipitò verso il letto di Ryou e saltò su di esso facendo traballare un po' il materasso e raggiungendo le gambe muscolose del ragazzo con le sue mani, che venivano seperate dalle sua dita solo dal lenzuolo. Lui arricciò un sopracciglio confuso quando Alice si trascinò a tentoni verso il suo volto portando a pochissima distanza le loro labbra.
-sta cercando di sedurmi, milady?- distolse lo sguardo, lui.
Alice adattò un finto broncio e afferrò le guance di Ryou per farsi guardare in viso, lui non spostò le sue mani dalla sua pelle poiché erano decisamente carezzevoli e delicate.
-dormiamo insieme come quando eravamo piccoli, Ryou.- propose scaltra, -non voglio dormire da sola stanotte. Tanto non ci riesco.-
Ryou si aprì un un espressione leggermente scossa, dopo quella proposta, il che era sorprendente perché per la maggior parte delle volte restava inespressivo quando non cucinava.
Il momento di sorpresa, però, non durò molto:
-è impossibile dormire insieme nelle circostanze in cui ci troviamo, mia signora, non dopo quello che c'è stato tra noi. Per cui, se ne torni a letto.- bofonchiò.
-io non voglio andare a letto!- ribatté offesa, -voglio dormire con te.- aggiunse capricciosa.
Era imbarazzata per le parole che stava dicendo, ma non se ne curò molto.
-mi spiega perché oggi è più insistente del solito?- grugnì annoiato.
Alice iniziò a spiegare i suoi motivi e Ryou, anche se con la solita aria indifferente, pian piano inizò a comprendere i motivi legati al suo strano comportamento.
-..credo che io e te siamo fortunati, Ryou.- terminò lei aprendosi in un sorriso.
A quel punto lui sembrò addolcirsi un po' e si lasciò andare ad un sospiro:
-lo penso anch'io.- farfugliò. Alzò una mano sulla guancia di Alice per farle una rude carezza e l'afferrò per la vita con l'altra, per stringerla in un abbraccio soffocante ma intenso: non era bravo a parole, ma con i gesti le faceva capire quanto per lui aveva importanza stringerla tra le sue braccia.
Amava le sue strette vigorose, poiché rispecchiavano pienamente quella che era la sua personalità.
Quando si staccò da lei, se la portò contro i suoi pettorali “da urlo”_che a lei facevano impazzire_e ascoltò il calore che il suo corpo tonificato emanava.
Dopo di che lo vide avvicinarsi alle sue labbra e non ebbe il tempo di realizzarlo che l'ardente bacio che lui gli dette le accese emozioni profonde e un desiderio carnale indefinito.
Le loro lingue si stavano esplorando con trasporto e desiderio, in una folle complicità, nonché in una riconoscibile appartenenza intima e reciproca.
Quando si staccorono per riprendere fiato, lei chiese timidamente:
-questo bacio significa che mi hai dato il permesso per dormire in camera tua?-
Lui la fissò penetrante, tanto che ad Alice parve di sentirsi spogliare da tutti i vestiti da quanto quello sguardo era incisivo e magnetico. Era diventata trasperente ai suoi occhi.
Per attimo avvertì un brivido misterioso percorrerle tutta la spina dorsale, ma non era una sensazione spaventosa, tutt'altro.. era piacevole e intrigante.
-non ti ho dato il permesso per dormire nel mio letto, milady, non dormirai proprio.-
Inizialmente Alice non capì il significato di quella frase dato che era piuttosto enigmatica_alla Ryou insomma_ e la reazione che ebbe fu abbastanza normale, comprese il senso solo dopo 
-..è stata ingenua ad infilarsi nel letto di un uomo, mia signora.- quando lui aggiunse.
Fu a qual punto che Alice realizzò quello che lui intendeva e diventò paonazza.
Le grandi mani di Ryou sul suo corpo sembravano appartenergli da quanto erano diventate parte di lei. Il suo volto pallido e mascolino, illuminato solo dalla luna, sembrava così bello da non riconoscerlo. I suoi ciuffi mori, spettinati, che gli ricadevano sul viso erano così ribelli da sentire il bisogno di accarezzarli. Le spalle larghe, i suoi pettorali definiti davanti ai suoi occhi, le sue gambe virili e ben plasmate.. erano tutto ciò che in quel momento la stavano inducendo a fare una pazzia e ad assecondare l'attrazione che sentiva per lui immediamente.
Per non parlare del fatto che aveva l'abitudine di dormire in boxer fin da piccolo e quindi poteva godere della visuale del suo petto in tutto il suo splendore e questa volta anche da molto vicino.
Fino a poca fa il suo seno e i suoi addominali si stavano sfiorando e al contrario di lui, lei aveva la camicetta a nascondere le sue “grazie”; in quel momento, con lui così vicino, voleva sentirlo al naturale. Era pronta ad unirsi a lui. Magari chiunque avrebbe pensato che era presto per farlo, ma lei e Ryou si conoscevano da sempre e c'era un intimità tale tra loro che gran parte delle manifestazioni d'affetto si facevano più precoci rispetto ad una normale frequentazione tra adolescenti.
È vero.. Ryou adesso era un uomo e la forte attrazione, amore compreso, che sentiva per lui era la prova incunfutabile che non lo considerava più un fratello, ma lui restava pur sempre Ryou: si fidava di lui, c'era rispetto tra loro, tanta confidenza e una singolare tenerezza.. sì, se era con lui le andava bene. Se era con Ryou non temeva nulla, nemmeno di superare la soglia di una normale relazione. Ecco, adesso lo sapeva, adesso lo voleva. Alice voleva lasciarsi andare. Voleva unirsi a Ryou. Se la sentiva.
Portò lo sguardo altrove, colta dalla vergogna per quello che stava per dire:
-se è questo che vuoi, Ryou.. se è con te, allora va bene.- accettò sottovoce, arrossendo.



 
****


Decisamente Ryou non si aspettava una risposta affermativa, tanto che la sua signora fu capace di strappargli un espressione di sincero stupore misto a vergogna.
Iniziò a sentirsi un po' a disagio, ma allo stesso tempo non riuscì a smettere di guardare Alice.
Quella camicia da notte la faceva sembrare un bellezza eterea, si adagiava perfettamente alla sua snella e sensuale figura ed ogni strato di pelle gli parve così effervescente da scatenargli desideri proibiti. Era attratto da lei e probabilmente, benché non conoscesse la vera definizione d'amore, poteva dire di provare sentimenti intensi nei suoi confronti e in quel momento la voleva davvero: non lo aiutava a controllarsi sapere della sua disponibilità a farlo, tantomeno si aspettava che accettasse il suo ardito invito.
Voleva semplicemente stuzzicarla per farla desistere e invece aveva ottenuto l'effetto contrario.
In fondo era da un pezzo che sentiva il bisogno di approfondire il legame tra lui e Alice, renderlo concreto a modo suo, sentire cosa si provava ad osare di più.
Cosa doveva fare? Doveva assecondare la risposta di Alice e unirsi a lei?
Non ne era sicuro: sapeva che a volte Alice diceva frasi senza senso, dirette, impulsive, dettate dall'istinto del momento.. ma era davvero quello che voleva?
Gli sembrava di violare qualcosa di prezioso facendo la prima mossa poiché, anche se non l'avrebbe mai ammesso apertamente, per lui Alice era un bellissimo e delicato fiore che aveva il privilegio di proteggere e rispettare; un fiore che non era ancora sbocciato del tutto, ma ora che si era fatto più maturo e femminile stava per farlo e dentro il suo cuore l'aveva già fatto.
Alice era l'unica persona che non voleva far soffrire, colei a cui voleva stare accanto.
Era giusto privarla della sua innocenza e pericolosa malizia?
Non lo sapeva, ma quello che lui voleva lo sapeva. L'unica cosa da fare, allora, era scoprire quanto fosse decisa nella sua scelta e quanto le sue intenzioni fossero serie.
-Ryou..- sussurrò lei, richiamandolo alla realtà. Le sue labbra floride e rosee troppo vicine alle sue, così tanto che lo stavano spingendo ad agire per unirle da quanto ne era attratto.
-mia signora..- fiatò lui, a pochissima distanza dalla sua bocca -..stavo scherzando.-
-tu sei privo di umorismo, Ryou.- replicò piatta lei, spostando di poco il naso dal suo volto.-..e comunque io non stavo scherzando quando ho accettato.- ammise impacciata.
-questo è pericoloso, Milady.- sospirò lui serio.
Lei non ascoltò l'avvertimento di Ryou e si fiondò sopra al suo corpo spingendolo sul materasso per salire sopra di lui.
I polpastrelli che carezzavano le pelle dei suoi pettorali.
-ho sempre voluto farlo..- bisbigliò distrattamente, -..tutte le volte che ti vedevo allenarti.-
Ryou sentì il suo corpo reagire davanti a quelle carezze così goffe eppure seducenti, socchiuse gli occhi per godersi appieno quel tatto tanto dolce quanto pregiato.
Alice gli lasciò delle scie di baci anche sul collo e sulle spalle, creandogli piacere.
-anche tu lo vuoi, Ryou, vero?- si staccò per un attimo. -lo vedo. Lo sento.-
Era chiaro che lo vedesse e lo sentisse, i suoi ormoni lo rendevano palese, e fu a quel punto che comprese che Alice faceva sul serio.
Era stata sincera quando gli aveva confessato di voler fare l'amore con lui, tutte le sue azioni volte a creargli una sensazione di gradevolezza lo stavano facendo bruciare dentro, così decise di ascoltare le sue emozioni e sfamare la sua bramosia, ribaltando le posizioni e riprendendo a baciarla.
Il suo ego aggressivo e rude stava prendendo il sopravvento e gli uscirono tali parole:
-d'accordo, se è anche quello che desidera la mia signora..-
Lei arricciò un sorriso soddisfatto e lui portò le mani sotto alla sua camicetta da notte accarezzando tutto il suo corpo liscio e profumato.
Affondò le mani nelle sue ciocche albine, prendendola dalla nuca per avvicinare le sue labbra a quelle sue e le unì in un bacio ardente e affamato.
Poi scese con rapidità lungo le sue guance, sul collo per assaggiarlo con ogni parte della bocca, scatenando reazioni di piacere ad Alice.
Con l'altra mano, quella che non era impegnata a tenerla per la nuca, continuò ad esplorare ogni parte del suo corpo prendendo tra le mani i suoi seni ancora coperti dagli indumenti.
Poi, dopo averle lanciato una sfuggevole occhiata per vedere se era ancora conseziente come si era dimostrata all'inizio ottenendo la sua approvazione, le sfilò completamente la camicetta da notte. Aveva sentito attraverso il contatto che era senza reggiseno, così che i suoi rosei seni furono sotto i suoi occhi.
Proseguì a studiarli con le mani, con la bocca beandosi del loro sapore, mentre Alice si stringeva forte a lui apprezzando i movimenti.
Non ci volle molto per ritrovarsi entrambi nudi e sciolto l'iniziale imbarazzo e le incertezze, finalmente riuscirono a conoscersi fino in fondo, stretti in un abbraccio mozzafiato, umido, pelle contro pelle, intimità contro intimità, brucianti come fuochi. Il momento fu appassionante per ambedue, così potente da farli andare fuori di testa, indescrivibile e imprevedibile da confonderli.
Era lontano da qualsiasi altra migliore aspettativa. Né lui né Alice, nonostante fosse la prima volta per tutti e due, avevano considerato l'imbarazzo che gli avrebbe circondati se si fossero trovati a riflettere su quello che stavano facendo: avevano deciso di ascoltare le emozioni del momento, interiorizzarle, portarle all'irrazionalità più pura e renderle un prezioso e unico ricordo che, sebbene sarebbe stato ripetuto più volte, comunque sarebbe rimasto sempre vivo e impressionante dentro di loro.
Soprattutto non si sarebbero pentiti di averlo provato, perché era ciò che volevano in quel momento.
Si addormentarono felici. Alice quella notte dormì nella camera di Ryou, avvolta tra le sue braccia muscolose.



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Angolo autrice: ciao a tutti ragazzi! sì, lo so che è all'incirca un mese che non aggiorno e mi dispiace, ma ho avuto da studiare un sacco e ora che mi sono tolta l'esame ho trovato un attimo per scrivere il capitolo. Ovviamente non è finita qui, fino a metà luglio sarò un po' altalenante con le pubblicazioni ç___ç. Come al solito, vi chiedo di pazientare.
Questo cap fa da introduzione per l'arco finale della mia fanfic. Ci saranno ancora 4 cap e l'epilogo prima della conclusione, intanto ringrazio davvero chi mi ha seguito fin ad ora e mi ha lasciato delle bellssime recensioni. Grazie davvero! <3 *____* risponderò al più presto alle vostre nuove recensioni e ammetto che ultimamente sono ancora più motivata a scrivere sulla Soma & Erina visti gli sviluppi dei nuovi cap<3<3 chi è in pari con il manga sa a cosa mi riferisco!! *_________* Grazie ancora! spero di non avermi deluso con questo cap.
Come vi sono sembrate le scene Sorina e AliRyo? sarei curiosa di sapere i vostri pareri. Nella parte dove Alice e Ryo vanno a letto insieme, ho cercato di rimanere il più possibile nel segnalino "arancione" XD. Non temete, comunque, molto presto toccherà anche a Soma ed Erina :P. Grazie a tutti!!
P.S: questo capitolo è dedicato a Natsu 2000. Grazie infinite delle bellissima recensione!!! *-* spero che continuarete tutti a recensirmi e seguirmi :D.

A prestooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!!!!! un bacione!! <3

 
  
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