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Autore: Rota    15/04/2009    1 recensioni
Piccola raccolta di fanfic sul Team 8 di Kurenai, dove Shino, Kiba e Hinata si vedono protagonisti e si raccontano attraverso fugaci visioni, di coppia o di singoli. Che possa piacere a tutti gli amanti di questo meraviglioso Team.
Capitolo uno: Sotto la luna (ShinoKiba); partecipante alla 5° edizione del contest 2 weeks di Kurenai 88.
Capitolo due: Entomology (Shino Centric); I classificata al contest "Personaggi secondari" di beat_88.
Capitolo tre: Galeotta fu la lettera (ShinoKiba); III classificata al contest "Operazione yaoi fan girl" di rekichan e Kei_Saiyu.
Capitolo quattro: Butterfly (ShinoHinata).
Capitolo cinque: Wind (KibaHinata); II classificata al "Puppy contest" di Dreaming Ferret.
Capitolo sei: Eyes (ShinoHinata); III classificata al contest "Missione: una fidanzata per Shino" di hachi92.
[Avvertimenti, Rating e Generi a seconda della ff]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hinata Hyuuga, Kiba Inuzuka, Kurenai Yuhi, Shino Aburame
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Wind *Autore: Rota23/meg89
*Animale scelto: Lupo  
*Titolo: Wind
*Personaggi: Hinata Hyuuga, Kiba Inuzuka, Akamaru, Hidan
*Pairing: KibaXHinata,
*Genere: Romantico, Sovrannaturale, Fiaba
*Rating: Giallo
*Avvertimenti: AU, one shot
*Breve introduzione alla storia:
Poche sono le favole, le storie, i racconti, che ritraggono il Predatore del Vento come un semplice animale della notte, devoto alla sua Luna splendente, fedele al suo culto sacro.
Io vi racconto di una storia fantastica,  dell’amore nato tra una Ninfa e un Uomo, che accompagnati dal Predatore del Vento ballavano e ballavano sotto la Luna bianca.
*Note dell’autore: Partendo dal fatto che questa è una AU, ho modificato un paio di cosette. I miei pg non sono ninja, ma rispettivamente sono un cacciatore e una ninfa (e si ricordi che le ninfe sono divinità, seppur minori). Si, esattamente, anche questa volta si tratterà di una fiaba, anche se in questo caso la ff sarà pervasa da un’atmosfera di sogno, l’incontro fantastico tra un semplice umano e una meravigliosa creatura dei boschi.
E’ un favoloso medioevo occidentale, dove ci sono castelli, signori e quant’altro.
Forse il mio Kiba risulterà un poco OOC, ma io credo che ci sia una parte del suo carattere più portato alla dolcezza. E tutta l’atmosfera che si crea lo richiede. Comunque, fuori dal contesto mistico resta sempre lo stesso Kiba di sempre (come si può vedere nella prima parte della ff). E poi, Hinata è sempre Hinata, dolce, gentile, sensibile, meravigliosa.
Non ho messo alcun dialogo poiché personalmente ritengo che, nelle Fiabe, questi siano assolutamente di poca rilevanza. Una Fiaba non si basa sui dialoghi, ma sulla narrazione. Indi, io ho agito di conseguenza.
Ho scelto Hidan come “personaggio negativo” in quanto la mia ff richiama spesso il concetto di culto, di religione. E Hidan è appunto un religioso, anche se in maniera del tutto perversa. Questo il solo rimando al personaggio.
Tanto perché sia chiaro, il Lupo è denominato il Predatore del Vento dalle mitologie degli Indiani d’America. Non è un termine coniato dalla sottoscritta. E che sai devoto al culto della Luna, è sempre una credenza indiana. Viene denominato infatti anche Animale della Luna (come la Lepre è quello del Sole).
A parte queste piccole sottigliezze, spero che la mia ff possa piacere ^O^

Questa ff ha partecipato al contest "Puppy contest" indetto da Dreaming Ferret, arrivando seconda, e vincendo il premio per lo Stile *w*



WIND

Si raccontano tante storie sui Lupi delle foreste.
Che siano dei mostri feroci, delle belve assetate di sangue umano e animale.
Addirittura si dice che certi di loro si possano trasformare in uomini e cacciare i propri simili, quando la Luna è ben alta nel cielo, mostrandosi nella sua completezza.
Poche sono le favole, le storie, i racconti, che ritraggono il Predatore del Vento come un semplice animale della notte, devoto alla sua Luna splendente, fedele al suo culto sacro.
Io vi racconto di una storia fantastica,  dell’amore nato tra una Ninfa e un Uomo, che accompagnati dal Predatore del Vento ballavano e ballavano sotto la Luna bianca.


Il vento soffia leggero tra le fronde degli alberi, facendo danzare foglie e rami.
Kiba Inuzuka, cacciatore del re, tra le mani ben stretto il proprio arco e una freccia nera, lo sguardo attento ad ogni minimo movimento attorno a lui, cammina lentamente seguendo la pista che lo avrebbe portato alla sua preda.
In parte, fedele e silenzioso, il bianco segugio Akamaru, suo compagno di vita e di professione.
Pian piano, passo dopo passo, gli occhi guizzano da una parte all’altra, registrando i rumori, gli odori presenti con dovizia e precisione degna della fama dei grandi Cacciatori del Regno di Konoha.
L’erba si accartoccia docile sotto i suoi piedi, gli indumenti di un color marrone corteccia lo rendono parte stessa del paesaggio della foresta.

Ed eccolo là, che corre come impazzito, preso da una paura cieca e irragionevole. Un cinghiale sferza aria e cespugli nella sua fuga pazza, avanti, sempre avanti.
Akamaru scatta, saettando veloce inseguendo la preda, gli occhi del padrone già in postazione, pronti a seguirlo in ogni mossa.
L’inseguimento dura solo pochi secondi, gli attimi che servono a centrare il bersaglio e stendere la corda con la freccia. Ed un ultimo ringhio di morte si eleva selvaggio assieme al gracchiare scomposti d’uccelli terrorizzati.

*****************************

Un grande falò, dalle braccia rosse e danzanti, illumina la piccola piazza interna all’immane castello di pietra grigia.
I paesani del luogo vi si sono riuniti a festa tutt’attorno, dopo che la caccia giornaliera degli uomini del re è andata a buon fine. La selvaggina è molta, e il signore di Konoha, il grande Hokage, è un uomo benefico e generoso che non ama tenersi tutto per sé.
Si ride, si parla, si balla, si mangia e si beve in compagnia.
Si sente la chiassosa, allegra voce del giovane Inuzuka spandersi nell’aria, ora che non impugna un arco e delle frecce può fare tutto il rumore che vuole. Ride alzando il proprio boccale di birra, e brinda alla buona sorte e alla buona caccia assieme ai propri compagni, davanti alla carne che crogiola il grasso abbondante sullo spiedo.
Akamaru riposa tranquillo in mezzo a tutta quella confusione, beandosi del lieve calore del rosso fuoco.
La Luna, lassù, è ben alta in cielo, nella sua tonda perfezione bianca.

E’ un solo attimo quello che zittisce la voce prorompente di Kiba.
Una brezza di Vento profumato piega gentilmente le braccia di fuoco, passando leggera sulle teste e tra i capelli, accarezzando la pelle con dolcezza.
Passa come danzando tra le persone presenti, trasportando gli odori della foresta e delle foglie, i profumi e i delicati aromi selvaggi.
Increspando in un sorriso rado le labbra del Cacciatore del Villaggio.  

Un Lupo del Vento fa la sua discreta presenza tra la piccola folla, osservando come curioso la scena attorno al falò acceso. I suoi occhi di notte scrutano uno ad uno i popolani, soffermandosi solo su di uno di loro, tanto quanto basta per imprimere la sua immagine nella memoria.
Kiba apre gli occhi, sgranandoli sbalordito, ritrovandosi di fronte il Cacciatore della Luna a fissarlo.
Ma basta sbattere le palpebre una volta, ed ecco che il Lupo sparisce, andandosene col vento.

E come la brezza passa oltre, leggera, così le gente si sveglia come da un sogno istantaneo.
Ricominciano le chiacchiere, il rumore e le danze. L’allegria rumorosa aleggia nuovamente nell’aria.
Il Cacciatore di Konoha torna alle sue rumorose occupazioni, registrando quell’episodio come un’allucinazione di un solo momento.

************************

I giorni passano inesorabili; il Tempo cammina avanti con passo incalzante, con lentezza ma senza scampo alcuno.
La Luna fa il suo giro, s’assottiglia, diventa nera, e poi cresce e cresce.
Fino a tornare alla rotondità perfetta.

La sera è calata sul Villaggio di Konoha, stendendosi come una rassicurante coperta scura.
Ai margini più estremi, quasi in mezzo alla stessa Foresta, vi sta una piccola dimora umile, dal cui camino esce fumo grigio. Nella casa di legno ben salda sulla nuda terra, Kiba sta diligentemente lavorando alle proprie armi.
La punta di una freccia s’è rovinata nella collisione con l’osso di un cervo, e bisogna levigarla perché possa funzionare ancora al meglio. Vicino a lui, con occhi lucidi e attenti, Akamaru segue i movimenti precisi del padrone, incuriosito da tutto quel lavorare paziente.

Trema leggermente il fuoco nel caminetto e si sente, d’improvviso, una brezza leggera fischiare in aria.
Il bianco Akamaru drizza le orecchie, fiutando qualcosa che non è solo vento; si alza sulle quattro zampe, e indirizza gli occhi neri alla porta della piccola dimora.
Anche Kiba si alza, vigile e pronto, avvicinandosi con cautela alla porta d’ingresso.
Apre di scatto la porta di legno, sperando così di cogliere di sorpresa l’indesiderato intruso. Ma nessuno è fuori ad aspettarlo, nessuna presenza inaspettata o poco gradita.

Un leggero rumore di foglie però fa voltare il capo improvvisamente a cane e padrone.
Due occhi di Luna scrutano intensamente i due per un solo attimo, per poi sparire di nuovo, tra il fogliame della foresta, così che la coppia di cacciatori, per quanto incuriosita e sospettosa, non può far altro che rientrare in casa.

****************************

E’ passato un altro giorno, e il giovane Kiba non ha potuto far altro che passarlo a ricordare quei due occhi neri neri.
Gli occhi di Luna che già in un’altra occasione si erano posati sulla sua figura, guardandolo attentamente. Come a scrutarlo in ogni minimo particolare, passando da parte a parte

Vuole vederci chiaro, il Cacciatore.
Vuole capire perché quel Lupo è così particolarmente interessato a lui. Perché ha dedicato le sue attenzioni proprio a lui.
Non ha da attendere che la notte cali di nuovo sul Villaggio, perché la sua richiesta sia esaudita.

Questa volta l’Inuzuka non lavora alle armi, non svolge occupazioni che potrebbero distrarlo.
Appostato in attesa sulla propria sedia nel più completo silenzio, vicino al caminetto spento, è invece ben attento a tutti i rumori che lo circondano.
Un alito di Vento entra dalla porta socchiusa, e Kiba e Akamaru si precipitano fuori dalla loro dimora, presi da una fretta improvvisa.
Ed eccolo lì, il Predatore della Luna, dagli occhi neri di notte, che li attende paziente, il corpo nascosto da un basso cespuglio verde.

Li conduce lesto il Predatore, tra i cespugli bassi e gli alberi maestosi, attraverso la foresta, correndo nell’erba chiara di Luna, sempre più lontano dal Villaggio, sempre più verso il cuore della dimora del Lupo.
Kiba e Akamaru svelti lo inseguono, sostenendo il passo rapido della loro guida; vogliono sapere perché il Lupo ha scelto proprio loro, vogliono capire le sue reali intenzioni.

****************************************

Il Vento soffia nel verde, smuovendo le foglie e i rami.
La luce della Luna rincorre il Predatore, illuminando la sua pelliccia grigia.
Ed ecco che, tra gli alberi, tra i cespugli e i delicati bagliori di luce tenue, arriva lei, leggiadra, meravigliosa, la pelle bianca come la Luna stessa.
Avvolta da un lungo vestito bianco, delicato e morbido, corre assieme al Lupo, i lunghi capelli morbidi che si muovono al vento come le fronde del vestito incantevole.

Volge lo sguardo Hinata, la Ninfa dei boschi, sorridendo gioiosa, incontrando con i pallidi occhi di Luna il cacciatore che l’insegue.
Un sussulto di sorpresa smuove il cuore dell’indomito Uomo, un sussulto di gioia indescrivibile.
Mai i suoi profondi occhi scuri si sono posati su cosa, creatura più bella.
Un sorriso nasce ingenuo, sincero sulle labbra di Kiba, gli occhi pieni di bianco.
E Hinata ride, ride felice, correndo leggiadra in mezzo ai fiori e all’erba schiarita dalla pallida Luna.

Corrono, Ninfa e Cacciatore, Cane e Lupo, assieme, gli uni davanti, gli altri dietro.
S’inseguono, nascondendosi, riprendendosi, trovandosi, cercandosi tra tutti quegli alberi, quella Natura ridente.
Ma non come a caccia, non cercando di prendersi con rabbia, con foga, solo per guardarsi un poco più a lungo negli occhi, per riuscire a vedere qualche attimo ancora il viso dell’altro.
Gli sguardi volano leggiadri, le risa gentili si elevano tra tutto quel verde, e le foglie volano al passaggio leggero di piedi veloci.

Una radura incontaminata si apre agli occhi dei contendenti, ampia, spaziosa. Meravigliosa.
La Ninfa ridente continua la sua corsa, facendo seguire paziente dal Cacciatore instancabile.
E si volta ancora una volta, a guardare dritto negli occhi chi la insegue.
Gli occhi di Luna si posano nuovamente sulla figura dell’Uomo, facendolo fremere di felicità.
E corre di nuovo via, veloce veloce, come a voler scappare da chi la insegue.

E come Uomo e Ninfa ballano leggiadri davanti alla Luna meravigliosa, Cane e Lupo fanno lo stesso, cercandosi con gli occhi di Notte, giocando a correre nell’erba alta, gioiosi.
La pelliccia del Lupo risplende di Luce splendente, così come gli occhi della Ninfa.

Ma la notte svanisce presto, e Ninfa e Lupo devono seguire fedeli la Luna bianca.
Come diligenti sacerdoti di un tempio sacro, devono seguire il loro mito con rigorosa devozione.

Con gli occhi affranti, il cuore doloroso, la Ninfa dai magnifici occhi bianchi saluta per l’ultima volta il suo Cacciatore, così come il Lupo il suo nuovo compagno.
Il Vento li porta via, lontani, lasciando soli i due Cacciatori.

**************************************

La Luna è rimpicciolita, è diventata magra fino a scomparire dalla vista dei mortali.
Poi è rinata, diventando sempre più grande, sempre più tonda, sempre più perfetta.
Portando con sé gioia e speranza.

Kiba attende il giorno in cui il Lupo gli farà visita di nuovo, in cui verrà accompagnato dal Vento a bussare alla sua porta.
Il Plenilunio è vicino, troppo vicino per non sentire i battiti di un cuore impaziente, di un’anima in attesa.

E il Vento arriva, fedele, amico, ad accarezzare la porta di legno di quella piccola e discreta casa ai margini di Konoha.
Kiba e Akamaru si precipitano fuori, ansiosi, e il Lupo è lì ad attenderli, calmo e paziente.
Inizia a correre, e i Cacciatori subito lo inseguono, bramosi.
La Ninfa dagli occhi di Luna e i capelli di Notte non si fa attendere, compare allegra e sorridente in mezzo agli alberi, illuminata dalla Luce bianca
Così, tutta la notte i quattro ballano, ballano e ballano, felici, paghi, insaziabili.

E quando la Luna torna a dormire, lassù nel cielo, Hinata saluta a malincuore il Cacciatore che ha danzato con lei, sparendo trascinata dal Vento.
Ma sa bene, Kiba, che quando la Luna tornerà splendida, ci sarà sempre la Ninfa leggiadra ad aspettarlo.
Non è un doloroso addio, ma un triste arrivederci.

**********************************************

La splendida Luna mostra sempre, gentile, la sua faccia più bella, bianca e immacolata.
Sanno bene, però, i suoi adepti, che non sempre è sorridente e gentile.
Sa mostrare anche la sua faccia più crudele, più spietata. Sa mostrarsi Nera, nella sua forma più crudele.

Un uomo infido, malvagio, un bandito che ha tradito il proprio regno anni or sono, arriva nelle terre di Konoha, nel suo lento e prolungato vagabondare senza meta.
Vede e sente la fama del grande Cacciatore, la gente parla senza indugio a chi si mostra anche poco interessato a loro. Scopre così, Hidan dai capelli di grano, che il Cacciatore, ogni volta che la Luna si mostra nella sua più completa bellezza, sparisce nel bosco ad inseguire il Vento.
E vuole subito vedere, con i propri occhi da miscredente, cosa la Luna mostri al suo prediletto.

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La Luna, di nuovo, è alta nel cielo, avvolta da un leggero manto stellato.
E’ tonda, perfetta. Meravigliosa come sempre.
Alta, alta nel cielo, sorride benevola al mondo e al suo creato.

Il Cacciatore esce di casa, Akamaru al suo fianco, quando ancora il Lupo viene alla sua porta, a cercarlo.
Non sospetta neanche che due occhi maligni lo stanno seguendo, lo stanno osservando. E che un demone dalla forma umana lo sta stanando come il leone l’ignara preda.
E quando Kiba sparisce nel bosco, tra gli alberi verdi e i bassi cespugli, Hidan segue lesto il gruppo tra la folta boscaglia scura.

Il Lupo corre avanti, veloce veloce, illuminato dai raggi della placida Luce bianca.
Alberi, alberi e ancora alberi scorrono tutt’attorno. Verde, ombra, luce, terra…
Ed eccola ancora, la voce cristallina che si rivela con una risata limpida.
Hinata dagli occhi di Luna compare al fianco del Cacciatore, correndo lesta e veloce.
Ninfa e Cacciatore, Cane e Lupo iniziano a danzare sotto lo sguardo benigno della Luna, rincorrendosi felici in mezzo a tutto quel verde, a tutta quella Natura splendida.

Ma ciò che il cuore teme, gli occhi non comprendono.
Ciò che divide l’uomo dalla Natura immortale, la volontà non unisce.
Hidan vede il Lupo bianco, lo vede danzare col Cacciatore e il fido Cane. E non comprende, non comprende, non lo vuole neanche.
Inforca il proprio fucile con decisione, e fa partire un colpo.
Preciso, mortale.

Un guaito accompagna l’ultima caduta del corpo del Predatore bianco. Un guaito, e una scia di sangue rosso.
Hinata dai capelli di Notte si ferma, immobile, atterrita. Fissa con terrore il corpo inerme, immobile, del proprio compagno, del proprio caro amico.
Anche Kiba resta immobile di fronte all’immane spettacolo, gli occhi che rifuggono quella figura così riversa a terra.
Ma prima che si possa anche solo capire cosa sia effettivamente successo, Hinata tutta s’illumina di Luce bianca, accecante, costringendo tutti a chiudere gli occhi e a non vedere più.
E quando tutto torna normale, quando il Cacciatore può finalmente aprire gli occhi di nuovo, né la Ninfa né il Lupo ci sono più
Solo un profondo silenzio, e un’angoscia crescente nel cuore.  

**********************************

Corre, corre il cacciatore, corre in avanti, con tutta la forza, la velocità che le sue gambe possono reggere.
Ha ucciso il Lupo, il Predatore del Vento. Il sacro sacerdote della pallida, meravigliosa Luna.
Il suo cuore spavaldo, però, il suo cuore arrogante non teme l’idolo neanche ora che l’ha privato del suo fedele amico. Baldanzoso batte nel petto, sostenendo il ritmo serrato delle gambe veloci.
Avrebbe tanto voluto quella pelliccia divina, bianca e immacolata. N’avrebbe guadagnato almeno un mese di cibo e di morbidi letti e di dolci compagnie. Ma il Lupo era scomparso in quella luce magica, e lui era rimasto con una semplice pallottola mancante.

Sentì fischiare il Vento, come aveva fatto spesso. Lo sentì fischiare leggero quanto una carezza, sulla pelle e tra i capelli, una brezza passeggera.
Se fosse stato meno temerario, lo avrebbe sentito gonfiarsi; se fosse stato meno arrogante avrebbe cominciato giustamente a temere per sé.
La brezza si trasformò presto in vento, il vento in bufera, la bufera in uragano.
Forte, forte fischiò il Vento tra i rami degli alberi, violento tra i cespugli e sopra l’erba, furioso sulle case degli uomini ignari.

E come se fosse stato un granello di sabbia, infimo e insignificante, sollevò in un sol gesto il cacciatore Hidan dal terreno, portandolo su, sempre più su.
Fino a farlo scomparire con un urlo di morte tra le nuvole grigie.

**************************************

Il Vento batteva su Konoha con ferocia inaudita.
La Luna era stata gravemente offesa, e ora ogni uomo avrebbe conosciuto la sua ira tremenda.
Già il terrore si era sparso per le case, attraverso le vie, lungo i vicoli. La gente urlava la propria disperazione, assolutamente impotente, ma il Vento spegneva e sovrastava ogni inutile lamentela con un rombo assordante e minaccioso.
Già più case erano state scoperchiate, più di un uomo elevato fino al cielo. Animali, oggetti, persone… nessuno poteva più dirsi al sicuro con certezza.

Hinata dagli occhi bianchi, come una divinità qual’era, guardava i poveri uomini disperarsi davanti alla furia indomabile della grande Luna, e manovrava, con le proprie braccia e le proprie mani, il cammino del tornado mortale.
Lassù, in cielo, circondata da un alone bianco abbagliante, la bella Ninfa decideva con spietata precisione chi doveva morire e chi doveva subire il supplizio di restare in via ancora per pochi attimi, per subire ancora la rabbia del Vento.

***************************************

Il Cacciatore e il fedele Akamaru si fanno infine avanti.
Non possono veder più la gente del loro Villaggio punita in quel modo crudele, non riescono più a soffrire quei gridi disperati di morte e dolore. Vogliono che questa castigo cessi, che il Vento non soffi più su Konoha con furia, ma che torni a essere la dolce brezza di sempre.

E dunque Kiba si mostra a Hinata,  mettendosi davanti a lei.
Col dovuto timore, ma con risolutezza nel cuore, la prega di far cessare la strage, che la gente di Konoha ha sofferto abbastanza per l’oltraggio arrecato alla divinità.
Gli occhi bianchi della Ninfa non piegano davanti alle preghiere del Cacciatore, ma restano fissi, immobili, mentre il Vento continua il suo spietato lavoro di boia.

Kiba si guarda attorno, mentre la forza del messaggero della Luna si fa più incalzante e temibile.
Vengono sollevati tetti, trattori, carriole, vanghe, qualche piccolo, innocente animale, e gli alberi più deboli cominciano a inclinarsi paurosamente.
Il Cacciatore sente il terrore nelle voci acute dei propri compaesani, e il cuore si stringe dolorosamente in un impeto umano di pietà.
Torna a guardare la bella Ninfa bianca, e ancora una volta la prega.
La prega con parole dolci, con parole sincere, con parole cariche di passione e di dolore.
Che faccia finire quello sterminio assurdo.

Qualcosa, qualcosa di grosso e scuro viene sollevato da terra con violenza, e viene scagliato, per volontà o per sbaglio, contro il corpo dell’Inuzuka; come un fuscello cade a terra, privo di sensi.
Gli occhi bianchi di Hinata si smuovono, sofferenti, a guardare il corpo dell’amato riverso a terra.
E finalmente il Vento si placa, pian piano, assieme alla rabbia della Luna divina.   
La splendida Ninfa osserva il tanto male procurato al Villaggio del suo Cacciatore, prova dolore e sconforto per quella stessa gente che aveva considerato colpevole della morte del suo fido compagno.
Piange, la divinità, con gocce di stelle splendenti.

Hinata guarda per l’ultima volta l’amato Cacciatore, e si abbassa fino ad arrivargli vicina.
Con un gesto gentile, il Vento solleva il carro che lo ha colpito tanto violentemente; è ancora vivo, respira nonostante il colpo subito.
Apre gli occhi, l’Inuzuka, e si trova vicina la Ninfa amata. Le sorrise, ora che è tutto finito.
Ma gli occhi bianchi, tristi, si posano su di lui un’ultima volta, e le labbra condiscono di dolcezza amare parole d’addio, mentre il corpo svanisce assieme alla pallida luce della bianca Luna.
E’ arrivata l’alba.

******************************************

E per tutta la sua restante, breve vita, il povero Cacciatore aspettò il ritorno della Ninfa bianca, che mai, mai avvenne.
Giacché troppo grave era stata l’offesa arrecata dagli uomini alla divina Luna.
Separati da una colpa mortale, da una distanza incolmabile, i due cuori continuarono a battere solo l’uno per l’altro, e vivere nel vago e meraviglioso ricordo del proprio, unico compagno.

I balli, i balli meravigliosi del Cacciatore e della sua Ninfa
Restano nell’immortalità dei ricordi
Assieme all’amore che li unisce ancor oggi
e assieme alla leggenda del Predatore del Vento.

   
 
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