Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Black Poisoned Mirror    15/06/2016    0 recensioni
Immagino che ognuno di voi, almeno una volta nella vita, abbia incontrato una persona che si distingueva dalla massa. Mi chiamo Astrid e, beh, a me è successo. Solo che nessuno a parte me riusciva a vederla.
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“Accidenti, non è possibile! Deve essere qui da qualche parte…” esclamai scartabellando per l’ennesima volta tra le pile di spartiti ammassate all’interno dell’armadio. Io ed Arthur avevamo passato le tre ore precedenti ad esaminare ogni centimetro dell’aula di musica alla ricerca di un indizio che ci conducesse a Beatrice.
Il fantasma sospirò.
“A quanto pare ci siamo sbagliati.” disse, sedendosi sullo sgabello del pianoforte con aria afflitta.
“Uffa, non puoi arrenderti adesso! Ci manca tanto così, perché…” non feci in tempo a terminare la frase, che la porta dell’aula si aprì. Mi interruppi di colpo, e i miei occhi incrociarono quelli verdi di un ragazzo alto, dal viso ricoperto di efelidi e i capelli biondo cenere.
“Ehm, tutto bene? Ho sentito dei rumori e mi è sembrato strano, perché qui non viene mai nessuno.” disse.
“Oh, io stavo solo…” mi interruppi guardando con aria imbarazzata le pile di fogli impolverati sparsi ai miei piedi. Il ragazzo seguì il mio sguardo.
“Stavi cercando qualcosa?”
“Un documento.”
“Uno spartito?”
“Beh, non lo so proprio di preciso, ma credo di sì.”
Lo sconosciuto sorrise. Che bel sorriso, pensai, e mi sentii arrossire.
“Forse posso darti una mano. Ah, quasi dimenticavo, io sono Matthew, ma puoi chiamarmi Matt.”
“Piacere, Astrid.”
“Dunque, sai chi sia l’autore del documento?”
“Credo si chiamasse Arthur…” mi resi conto che non sapevo il suo cognome, ma Matt parve non accorgersene.
“Aspetta, potrebbe essere Arthur McGill? Ho preso un paio di spartiti da qui il mese scorso… Forse sono quelli che stai cercando.” Matthew frugò nello zaino che aveva con sé, e ne estrasse una cartellina piena di fogli sciolti. Erano spartiti per pianoforte.
“Suoni?” chiesi.
“Sì, la chitarra.”
“E allora come mai…” Lui ridacchiò. “Ho un amico che suona il piano. Quando ho trovato questi spartiti ho pensato potessero piacergli, così li ho presi… In prestito, diciamo. Ecco qua, dai pure un’occhiata.” Mi porse il plico di fogli. Il titolo del primo brano era “Notturno”. Lo presi in mano e lo sfogliai, osservando la distesa di piccole note nere che ricopriva la pagina. In fondo c’era la firma dell’autore, scritta nella stessa grafia disordinata del titolo: Arthur McGill.
“Ora ricordo! E’ questo! Ne sono sicuro!” esclamò Arthur guardandomi con la stessa faccia di un bambino il giorno di Natale.
“Credo che sia proprio questo quello che stavo cercando.” dissi a Matt, che mi sorrise.
“Beh, sei stata fortunata che sia passato di qui oggi. Volevo rimetterlo a posto dato che non mi serve più, ma immagino che nessuno si accorgerà se lo tieni tu per un altro po’. Posso chiederti perché lo cercavi? Suoni il piano?”
“No, è per… un amico.”
“Capisco.  Beh, ora devo andare. Vuoi una mano per rimettere a posto qui?”
“No, grazie, ce la faccio da sola, non ti preoccupare.”
“Allora ci vediamo in giro?” mi chiese lui.
“Immagino di sì.” sorrisi, mentre Matt raccoglieva le proprie cose e usciva.
Quando se ne fu andato, Arthur si girò verso di me e mi guardò con aria furbetta.
“Che c’è?” chiesi.
“Allora ci vediamo in giro?” disse, facendo il verso all’altro.
“E dai, smettila! E’ stato solo grazie a lui se abbiamo trovato lo spartito.”
“Hai ragione, si meriterebbe un bacio! Anzi, aspetta, vado a darglielo! O preferisci sostituirmi?” chiese e ridacchiò.
“Ti ho detto basta!” esclamai, e mi accorsi di essere arrossita di nuovo. Arthur smise di trattenersi e scoppiò a ridere, iniziando a riporre gli spartiti sugli scaffali. Lo imitai, fino a che…
“Beh, sei stata fortunata che sia passato di qui oggi!”
“Arthur, piantala! Quando ti impegni, sei davvero insopportabile, accidenti!”
 
 ***

Quella sera, dopo cena, io ed Arthur eravamo seduti sul letto in camera mia.
“Perché quello spartito è così importante?” chiesi con uno sbadiglio.
“E’ stato l’ultimo spartito che ho composto prima di morire.”
“Scrivevi musica?”
“Già. Quello lo avevo scritto per il compleanno di Beatrice. Non ho mai potuto farglielo sentire. Avrei tanto voluto vedere la sua faccia.”
“Oh. Dovevi tenere davvero molto a lei, per avere questo come ultimo desiderio.”
Lui annuì. Sembrava pensieroso.
“Arthur, a che pensi?”
“Solo… Adesso, che cosa devo fare? Voglio dire, non ho idea di dove si trovi, e anche se lo sapessi, non credo di poter semplicemente andare lì e mettermi a suonare su un pianoforte a caso, la spaventerei.”
“Magari riesce a vederti anche lei.”
“Magari… Ma resta il fatto che non ho idea di come trovarla.”
 “Veramente, sapendo nome e cognome, è abbastanza facile trovarla.” Mi avvicinai al computer sulla scrivania, e aprii una pagina di Internet. Entrai su Facebook.
“Che cos’è questa roba?” chiese Arthur con aria stupita.
“Come sarebbe a dire, non sai che cos’è Facebook?”
“Mai sentito prima.” Mi bloccai.
“Aspetta un attimo. Che anno è?” Arthur mi guardò come se fossi pazza.
“Facile, siamo nel duemila, no?”
Sospirai, e mi passai una mano sul volto.
“Arthur, siamo nel duemilasedici. Questo vuol dire che… sei morto da più o meno quindici anni.”
Lui mi guardò con aria sconvolta.
“Stai scherzando, vero?”
“No, per nulla. Quanti anni avevi, quando sei morto?”
“Diciassette.”
“Quindi Beatrice adesso dovrebbe avere trentadue anni. Beh, adesso capisco perché avevi un bisogno così disperato del mio aiuto! Forza, vediamo che fine ha fatto la tua bella, d’accordo?”
Arthur annuì piano. Sembrava ancora più pallido del solito, e aveva un’espressione preoccupata dipinta sul volto.
Digitai nome e cognome di Beatrice sulla barra di ricerca, e subito comparvero una decina di risultati. Il primo mi colpì immediatamente. Nella foto profilo era ritratta una donna con folti capelli rossi e ricci e magnetici occhi verdi, il viso ricoperto di lentiggini. Aveva un viso vagamente familiare.
“Eccola! E’ uguale a com’era da giovane.” Arthur assunse un’espressione intenerita.
Cliccai sul profilo della donna. Risultava residente a Londra, impiegata presso la Stapleton Library.
Scorsi la sua bacheca, e aprii il suo album di foto. La prima foto che comparve mi mozzò il fiato.
“N-non è possibile.” mormorai.
Nella foto, una Beatrice sorridente abbracciava un ragazzo che aveva in mano una chitarra elettrica. La didascalia recitava: “Primo live degli Storm! Forza ragazzi!”.
Il ragazzo con in mano la chitarra era Matthew.
 
 
Buonsalve gente! Grazie per aver letto questo capitolo! Finalmente ho aggiornato! Yeee! Spero che il nuovo capitolo vi piaccia tanto quanto è piaciuto a me scriverlo. Cercherò di aggiornare più spesso, ora che la scuola è finita, quindi a presto! (almeno spero!)
Bye!
B.P.Mirror
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Black Poisoned Mirror