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Autore: _heartbeat_    16/06/2016    1 recensioni
-Domani Swan!I pensieri negativi rimandali a domani, come delle scuse quantomeno dovute a tutta Storybrooke e le più sincere e vere a tuo figlio- riprese fiato, poi si ricordò di non aver finito il suo discorso.-Ah, un’ultima cosa, dimenticavo questo...-
Emma non ebbe il tempo di chiedere o mostrarsi stupita che si vide arrivare la mano di Regina dritta in una guancia.
Il dolore le annebbiò la vista per un attimo prima che si risvegliasse.
-E questo?-
-E’ per avermi fatto tanto male, se prima ti punivo mi avresti uccisa quindi meglio ora che mai-
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Regina, mi vuoi spiegare che cosa significa la tua frase: hai mai detto qualcosa di importante?- chiese Emma entrando da Granny’s affamata e ordinando un doppio cheeseburger con patatine e salsa barbecue, la donna di fronte a lei la guardò un po’ incerta, non si capiva se a causa della domanda o del suo pranzo, probabilmente per entrambe.
-Significa esattamente quello che vuole significare- rispose tranquillamente sorseggiando il suo bicchiere di vino rosso che stava accompagnando con un’insalata molto verde e poco mista.Emma si domandò come facesse Regina a mangiare così tanta verdura.
-Secondo me, tu prima eri una capra, altro che Regina Cattiva- rise addentando il panino lasciandosi poi cadere a peso morto sul divanetto in preda all’estasi, era così impegnata che non si accorse del sopracciglio alzato della mora e della sua confusione.
-E’ per l’insalata, si che fa bene, che è salutare e quant’altro, ma tu ne mangi in quantità esagerate.Una capra sei!-
Regina le fece il mimo e le lanciò uno sguardo assassino, lo stesso che le riservò dopo una sua battutaccia dal doppio senso platonico riguardo all’abilità di Ruby nel fare i panini così bene.
-Se la signorina Lucas o Cappuccetto Rosso o come la vuoi chiamare è così brava con le mani vai pure da lei, nessuno ti obbliga a rimanere a questo tavolo e nessuno obbliga me quindi, se non ti dispiace, io me ne vado!Ciao!-
Emma bloccò il braccio di Regina con una stretta salda, quasi troppo forte, infatti lasciò un segno rosso sulla pelle dell’altra.Almeno così l’aveva convinta a restare, si disse mentalmente che stava parlando con Regina e che doveva abbassare il livello delle sue battute perchè Regina era raffinata e molto femminile a differenza sua.
-Scusa, dai, non intendevo questo e lo sai, Ruby è brava a fare i panini con le mani, mica altro.Rimani ancora un po’ con me, la pausa pranzo è quasi finita-
-Sicura Swan?-
Emma annuì e poi le sorrise.Era l’una e mezza, poco più di mezz’ora.
-E non chiamarmi Swan che mi dà fastidio!- disse mettendo il finto broncio.
-Beh se metti il broncio sono costretta a chiamarti così per sempre!-
-Dimmi quella cosa delle parole importanti-
Regina prese un boccone di insalata, un sorso di vino e si pulì delicatamente con il tovagliolo le labbra che Emma non aveva smesso di fissare.
-Guarda che rimangono al loro posto anche se non fai loro la guardia- ironizzò Regina avvicinandosi, Emma scrollò le spalle e si avvicinò a sua volta.
-Quindi?- chiese incerta.
-Quindi la domanda è la stessa di prima-
-Beh...- Emma si fermò a ragionare, riordinava i suoi pensieri e i suoi ricordi.Ne aveva dette tante cose importanti, forse anche troppe –Ho detto un “ciao” molto importante a Neal dopo undici anni che non lo vedevo e gli ho presentato mio figlio che è anche suo figlio, ho detto “va bene, resto” ad Henry dopo che si è fatto ore di pulman per venirmi a cercare, ho detto “allora siete voi” ai miei genitori e forse anche un paio di “ti amo” ad una persona che ho odiato e non avrei mai pensato mi potesse piacere.Direi basta, perchè ti importa così tanto?-
-Perchè sto cercando di cambiare in meglio e, niente, avevo solo bisogno del tuo sostegno perchè per me sei importante e ti amo anche io- disse Regina prendendole la mano e tracciandone i contorni.
-E chi l’ha detto che fossi proprio tu quella a cui ho detto ti amo- rise la bionda.
-La descrizione si addice parecchio e parla da sola-
Emma le diede ragione, non poteva negare l’evidente: Regina  era il peggio del meglio che le poteva capitare, la cattiva più cattiva della foresta incantata e quella meno credibile di Storybrooke.
-Tranquilla che il tuo primato di “egocentrica della coppia” non te lo toglie nessuno!-
Regina non osò proferire parola riguardo a quella frecciatina servita su un piatto d’argento, si sarebbe riscattata in seguito, la sua tattica di far innervosire Emma portava sempre a buoni risultati e ovviamente a sue vittorie schiaccianti sulla bionda.
-Così siamo già definite come coppia divisa in parti?- chiese soffocando una risata.
-Regina, quello che hai detto non ha minimamente senso, riformula una frase nella nostra lingua attuale!-
-Se siamo già divise, chi delle due porta i pantaloni a casa?Tu o io?-
Emma respirò profondamente, aveva già perfettamente in mente cosa rispondere, avrebbe fatto ridere Regina o l’avrebbe fatta uscire dalla tavola calda immediatamente e all’istante senza aggiungere “se” o “ma”, lo sapeva fin troppo bene, ma valeva la pena correre il rischio.
-In realtà Io, visto che tu hai sempre gonne e vestiti, mi hai mai vista con un vestito?-
-Non intendevo questo Swan!-
-Ah no?Davvero?Mi hai presa per scema?-
-Sì, un po’ lo sei, e, tornando ai vestiti, te li ho visti più volte e dovresti metterli più spesso, e poi io non dormo con un vestito-
-E va bene, se contiamo il pigiama, dobbiamo ammettere che tu porti dei pantaloni viola di seta quando dormi.E’ un pareggio, metà e metà ciascuna- negoziò Emma bevendo un sorso di birra.
-Lo sai che non ti bacerò mai dopo un hamburger e una birra-
-Come no!Ah, dimenticavo che tu sei una Reginetta raffinata- Emma si allungò sopra al tavolo stando attenta a non sporcarsi e a non sporcare in giro e schioccò un bacio sulla guancia di Regina che, sconsolata e divertita, scosse la testa godendosi la sensazione morbida delle labbra di Emma.
-Non hai risposto, accetti il compromesso?- chiese Emma.
-Tecnicamente, se teniamo conto del pigiama, io dovrei avere più potere di te-
-E perchè mai?- domandò curiosa Emma.
-Perchè i tuoi non sono pantaloni lunghi, sono shorts quasi invisibili e non valgono come i miei-
-Però sono comodi e ti piacciono...comunque tieniti tutto il potere che vuoi, io ho un’arma speciale e segreta che ti può far fare qualsiasi cosa-
-Sarebbe?-
-Se è segreto è segreto, non posso svelarlo così a caso-
-Ma io non sono Caso quindi- Emma rise notando la sottile ironia di quella battuta, a forza di stare con lei pure una regina avrebbe perso le migliori maniere e si sarebbe abbandonata a quella principessa un po’ anomala che era la figlia di Biancaneve.
-Quasi non ti riconosco più!- disse fingendosi commossa sfoggiando un enorme sorriso.
-Accetto il patto: io ci metto il potere e tu ci metti il sorriso, va bene?-
Emmma annuì.
-Perchè proprio il sorriso?-
-Perchè è forse il più bello che io abbia mai visto e se vedo quello tutto il mondo cambia pagina, mi fa fare quello che vuole lui, quel dannato sorriso-
Si stavano alzando per andare a pagare riordinando tutte le loro cose ed uscendo velocemete dal locale salutando un’allegra Ruby che impazziva a vederle assieme.
-E ora, questo dannato sorriso che ti dice?- chiese la bionda strizzando un occhio per la luce del sole che la accecava.
-Vuole attenzioni, sì, dice che non gli importa se hai mangiato quello schifo di pranzo preparato dalle manine tanto brave di Ruby, vuole un bacio-
Regina si alzò in punta di piedi e la baciò a fior di labbra, strinse le mani sulle sue guance ed aspettò che Emma la circondasse con le braccia.Quando Regina si staccò riaprendo gli occhi Emma si chinò a cercare ancora le sue labbra, le piaceva fare così, baciare Regina era una delle ragioni che la facevano sorridere.Regina potè sentire le labbra dell’altra deformarsi e allungarsi contro le sue.
-Era il sorriso o eri tu che lo volevi?-
-Entrambi, te l’ho detto, è il suo potere di farmi fare ciò che voglio-
-E’ la migliore arma segreta che una ragazza potrebbe desiderare.
Emma appoggiò la fronte a quella di Regina e respirò il suo profumo prima di cercare un’ultima volta le sue labbra per poi salutarsi.
  
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