“Signor Sparrow”
Disse Todd
“Capitan Jack
Sparrow” Lo corresse il pirata, avvicinandosi
con lunghe falcate al parrucchiere.
Intanto il Cappellaio, colpito, se ne
stava accasciato
agonizzante.
“Carissimo
Altocilindro.” Intervenne Sparrow:” Se
può
ridurre i suoi guaiti al limite, io e il signor Todd vorremmo
conversare.
Grazie.”
Quindi raggiunse il barbiere e lo
invitò a salire, negli
uffici del direttore.
Il luogo era, come si ricorderanno i
miei pochi lettori, la
vecchia fabbrica di cioccolato, il cui proprietario, morto ormai da
tempo,
aveva dovuta chiuderla per, non proprio speciose, accuse di adescamento
di
bambini.
La sala dove era avvenuto lo scontro
fra il Cappellaio e
Mr.Todd era la sala macchine, in cui venivano preparate le varie
confezioni, ed
era un cumulo di rottami, polvere e ragnatele.
Di qui, come infatti fecero Jack e
Todd, si poteva prendere
una lunga scala di legno, un tempo finemente intarsiata, ora marcia e
tarlata,
per giungere al gabbiotto della dirigenza.
Il gabbiotto, o ufficio che si voglia
chiamare, era una
stanza squadrata e fredda, ora ancor più squallida dato il
totale abbandono e i
mobili violentemente fracassati al suolo.
I due ci sarebbero entrati, se la
scala non fosse franata in
un cumulo di legno.
“Niente scala.”
Mugugnò Todd:” Facciamo in fretta, avremo
ospiti.”
“Rilassati Toddy”
Disse Sparrow, attirandosi il ringhio del
parrucchiere: “Fatti una pipata con me.” Concluse,
estraendo dal vestimento da
bucaniere, una lunga ed elaborata pipata.
“Fumi?” Chiese
stupito
“Molte cose sono cambiate
da Heiligenstad, amico mio.”
Soggiunse meditabondo Sparrow.
“Il giorno
Esilioso.” Intervenne il Cappellaio:” Se lor
signori permettono, ho dei biscotti per condire la
conversazione.”
E detto ciò, si rialzò, mantenendosi con la mano
la ferita, che più non
sanguinava troppo, e si avvicinò loro.
Gli fecero e spazio e ripresero a
parlare.
“Turpin è
tornato e con lui il messo Banford.” Cominciò
Todd.
“Ho come la Perla Nera, un
equipaggio e una rotta. Vieni con
noi, lascia da parte la vendetta.” Parlò Sparrow
“La mi vendetta, come la
tua rotta, o il suo tè, solo un
gioco. È tutto un gioco, ma questa volta avremo tutti quello
che volevamo.”
Disse Todd, infiammandosi.
“Rotta, vendetta e
tè.” Intervenne Cappellaio euforico:
“Battezzerò questo giorno:
gioiappuntamentoso.”
Calò il silenzio e poi fu
Todd a parlare:” Cappellaio sa
qual è il suo compito: avvertire le altre pedine e mettere
in moto le loro
mosse.”
“E allora perché
mi avete sparato?” Chiese divertito
“Be se lei avvisa le pedine
prima che abbiamo finito le
nostre mosse, il gioco finisce prima. Il che non è
bello.” Rispose Todd
“Comunque, siamo qui
perché qualcuno che non è morto, ma
neanche vivo, ha dilaniato il velo dei mondi.” Disse Jack,
ripulendo la sua
pipa.
“E quel qualcuno
è colui che tutti stiamo cercando, giusto?”
Chiese il Cappellaio.
“Esatto.” Disse
Jack.:” Sarà un’avventura che non
dimenticheremo.”
Si respirava nell’aria una
tensione e un’energia vitale, che
avrebbe potuto fornire carica ad un’intera città.
Gli animi erano eccitati e pronti a
qualsiasi impresa, ma
ognuno aveva un proprio piano, che non avrebbe rivelato a nessuno,
ognuno
seguiva la propria strada.
E ogni strada si intersecava in un
nodo gordiano che avrebbe
stritolato tutto, se non fosse intervenuto qualcuno e quel qualcuno era
il più
ricercato,
Si lasciarono con la promessa di
agire l’uno per l’interesse
dell’altro, ma non avevano fatto conto con la variante
impazzita: Ichabod Crane.
Un solo indizio era sufficiente per
lui, e un indizio era
stato lasciato.
E ora che le pedine erano tutte
pronte, si sarebbe giocato una
partita mortale, in cui ogni alleanza sarebbe stata cementificata o
spezzata e
ognuno avrebbe rivelato la luce e l’oscurità.
L’universo intero avrebbe
tremato, come quei giorni a Heiligenstad.