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Autore: Mirajade_    17/06/2016    1 recensioni
[Titolo cambiato da HALFVITAL in quello corrente]
L'angelo Michael cacciò il diavolo dal cielo con una spada di fuoco.
Lui è il padre che non c'è mai stato. Quello ricercato dalla propria figlia.
Nathaliel semi-angelo ricercata dai servitori di Dio e di Satana. Vogliono strapparle via tutto.
Perde la madre all'età di cinque anni e viene adottata dal demone Mephistopheles che la farà diventare un'esorcista.
Si ritroverà faccia a faccia con degli occhi zaffiro che la porteranno a odiare e amare...
Dal testo:
– Come esistono i servitori di Satana, esistono i servitori di Dio. Domani Nathaliel inizierà a frequentare la scuola per esorcisti, ti chiedo di tenerla d’occhio e di non fare parola della sua natura con qualcuno- si sistemò le maniche della sua giacca scrutando l’esorcista – E tienila lontana da tuo fratello, o quantomeno non farli stare da soli-
Genere: Fluff, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mephisto Pheles, Nuovo personaggio, Rin Okumura, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Breaking the Silence...

L’orologio a pendolo davanti a me segna ogni singolo secondo.
Tick. Tack. Tick. Tack.
Intorno a me il vuoto e l’oblio asfissiante, e quell’oggetto sembra l’unica cosa a cui aggrapparmi. Fatto di un legno scurissimo alla base e color nocciola verso il quadrante.
“Manca poco…” di nuovo quella voce robotica.
“Manca poco…” e di nuovo quel sibilo ghignante.
Quanto poco? Perché?
“Manca poco… Nathaliel” e la voce che riconoscerei tra mille… quella di mia madre.
 
Apro gli occhi di scatto, riprendendo a respirare. Le mie mani stringono aggressivamente il lenzuolo sotto di me e tremo visibilmente. L’oscurità mi avvolge completamente interrotta forse dalla luce lunare proveniente da una finestra.
Sollevo il mio corpo, quanto basta per poggiare i gomiti sulle gambe e  reggere la testa con le mani sudate. Respiro velocemente, reprimendo qualche singhiozzo incontrollato.
Tremo senza il mio volere. Scatti che non riesco a controllare come se quei tremori mi facessero sopravvivere, come se fossero la certezza dei miei respiri perché si… mi lascerei morire ogni volta in quei sogni.
Un attimo dopo mi accorgo che nella stanza in cui mi trovo si mischiano altri due respiri, uno è vicino l’altro si trova nel letto opposto a quello in cui mi trovo: sono ancora nella stanza di Yukio e Rin, e nel letto di quest’ultimo, proprio tra il muro e il suo corpo.
-Tutto bene?- lo sento sussurrare, la voce attutita da un cuscino.
Annuisco come se potesse vedermi e lui mi stringe un polso con la sua mano, costringendomi con un momento veloce ma brusco a sdraiarmi di nuovo.
Per quanto possa essere buio lo vedo togliere il viso assonnato dal cuscino per posarmi sopra i suoi occhi ( o almeno credo dato il buio).
-Stai tremando- afferma spingendomi di più verso di lui, verso la pelle calda del suo petto.
-Non è nulla- sussurro mordendomi il labbro per non scoppiare in un pianto di frustrazione – Solo un incubo-
-Vuoi parlarne?-
-Sarebbe troppo difficile da spiegare… e Yukio potrebbe svegliarsi- non so quando sia tornato quest’ ultimo ma, da come pare, sembra che non mi abbia notato.
Fa per parlare ma richiude subito la bocca come scottato, scivolando di nuovo in un lugubre silenzio in cui i miei tremori potrebbero avere anche un suono.
-Sta diventando troppo difficile…- accenno mentre una piccola lacrima mi scivola sul viso –Non ce la faccio più – continuo –Ogni volta lui… entra nei miei incubi e insieme a lui c’è mia madre-
-Chi?- mi chiede accarezzandomi la schiena come per incoraggiarmi.
-Satana- dico e lui arresta quelle sue carezze come stupito – Lui ha ucciso mia madre-
Ricadiamo nel silenzio. Lui completamente ammutolito stringe forte la presa sul mio corpo quasi bruciandomi in quel calore corporeo. Completamente rigido come pronto a scattare per sferrare un attacco violento.
-Anche mio padre è morto per colpa sua- dice in tono basso quasi inquietante. Guarda il soffitto come se fosse in sovrappensiero. Tutto intorno è troppo scuro per scorgere la sua espressione ma giurerei dal tono di voce che mostri un’espressione rabbiosa mista a sofferenza.
-Ero una bambina quando è successo- dico poi, stringendo il tessuto della mia maglietta –Era un giorno come gli altri- accenno un sorriso triste – Ero appena tornata da scuola e mia madre come sempre, dopo pranzo, passava il suo tempo ad acconciarmi i capelli, anche quando ero piccola li avevo molto lunghi.- Mi fermo un attimo, il tempo per ripristinare i ricordi sbiaditi – Ricordo che nel piccolo appartamento che avevamo possedevamo un camino, e soprattutto d’inverno ci mettevamo sempre lì davanti a riscaldarci, quel giorno però le fiamme divennero blu…. Il resto sono ricordi troppo veloci, la paura mi angosciava troppo per poterci capire qualcosa, l’unica cosa che ricordo sono urla… urla di dolore- ogni parola pronunciata sembra sbattere violentemente sul mio volto, come se si riflettesse sulla pelle del petto di Rin per essere scagliata contro di me come sottili lame.
Chiudo gli occhi come per addormentarmi di nuovo asfissiata da questo abbraccio soffocante che stranamente mi piace.
-Mi dispiace- sussurra lui sulla mia fronte
-Non dispiacerti… ormai è passato troppo tempo… non fa più male. Pensa che non ricordo neanche il viso di mia madre-
-E tuo padre?- questa volta sono io ad irrigidirmi.
-Non ho mai avuto un padre. Ha abbandonato me e mia madre quando io non ero ancora nata. L’unica persona che posso definire padre è il mio tutore-sibilo –Un bastardo. Ecco cos’è e rimarrà mio padre. Un bastardo.Lo odio… lo odio-
Cala il silenzio.
-E tuo padre, invece?- chiedo poi calma
Passano lunghi secondi prima di ricevere una risposta.
-Era un prete. Adottò me e Yukio appena nati…-
-Siete stati adottati?- chiedo quasi incredula
-Si. Mia madre morì subito dopo il parto e mio padre è uno schifoso coglione- risponde lui quasi ridendo –Mio padre adottivo era un rompi palle invece, una seccatura, aveva sempre qualcosa da rinfacciarmi. “Fai sempre a botte” “Devi trovarti un lavoro” “I tuoi voti fanno pena”, pretendeva troppo… e odiavo quando mi metteva in confronto a quel quattrocchi-
Rido con tono basso –In effetti non si può pretendere molto da te- lo sbeffeggio
-Ehi! Vedi che sono molto utile-
-Si, certo- rido contro di lui come per attutire il suono delle mie risate per poi ritrovarmi sotto il suo corpo in un movimento veloce. Lo vedo indugiare poi fa scivolare freneticamente le dita sulla mia pelle, fastidiosamente.
Odio il solletico.
Rido, cercando di scostarlo e di contenermi per evitare di svegliare l’altro gemello, velocemente si formano delle piccole lacrimucce ai lati degl’occhi per le troppo risate.
-Basta, ti prego, smettila- sussurrò rischiando di strozzarmi
-Chiedimi perdono- afferma lui mentre ormai il cielo inizia a farsi più chiaro. L’alba è vicina.
-Mai- sibilo preparandomi al prossimo round.
Ma lui semplicemente sta immobile a fissarmi con le mani ai lati del collo. Inghiotto difficilmente: non mi sento per niente a mio agio, con un ragazzo semi nudo sopra di me, un ragazzo che è il fratello del mio insegnante, un ragazzo che viene raffigurato come un demone nei miei sogni.
-Hai degl’occhi bellissimi- semplicemente dice mentre sento una strana presenza muoversi nei  suoi pantaloni*.  Lo vedo avvicinarsi pericolosamente e indugiare sulle mie labbra per ritrarsi velocemente lasciandomi libera dalla sua presa mentre inventa una scusa per uscire dalla stanza e lasciarmi lì, di nuovo sola a contemplare annoiata il respiro di Yukio sempre più veloce.
***
 
Mephisto è sempre stato freddo negli abbracci. Ci ho fatto l’abitudine ma qualche volta gli rinfaccio sempre quel suo modo di fare… forse è proprio una cosa che a che fare con i demoni, non so, ma gli abbracci che ci siamo scambiati da quando lo conosco si possono contare sulle dita di una mano.
Era stata una semplice mattinata, avevo saltato la colazione e nelle prime ore di lezione alla True Cross avevo cercato di non addormentarmi a causa della fisica, kami miei quanto odio quella materia, poi era arrivato un uomo di mezza età in classe che richiedeva la mia presenza nello studio del preside e così mi sono ritrovata a stringere tra le mie braccia senza controllo il mio tutore.
I fratelli Okumura erano stati anch’essi convocati, Yukio era rimasto impassibile a quella visione d’affetto che avevo manifestato col demone, Rin invece sembrava esterrefatto.
-Ahi! Thalia- esclama Mephisto quando sciolgo l’abbraccio e gli assesto un pugno sul braccio con espressione adirata.
-Non ti sei fatto più sentire! Potessi anche morire!-
-Lo saprei, darling, adesso vedi di accomodarti dobbiamo parlare di cose serie- dice, poi si rivolge al maggiore degli Okumura  -Tu invece vedi di mutare espressione Okumura-
-Rin- Yukio s’intromette –Mephisto è il tutore di Nathalie-
-Che?!- esclama sorpreso reprimendo una risata - Nahh, impossibile, tu sei Mephisto-
-Che tu ci creda o no, posseggo una figlioccia fantastica, qualche problema?- alle ultime parole il demone assume un’espressione intimidatoria.
-Nessuno- inghiotte malamente Rin
-Vi ho convocati qui per una missione… una missione speciale- sogghigna il demone – Sono stati avvistati a Chicago, in America, demoni di vario genere tra cui le strane creature che avete combattuto l’altra volta. Altre sette si aggirano per la grande città e ogni sera creano il panico rapendo civili nelle piccole e isolate metropoli o almeno i pochi che sono rimasti- Yukio fa per parlare ma Mephisto lo interrompe sul nascere –Non è tutto, sempre a Chicago, ci sono stati avvistamenti di luce strana quasi accecante e sono state ritrovati arti strappati, o meglio ali. Ali molto grandi, bianche, quasi argentee, ali d’angelo…- al solo nome mi viene la pelle d’oca e mi si asciuga la bocca. Ali d’angelo? Strappate? –Si pensa che sia opera dei demoni… ma anche degli angeli- mi manda un’occhiata –In effetti avrebbero dei motivi per estirpare ali ai loro simili-
-Angeli?- chiede Rin –Esistono?-
-Certo che si Okumura. Questa domanda dimostra effettivamente l’attenzione che dimostri durante le ore di lezione- il diretto interessato assume un’espressione indignata quasi irata –Il primo demone in assoluto. Il re di Gehenna, proviene dalla stirpe degl’angeli ,venne poi cacciato dall’arcangelo Michael per essere divenuto un blasfema contro Dio, e un vero e proprio contradditore.
In sostanza come esistono i demoni esistono gli angeli, semplicemente che quest’ultimi non si fanno vedere molto spesso, sono molto egocentrici e chiusi di mente-
-E perché dovrebbero strappare delle ali?- chiede ancora Rin –Insomma non sono buoni?-
Nella mia testa il suono di una risata, una di quelle disperate che mi si riproducono in testa.
-Gli angeli non stanno da nessuna parte- risponde Mephisto –Il loro unico scopo e ubbidire al loro Dio e proteggerlo. E se qualcuno disobbedisce viene cacciato dal paradiso divenendo un angelo caduto e se gli angeli caduti conservano rancore diventano a loro volta demoni-
Trattengo il respiro: non ero mai venuta a conoscenza di questo e adesso non so se definirmi anche io un angelo caduto, in bilico tra l’inferno e il paradiso, che al prossimo passo falso potrebbe scatenare un’altra apocalisse.
-Partirete questa sera stessa-
-Cosa?- ribatto –Ma sei impazzito? E per quanto tempo?!-
-Finche la situazione non sarà sistemata, cosa che potrebbe richiedere mesi-
Lo trafiggo con uno sguardo come per ricordargli la situazione in cui mi trovo ma lui non sembra curarsene forse perché sa che posso farcela da sola nonostante la mia scarsa abilità in battaglia… no, è solo stronzo.
-Avrete diritto a portare altri esorcisti con voi e partirò io stesso con voi per controllare la situazione di persona ma ripartirò subito dopo-
I gemelli annuiscono convinti forse nello sguardo di Rin mi pare di aver scorto una luce d’insicurezza ma che sembra svanire subito nel suo sguardo ghiaccio. Sguardo che non mi rivolge dalla sera precedente.
Poi sento un crack.
Spalanco gli occhi alla vista di quella reazione anomala che fortunatamente ho visto solo io.
Crack.
Un rumore sordo che percepisco solo io, dato dal mio corpo che dal gomito scoperto in giù inizia a creparsi.
-Perfetto vado a fare i bagagli- dico frettolosamente correndo fuori dallo studio, distendendo il braccio per vedere già formarsi le prime chiazze di luce che fuoriescono dalla pelle.
-Dannazione- sibilo. Non so cosa stia accadendo, solitamente era un segno visibile quando adoperavo i miei poteri o quando m’innervosisco ma adesso? Non sono nervosa, direi abbastanza tranquilla e non sento dolore né angoscia.
Allora perché quelle crepe si fanno sempre più fitte fino alla mano e alla spalla mentre scendo velocemente le lunghe scalinate dell’edificio?
E’ semplicemente frustrante come quando sei un sogno: sei lì ma non ne hai il pieno controllo, vorresti cambiare alcuni aspetti ma non puoi perché tutto sembra essere governato da una forza mistica che ti costringe a muoverti o a parlare. E adesso vorrei semplicemente sapere qual è la forza mistica che mi avvicina sempre di più a una semi-trasformazione.
Mia madre, ricordo, che credeva nel destino, che esso non si può cambiare perché quando credi di averlo mutato in realtà è proprio il destino che te lo fa credere… un controsenso senza uscita e ripeto… frustrante.
Quando esco, l’aria calda mi travolge violenta come il soffio di una fata vulcanica, quei piccoli demoni che vivono nei mucchi di pietre nelle aree vulcaniche, spiriti buoni e birichini soliti a scherzare e danzare con le fiamme.
Da piccola avevo chiesto a Mephisto di averne una ma lui mi aveva risposto che le fate vulcaniche erano demoni liberi  e che sarebbero morti senza l’aria bollente del loro ambiente. Io avevo annuito semplicemente pensando che non potevano definirsi demoni liberi se erano costretti  a stare in un certo luogo e non spostarsi, è una libertà ipocrita, camuffata.
Ma è strano… non può fare così caldo, è a malapena il mese di Febbraio.
Nel frattempo le crepe le percepisco già sul volto e da un occhio, quello destro, infatti inizio a vedere più chiaro e dettagliatamente, come un’ angelo.
-Strano vero?- una voce alle mie spalle, forte e chiara ma che allo stesso tempo risulta lontana.
Gli studenti passeggiano tranquilli come se non mi vedessero e alle mie spalle campeggia la sua figura, quella di mia madre anzi di Lalu la terza figlia di Lilith.
-Nessuno riesce a vederti… a vedere la vera te- una cicatrice le sfigura il volto, dall’ occhio sinistro al  mento, una cicatrice che la prima volta che l’ho vista non c’era. Mi si stringe il cuore a vederla anzi a vedere il volto di mia madre sfigurato.
Mi allontano da lei sentendo i battiti del cuore accelerati
-Non ti ucciderò- sibila vedendomi mentre mi ritraggo –Ho pagato per la tua quasi uccisione- mi mostra meglio la cicatrice e l’occhio che nonostante il taglio non sembra accecato solamente più scuro in confronto al rosso vivido dell’altro.
-Voglio solamente parlare-
Reprimo una risata -Parlare? Dopo che stavi per uccidermi. Perdonami se ti dico che non me la sento- sibilo ironica.
Lei si avvicina a me e con una scatto felino mi pianta un’unghia sulla fronte mozzandomi il fiato e costringendomi a guardarla dal basso –Non fare l’offesa- sorride –Sei proprio uguale a lei- poi sospira e un mucchio di domande si ammucchiano nella mia mente mentre i capelli rossi della strega dinanzi a me si scostano sotto la guida del vento cocente.
-Perché sei qui?- chiedo fredda
-Per rispondere alle tue domande Nat-
Nat. Sembra quasi un modo umano, amichevole che stona sulla figura di colei che doveva essere la mia assassina.
Ci sono così tante domande su mia madre che vorrei farle ma chiedo solamente – Perché volevi uccidermi?-
Toglie il dito dalla mia fronte –Gelosia- scrolla le spalle
-Gelosia?- ripeto sbalordita e lei si allontana mischiandosi al cumulo di studenti che l’attraversano come se fosse un fantasma e lo stesso fanno con me, fortunatamente, data la mia condizione.
-Si gelosia. Perché nonostante tua madre abbia procreato con uno schifoso angelo è stata perdonata, l’avessi fatto io mi avrebbero ripudiata in eterno!-
-Cosa ha a che fare mia madre con te?- chiedo poi seguendola
-Ci sono tante cose che non sai Nat… non sai la natura di chi ti sta attorno figuriamoci quella tua o dei tuoi familiari. Secondo te tua madre era completamente umana?- mi chiede voltandosi verso di me ma io non rispondo preferisco fare un’altra domanda per soddisfare quella mia curiosità.
-Chi è Lilith? Chi sono le sui reincarnazioni?-
Alza le sopracciglia sorpresa –Vedo che sei preparata sull’argomento anche se ti mancano alcuni dettagli fondamentali- fa un altro sorriso – Lilith è la madre dei demoni, ogni singolo demone è suo figlio pure il più insulso tra tutti, e lei li ama tutti quanti in diversi modi ma li ama. E le reincarnazioni… beh era quello che era tua madre-
***
 
Odio i viaggi in aereo. Odio le nuvole, il cielo, l’azzurro del cielo, le hostess, le persone che russano in aereo, il servizio dell’aereo,  il comandante, la voce del comandante, il fatto che l’aereo è guidato dal comandante… insomma non sono tipa da aereo, per niente.
E in questo quadro d’odio si aggiunge Mephisto che, seduto vicino a me, non fa altro che spacchettare e divorare dolciumi. Non gli ancora detto del mio incontro con Lalu e non so se lo farò, potrebbe iniziare a essere assillante, a farmi troppe domande e a rinchiudermi in casa per evitare “contatti con i demoni”.
Ma non era importante per ora. Durante quella discussione avevo assimilato troppe cose in poco tempo, mia madre la quarta reincarnazione della Regina dei Demoni, Lilith. Mia madre era una strega potente, una strega che predicava il bene delle persone, ammaliata dagl’angeli e dalla bontà… una strega esiliata dopo aver giaciuto con un angelo e uccisa per avermi dato alla luce.
-Talia ti vedo distratta- osservò Mephisto accigliandosi – Mi nascondi qualcosa?- chiese subito dopo. E, per quanto sarei tentata di raccontargli tutto, gli feci cenno di no e mi girai verso il finestrino, ritornando a guardare il susseguirsi di nuvole mentre ai sedili anteriori Rin e Bon litigavano come al loro solito
-Vado in bagno- dico usando la solita scusa per sgranchirmi le gambe.
-Vengo con te- mi volto, individuando lo sguardo sorridente e vispo di Shiemi.
Non sono mai riuscita e non riesco a vederla come un’esorcista, forse nelle vesti della guaritrice la si vede ma in quelle di Tamer non credo proprio, anche se infondo so che nasconde ottime capacità se vuole diventare un’esorcista.
-Come va il viaggio?- mi chiede avviandoci per raggiungere la cabina del bagno.
-Se vuoi saperlo veramente uno schifo- ma lei sembra non sentire la mia risposta e formula un’altra domanda.
-Posso acconciarti i capelli un giorno?- arrossisco, e onestamente non capisco neanche io il perché.
-Si, nessun problema- le rispondo regalandole un lieve sorriso.
-Grazie!- esulta –Scusa, non voglio che pensi che io sia una strana… insomma non sono strana io, posso assicurartelo veramente, non sono una strana, ricorda- sorride a trentadue denti  e sono tentata di ridere, ridere veramente.
***
 
-Viaggio scadente! Penoso, direi! Per non parlare poi di Okumura e Suguro che continuavano la loro lite, interrompendo il mio sonno-
-Ha iniziato il gallo qui presente-
-Calma con le parole, culo in fiamme-
Queste sono state l’esatte parole arrivati davanti alla casa affittata da Mephisto per la nostra permanenza a Chicago, una città bellissima… se non fosse stata distrutta in parte dai demoni . I centri abitati ormai erano deserti, le cartacce volavano guidate dal vento, auto bruciacchiate e negozi distrutti erano lo spettacolo che ci si presentava davanti e le poche persone rimaste erano totalmente terrorizzate.
-Ma in questi casi non dovrebbero esserci agenti segreti o l’esercito?- avevo chiesto a Mephisto e lui mi aveva risposto con –Non facciamo fare ai terrestri il lavoro degl’esorcisti… ho i miei metodi per isolare una città per evitare l’entrata di nuovi demoni e di persone indesiderate-
-Questa città è uno schifo- commenta Shima dando un calcio a una lattina.
-E’ il tuo compito farla rinvigorire, giovane esorcista- Mephisto chiuse gli occhi con un sorriso in volto, sembrava fin troppo rilassato –Iniziamo da ora le ricerche-
-Ma cos…?! Dovremmo sistemare la nostra roba e…- uno schiocco di dita e il demone fece zittire Rin: le valigie erano sparite .
-Adesso non avete più di questi problemi-
-Mephisto- Yukio, che non aveva ancora parlato sembrò preoccuparsi –Sento nelle vicinanze un demone-
Mi guardai intorno in allerta, il gruppo di esorcisti pronti all’attacco, tranne Rin che sembrava poco convinto con la sua katana infoderata nella mano.
Non so onestamente cosa dovrei fare, non ho un’arma e i miei poteri sono off-limit posso affidarmi solo sul mio potenziale d’Aria.
-Ti sbagli- pronuncia il  principe dell’Inferno con un ghigno –Non è un demone…  sono due-
Qualcosa mi graffia un braccio e dalla ferita inizia a sgorgare copioso il sangue imbrattandomi la maglietta, un urlo strozzato è quello che mi esce dalla bocca mentre un altro graffio si fa spazio, questa volta sul fianco.
-Nathalie!- urla qualcuno che in questo momento non riesco a identificare.
-Il tuo sangue è così buono- dal nulla compare una ragazza, Si lecca le unghia sporche di sangue, del mio sangue, lanciandomi stilettate con i suoi occhi color smeraldo –Ne voglio ancora- ride e solo ora noto un paio di corna spesse a attorcigliate spuntare dai suoi capelli color miele.
Yukio si para davanti a me con la pistola nella mano e il corpo teso spara un colpo e c’entra la giovane demone nella spalla, ma nessun fiotto di sangue esce solo un sorriso si fa spazio tra le sue labbra, un sorriso divertito che sa di guai.
Dietro di lei due sfere piccole e bianche come palle di ping pong sono sospese in aria, sfere che velocemente si scoprono esseri due bulbi oculari il cui portatore era un uomo. Adulto e  possente, con la folta barba grigia a coprirgli parte del viso.
-Schiava- dice –Uccidili- e la giovane demone si scagliò su di noi con una bocca irta di zanne e una falce d’ossa alla mano.
 
 
 
 
 
*No, non è quello che state pensando. Massa di pervertiti XD.
E’ la fantomatica coda.

LITTLE WONDERLAND
Chiedo umilmente perdono per non essermi fatta sentire ma la mia voglia di scrivere era andata a farsi benedire insieme alla vitalità che ha lasciato spazio alla MODE Bradipodepresso... quindi vi chiedo veramente di perdornarmi voi poche anime pie che leggono e apprezzano questa storia dalla trama complicata.
Adesso mi ritiro... al prossimo anno :P ( scherzo, cercherò di aggiornare più frequentemente se la vita me lo permette)

P.S Gli aggiornamenti possono avvenire dopo secoli... in quel caso datemi per deceduta o in vacanza *-*

A_MiraJ

 

 
   
 
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