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Autore: Spanner    15/04/2009    11 recensioni
Kagome è una ragazza dalla vita difficile, segnata dal triste passato.
Nonostante tutto riesce ad essere allegra, finchè un brutto scherzo quasi la uccide.
Verrà salvata da un misterioso ragazzo, che entrerà nella sua vita inevitabilmente.
Con lui scoprirà un nuovo sentimento, per troppo tempo rinchiuso nel suo cuore, e forse riuscirà a costruirsi una nuova esistenza...
Ma che cosa nasconderanno lui e i suoi due amici, che non lo lasciano quasi mai solo?
Quando lo verrà a sapere verrà coinvolta in una pericolosa lotta, e tutto cambierà...
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Eccomi tornato!
Sono davvero contento che la storia sia piaciuta!
Spero di riuscire ad aggiornare ancora così velocemente, però vi devo informare che il 17 Aprile parto a Praga in camposcuola...
Dunque per cinque giorni non aggiornerò... Spero di poter postare un altro capitolo prima della partenza,
ma non sono sicuro, dato che sono sorti problemucci in famiglia e mia madre non vuole che passi tanto tempo al pc...
E io sono un po' lento a scrivere, non voglio ci siano errori! ^^'''
Ok, vi lascio al capitolo, grazie a tutti voi che leggete!
E perdonate il titolo, ma ero a corto di ispirazione...!



Capitolo due: Gioco della bottiglia



La mattina seguente Kagome era su di giri, per il fatto di partire e cambiare aria per due settimane e soprattutto perchè finalmente
qualcosa di buono stava accadendo anche a lei!
Sota aveva rivelato le sue intenzioni e aveva dimostrato le sue parole con un'azione che aveva sbalordito sia Kagome che Sango:
infatti aveva invitato la sua migliore amica a passare le due settimane con loro, assieme al fratello che era il migliore amico di Sota.
Kagome non se lo era mai immaginato qualcosa del genere, ed era davvero felice!

Certo, era stato strano sentire Sota parlare... Sicuramente quello era stato il discorso più lungo che aveva mai fatto,
neanche alle interrogazioni orali parlava così tanto, si limitava a rispondere " Si " o " No " alle domande che gli rivolgevano
gli insegnanti, ormai rassegnati al comportamento di quell'alunno.

Fatto sta che quella mattina si era alzata di buon umore e aveva preparato le sue cose in una sacca per poi scendere
allegramente a preparare la colazione e qualche oggetto da cucina da portare in montagna, visto che Akiko l'aveva avvisata
che mancavano pentole e padelle in quella casa.

Quando alle 6.35, puntuale come al solito, venne Akiko, sempre vestita di quella esageratamente corta camicia da
notte smeraldo, e vide la nipote così di buon umore, aggrottò la fronte, perplessa.

<< Ehi, Orfana >> sottolineò quella parola con disprezzo, sperando di ferirla, ma Kagome non mostrò segni di fastidio
<< Hai preparato tutto? >> chiese la Vipera dopo un attimo di silenzio, durante il quale Kagome non aveva fatto altro
che fischiettare il motivetto di una canzone che le piaceva molto.

<< Si, ho messo pentole e varie cose in questa borsa! >> cinquettò allegra mettendo sotto il naso della zia una borsa grigia
contenente varie pentole.

Akiko rimase spiazzata dal tono gioioso di Kagome, e dal suo sorriso abbagliante mentre continuava dicendo:

<< Ho anche preparato la vostra colazione preferita e, >> aggiunse, rabbuiandosi per qualche attimo << darò l'orologio
a Bankotsu... >> terminò borbottando abbassando lo sguardo.

Akiko sorrise soddisfatta, sia per le parole della nipote, che per il vederla ritornare giù di morale.
Ma dopo qualche secondo Kagome la abbagliò con un nuovo sorriso, esclamando:

<< Spero che sarete soddisfatti dalla colazione! Vuoi che vada a svegliare Kikyo, Bankotsu e Sota? >>

Akiko fece una smorfia notando - di nuovo - quel sorriso sul volto di Kagome. Tuttavia rispose
affermativamente, e quando Kagome salì le scale, pensò che non si sarebbe divertita più così tanto,
una volta in montagna a sgobbare per loro.

Kagome si fermò sorridendo davanti alla porta di Kikyo, anzi, di " Trendy K. ", come voleva essere chiamata.
Bussò, e non ricevendo risposta, entrò cauta.

La stanza di sua cugina era enorme, di un tenue rosa antico, con un'armadio molto ampio per contenere
le valanghe di abiti che aveva, e varie mensole con sue foto e quelle rappresentanti lei e suoi amici o fidanzati.

Il letto era matrimoniale e a baldacchino, rosa acceso. Lenzuola comprese.
Inutile dire che era il suo colore preferito.

<< Kikyo >> disse, inginocchiandosi accanto al letto, dove la ragazza dormiva beatamente, i lunghi capelli neri
sparsi sul cuscino, la bocca socchiusa

<< Alzati, c'è la colazione >> disse dolcemente, scuotendola piano.

La tredicenne aprì piano gli occhi, sussultando alla vista di Kagome.

<< Che vuoi, orribile e petulante Orfana da quattro soldi?! >> gracchiò con voce impastata, strofinandosi gli occhi scuri insonnoliti.

Gentile come al solito, pensò Kagome alzando gli occhi al cielo.

<< Ti sono venuta a svegliare per la colazione >> la informò sorridendo << Ora vado da Bankotsu. Akiko ti aspetta giù >>

Detto questo uscì dalla stanza, pronta a entrare in quella del cugino più grande.

Bussò, e poi entrò.

Santissimi numi!

Fu il suo pensiero appena entrata in quella che si dovrebbe definire una stanza.

C'erano vestiti, scarpe e boxer sparsi ovunque, l'armadio era aperto e semi-vuoto, c'era un caos incredibile!
I calzini erano perfino appesi sul lampadario!

Ma com'era possibile?! Aveva pulito e messo a posto la camera di Bankotsu due giorni prima!
A ventidue anni - fra due giorni, ma poco importava - teneva la stanza come una bestia!
Ma era possibile che in un ragazzo si nascondesse una sottospecie di troglodita?!

Bankotsu era spaparanzato sul letto, con le lenzuola arrotolate a terra e attorno alle sue caviglie, il suo corpo era bilico
sul bordo del materasso.
E... Kagome arrossì di botto.

<< Bankotsu!! >> strillò con voce acuta, svegliando di soprassalto il ragazzo, che cadde a terra, balbettando confuso:

<< Cosa... Che... Che succede?! >> e tentando di liberarsi delle lenzuola con gesti nervosi.

<< Ma sei nudo! >> esclamò la ragazza, il viso di una tonalità bordeaux.

Bankotsu spostò lo sguardo verso il basso, sollevando poi la testa verso di lei di scatto e arrossendo violentemente
anche lui.

<< Cazzo! >> rispose lui di rimando, coprendosi col lenzuolo

<< Si, lo vedo... >> commentò Kagome con una smorfia indicando il lenzuolo che oramai copriva Bankotsu.

<< Ha. Ha. Ha. >> fu il commento sarcastico del ragazzo, ancora più rosso di vergogna.

Kagome aveva imparato che l'unico modo per tenere testa a Bankotsu era quello di mostrarsi spavalda,
senza troppe vergogne.
Come con quel commento che aveva imbarazzato non poco il cugino, anche se non voleva mostrarlo.

<< Perchè eri nudo? >> domandò la ragazza, sinceramente confusa, e meno imbarazzata.

Bankotsu invece arrossì ancora di più.

<< Io... Be io... Si insomma... Non lo so neanche io veramente... >> riuscì a dire, diventando quasi viola.
Poi però sembrò pensarci su e arcuò un sopracciglio, prima di dire:

<< Che diavolo sei venuta a fare in camera mia?! >> con espressione piuttosto contrariata nonostante
il rossore sulle sue gote.

I capelli solitamente legati in una lunga treccia nera erano sciolti e disordinati, i suoi occhi blu le lanciavano
frecciatine poco amichevoli e tentava di coprire anche il resto del corpo col lenzuolo azzurro - corpo davvero ben scolpito -.

<< La colazione è pronta >> proferì semplicemente Kagome, sorridendo amichevolmente << Akiko ha detto di svegliarvi >>

Bankotsu sbadigliò, per poi dire con nochalance e strafottenza:

<< Arrivo subito. Ora, da brava servetta quale sei, vai a prepararmi la vasca per un bel bagno >> e puntò un dito verso
la porta della sua camera, per indicarle la strada da seguire.

Il sorriso di Kagome divenne un ghigno.

<< Spiacente, signore >> calcò la parola << Ma io non sono la sua schiava, e non lo sarò mai, e non solo per il fatto
che lei è un emerito idiota >> disse in tono professionale.

<< Che hai detto, stupida ragazzina impicciona dei fatti altrui?! >> ringhiò in risposta Bankotsu

<< Che sei un idiota >> ripetè allargando il ghigno, e tirando un lembo del lenzuolo, facendo inciampare il ragazzo che
stava provando ad alzarsi, e facendolo rotolare.

<< Sei un idiota e sei pure nudo >> lo sbeffeggiò, dirigendosi verso la porta, lasciandolo a terra a lanciarle
un occhiata assassina, i capelli ondulati ancora più spettinati e, ovviamente, nudo, a imprecare.

<< Vedrai se te la farò pagare!! >> esclamò acido un secondo prima che lei chiudesse la porta, dicendogli:

<< Tua madre ti aspetta >>

Un sorriso soddisfatto le si dipinse.
Aveva avuto una piccola vendetta.

Sospirò e poi si immobilizzò davanti alla porta di Sota.

Ora che ci pensava... Come si svegliava un ragazzo che si chiudeva a chiave in camera, punk, extra-intelligente
e con nessuna voglia di vedere qualcuno nella sua stanza, neanche i genitori?

Bussò piano, con timore.

Dato che non ricevette risposta, provò ad aprire la porta, ma come ben sapeva era chiusa a chiave.

Bussò più forte.

<< Sota >> disse, continuando a battere più forte il legno della porta, sul quale erano attaccati un poster,
un'immagine con un teschio e un cartello con scritto in rosso:
" Vietato entrare a meno che il sottoscritto non vi accompagni. Se avete bisogno bussate. "

Un po' monotono come avviso, ma almeno non era volgare come quello che una volta aveva messo
Bankotsu sulla sua di porta:
" Non mi rompete il cazzo se non volete che vi faccia vedere come tirarvi fuori le budella direttamente dal culo! "
Quel cartello era finito nella spazzatura due giorni dopo, spedito poco gentilmente li da un'Akiko sconvolta da tanta volgarità.

<< SOTAAAAA!! >> gridò dopo quasi dieci minuti che bussava e pronunciava il suo nome.

Temeva che se continuava di quel passo avrebbe sfondato la porta e perso la voce.

Finalmente sentì la chiave girare nella serratura, e la testa di Sota fece capolino da uno spiraglio.

I capelli più disordinati che mai, i grandi occhi marroni erano socchiusi, e indossava un pigiama grigio pallido.

<< Cosa >> la voce era assonnata, e non perse neanche tempo a porre una domanda,
pronunciò quella parola come un'affermazione.

<< La colazione! >> disse Kagome allegra, un sorriso che incurvava le labbra rosee.

<< Mmh... Arrivo. >> disse, restando sulla porta, come a riflettere.

<< Ok! >>

Stava per voltarsi, quando sentì la voce di Sota, sempre atona:

<< Ho... ho scordato di dire a mamma e papà che viene anche Sango con noi... >>

Nonostante la voce fosse indifferente, era un po' titubante con le parole.

Kagome si voltò e fu capace solo di pronunciare un:

<< Ah... >> Sapeva che Ryuichi e Akiko odiavano sapere le cose all'ultimo momento.

<< Mi dispiace >> aggiunse Sota. Sembrava davvero dispiaciuto, anche se indossava ancora quella maschera fredda.

Un leggero rossore coprì le gote del ragazzo, che chiuse la porta velocemente.

Kagome era un po' delusa. E adesso? I suoi zii avrebbero lasciato che Sango venisse?


Alle 7.28 erano davanti alla casa della famiglia Hiraikotsu, e Akiko e Ryuichi, alla guida di due auto da
sette posti ognuno - dato che Bankotsu ne aveva approfittato per invitare quattro amici, Kikyo una delle sue ochette
e Sota il suo amico Kohaku e Sango, anche se di lei i genitori ignoravano ancora l'invito - e Sango e Kohaku erano
sul vialetto, ognuno con un borsone in mano.

<< Vi ringraziamo per l'invito, signori Higurashi >> disse Sango con un piccolo inchino.

Quel giorno, notò Bankotsu, era davvero carina. Aveva sciolto i capelli e indossava un vestito che le arrivava
sopra il ginocchio, con delle calze nere e delle scarpe da passeggio, e sopra un cappotto nero lungo.

Aveva sempre avuto un debole per quella ragazza, ma naturalmente l'aveva nascosto.

<< Si, certo >> rispose con sufficenza Akoko << Andiamo, forza >> incitò Kohaku con lo sguardo,
e questo diede il borsone al signor Higurashi, che lo mise nel portabagagli, assieme a quello che gli aveva dato Sango.

Poi erano saliti nella stessa macchina di Kagome, Sota, Bankotsu e un suo amico, guidata da Akiko.
Kagome continuava a torturarsi le labbra, e rispose con una vocina flebile al saluto allegro di Sango e Kohaku.

Akiko guardò con le sopracciglia arcuate Sango accomodarsi in macchina e salutare con enfasi Kagome.
Ma che ci faceva in macchina anche quella ragazza?!

Ma fece due più due guardando le due ragazze, e il risultato fu tre.

<< TU! >> tuonò la donna scendendo dalla macchina e trascinando con lei Kagome per i capelli, sotto lo
sguardo sciockato di Sango, Kohaku e gli altri passeggeri << Come ti sei permessa di invitare qualcuno?! >>
sibilò a pochi centimetri dal suo viso. << Ora capisco la tua allegria di stamattina! >> aggiunse con un lampo negli occhi.

Aveva comunque abbassato la voce ricordandosi che c'erano altre persone con loro.

<< Io non ho invitato nessuno! >> piagnucolò Kagome, per la stretta suoi suoi capelli

<< E allora chi è stato?! Non mi pare che lei sia amica di Kikyo, o Bankotsu. Non parliamo di Sota.
E' un mezzo miracolo che quel pivellino sia suo amico. >> sussurò furente, in modo che nessuno sentisse.
Anche se gli sguardi di tutti erano puntati su di loro.

<< Io... >> Kagome non sapeva come comportarsi. Non voleva dire che era stato Sota, le sembrava un tradimento.

Sentì la portiera aprirsi e chiudersi con foga, ma non potè girare la testa perchè intrappolata nella mano della donna.

<< Io ho invitato Sango >> disse una voce distaccata, con un tono da far venire la pelle d'oca al Diavolo in persona.

Sentì che la mano di Akiko le lasciava i capelli improvvisamente.

Voltandosi vide Sota in piedi, con il braccio della madre bloccato nella sua mano. Dal volto incredulo della donna,
e dal tremore del suo braccio, Kagome dedusse che tentava di ribellarsi, ma che la forza di Sota era maggiore
di quanto avevano mai pensato.

<< S-S-Sota...? >> chiese sbalordita la donna. Doveva essere uno shock sentir parlare un figlio dopo tanto tempo.

<< Io l'ho invitata >> ripetè il ragazzo.

Sango scese dalla macchina, sostenendo Sota.

<< E' vero signora. Kagome era all'oscuro di tutto. >>

<< Ma... Ma... S-Sota... perchè? E' una tua... a-amica? >> balbettò la donna, ancora confusa per aver sentito la voce del figlio.

<< No >> rispose atono, senza lasciare il braccio della madre.

Akiko sgranò gli occhi, senza capire.

<< E allora dammi una spiegazione valida! >> esclamò.

Kagome era a bocca aperta.
Sota... Sota... la stava difendendo!
Si era fatto avanti, parlando, ribattendo le accuse di sua madre, impedendole di farle del male!
Aveva tenuto fede alle parole del giorno prima...
Si sentiva felice... e commossa... Le veniva quasi da piangere...

<< E' la mia ragazza >> disse sicuro e privo di emozione, lasciando finalmente la mano della madre e
raggiungendo Sango, mettendole un braccio attorno la vita e guardandola negli occhi come a dirle
" scusa, ma era l'unica soluzione abbastanza convincente ".

Sango sgranò occhi e bocca - pur avendo recepito il messaggio del ragazzo -, così come Akiko, Kagome e Bankotsu, che si sentì irritato.

Quella ragazza così radiosa stava con quella specie di cimitero ambulante?!

<< Co-cosaaa?!?!?! >> Akiko non poteva credere alle sue orecchie.

<< Mamma, non fare la scenata. Ti ho solo detto che è la mia fidanzata >> disse Sota come se parlasse
di un teorema di geometria piuttosto noioso.


Dopo un po' di tempo di incredulità, tutti erano in macchina, diretti in montagna.
Il viaggio passò velocemente, fra chiacchiere varie.

Kagome ebbe anche una conversazione civile con Bankotsu, e pensò che, se non faceva il bastardo e
tentava di non pavoneggiarsi, in mostra, poteva anche essere passabile.

Dopo sei ore circa di viaggio arrivarono stanchi a destinazione, davanti a una villa enorme in un boschetto,
con accanto una casetta più piccola in mattoni.

<< Bene, eccoci qui! Allora, vi dirò subitò che due persone dovranno stare nella casetta qui accanto >> disse Ryuichi dopo
che tutti furono scesi con i loro bagagli a contemplare quella villa meravigliosa, indicando la casa in mattoni, che tanto piccola
non era neanche lei.

<< Gli altri staranno nella villa, ovviamente >> aggiunse << Pensavo che nella casa ci poteva stare Sota con Sango >>

Sango spalancò la bocca, diventando paonazza. Si voltò verso il suo "ragazzo", trovandolo con la solita espressione neutra.

<< Non penso che lei si sentirebbe a suo agio >> disse incastrando il padre nei suoi occhi distanti, e facendolo trasalire per
averlo sentito parlare. << Tesoro >> aggiunse Sota, voltandosi verso Sango e circondandole le spalle. Questa capì in ritardo
che parlava con lei.

<< S-si? >> balbettò, imbarazzata.

<< Preferisci magari stare con la tua amica? >> le chiese freddo, accennandole un occhiolino, che solo lei vide.

<< Be... Si... Se non ti dispiace... >> rispose rossissima, sentendo lo sguardo di tutti addosso.

<< Tranquilla >> disse pacato. Sango divenne di una tonalità prossima al bordeaux vedendo il viso di Sota farsi più vicino...

Kami! L'avrebbe davvero... baciata?

Con quell'aria da tenebroso, sempre distaccato, doveva ammettere che aveva un suo fascino,
e lei non era un tipo da farsi problemi per un anno in meno.

Però... Lui non era il suo tipo ideale.

E non capiva perchè farsi tutti quei discorsi mentali inutili, era solo un bacio! Dovevano tenere su quella recita,
era ovvio che qualche bacetto era incluso nel copione. Però la imbarazzava da morire comunque.

Sota, chino a meno di un centimetro dalle sue labbra, sembrò intuire il suo disagio e i suoi pensieri con un
solo sguardo penetrante nei suoi occhi.

Fulmineo, senza che lei se ne accorgesse quasi, cambiò traiettoria e le posò un lieve bacio sulla guancia,
per poi scostarsi altrettanto velocemente.

Sango era rimasta imbambolata, sbattendo le ciglia più volte, ancora imbarazzatissima, voltandosi verso Sota,
che era girato verso suo padre.

<< E' deciso allora. Kagome e Sango li, e noi in villa >> annunciò atono, per poi prendere il suo bagaglio e entrare,
seguito dagli altri ragazzi.


Le ragazze entrarono nella casa accanto.

Era molto accogliente, non troppo grande, a due piani.
Tutti i muri erano di mattoni. Al piano di sotto c'era l'ingresso, un salottino con un divano blu e un televisore,
con un tavolo e un angolo cottura.

Quando salirono trovarono un bagno provvisto di vasca, un ripostiglio e due camere:
una aveva le pareti beige, con un letto matrimoniale senza lenzuola e un'armadio e un comodino in legno;
l'altra camera aveva le pareti celesti, sempre un letto matrimoniale, un armadio, una cassettiera e una lampada.

Una volta scelta la camera e sistemati i vestiti e gli oggetti, le due scesero in salotto e si guardarono per un po', ancora incredule.

<< Siiiiii!! >> esclamò poi Sango, saltando al collo di Kagome, che iniziò a ridere senza motivo e ricambiò con vigore l'abbaraccio.

Dopo un po' si misero sedute a guardare la televisione, stravaccate sul divano, e a parlottare.
Erano le quattro del pomeriggio, avevano pranzato con dei panini, e non avevano molta voglia di fare qualcosa in particolare.

Kagome guardò improvvisamente Sango con un sorriso malizioso.

<< Che c'è? >> chiese la castana, non capendo lo sguardo.

<< Tu e Sota >> disse semplicemente la mora, facendola arrossire << Sembrate davvero una coppia...! >> esclamò con malizia.

<< C-cosa?! >> balbettò l'amica, arrossendo ancora << Lo sai che lo faccio per te!! A me lui non interessa,
anche se è carino! >> aggiunse tentando di difendersi.

Kagome alzò le spalle.

In quel momento si aprì la porta ed entrò Sota.

<< Ciao Sota! >> salutarono entrambe

<< Ciao >> rispose lui, per poi passare subito al sodo << Bankotsu ha voglia di fare il gioco della bottiglia. Qui, visto
che non ci stanno i nostri genitori >>

Le due si guardarono allibite.

<< Adesso?! >> chiese incredula Kagome.

Sota annuì.

<< Ma... Il gioco della bottiglia... Insomma... In che senso?! >> domandò Sango, pur sapendo la risposta,
ma pregando che non fosse così.

Sota alzò un sopracciglio. Si limitò a fare un elenco:

<< Bacio casto, Bacio lungo, Bacio passionale... Tutti i tipi di baci che esistono... Forse qualche palpatina,
ma niente di più, perchè ci sarà anche Kikyo... >> disse come se parlasse delle larve delle mosche.

Sango e Kagome si guardarono shockate.

<< Niente di più?! >> disse Kagome con voce acuta.

<< Niente di più?! >> le fece eco Sango con voce strozzata.

<< Arriveranno fra poco >> terminò Sota sedendosi fra loro e cambiando canale della televisione, chiudendo li il discorso.





<< Sei sicuro, Bankotsu? >>

<< Tranquilla Kikyo. Che vuoi che sia?! Daremo solo un bello spavento a Kagome. Ogni tanto le va ricordato chi comanda qui >>

<< Si, hai ragione... Allora io farò in modo che la sua amichetta le stia lontana, in quel momento, così tu sarai libero di agire..! >>
Disse Kikyo al fratello, con un sorriso poco amichevole in faccia.

<< Esatto, sorellina! >> esclamò lui, scompigliandole leggermente i capelli.

Lei sbuffò infastidita e se li risistemò.

<< A Kagome l'aspetta uno bello scherzo... >> disse il ragazzo con un sorriso, mentre camminava con la sorella verso
la casa di mattoni, pronto per il gioco della bottiglia.

Aveva voglia di farlo solo per baciare Sango... E dimostrarle che lui era un uomo, e non quel moccioso zombie del fratello!




Un quarto d'ora più tardi, tutti i ragazzi erano seduti a terra, nel salotto, in cerchio, una bottiglia al centro.
Erano in undici in totale, sei maschi e cinque femmine.

<< Be, credo che non ci sia bisogno di spiegarvi le regole >> disse Bankotsu << Inizio io... vi dispiace? >>

Tutti acconsentirono.

<< Allora... vediamo... Iniziamo con qualcosa di leggero... Bacio lungo, ma casto... >> fece girare la bottiglia,
sperando che si fermasse davanti a Sango.

L'amica che si era portato pregava che toccasse a lei baciare il ragazzo.
Mentre Kagome sperava tutto il contrario.

Si arrestò davanti all'amica di Kikyo, Kanna, una ragazzina dai capelli bianchi e occhi neri, che guardò
sognante Bankotsu avvicinarglisi con una smorfia e darle un bacio freddo, a fior di labbra, che durò cinque o sei secondi,
durante il quale il ragazzo pensò:

Mi sento una specie di pedofilo! Questa ha quasi dieci anni meno di me!! 

Accanto a Bankotsu c'era il suo amico, Hojo, che fece girare la bottiglia sperando capitasse su Kagome
o Sango in particolare.

<< Passionale >> annunciò con un brillio negli occhi, mentre tutti si facevano attenti su quella bottiglia che girava,
che avrebbe decretato un seguito più eccitante.

La bottiglia si fermò davanti Kikyo, e lei e Hojo si scambiarono un bacio rovente, e il ragazzo pensò che dopotutto
anche quella ragazza non era male...

Sango e Kagome iniziavano a pentirsi. Avevano accettato di giocare solo perchè Bankotsu le aveva dato delle vigliacche...
Seguito a ruota da Kikyo e dagli altri, eccetto Sota e Kohaku, anche lui un po' timido, ma attratto
in contemporanea da quel gioco e da Kanna.

A quel punto era il turno dell'amica di Bankotsu, una tipa dai corti boccoli biondi soprannominata Chizu.

<< Succhiotto >> disse mentre la bottiglia girava su se stessa come impazzita.

Si fermò con grande gioia della ragazza davanti a Bankotsu, che senza una parola le si avvicinò e posò le labbra sul collo di lei,
succhiando la pelle finchè non rimase un segno rosso.

Il gioco andò avanti e, ringraziando i Kami, a Kagome non toccò mai nulla, a Sango solo un bacio casto
con l'altro amico di Bankotsu, Eichi; a volte le richieste si facevano più audaci, ma il gioco a quanto pareva
piaceva un po' a tutti.
Non capitò nessun incesto, eccetto al turno di Kikyo, che dovette baciare Bankotsu, ma solo un bacio casto lungo.
Al turno di Sota, questo fece girare la bottiglia annunciando:

<< Bacio casto >> col suo solito tono, aggiustandosi con noncuranza i capelli sparati col gel.

Alle ragazze Sota era abbastanza indifferente, anche se ammettevano che aveva un certo fascino ed era carino,
solo che era troppo silenzioso e distaccato.

La bottiglia si fermò davanti a Chizu, alla quale non importava nulla di baciare quel ragazzino;
era solo un bacio a stampo, no?
I due si avvicinarono e Sota unì le loro labbra per un'attimo, ma la ragazza rimase shockata.

Che aveva detto sul fatto che non le importava nulla?

Kami, quel bacio, pur se era durato mezzo secondo, l'aveva trovato fantastico!

Ma non poteva pensare quelle cose, lei aveva vent'anni, lui quindici!
Ed era uno stupido gioco!

Il ragazzo non sembrava minimamente toccato dal bacio come lo era Chizu.

A quel punto andarono avanti e arrivò il turno di Sango.

<< Bacio casto >> disse, dato che era l'unico che poteva fare, se non voleva spingersi troppo in la.

Ma tu guarda il caso... pensò quando la bottiglia indicò Sota.

Oggi non mi ha baciata e mi tocca farlo stasera... Beh, meglio lui che qualcun altro...

Si diedero il bacio, Sango un po' rossa, e Sota sempre uguale.

E poi... Kagome girò la bottiglia, e come Sango disse:

<< Bacio casto >> inghiottendo a fatica.

Chiuse gli occhi, e quando non sentì più l'oscillazione della bottiglia sul pavimento, si decise a riaprirli, con timore.

Bankotsu la stava fissando.

Kami, no! Ditemi che non è vero!

E invece la bottiglia non mentiva: doveva baciare Bankotsu.

Suo cugino! Che per di più detestava!

Si fece coraggio e si sporse in avanti, rossa, imitata da lui, e unirono le labbra.

Non è poi così male la ragazza... Peccato che sia mia cugina... Beh, ma l'amica è ancora meglio!

Pensò il ragazzo una volta staccatosi, girandosi verso Sango.

A quel punto bussarono alla porta.

<< Ragazzi?! C'è il barbecue pronto per cena! Uscite di li, forza! >> si sentì la voce di Akiko attraverso la porta.

Bankotsu sospirò.

<< Be, riprenderemo un'altra volta, che dite? >>

Un po' tutti emisero un borbottio di assenso generale, per poi uscire a mangiare sotto un cielo che si tingeva sempre di un blu più scuro.



<< Ehi, Kikyo >>

La ragazza si voltò.

<< Dimmi >>

<< Per quella cosa >> Bankotsu sottolineò la parola con un sorriso sghembo e Kikyo capì,
rispondendo al ghigno << Pensavo che fra tre o quattro giorni può andare... Lasciamole credere che
vada tutto bene per un po'... >> allargò il ghigno.

<< Mmh, si, hai ragione... Non vedo l'ora che arrivi quel giorno... Sono sicura che la sua faccia sarà qualcosa
di imperdibile! >> commentò kikyo scuotendo i capelli neri.

<< Si... Vedrai che spasso! >> aggiunse Bankotsu, per poi lanciarle un ultimo occhiolino e andare a parlare con Hojo, Eichi e Chizu.

<< Quella stupida di Kagome non si aspetterà mai una mossa del genere! >> disse a se stessa la ragazza prima
di tornare dalla sua amica, che aveva intavolato una conversazione con Kohaku.



<< Sango, sono stanca, andiamo dentro? >> chiese Kagome con gli occhi socchiusi dal sonno alla sua amica.

<< Si, anche io sono stanca... >> proferì Sango sbadigliando.

Ormai era notte fonda, le stelle erano in cielo, brinllanti, ma tutti stavano ancora parlottando.

<< Dileguiamoci, nessuno si accorgerà di noi >> propose la mora.

Sango annuì.

<< Arrivo, devo dire una cosa a Kohaku, tu intanto vai! >> disse la castana, per poi dirigersi verso il fratello, poco più distante.

Kagome si allontanò dal gruppetto e arrivata davanti la porta della casa si irrigidì.

Era sicura che qualcuno la stesse osservando, aveva quella strana sensazione.

Si girò, ma non vide nulla, se non gli alberi.

Mah, sarò più stanca di quanto penso... O è solo un'impressione...

Tentò di convincersi, entrando in casa.

Invece aveva visto giusto: due occhi dorati l'avevano seguita per tutta la serata.





Ok, fine secondo capitolo!
Spero che vi sia piaciuto! Mi dispiace se non è successo nulla di particolare, ero un po' a corto di ispirazione per questo capitolo,
ma nel prossimo...
Beh dalla fine si intuisce qualcosa!

Vi ringrazio per tutte le recensioni avute, davvero, grazie, continuate a seguirmi!

- EDVIGE86

- mikamey

- cri_91

- mily_chan

- Darkina

- Beverly Rose

- fmi89

- achaori

- inukag4ever

- Vale728

- Ryanforever


Sono contento che non troviate la storia scontata, e che vi piaccia!
Grazie dei complimenti! Ora però devo andare, domani c'è la sveglia presto...

ANTICIPAZIONI:

Nel prossimo capitolo entreranno in scena Inuyasha e un altro amatissimo personaggio della saga!
Non è difficile indovinare chi è... Ma non ve lo dico!

E poi ci sarà la messa in atto dello scherzo di Kikyo e Bankotsu...

Che vorranno fare a Kagome?

Lo saprete se leggerete il prossimo capitolo, a mia detta, inperdibile!

A presto!


_Draco_












   
 
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