Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Nikilu    17/06/2016    0 recensioni
Questa storia porta semplicemente un po' di novità al romanzo che già conosciamo. Le scuole sfidanti che gareggiano per il Torneo Tremaghi portano una ventata di freschezza e novità a Hogwarts. Nuovi personaggi sono inseriti in un contesto a noi tanto familiare e ci saranno cambiamenti, amicizie, amori... ma soprattutto il Torneo Tremaghi.
Genere: Fantasy, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altro personaggio, Il trio protagonista, Nuovo personaggio | Coppie: Ron/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“Stai scherzando?!?” ripeté Alicia per la terza volta con gli occhi che le strabuzzavano dalle orbite. Esteban non la finiva di ridere e Nora tentava, per l’ennesima volta, di spiegarle il perché di quella scelta.
“Puoi sempre restare con i Grifondoro” commentò Esteban ad un tratto; le due amiche si voltarono insieme a guardarlo come se avesse appena rivelato una cosa oscena.
“Non possiamo costringerla Norita” aggiunse poi guardando la sua bionda amica “Se il fatto di alloggiare con i Serpeverde le crea così tanto disagio, può restare con i Grifondoro. Silente non solleverà questioni e noi tre potremmo vederci comunque”. Effettivamente il discorso di Este non faceva una piega, ma Nora ci teneva molto ad avere entrambi i suoi amici con lei.
Alicia sembrava combattuta: una parte di lei avrebbe seguito Nora ed Este in capo al mondo, ma un’altra parte era così spaventata dall’idea di metter piede nei dormitori dove aveva alloggiato Voldemort…
“Ali, pensaci su” sentenziò infine Nora “Se non vuoi venire non me la prendo, te lo giuro” lo disse sfoderando il suo sorriso sicuro e sperò, in cuor suo, che la sua migliore amica decidesse di seguirla.
 
Dopo le lezioni, Esteban si diresse al campo di Quidditch in compagnia di Logan Frychild; i due si erano incontrati nel bagno al secondo piano e avevano cominciato a parlare di Quidditch. Così, dato che per quell’anno il campionato era sospeso a causa del Tremaghi, chiesero alla professoressa McGranitt se potevano comunque fare due tiri per sgranchirsi un po’. La professoressa di Hogwarts diede loro il baule con le palle del gioco, gli fornì due scope e dopo essersi fatta promettere che non si sarebbero rotti la noce del collo, li lasciò liberi di allenarsi un po’.
“Sarà meglio non usare i Bolidi” disse Logan giù di tono “Non possiamo rischiare di perderli”.
“Ma dai, non li perderemo. Io un ruolo che non sia Battitore non lo faccio nemmeno morto” rispose Esteban.
“Ma non è una partita… siamo solo in due… come li gestisci i Bolidi?”
“Ne prendiamo uno solo e lo lanciamo negli anelli a mo di Pluffa. Semplice!”
“E prendiamo la Pluffa a questo punto” s’intestardì Logan.
Este alzò gli occhi al cielo, sbuffò e rivolse uno sguardo truce al suo nuovo amico. Alla fine acconsentì . “Sei peggio di Nora. Vale, ma vai tu in porta”.
I due ragazzi pian piano ci presero la mano a giocare; dapprima facevano il turno in porta e dopo si passavano la Pluffa come fanno i Cacciatori e andavano a segno. Trascorsero un’ora a divertirsi, scherzare, giocare e raccontarsi cose della loro vita in sella alla scopa. Esteban provò un moto di simpatia per quel ragazzo biondo, così gentile e solare, il cui accento canadese era così strano e divertente.
Solo quando il sole cominciò a calare si resero conto del tempo che era trascorso e decisero di tornare a terra in picchiata. Sistemarono la Pluffa nel baule e con le scope in spalla lo trasportarono verso gli spogliatoi.
“E’ stato divertente” commentò Logan quando ebbero posato la cassa. “Dobbiamo ripetere”
“Sì, assolutamente. Magari la prossima volta lo diciamo anche ai nostri campioni”  e scoppiarono a ridere. Uscirono dagli spogliatori ridacchiando e si confidarono a vicenda che era davvero strano il fatto che i loro migliori amici fossero campioni del Torneo Tremaghi.
“Dovremmo essere nemici, io e te” disse Logan mentre percorrevano la strada verso il castello.
“Ah, perché non lo siamo ya?” scherzò il ragazzo spagnolo, passandosi una mano nei folti capelli neri. Il gesto non passò inosservato a Logan che distolse lo sguardo subito dopo.
Arrivati nel Salone d’Ingresso, videro lo sciame di studenti dirigersi verso la Sala Grande per la cena.
“Cavoli, giusto in tempo” esclamò Esteban cercando tra la folla le sue amiche.
“Sarà meglio sbrigarci allora” aggiunse Logan. I due si salutarono dandosi un pugno amichevole con la mano destra e mentre Logan si accalcò dietro gli altri studenti, Esteban raggiunse Nora che lo stava aspettando vicino all’ingresso dei sotterranei.
“Dove sei stato?” fu la domanda della ragazza; era scura in volto, fulminò il suo amico con lo sguardo e non gli diede il tempo di replicare che disse “Anche tu non vuoi seguirmi? No perché è meglio se me lo dici ahora!”.
Esteban inarcò le sopracciglia e non capì cosa intendesse Nora, fino a quando si rese conto che Alicia non era accanto a lei.
“Non viene?” chiese semplicemente.
“No” fu la risposta secca della bionda.
“Andiamo a cena, forza” e così dicendo le cinse le spalle con il braccio, anche se significava stare un po’ curvo per raggiungere la sua piccola amica, e si avviarono verso la Sala Grande.
 
 
***
 
“Allora è vero che te ne vai?” esclamò George quando vide Nora davanti al ritratto della Signora Grassa con il baule fluttuante.
“Non torno in España, vado solo in un altro dormitorio” disse lei con un sorriso.
“Lo so, ma era bello averti intorno in sala comune” rispose lui con un mezzo sorriso.
“Ci vedremo comunque in aula, ti ricordo che siamo allo stesso anno” e così dicendo si avviò lungo le scale; George la seguì e le fece compagnia fino al piano terra.
“Esteban ed Alicia?” chiese poi, non vedendo i due ragazzi spagnoli alle calcagna della campionessa di Gibralfaro.
“Este ha già portato le sue cose giù…” e qui s’interruppe.
“E Alicia?” incalzò il Weasley.
“Non verrà” commentò secca Nora.
George decise di non fare nessun tipo di commento, l’espressione sul viso di Nora gli era bastata per capire che la scelta di Alicia non le era andata a genio.
Giunsero nel Salone d’Ingresso e il ragazzo Weasley si scusò con Nora ma, no non l’avrebbe accompagnata fuori la sala comune delle serpi, neanche voleva vederne l’ingresso. Nora si congedò dal suo rosso amico ridacchiando e prese la scala per i sotterranei.
All’ingresso della sala comune di Serpeverde c’erano Timothy Brown e Candice Livetown, i due prefetti. Non appena videro Nora, la accolsero con entusiasmo e le spiegarono che per entrare nella loro sala comune c’era bisogno di una parola d’ordine.
“Mi raccomando” spiegò Candice “se sbagli la parola d’ordine per due volte, questi” e indicò due sculture di pietra rappresentanti due cobra “si animeranno e… non sarà un bello spettacolo”.
“Mordono?” chiese Nora ridacchiando.
“Ma no” rise Timothy “sono abbastanza spaventosi però. Al primo anno, mi è capitato di farli animare e… non ho dormito per tre notti”. Le ragazze risero con gusto della piccola disgrazia di Timothy e dopo poco varcarono il muro di pietra.
La sala comune dei Serpeverde era totalmente diversa da quella dei Grifondoro. Innanzitutto, Nora ebbe l’impressione che ci fosse troppa poca luce: c’erano diversi divani di pelle nera molto eleganti e raffinati; cinque camini attorniavano la sala con sopra alcuni ritratti, tra cui quello di Salazar Serpeverde; in fondo sulla destra c’era un lungo tavolo in mogano attorniato da sedie dello stesso legno e pelle nera con lo schienale alto. Sulla sinistra c’era l’ingresso ai dormitori ai quali si accedeva con una scala a chiocciola. Le finestre avevano i vetri verdi e affacciavano sul Lago Nero; gli arazzi della casata campeggiavano su alcuni muri e il simbolo del serpente era intarsiato in ogni dove. Un tavolino all'ingresso ospitava una scacchiera con la quale due ragazze stavano giocando; il fuoco scoppiettava nei camini e alcuni studenti – del primo anno probabilmente – facevano i compiti servendosi della luce delle fiamme; gli altri Serpeverde erano intenti in qualcosa e quasi non si accorsero del loro arrivo, fin quando Timothy non esordì con una schiarita di gola e tutti si girarono a guardarli.
“Amici, come ci aveva accennato il professor Piton, ospiteremo il campione di Gibralfaro fino alla fine del Tornero Tremaghi. Vi presento Nora Flores!” si alzò uno scroscio di applausi, grida, fischi e risate di gioia; molti si avvicinarono a Nora per presentarsi, per congratularsi con lei, per darle totale ospitalità. Nella folla si districò anche Esteban che la raggiunse sorridente e le disse all'orecchio che i Serpeverde non erano affatto male.
Dopo i saluti iniziali e al segnale di Timothy di lasciar respirare la nuova arrivata, Candice accompagnò Nora nel dormitorio in cui avrebbe alloggiato.
“Eccoci qui” disse Candice non appena entrarono nella stanza; a differenza di quella dei Grifondoro era quadrata e non circolare, intorno c’erano gli stessi baldacchini ma con le tende verdi e argento; ai piedi dei letti vi erano dei bauli e alcune poltroncine verdi completavano l’arredamento. Il bagno era sulla destra e a Nora fu preparato un baldacchino proprio lì vicino.
“Dividerai la stanza con le gemelle Shark, Sarah Benson e me” sorrise cordiale Candice e si appollaiò sul suo letto, quello accanto a Nora. “Ti piace?” le chiese poi.
“Sì, è molto bello… sia la sala comune che il dormitorio. È uno stile raffinato”
“Beh, Salazar Serpeverde ci teneva… dicono che anche casa sua fosse arredata con lo stesso stile. A molti non piace, lo trovano tetro, ma io credo sia una questione di abitudine”
“In effetti non appena sono entrata ho avuto la sensazione che fosse tutto molto buio”
“Colpa dei divani neri. Al primo anno mi mancava l’aria i primi giorni” ridacchiò Candice.
Nora si unì alla risata e svuotò il baule chiacchierando amabilmente con la Serpeverde.
 
***
 
Si girava e rigirava nel letto. Le sue compagne di stanza dormivano beatamente ma lei non riusciva a prendere sonno. Quello sguardo si era impresso nella sua mente, non lo avrebbe dimenticato mai. Stavolta l’aveva ferita davvero, aveva ferito la sua migliore amica. Ma Alicia proprio non ce la faceva, il sol pensiero di stare in quella sala comune le faceva venire i brividi; come poteva anche solo trascorrere una notte in quello che era stato, per sette lunghi anni, il luogo di svago di Voldemort? Certo, adesso Voldemort non c’era ma aveva trascorso i suoi pomeriggi su quei divani, aveva studiato seduto a quel tavolo, aveva escogitato i suoi piani malefici davanti al quel camino. Nora le aveva fatto notare che Voldemort era stato in ogni parte del castello, quindi avrebbe dovuto fare la valigia e tornare a Gibralfaro se il suo pensiero era quello… da un lato le dava ragione, dall’altro pensava che il luogo di ritrovo era un posto sacro, intimo e che una volta varcato… potesse infettare?
Farneticava, era paranoica, aveva paura… ma quando Nora le aveva chiesto se avesse deciso di cambiare sala comune, la risposta era giunta veloce e diretta sulle sue labbra. No. Resto con i Grifondoro.
Silenzio. E poi la coda di capelli fluttuante di Nora che andava via con il resto del corpo.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Nikilu