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Autore: autopilot_    17/06/2016    1 recensioni
«Che ne hai fatto del tutti quanti mentono?»
«Stavo mentendo anche io.»
--
Luke sta bene, il suo problema è la mancanza di felicità.
Per questo vivere in un mondo in cui tutto è in bianco e nero fin quando non si incrocia lo sguardo della propria anima gemella è difficile per lui.
Soprattutto perché mai guardava le persone negli occhi, un po' per timore di scoprire che nel mondo non ci fosse alcuna persona per lui, un po' per paura di sapere quali colori lo circondavano.
Genere: Angst, Fantasy, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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"When July became December 
Their affection fought the cold.
But they couldn't quite remember 
What inspired them to go."

-Panic! At the Disco, Memories

✘✘

"Va bene, ora ascoltatemi attentamente" disse Liz mentre si avvicinava al forno, con i suoi tre figli al seguito "per accenderlo basta girare questo e fare in modo che la freccia segni la giusta temperatura-"
 

Ben sbuffò sonoramente, mentre teneva le mani sopra i fianchi e roteava gli occhi al cielo, "pensi che mangeremo ogni giorno cibo surgelato?" Chiese.
 

"Siete capaci di farlo, se ciò può farvi evitare di lavare i piatti."
 

In effetti aveva ragione, ma la donna dimenticava che c'era sempre Luke che non riusciva mai ad opporsi agli ordini dei fratelli maggiori, anche se ci provava con tutto se stesso dopo un po' cedeva.
 

Tra meno di mezz'ora sua madre sarebbe partita e già avevano riempito tutti insieme il portabagagli della macchina con le valigie, Luke al posto di sentirsi angosciato si era rassegnato, non poteva impedire che accadesse.
 

"E se volete spostarvi con qualche altro mezzo di trasporto che non sia l'autobus, in garage ci sono le biciclette, ma sono solo due perché quella di Luke è sparita."
 

Al minore quasi scappò da ridere per quell'aneddoto chiaramente divertente, quando andò a finire con la bici in un lago sporco di qualche parco poco lontano, da quel giorno di due anni fa nessuno a parte lui sapeva dove era finita la bicicletta.
 

Sbadigliando per l'ennesima volta nell'udire le raccomandazioni della madre e quel che bisognava fare per accendere correttamente un fornello senza mandare tutto a fuoco, Luke si poggiò la mano sopra lo stomaco appena quest'ultimo brontolò.
 

"Ho fame" disse con un filo di voce abbastanza udibile da far voltare Liz con un sorriso sul volto.
 

"Bene, perché non mi fai vedere che hai capito tutto quanto e non scaldi del latte?" A Luke quasi si raggelò il sangue, ma annuì nonostante ciò e si avvicinò al frigorifero, aprendo l'anta e guardando all'interno.
 

"Il latte non c'è" constatò dopo un'attenta analisi del contenuto del frigorifero.
 

"In questi casi bisogna andare a comprarlo, non sei stato attento?" Lo punzecchiò Jack con un visibile sorrisetto divertito.
 

Roteando gli occhi al cielo per la millesima volta, Luke girò i tacchi e abbandonò la cucina, dirigendosi invece verso la porta di casa con la chiara intenzione di uscire per comprare il latte e approfittarne per stare un po' da solo.
 

"Prendi anche i cereali al cioccolato" disse Ben mentre gli porgeva i soldi che il minore infilò nella tasca posteriore dei jeans chiari, le poche volte che riusciva ad indossarli lo rendevano alquanto ridicolo, ma erano decisamente meglio delle tute extra large.
 

Dopo essersi allacciato i lacci delle scarpe con il rigoroso doppio nodo, uscì di casa e respirò profondamente quell'aria fresca tipica del mattino presto, infilando le mani nelle tasche e affrettandosi poiché voleva salutare per bene sua madre che tra poco sarebbe partita, quindi non voleva rientrare a casa e non trovarla.
 

Ci avrebbe impiegato all'incirca cinque minuti per raggiungere il minimarket, quindi, assolutamente nulla poteva andare storto.
 

Infatti durante il tragitto andò tutto liscio come l'olio, anche quando raggiunse la sua meta trovò subito ciò che cercava e la ragazza in cassa fu gentile, un evento estremamente raro.
 

La cosa imbarazzante fu tornare a casa con la busta della spesa in mano, con la scatola dei cereali al cioccolato che sbucava.
 

Luke quasi arrossiva ogni volta che incrociava lo sguardo dei passanti, ma cercò di pensare al fatto che non li avrebbe più incontrati, quindi non c'erano problemi.
 

Mentre controllava l'ora sul suo cellulare, notando che ci aveva messo davvero poco, passò accanto all'ennesima persona, con la differenza che quasi gli andò a finire addosso visto che entrambi erano occupati a fare tutt'altro che guardare davanti.
 

Dopo aver fatto un paio di metri, però, Luke si fermò, alzando lo sguardo dal cellulare e si voltò verso la persona che gli era passata accanto, non sapeva il motivo, alcune volte capita e basta.
 

Fu sorpreso nel constatare che anche l'altro ragazzo si era voltato ed ora c'era un imbarazzante scambio di sguardi.
 

Ma l'imbarazzo svanì nel momento in cui il riccio cominciò a ridacchiare, avvicinandosi a Luke.
 

"Infatti mi sembrava di averti già visto! Sei Luke, giusto?" Chiese colui che inizialmente si era presentato al minore con il nome di James Bond.
 

"Indovinato, tu invece sei Ashton?" Che domanda stupida, era ovvio che fosse lui, lo ricordava bene.
 

"L'unico ed inimitabile!" Rispose con euforia, come era suo solito fare.
 

Si susseguirono degli scambi di sguardi, stranamente per entrambi non era fastidioso e non c'era vergogna, Luke pensò che quella era l'occasione giusta per escludere qualcuno dalla lista delle possibili persone che potrebbero aver causato quel che era successo.
 

Sì, Luke aveva scritto una lista.
 

Ma guardando bene Ashton, di certo non gli sarebbe dispiaciuto scoprire di essere la sua anima gemella.
 

Solo per lui poteva fare un'eccezione del genere e ammettere di avere un piccola attrazione per un ragazzo.
 

"Vedo che hai usato la bandana" interruppe poi il silenzio Luke, che aveva già visto da tanto tempo quella bandana scura che teneva abbastanza in ordine i ricci di Ashton.
 

La situazione era del tutto nuova per il più piccolo, anche quello che provava in quel momento lo era, quindi provare ad intraprendere una conversazione era la soluzione migliore.
 

"Già, hai avuto davvero una bella idea" disse il ragazzo più grande mentre abbassava lo sguardo verso la busta che Luke teneva, il minore non poté non arrossire visibilmente per la vergogna.
 

"Anche a me piacciono quei cereali" parlò Ashton dopo aver indicato la scatola che spuntava dalla busta.
 

"Beh a me no, piacciono a mio fratello" spiegò il più piccolo nella speranza di scampare a quella situazione al dir poco strana.
 

"C'è un altro Luke in giro e non lo sapevo?" Chiese abbastanza ironico portandosi una mano sul petto per poter continuare quella messa in scena.
 

All'improvviso Luke ricordò dei suoi fratelli e di sua madre, quasi impallidì e guardò l'orario sopra il cellulare, facendo sfuggire un'imprecazione.
 

"Scusa Ashton, ma devo andare di corsa a casa, ci si vede?" Cercava di essere gentile ma sapeva dentro di se che non lo avrebbe rivisto, le possibilità erano pochissime.
 

"Sì dai, mi piace questo quartiere, potrei venire più spesso!"
 

Ma Luke non aveva avuto modo di ascoltare tutta la frase poiché stava già correndo verso casa, sperando che la busta non si rompesse durante il tragitto.
 

Dopo essere finalmente arrivato sul viale di casa, con il fiatone e i capelli sul volto, venne accolto da Ben, che prese subito la busta e scomparve in casa, mentre sua madre era poggiata contro l'auto per impostare il navigatore.
 

"Cinque ore e dodici minuti di viaggio, dici che non mi addormento?" Borbottò sua madre mentre era impegnata a sistemare l'aggeggio nell'auto e si apprestava ad abbracciare suo figlio minore.
 

Luke ridacchio con ancora il fiato corto, stringendo sua madre per quelle che sembravano ore, prima che la donna si allontanò per dedicarsi anche a Ben e Jack.
 

Sedendosi sui gradini davanti la porta, osservò quella scena, non muovendosi di un millimetro neanche quando l'auto uscì dal garage e sua madre li salutava.
 

Luke aveva un modo strano di esprimere il dolore, anzi, meglio se nessuno si accorgeva della sua tristezza, a detta sua era mostrare una debolezza.
 

Ora era definitivamente solo, ma era sicuro che prima o poi avrebbe trovato una persona che conosce esattamente quello che lui vuole sentirsi dire.

✘✘

 
E niente, un grande benvenuto al mio blocco...

Dunque dunque, questo è uno dei pochi capitoli
che mi ha messo in difficoltà, lo  avrò riscritto 
almeno tre volte e ancora mi rifiuto di rileggerlo
perché sono sicura che  finirei per eliminarlo.

La mia fantasia è volata via ma spero di riuscire
a ritrovarla mentre sono coricata sul divano a leggere
altre cose.

Niente da aggiungere, come al solito accetto critiche
costruttive e spero di non deludere le aspettative
di chi legge la storia!

See you soon x

 
   
 
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