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Autore: _YoungForever    17/06/2016    1 recensioni
Alcuni anni sono passati da quando tutti hanno finito il liceo Karasuno e si sono incamminati verso i propri sogni: chi studia all'università, chi ha già un lavoro e chi, invece, ha continuato con la pallavolo.
Nonostante tutto però le loro strade sono destinate ad incrociarsi nuovamente, anche quelle di coloro che pensavano di non rivedersi mai più.
{KageHina - IwaOi - KuroKen - DaiSuga - TsukiYama - AsaYuu}
Genere: Angst, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Kei Tsukishima, Kozune Kenma, Nuovo personaggio, Shouyou Hinata, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Triangolo
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Do you remember me?

Capitolo 1



 

SUGA 


“Sugawara-kun,” sentendomi chiamare, alzai lo sguardo dalla scatola dove stavo ritirando dei giocattoli, portandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. 
“Si, Hiro-san?” 
“E' tardi questa sera; se vuoi puoi tornare a casa, qui finisco io.” mi disse il ragazzo con un sorriso gentile mentre appoggiava delle bambole su di uno scaffale. 
“Oh… Sicuro? Non è un problema per me...” tentai di dire. 
“Non ti preoccupare, tanto ormai ho quasi finito.” 
“Ah, allora ci vediamo domani.” 
Salutai il mio collega con un inchino, per poi andare a cambiarmi e uscire dall'asilo dove avevo recentemente iniziato a lavorare part-time. Era un posto carino abbastanza fuori Tokyo, era vicino  a casa e la paga era buona. Infatti avevo un disperato bisogno di soldi visto che stavo anche studiando sociologia e dovevo pagare i corsi dell'università (?). Inoltre mi erano sempre piaciuti i bambini e mi divertivo a stare lì. 
Erano quasi le sette di sera di una giornata di fine marzo, e, al contatto improvviso con il freddo all'esterno, immersi ancora di più il viso nella sciarpa mentre iniziavo a camminare. 
Quella sera era particolarmente buia e le stelle splendevano nel cielo. Non c'era quasi nessuno per strada; affrettai il passo, non vedendo l'ora di mangiare qualcosa al caldo. Ero molto stanco quel giorno: il riscaldamento si era misteriosamente spento nel mio appartamento e mi ero svegliato presto visto che si gelava; ero poi arrivato tardi a lavoro poiché avevo perso tempo a tentare di riaggiustarlo e non avevo nemmeno fatto colazione con Daichi nel bar sotto casa. I bambini poi quel giorno sembravano voler fare di tutto per distruggermi completamente. Il mio collega sembrava essersene accorto, perché mi aveva mandato a casa prima del solito e gli sarei stato riconoscente per sempre. 
Dopo qualche minuto di cammino, iniziai a scorgere l'insegna illuminata del konbini di Daichi e affrettai il passo. Quando arrivai davanti al negozio, Daichi era fuori che chiudeva, tirando giù la saracinesca. Mi avvicinai a lui, ma non si accorse della mia presenza. Così decisi di salutarlo. 
“Ehi!” esclamai con un sorriso, facendolo sobbalzare dallo spavento. Daichi si girò velocemente verso di me. 
“Ah Suga, sei tu...” 
Il suo volto si rilassò velocemente non appena mi vide e si aprì nel suo solito sorriso che mi lasciò con le ginocchia molli imbambolato a fissarlo. Era veramente bello: i capelli, nerissimi, erano tutti disordinati e ricadevano morbidi sulla fronte; gli occhi, sempre gentili e tranquilli, erano illuminati lievemente dalla luce del lampione che li faceva brillare. 
Probabilmente Daichi si accorse che lo stavo fissando immobile perché iniziò a squadrarmi da capo a piedi. 
“Suga, stai bene?” mi chiese, adesso leggermente preoccupato. 
A quelle parole mi riscossi da quello stato di catalessi quasi con violenza ed iniziai a rassicurarlo. 
“No, no sto bene. E' solo che...” 
Beh, di certo non potevo dirgli che ero rimasto imbambolato a fissarlo, quasi con la bava alla bocca, perché era bellissimo; così optai per una scusa più normale. 
“Sono solo un po' stanco. Oggi è stata una giornata dura.” 
Sorrisi leggermente per farlo stare più tranquillo, e ci riuscii perché sorrise anche lui comprensivo; poi alzò un sacchetto che stava tenendo in mano davanti alla mia faccia. 
“Ecco, per tirarti su.” mi disse gentilmente dandomi il sacchetto, dal quale si sprigionava un odore che mi fece venire l'acquolina in bocca quasi istantaneamente. Seriamente, non si poteva non amare quel ragazzo. Aprii il sacchetto e trovai dentro due nikuman ancora caldi. 
“Grazie mille!” lo ringraziai. 
Tirai fuori un nikuman e glielo diedi, poi presi l'altro ed iniziai a mangiarlo. Era davvero buonissimo. 
“Guarda che sono entrambi per te,” disse Daichi, cercando di ridarmelo, ma rifiutai. 
“Tranquillo, va bene così.” 
Mi piaceva condividere le cose con lui, faceva sembrare il nostro rapporto ancora più stretto. 
“Ok, allora itadakimasu!” diede un morso al nikuman e sorrise. 
Di nuovo quel dannato sorriso.; cercai di non rimanere nuovamente imbambolato a morsi anche io lo spuntino, seguendo l'altro ragazzo che aveva iniziato a camminare. 
Avanzammo in silenzio per un po' mentre finivamo di mangiare. Ancora una volta Daichi aveva fatto vedere quel suo lato gentile ed altruista che sembrava mostrare solo alle persone più strette, ed ero veramente grato di farne parte. 
Sin dal primo anno di liceo, quando l'avevo visto perla prima volta, il mio cuore aveva iniziato a battere più velocemente; col tempo avevo capito che probabilmente si trattava non di una semplice amicizia, ma di amore. 
Ormai stavo convivendo con quel sentimento da più di cinque anni e ci stavo facendo l'abitudine,sapevo che lui non sarebbe mai potuto essere mio, che prima o poi avrebbe trovato la ragazza dei suoi sogni, si sarebbero sposati e avrebbero avuto dei figli, mentre io rimanevo indietro,da solo, cercando di raggiungerlo ma non riuscendoci mai. Mi ero rassegnato a questa idea e non era nei miei programmi dichiararmi: l'avrei solo fatto stare peggio, perché si sarebbe sentito in colpa e avrebbe fatto qualsiasi cosa per farmi felice, anche se avesse dovuto rinunciare alla sua felicità. 
Il mio cuore si strinse dolorosamente a questi pensieri, che tentai di scacciare scuotendo la testa. 
“Dove vuoi andare a mangiare?” 
La voce di Daichi mi riscosse, per la seconda volta quella sera, e risposi con una voce un po' incrinata. 
“Uhm… ti va di mangiare ramen?” 
“Va benissimo. Al solito posto?” 
“Direi di si...” mormorai, abbassando lo sguardo e continuando a camminare al suo fianco. 
Non dovevo piangere, anche se l'impulso era fortissimo, dovevo pensare a qualcosa di allegro. 
Senza accorgermene Daichi mi aveva superato e sia era voltato ad aspettarmi, sorridendomi dolcemente, la sua mano improvvisamente mi accarezzò gentilmente i capelli. 
Alzai lo sguardo di colpo, allacciandolo con il suo; aveva i lineamenti distorti dalla preoccupazione. 
Odiavo vederlo stare così male male per me; volevo cancellare quell'espressione dal suo viso all'istante, ma non riuscii a farlo. 
“Vedrai che andrà tutto bene… Non so quale sia il problema, ma odio vederti stare così… Se hai bisogno, sappi che sono qui per te, se mai avessi bisogno di sfogarti, io sarò qui per te...” 
A quelle parole non riuscii a trattenermi e scoppiai a piangere come un bambino. Daichi mi strinse velocemente in un abbraccio, ed io affondai il viso nel suo petto caldo e mi aggrappai alle sue spalle come ad un ancora che forse mi avrebbe salvato dall'affogare. Beh, Daichi poteva benissimo sia salvarmi che condannarmi a morte. Ero completamente alla sua mercé, dipendevo totalmente da lui, la mia felicità dipendeva totalmente da lui, e questa cosa mi spaventava e m rassicurava allo stesso tempo. 
Le mani di Daichi erano calde sulla mia schiena, ed io mi strinsi ancora di più a lui. Sarei potuto rimanere così per sempre. 
“Shhh… Va tutto bene...” 
Mi sussurrò gentilmente mentre continuava ad accarezzarmi la schiena. 
Piansi fino a che la testa non iniziò a pulsarmi e gli occhi a bruciare. Poi, lentamente, mi liberai dal suo caldo abbraccio ed alzai di nuovo lo sguardo verso i lui. Stava sorridendo gentilmente, e quel sorriso fece scorrere in me un'ondata di calore ed affetto immensa. 
“Stai meglio adesso?” mi chiese mentre asciugava con il pollice una lacrima che stava ancora scivolando giù dalla mia guancia destra, il suo tocco come lava sulla mia pelle. 
“S-si...” mormorai, cercando di sorridere, e probabilmente fallendo. “Grazie mille...” 
“Non c'è di che. Ricordati che io sarò sempre qua per te, non devi aver paura di venirmi a parlare. Io voglio aiutarti. So che è un periodo stressante per te, tra l'asilo, l'università ed il resto, quindi sfogarsi ogni tanto fa bene, e, beh, io sono qua apposta.” 
Quelle parole mi scaldarono il cuore e probabilmente anche le guance, perché Daichi iniziò a ridacchiare. Poi mi diede un buffetto sul naso e ricominciò a camminare. 
Mi porse la mano:“Allora, andiamo?” 
Sorrisi, e la afferrai. 

“Si” 

 


HINATA



"UN'ALTRA!!!” 

La luce che passava dalle finestre si stava indebolendo, segno che la giornata era giunta al termine, illuminando la palestra di una luce dorata. 

Il suono dei palloni che rimbalzavano a terra rompevano il silenzio. 
Il ragazzo si abbassò per raccogliere la palla, voltandosi lentamente, pronto a fare l'ennesimo servizio. 
Era alto, i capelli neri erano appiccicati alla fronte sudata; sembrava molto stanco, ma non dava segno di volersi fermare. 
Alzò la palla e la colpì con la mano, indirizzandola verso l'altro ragazzo più basso, che tentò di riceverla poiché la palla, rimbalzando sulle braccia, lo colpì direttamente in faccia. 
Il più piccolo cadde a terra e si portò una mano al naso che aveva iniziato a sanguinare dopo il colpo ricevuto. 
“Che cretino...” borbottò l'altro portandosi una mano alla fronte esasperato. Prese velocemente un fazzoletto dalla sua borsa e corse verso il rosso; gli si accovacciò davanti porgendoglielo. 
“Hinata” 

… 
“Hinata, svegliati! Siamo in ritardo! Per quanto ancora hai intenzione di dormire?” 
Mi voltai dall'altra parte con uno sbuffo, senza la minima intenzione di abbandonare quel posto caldo e confortevole; chiusi gli occhi tentando di ritornare al mio dannato sogno stroncato a metà, ma fu inutile; infatti nonostante la voce che mi stava chiamando si fosse fermata, percepii la presenza di qualcuno che si faceva strada sul mio letto ed infine un leggero tocco sulle labbra. 
Decisi di arrendermi e di aprire finalmente gli occhi. 
“Buongiorno Hinata” 
I suoi occhi color cioccolato mi fissavano allegri, i capelli biondi ancora umidi dalla doccia incorniciavano il suo viso illuminato da un sorriso gentile. 
Eccolo lì Jun, Jun Yamada, suo compagno di stanza al college e suo fidanzato da quasi tre mesi; non aveva nulla i comune con il ragazzo che aveva sognato poco prima, se non l'altezza, mentre la personalità era totalmente  differente: lui era il tipico ragazzo solare e simpatico che subito si circondava di ragazze e amici senza nemmeno accorgersene. 
Eravamo andati subito d'accordo dato che eravamo per alcuni aspetti simile e fra le altre cose avevamo avuto entrambi il cuore spezzato prima di arrivare all'università. 
E così dopo una serie di eventi avevamo deciso di fidanzarci con la scusa che magari in quel modo saremmo riusciti a dimenticarci di coloro che amavamo veramente. 
Tuttavia non ci ero ancora riuscito: anche se durante la giornata spesso riuscivo a non pensare a lui, durante la notte tornavano a farmi visita i soliti sogni. 
“Dai Hinata che siamo in ritardo!” 
“Va bene…” 
Con uno sbuffo mi alzai abbandonando il mio letto. 
Ormai mi ero abituato ad essere sempre in ritardo, quindi andai in bagno e mi cambia velocemente, indossando una semplice maglietta bianca e i pantaloni del giorno precedente. 
Presi la borsa che avevo stranamente preparato la sera prima e mi diressi verso la porta dove Jun mi stava aspettando. 
Mi alzai sulle punte per dargli un bacio a fior di labbra e aprii la porta. 
Appena fuori dalla stanza trovai Kenma che, appoggiato al muro, stava giocando come al solito alla sua PSP. 
“Ciao, Kenma” dissi passandogli un braccio attorno alle spalle 
“Ciao...” 
Alzò lo sguardo solo un istante per poi tornare a rivolgere tutta l'attenzione al suo gioco. 
“Allora ci vediamo dopo Hinata” disse Jun prima di voltarsi e incamminarsi     verso la sua classe. 
Dopo aver finito il liceo alla Karasuno, avevo deciso di andare all'università imperiale di Tokyo per studiare scienze dell'educazione, infatti il mio sogno era di diventare un buon allenatore per le squadre di pallavolo giovanili. Kenma stava studiando informatica mentre Jun ingegneria. 

Arrivati davanti alla caffetteria io e Kenma ci salutammo e ci dirigemmo ognuno nella propria classe. 

“Hinata siamo qui!” mi chiamò Yuki non appena entrai in classe; lei con Ken e Aki si erano seduti in fondo alla classe e mi avevano tenuto un posto; mentre mi avvicinai sentii che stavano discutendo. 
“...comunque Oikawa poteva evitare di entrare in campo se aveva ancora male al ginocchio” 
“Non è vero ha fatto del suo meglio, se non fosse stato per lui sarebbe andata molto peggio e poi gli avversari cinesi erano forti.” 
“Di che cosa state parlando?”chiesi 
“Dell'ultima partita della nazionale giovanile giapponese contro quella cinese, hanno perso di pochissimo” mi spiegò Yuki. 

Oh, giusto. Ieri c'era la partita di pallavolo. Me ne ero completamente dimenticato dato che ero uscito con Jun ed alcuni suoi amici... E poi stavo tentando di non pensarci troppo... 

“Ah, si... Ieri sera sono uscito quindi non ho potuto vederla...” Ammisi arrossendo leggermente. 
“Comunque Kageyama, quello nuovo,  non è affatto male. Ieri ha fatto delle alzate precisissime!” Ken era eccitato e non riusciva a stare fermo mentre parlava, simulando anche il movimento di un'alzata con le braccia. 
Già, Kageyama... 
“Ehi Hinata, non giocavi anche tu in una squadra di pallavolo al liceo?” 
“Si, anche se adesso però non ho più tempo farlo” risposi con un sospiro 
“Quindi hai magari conosciuto Kageyama, avete la stessa età...” 

“Prendete posto, la lezione sta per cominciare” 

L'entrata del  professore di matematica mi salvò dal rispondere alla domanda, non avevo voglia di pensare a Kageyama ora, mentre stavo tentando di dimenticarlo. 




Hi!
Siamo finalmente riuscite a finire di scrivere il primo capitolo di questa nostra prima ff (si, esatto siamo in due);
e ci divideremo i personaggi e le varie parti da scrivere.
Non sappiamo quanto sarà lunga, se mai finirà e non aspettatevi aggiornamenti frequenti ...
Comunque speriamo che questo capitolo vi abbia incuriosito!
Alla prossima, anche se non si sa bene quando XD
- Aki & Yuki

PS: probabilmente il secondo capitolo uscirà la settimana prossima solo perchè siamo ancora all'inizio.

Bye Bye 
~

 

 

 


 
   
 
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