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Autore: jarmione    18/06/2016    2 recensioni
Bonnie Barstow è sparita, sparita nel nulla e nessuno sembra stupirsene.
Michael non si dà pace e si è ormai rassegnato alla vita monotona e solitaria.
È scontroso e diffidente ma qualcosa...o meglio...qualcuno, riaccende in lui la speranza.
Ma le cose non saranno facili, perchè c'è gente che vuole vendicarsi e Michael avrà il suo bel da fare per restare vivo e proteggere chi ama.
INTRO VARIATA IL 20/06/2016
Genere: Azione, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Knight family '
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Appofitto a pubblicare oggi che il computer è miracolosamente tornato!!!
Per festeggiare assieme a voi vi posto questo nuovo capitolo, il 5 è già in lavorazione...muahahahah
 
 
“Pensi sia giusto Michael?” chiese Bonnie indietreggiando e toccando la parete.
Gli sguardi incrociati e il respiro irregolare, come il battito del cuore.
“Lo è” rispose semplicemente lui
“Ha senso?”
“Nulla ha senso” Michael si avvicinò a lei e allungò le braccia vicino al suo viso impedendole di muoversi “non ne posso più Bonnie”
Si erano sempre cercati ma mai si erano avvicinati.
Forse per paura, forse per stupidità, ma in quel momento non importava più nulla…erano solo loro due.
Lui sfiorò il viso di lei, che chiuse gli occhi.
Entrambi non avevano mai provato nulla di simile.
Lui aveva ormai la fama di Don Giovanni, tutte le donne cadevano ai suoi piedi, mentre lei era l’amante della meccanica.
Per lei l’unico di cui prendersi cura era KITT e i computer, la tecnologia era il suo mondo e tutto quello che Michael le faceva provare era nuovo.
Devon li aveva sempre appoggiati e sapeva bene di ciò che scorreva fra di loro.
“Ti fidi di me?”
“…Si…”
Lentamente, Michael, iniziò a baciarle il collo salendo sulle labbra mentre le mani scendevano attorno alla vita di Bonnie.
Anche se non andava fiero, aveva avuto abbastanza esperienze con le donne da sapere come attirarle.
Per un attimo Bonnie pensò che la prendesse in giro, ma sapeva bene che Michael non si era mai spinto oltre ad un semplice bacio con nessuna.
Si sentiva strana…si sentiva al sicuro.
“Michael…” sussurrò tremando
“Lasciati andare” la strinse a se e la baciò.
Dopo pochi minuti caddero sull’enorme letto della stanza Michael.
 
*****************
 
Il signor Jones non diede molte spiegazioni, li congedò affidando Amelia a Michael.
Gira e rigira il direttore era stato molto chiaro, tra lui e le bambina c’era un grado di parentela e Michael aveva ben capito quale.
In effetti gli occhi erano i suoi mentre il resto era, praticamente, tutto di Bonnie.
“La valigia della signorina Amelia è vicino alla sua macchina signor Knight” disse Hank, senza essere ascoltato.
Amelia lo salutò al volo e corse dietro a Michael.
Michael uscì al volo dall’istituto arrivando a KITT ed inciampando esattamente sulla valigia di Amelia, che prese e la mise sui sedili posteriori.
Amelia lo seguiva affannata, lui era adulto e con passi più grandi dei suoi.
Entrò in macchina “Chiama Devon…subito” disse senza cercare di nascondere tutto il suo rancore.
KITT eseguì e poco dopo sullo schermo apparve l’immagine di Devon.
“Michael! Sono due giorni che non ti fai sentire, sei arrivato? È andato bene il viaggio?”
“Perché non me lo hai detto?” disse tagliente Michael.
Devon gli doveva parecchie spiegazioni.
Era tutto così confuso, tutto troppo surreale per essere vero.
“Direi che sei arrivato” cercò di sdrammatizzare, ma ricevette solo un occhiataccia da parte di Michael.
Devon sospirò “Vedi Michael…” quando Devon iniziava un discorso così, non sarebbe mai arrivato al dunque e avrebbe tergiversato in tutti i modi.
Ma Michael non aveva voglia di sentire giri di parole.
“PERCHE’ NON ME LO HAI DETTO?!” sbottò furioso, ignorando che la bambina era fuori dalla macchina e che attendeva ordini su cosa fare.
“Perché non potevo” rispose Devon con aria abbattuta.
Si aspettava che Michael reagisse male, ma non in quel modo.
“Perché?”
“E’ stata Bonnie a volerlo”
Si sentì ancora più tradito e usato di prima.
Lui aveva amato così tanto Bonnie e lei gli aveva fatto questo, gli aveva tenuto nascosta una bambina.
Non si fidava di lui? Allora perché si era lasciata andare? Perché si era concessa a lui se poi non voleva che fosse il padre di sua figlia?
Il tutto andava oltre i pensieri di Michael.
Non disse altro e chiuse la comunicazione, tirando infine un pugno sul cruscotto di KITT.
“Sfogare la tua rabbia così non servirà”
“Tu stai zitto!” disse “tu sapevi tutto e non hai mai detto nulla, sei come Devon, quindi evita di parlare o finirai peggio di quanto immagini” non ci fu risposta.
Fece dei profondi respiri ma non servirono a molto, era sempre più furioso.
Guardò Amelia, che stava ancora aspettando
“Vieni, entra” disse cercando di apparire calmo e dolce, non poteva prendersela con una bambina innocente.
Amelia non centrava nulla.
La bambina entrò, si sedette e agganciò la cintura.
“Wow…che macchina stupenda”
“Si lo è” rispose Michael evitando qualsiasi altro tipo di commento poco rispettoso.
“Quante luci, chissà a quanto viaggia”
“Viaggia più di quanto immagini e anche fin troppo”
“E’ davvero sua?”
Li sì che poteva rispondere come voleva.
“No” disse “è della Fondazione dove lavoro e dove adesso siamo diretti” sapeva che così KITT si sarebbe offeso, ma in quel momento non gli importava.
Loro gli avevano fatto del male e lui avrebbe risposto, anche se tutto ciò significava abbassarsi al loro livello.
“Anche la mia mamma lavorava lì…così mi ha detto”
Michael tremò
“E…adesso?”
“La mia mamma si trova al Hugo Hospital”
Michael tremò ancora…era l’ospedale per malati terminali.
Sparita…sparita per quasi undici anni per poi venire a scoprire che era malata terminale.
Avrebbe voluto urlare.
“Mi dispiace”
“Lei è…è davvero il mio unico parente?” chiese la bambina, riferita a ciò che il direttore aveva annunciato nel suo ufficio.
Cosa poteva risponderle?
Come poteva dirle di sì se anche lui faticava a capirlo? Non poteva neanche dirle di no, però.
Era in un mare di guai.
Sospirò e mise in moto partendo.
Non ottenendo risposta, Amelia si rassegnò e rimase muta.
Sarebbe stato un viaggio di ritorno più lungo dell’andata.
Passò un quarto d’ora poi, dopo che la noia era diventata insopportabile quanto il silenzio, Amelia si mise più dritta e iniziò ad osservare KITT in ogni dettaglio.
Per un attimo, Michael, si aspettò che iniziasse a toccare tutti i bottoni e invece si stupì nel vedere che osservava silenziosamente e…pensava.
Pensava come se stesse cercando di capire le componentistiche della macchina.
Gli sguardi erano uguali a quelli di Bonnie, esattamente gli stessi di quando studiava KITT per ripararlo.
“La luce del…” lesse attentamente “dell’espulsore del suo sedile è difettata” disse Amelia
Michael gli diede un occhiata “La farò controllare appena arriviamo alla fondazione” ecco perché KITT ogni tanto lo sputava fuori senza motivo.
“Non c’è bisogno lo faccio io” e allungò una mano verso il pulsante
“Ehi ferma aspetta…” ma non fece in tempo a finire la frase che Amelia aveva sistemato il problema in men che non si dica, mostrando infine un piccolo sassolino “ma come…?”
“Questo lo bloccava e faceva contatto” disse lei semplicemente “a giudicare da quello che leggo sul bottone, lei rischiava di essere espulso dalla macchina giusto?”
Michael si limitò ad un sorriso.
KITT aveva già provveduto ad espellerlo fuori e tutto per colpa di un sassolino che nemmeno i meccanici erano riusciti a trovare.
Sicuramente era un sassolino del deserto dove si allenava con KITT.
“Giusto”
“Ha altre funzioni?”
“Molte, ma le scoprirai pian piano”
“Sì” sorrise la piccola rimettendosi composta “comunque le prometto che non tocco più niente”
“Facciamo così, io ti permetto di toccare quando vuoi solo se mi dai del tu”
“Va bene” accettò lei felice
“Io sono Michael” disse allungando la mano verso di lei, anche se Amelia sapeva bene il suo nome era giusto ripresentarsi nella maniera più corretta e rispettosa.
Lei rise “Amelia Jane Knight”
Michael impallidì…Bonnie le aveva dato il suo cognome.
Le mani tremarono sul volante e Michael pregò che KITT non facesse niente
“Ma preferisco Amy” concluse la bambina.
“Ed Amy sia” rispose Michael cercando di apparire normale.
Poco dopo si sentirono alcuni strani BIP da parte di KITT.
“KITT, che succede?”
“E’ Devon, ti sta chiamando da dieci minuti ma tu mi hai detto di stare zitto”
Michael avrebbe voluto ucciderlo, ma era più facile a dirsi che a farsi.
“Disattiva la linea” e così fu.
Amy aveva la bocca spalancata e gli occhi illuminati.
“La macchina ha parlato!”
“Sa fare anche questo” disse come se niente fosse
“Mamma me lo aveva detto che aveva una macchina che parlava, ma io non ci credevo”
“Tua madre ti ha spiegato tante cose immagino”
“Non molto” disse la bambina abbassando lo sguardo “mi ha detto che lavorava in questa fondazione, con una macchina parlante e che ad un certo punto ha dovuto andare via”
-E senza preavviso…senza un biglietto…o un bacio- pensò Michael
Bonnie era stata molto riservata anche con Amy e forse era un bene; meno la bambina sapeva meglio era.
“E non mi ha mai detto…niente di…di te”
“Beh Amy, vedi…” e adesso? “Non c’è molto da dire su di me” non c’era assolutamente niente da dire.
Amy capì che Michael non le avrebbe dato tutte le risposte così facilmente, cambiò discorso “Come…come hai chiamato questa macchina?”
“Perché me lo chiedi?”
“Perché tutti danno in segreto un nome alla propria macchina” disse Amy alzando le spalle “Hank chiamava il suo taglia erba Herbie”
“Si chiama Knight Industrial Two Thousand”
“Cosa?”
Michael rise “Chiamalo semplicemente KITT”
“KITT…mi piace! Già ti adoro KITT” non ottenne risposta “KITT?”
“Lascia stare Amy, non penso che ti risponderà…per ora”
“Perché?”
-Perché ci ho litigato e gli ho detto di non rispondere, altrimenti lo frantumavo- pensò con un sospiro “Perché…ti sta studiando, prima impara a capirti e poi ti risponde”
Che altro poteva dirle?
Il viaggio proseguì.
 
*************
 
“Forza, signora Barstow, manca poco”
Bonnie respirò a fondo e chiuse gli occhi.
Non stava bene, andava tutto male e avrebbe preferito morire piuttosto che continuare.
Pensò a Michael, lo voleva con lei e voleva poterlo stringere.
-Oh Michael- pensò fra se e se –dove sei? Aiutami, Michael-
Ma lui non appariva…e come poteva?
Non sapeva nulla di dove lei fosse, della bambina che stava dando alla luce…di quello che provava.
-Ti volevo con me…dovevi esserci…è colpa mia…non ci rivedremo più-
“Ancora un po’ signora Barstow”
Bonnie gridò e poco dopo lo udì…udì il pianto della sua bambina…sua e di Michael.
Amelia Jane Knight
  
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