Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Vavvola    16/04/2009    1 recensioni
Introduzione modificata. E' vietato usare codici html oltre quelli presenti nel regolamento. Inoltre non é permesso usare il doppio tag br.
Rinoa81, assistente amministratrice.

Quando l'amore diventa un gioco pericoloso...sei abbastanza coraggioso per andare avanti?
Prefazione
Tum tum tum…ovunque andassi, ero sempre accompagnata dal battito frenetico del mio cuore. Tum tum tum… eppure di missioni ne avevo già fatte tante! Ero sempre agitata quando mi arrivava il fax dal capo con sopra scritta l’impresa da compire. Ormai dovevo esserci abituata! Forse era perché in gioco non c’era solo la mia vita, ma quella della persona alla quale tenevo più in assoluto. Avrei fatto di tutto per proteggerla. Non m’importava della fine del mondo; della criminalità spaventosamente alle stelle; non m’importava di niente. L’importante era proteggere il mio amato da qualsiasi male. Ecco la mia missione. Una missione fallita fin dal principio...
Genere: Romantico, Azione, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Premetto che in questo capitolo saranno presenti eventi che potrebbero infastidire qualcuno...



Kelly



Avevo passato tre settimane di inferno lontano da lui e, giuro avrei voluto dirgliene di tutti i colori. E invece…sono stata solo capace di baciarlo e abbracciarlo. Quando mi è venuto a prendere per portarmi a cena mi ero preparata un discorso bellissimo che, come prevedibile, solo alla sua vista mi si cancellò dalla testa definitivamente. Lui era capace di farmi dimenticare perfino come mi chiamassi. Stavo ferma impalata. Lo guardavo come per cercare in lui qualche cambiamento. Lui faceva lo stesso. Il desiderio di saltargli addosso e di baciarlo era veramente forte. Eppure riuscii a controllarmi. Bhe…controllarmi è una parola grossa. Diciamo che molto probabilmente si vedeva da lontano un chilometro che morivo dal desiderio di “salutarlo come si deve”. Però non l’ ho fatto. Rettifica…non l’ hai fatto fino a quando lui non ti ha salutata.
Quando aveva aperto la bocca per salutarmi il mio cervello si scollegò completamente. Gli andai incontro facendo scontrare violentemente i nostri corpi.
Mi appiccicai a lui peggio di una ventosa. Lo avevo sentito ridere divertito, non mi importava. Mi baciava dolcemente i capelli accarezzandomi la schiena.
Ci mancavano soltanto un paio di lacrime e lo avevo appena fatto tornare dalla guerra. Insomma..era stato via per lavoro. Eppure avevo avuto in continuazione l’impressione che ci fosse qualcosa che non andava. Sentivo che la sua vita era in pericolo e non capivo il perché. Ero arrivata a una crisi isterica.
Pensavo di essere diventata pazza. Una notte me lo immaginai addirittura. Stava vegliando su di. Ero quasi sicura che fosse veramente li, ma molto probabilmente era uno scherzo della mia immaginazione.
Mangiammo quasi silenziosamente come se la lontananza ci avesse privati della parola. Avevo provato a chiedergli qualcosa del viaggio, ma tutte le volte che si toccava argomento lui cambiava subito discorso. Ero in imbarazzo. Non sapevo di che parlare. Meno male lui mi diede una mano. cominciò a farmi mille domande diverse alle quali rispondevo senza problemi e grazie alle quali riuscii a rilassarmi e a godermi la serata.
“ a proposito…come sta Chris?”
“ uhm… sta bene. oh almeno credo.” Mi misi in bocca un altro boccone di cibo e assaporai per bene il sapore dolce del cioccolato. Lo sentii ridere chino sulla sua coppa di gelato.
“ troppo impegnata a trovare qualcuno che mi rimpiazzasse?”
“ ci stavo facendo un pensierino.” Ci trovammo tutti e due a ridere. Forse sarà stato il vino, ma mi sentivo particolarmente leggera, libera. Si forse avevamo alzato un po’ troppo il gomito. Mi portai alle labbra il mio bicchiere mezzo vuoto e sorseggiai dell’ottimo vino rosso.
Finito di cenare decidemmo di fare due passi. Era mezzanotte, ma nonostante tutto la città era completamente illuminata.
“ è bella la città di notte” aveva osservato non staccandomi gli occhi di dosso.
“già…è ancora meglio che di giorno”
“come mai?”
" la notte copre tutte le cose brutte non credi?"
“non sono del tutto d’accordo”
“ognuno la propria opinione” dissi facendo spallucce.
“non credi che potrebbe anche nascondere le cose belle?”
“no…le cose belle risplendono” la sua faccia era un punto interrogativo “ad esempio… la luna ci permette di vedere tutto quanto sotto una luce argentata; vediamo le stelle in cielo che colorano l’acqua dei fiumi, dei mari; i lampioni illuminano le strade evidenziando soltanto cose belle…insomma tutto ciò che è bello viene valorizzato e scampa dall’oscurità della notte.”
Si fermò proprio sotto a un lampione facendomi segno di avvicinarmi a lui.
“ se è come dici tu, allora tu dovresti essere costantemente illuminata.” Incatenò i suoi occhi nei miei sporgendosi verso di me per baciarmi.
Appoggiai lievemente le labbra sulle sue che schiuse immediatamente. In un baleno potei sentire il suo sapore dolciastro. Cominciai a baciarlo avidamente.
Quanto mi sei mancato… non riuscivo a bloccare i miei pensieri che cominciarono a vagare di lui. Desiderai sentirlo ancora più vicino di quanto lo fosse in quel momento.
A malincuore smisi di baciarlo e continuammo a camminare parlando del più e del meno.
Arrivati sotto casa mia si fece improvvisamente muto. Frugai nella borsa alla ricerca delle chiavi di casa. Non riuscivo a capire il motivo del suo improvviso silenzio. Stranamente mi trovai nuovamente in imbarazzo. Forse non voleva lasciarmi andare per paura di perdermi. Chissà magari non ci saremmo più visti. Voleva che sarei rimasta con lui per un lungo arco di tempo, al suo fianco. Come farebbe una brava fidanzata. Magari voleva avermi tra le sue lenzuola ogni notte. Vestita o no, non aveva importanza l’importante è che fossi con lui. Mi vedevo bene nel grande letto dalla spalliera di legno e i muri della stanza d’orati. Deficiente è quello che vuoi te! Mi scappò una smorfia chiedendomi perché non potessi leggergli la mente. Lui stava lì impalato davanti a me che mi fissava senza dire niente. Finalmente trovai le chiavi di casa e le inserii nella fessura della serratura. Mi avvicinai a lui che era rimasto indietro come se ci fosse un confine che non potesse superare. Gli portai le braccia al collo passandogli le dita tra i capelli. Lo baciai. Gli dessi un bacio sulle labbra, piccolo, breve, i miei occhi nei suoi occhi. Con le mani ben salde ma delicate, continuava a tenermi per le guance, e rispose al mio bacio. Senza fretta, all’inizio, con dolcezza e poi sempre più irruente, passionale. La sua lingua ritrovava la mia, e il suo sapore tornava ad essere il mio sapore. Era dolce, dolcissimo, uguale al miele. Si staccò per riprendere fiato e per guardarmi. Trovava i miei occhi morbidi, caldi, e senza attendere un secondo, riprese a baciarmi il viso.
Le labbra mi baciavano febbrili desiderose di me. Mi abbandonai completamente a lui come da mio solito. Cominciai a sentire le gambe pesanti e, se non fosse per lui, sarei caduta a terra sicuramente. Con un braccio intorno alla vita mi teneva in piedi, mentre l’altra mano era sul mio viso che mi accarezzava senza fermarsi un attimo. Lentamente si staccò dalla mia bocca e mi baciò il collo. Respirai avidamente l’aria che mi era mancata.
“sei stupenda” mi disse mordicchiandomi leggermente il lobo dell’orecchio. Mi scappo un gemito dalla bocca che lo fece ridere.
“ Kelly…Kelly…Kelly” disse rimproverandomi bonariamente. “dovresti cercare di trattenerti…”
Adesso ero completamente rossa di vergogna. Sei fortunata che non ti sta guardando in faccia! Mi fece sedere sul muretto della siepe e riprese a giocare con le mie labbra. Non l’avevo mai sentito così. Sembrava…assatanato e mi eccitava terribilmente. Mi avvinghiai a lui. Niente e nessuno sarebbe riuscito a staccarmi in quel momento. Cerca di far funzionare il cervello. Dove aveva detto Chris che andava questa sera? Con lui che mi baciava facendomi perdere la testa era impossibile ragionare. Considerala da questo punto di vista: prima di concentri e prima potrai spogliarlo. Cercai di focalizzare la mia amica mentre usciva di casa.
“dove vai?”
“da Jared. Perché?”
“così…hai intenzione di rimanere la?”
“cos’ hai in mente Kelly?”
“ tu rispondi alla mia domanda e poi te lo dico”
“devi vedere James. Vero?”
“ okay va bene! devo vedere James!”
“alleluia! Un po’ di sano sesso di farebbe bene! troppa astinenza ti far diventare acida”
“non è vero brutta isterica!”
“appunto…comunque sto via questa sera. La casa è tutta tua!”
Perfetto…chiusi gli occhi cercando di formulare dentro di me il modo migliore per chiedergli di portarmi a letto. “Se vuoi Chris è via”…no fa pena! “Chris è andata a fare del sano e buon vecchio sesso. Ti va se la imitiamo?” Ma per favore! Intanto era risceso e torturarmi il collo e tutta quanta la mascella. Proviamo eliminando Chris… “se vuoi la casa è libera…”…sembra che ti deve violentare…se vuoi…come se io non volessi! Proviamo con un classico “ti va di salire?” no! Non mi piace. Non pensavo fosse così difficile!
Sentii James bisbigliare qualcosa di incomprensibile sulla mia pelle. Mi attirò a se facendomi aderire sul suo bacino.
“ ti va di accompagnarmi di sopra?” gli chiesi con una voce talmente mielosa che neppure io sarei riuscita a resistergli.
“ magari un sopraluogo veloce” mi disse con le labbra ancora sopra le mie. Sorrisi divertita quando mi prese in braccio senza staccare più le labbra dalle mie. Era un bene che mi trovavo tra le sue braccia se no, non sarei riuscita a fare nemmeno un passo. Mi baciò per tutto il tempo che l’ascensore ci mise per raggiungere l’ultimo piano, dove stava il mio appartamento. Mi appoggiò per terra solamente quando dovetti prendere le chiavi per aprire la porta di casa.
Mi cingeva i fianchi con le mani, senza permettermi di scostarmi da lui più di tanto. Percepivo chiaramente la sua erezione sulla schiena e le sue labbra sul mio collo. Riuscire ad aprire la porta con la mano che tremava era veramente un’impresa.
“ Chris?” mi chiese stringendomi maggiormente a se.
“è fuori…”riuscii a dire tra un sussurro e l’altro. Finalmente riuscii ad aprire la porta. Lo presi per mano e lo trascinai con me dentro recuperando tutta la forza che avessi in corpo per sostenermi in piedi. Mi riprese in braccio chiudendo, forse con un piede, la porta di casa. Mi portò in camera da letto e mi fece stendere sovrastandomi col suo corpo. Gli presi il viso tra le mani e lo baciai ripetutamente. Volevo sentirlo. Sentire le sue mani pesanti su di me.
Sentire il calore della pelle nuda. Mi inarcai sotto il suo tocco come fossi una gatta in cerca di coccole. Adesso non ti metterai mica a miagolare eh?…mi auto-rimproverai nella mia testa.
Lo adoravo e non era una novità. Mi accarezzò tutta. Nonostante il buio riuscivo a vedere la sua smorfia di disgusto verso i vestiti che indossavo.
Non che fossero brutti, ma sicuramente avrebbe preferito accarezzare la mia pelle anziché quella stoffa leggera. Con una lentezza sadica ed a tratti esasperante si tolse i vestiti. Era il mio dio greco venuto sulla terra soltanto per me. gli passai le dita lungo la linea del suo petto per poi passare agli addominali scolpiti sul ventre. Pensavo che uomini così esistessero soltanto nelle riviste di moda, e invece, eccolo davanti ai miei occhi. Tutto per me. Mi sfilò i jeans con calma sicuramente studiata, passando poi, alla mia camicetta. Lo fece con disinvoltura come se non avesse fatto altro che quello in tutta la sua vita, continuando a fissarmi negli occhi. Io ormai dipendevo completamente da lui. Adoravo i suoi occhi azzurro brillanti di gioia e desiderio. Se avessi potuto, avrei voluto guardarli per sempre, sperando che sarebbero brillati in eterno solo e soltanto per me. Mi sentii egoista, ma no m’importava. Ero io quella che lo stava fissando.
Ero io quella che si trovava mezza nuda sotto di lui. Io, io soltanto. Potevo permettermelo qualche pensiero cattivo no? Quando i bottoni finirono mi aprì la camicetta senza sfilarmela. Mi osservò attento. Sentii passare il suo sguardo sulle mie cosce, salire lungo la curva dei miei fianchi, rifermarsi sulla mia pancia chiara, il mio stomaco, il mio seno, ancora coperto dal reggiseno nero. Le sue mani furono sulla mia pelle che mi accarezzavano brucianti. Il suo tocco leggero sembrava avesse paura di ferirmi in qualche modo. Tremavo. Non me ne ero nemmeno resa conto, ma stavo tremando. Avevo bisogno di lui. Un bisogno incondizionato delle sue carezze, di suoi baci, di tutto quanto appartenesse a lui.
Si allontanò da me in modo che io lo seguissi cercando di far rimanere le nostre labbra il più possibile attaccate e ne approfittò per sfilarmi del tutto la camicetta e tirarmi via il reggiseno. Mi appoggiò le mani sulla vita e mi portò con la testa sopra al cuscino.
Si avvicinò di nuovo al mio orecchio… adoro questa cosa… sentire le sue parole così vicine, sentire il profumo del suo respiro e accarezzargli il viso mentre mi parla, con la sua voce morbida e soave.
“ lo sai vero piccola che mi fai impazzire? Sei stupenda”.
Lo strinsi forte a me e lui mi strinse forte a se, baciandomi il collo.
Facevo fatica a respirare. Mi mancava terribilmente l’aria. Gli presi il viso con entrambe le mani e lo baciai facendogli capire quanto lo desiderassi e quanto volessi essere sua. James ne approfittò accarezzandomi scoprendomi terribilmente bagnata, eccitata, pronta ad accoglierlo.
Cercai di nascondere il tremore delle mie mani e scesi per abbassargli i boxer. Il suo membro sembrava gonfiarsi sempre di più sotto il mio sguardo.
 Era completamente dritto. La punta lucida e gonfia, color rosa acceso. Gli tornai a prendere il viso tra le mani mentre con la mano continuava ad accarezzarmi facendomi sospirare, ad occhi chiusi con lui. Ci baciammo a lungo con tutta la passione che avevamo in corpo.
Gemetti quando lo sentii finalmente rovente e pulsante dentro di me.
Cominciò a muoversi lentamente mentre gli tenevo il viso tra le mani e glielo riempivo di teneri baci. Mi accarezzava il seno aumentando il mio piacere che presto cominciò a crescere sempre di più. Avevo la mente libera da qualsiasi pensiero. Mi stavo lasciando guidare dalle emozioni e le voglie che sentivo crescere in me. Le sue mani sui miei seni mi stringevano delicatamente. Scostò una mano dal mio seno e la intrecciò con la mia portandola sopra al cuscino. Portò l’altra mano sul mio viso, aumentando la velocità dei suoi movimenti. Sentivo il suo pene entrare e uscire e ben presto cominciai a muovermi compensando i suoi movimenti. Le nostre mani intrecciate si stringevano come per dirci “ci sono, sento tutto questo anche io”.
I nostri corpi sembravano combaciare perfettamente come se destinati a quello. Le sentii venire dentro di me e dopo qualche minuto fui invasa completamente da un piacere immenso che mi lasciò boccheggiante. L’aria era piena del suo odore forte di uomo mischiato alla fragranza che era sempre impressa sul tappeto della mia camera. Stanco e sudato uscì come me senza fiato. Mi baciò tutto quanto il corpo ancora tremante e scosso, prima di sdraiarsi al mio fianco e di tirarmi su di se, facendomi appoggiare la testa sul suo ampio petto scolpito. Con un braccio mi circondava la vita accarezzandomi il fianco e, qualche volta, posando la mano sui miei glutei. Una gamba tra le mie, la mano libera stringeva la mia mano appoggiata sul suo petto. Era tutto sudato, ma non mi dava fastidio. Mi baciò sulla fronte per poi cullarmi come fossi una bambina piccola. Il mio respiro si fece pian paino sempre più pesante. Sentivo la stanchezza invadermi tutta quanta. Mi rilassai sopra di lui e mi abbandonai al piacere del sonno che mi stava accogliendo facendomi perdere coscienza di me stessa.
“ notte bimba” sentii la sua voce lontana e le sue labbra baciarmi nuovamente la testa. Non avevo la forza per rispondere a quei suoi baci affettuosi, talmente protettivi. Avrei voluto auguragli anche io una buona notte e tanti bei sogni d’oro, ma fu più forte di me. Non volevo addormentarmi.
Volevo starmene tutta quanta le notte a guardare il mio angelo dormire. Contro la mia volontà mi addormentai sperando che la notte se ne andasse velocemente e che sarebbe arrivato presto il mattino.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Vavvola