Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Midnight Writer    19/06/2016    1 recensioni
“Tu non sai quante cose ho fatto solo grazie a te. Tu non sai per quanto tempo ti ho amato in silenzio, beandomi di ogni tua parola e di ogni tuo atteggiamento, tentando però di reprimere questa sensazione in ogni maniera. E stavo sempre in silenzio e coglievo al volo ogni occasione buona per soddisfare la mia bellissima e tremenda assuefazione a te. Ogni tuo respiro e ogni tuo tocco erano come un alito di vita nuova per me. Tu... Tu sei la mia seconda possibilità. Sei la mia possibilità di redimermi e di scrollarmi di dosso questa tristezza opprimente. Sei la mia opportunità di credere ancora che la vita sia bella. Sei così tante cose che non posso nemmeno dirle a parole perché le sminuirei. Sminuirei ciò che tu mi fai sentire. Sei così importante e nemmeno te ne rendi conto. Sei tutto per me e pensi che nella mia vita ci possa essere spazio per amare qualcun altro come amo te. Sei davvero così cieco, Armin?”
[serie di appartenenza: "Alice's story"]
[prequel: "Hero"]
{Capitoli 7 e 8 in fase di riscrittura}
Genere: Angst, Comico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Armin Arlart, Nuovo personaggio, Rivaille, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Alice's story'
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Liar.


Era arrivato il giorno dopo il mio compleanno... O meglio, il pomeriggio: la notte prima era stata davvero molto... impegnativa, quindi mi svegliai alle due del pomeriggio. Trovai accanto a me Armin ormai perfettamente vestito, sdraiato accanto a me sopra le coperte, mentre mi guardava sorridendo dolcemente. 
Aprii appena gli occhi e subito mi sovvenne un piccolo e timido sorriso: i ricordi della notte prima erano poi così belli da richiamare alla memoria che non mi arrabbiai nemmeno iper l'ora tarda, anzi mi avvicinai di più al mio fidanzato e mugugnai con un tono dolce, che a sento sentii appartenermi, un
“Buongiorno...” 
Al che il suo sorriso si allargò e, dopo avermi dato un bacio sulla fronte, rispose
“Buongiorno a te, Alice; finalmente ti sei svegliata.” 
In seguito mi disse che sarebbe andato a prendermi qualcosa da mangiare (sapeva che detestavo mangiare con i miei familiari e lo evitavo quanto più possibile), quindi si richiuse la porta alle spalle dandomi la possibilità di vestirmi. Ero davvero troppo pigra per scegliere qualcosa, quindi semplicemente aprii il cassetto dove tenevo la roba dei miei genitori che avevo conservato e misi una maglietta azzurra una volta appartenuta a mio padre. Ad un tratto sentii vibrare il mio telefono; quando vidi il display rimasi un tantino perplessa: avevo come un brutto presentimento, ma pensai che sicuramente mi sbagliavo 
“Ohi Will buongiorno” dissi per poi sbadigliare, con la voce ancora impastata di sonno 
“Non fingere di essere appena sveglia.” Mi rispose con voce estremamente dura
“Ma veramente lo sono. Capita anche a me di svegliarmi tardi.”
“Davvero? O forse ti sei addormentata mentre il tuo ragazzetto faceva il lavoro sporco per te?”
“Ma... Will che intendi scusa?” 
“Chiedilo al tuo fidanzato.” E finì con disprezzo la telefonata. 
Io rimasi con il cellulare in mano per almeno trenta secondi, finché Armin non aprì la porta della mia camera portando su un vassoio una ciambella al cioccolato e un cappuccino che aveva maldestramente provato a decorare scrivendoci sopra ‘Ti amo'. 
Avrei voluto chiedergli subito cosa fosse successo, ma prima decisi di ricompensarlo con un bacio.
“Ah Alice, ti sentivo parlare mentre salivo le scale,P ma non ho capito cosa dicessi... Era il prof al telefono? Ti prego dimmi di no.” Mi chiese sconcertato
“Ma perché anche se fosse? Cos'hai contro Levi poverino? Capisco che è un po' scorbutico ma non è cattivo... E poi è il mio amico più caro.” Risi 
“Sì, ma il fatto che il tuo amico più caro sia il mio professore è sconcertante quasi quanto sentirlo imprecare...” Rise anche lui con me, per poi chiedermi nuovamente chi fosse, al che mi rabbuiai
“Era Will, ed era molto strano e arrabbiato con me, non che me ne importi, ma ciò che mi ha turbata è che mi ha detto di chiedere a te perché era arrabbiato... Cosa è successo?”
“Sai Alice...” Mi rispose con tono estremamente serio “non credo che dovresti più frequentare quella persona.” Non percepii un filo di rabbia o gelosia nella sua voce, anzi mi sembrava addirittura dispiaciuto... Vedere il suo viso e sentire il tomo della sua voce mi impedì di provare qualsivoglia sentore di rabbia nei suoi confronti
“Ma perché cosa è successo?” Chiesi preoccupata, e lui cominciò a raccontarmi... Mi raccontò che si erano incontrati mentre io dormivo, di come aveva mancato di rispetto a me e ai miei genitori, mi raccontò di come aveva intenzione semplicemente di usarmi, o meglio usare il mio corpo, e di come aveva trattato Armin, e di come avesse tentato di fare false insinuazioni su di me. Rimasi estremamente delusa e amareggiata: Will era una delle uniche tre persone delle quali mi fidavo ciecamente, e che mai avrei pensato capace di tradurmi; speravo di aver trovato in lui un'altra eccezione al mondo che mi attorniava, ma anche lui invece era come tutti gli altri: era stato davvero falso con lei, e si era pure permesso di parlar male dei suoi genitori. Mi resi conto che ciò che mi faceva più male non era proprio l'azione che aveva compiuto, bensì il fatto che fosse stato proprio lui a compierla, e questo proprio non mi andava giù: io avevo davvero tante difficoltà relazionali, quindi la mia fiducia era un dono veramente molto prezioso, e vederlo calpestato così mi faceva sentire come se non valessi nulla: aveva sul serio così poco valore la mia persona da poter essere usata come un giocattolo, è difettoso per giunta? 
Decisi che, poiché provavo rancori verso William (non avrei più usato abbreviazioni per chiamarlo) anche per motivi che c'entravano con Armin, fosse meglio se a sorbirsi i miei sfoghi fosse un'altra persona, che in quel momento stava a miglia e miglia di distanza. Subito presi il computer ed effettuai una chiamata Skype 
“Levi.” Dissi non appena mi rispose. Evidente lui notò che c'era qualcosa che non andava, infatti mi chiese subito cosa ci fosse che non andava, e io gli raccontai tutto. Mi diede una risposta che mai mi sarei aspettata da lui; non perché pensassi che non mi avrebbe consolato, bensì perché non mi aveva mai parlato in quel modo
“Fottitene.” Mi disse subito e con tono più serio che mai "so che è molto difficile e che crederai che ti stia dicendo frasi fatte, ma credo che ormai tu sappia che non sono il tipo che fa queste stronzate tanto per dare il contentino. Ascoltami bene: sè quella feccia ha deciso di calpestare una persona preziosa come sei tu, significa che non ti meritava, non ti merita e non ti meriterà mai; e tu non hai bisogno di avere accanto persone che non ti meritano. So cosa stai provando, nella tua vita purtroppo mai nessuno è rimasto davvero molto a lungo, quindi tu vuoi persone che ti stiano accanto, sì, ma più che altro vuoi persone che ti restino a canto, e posso dirti che una persona preziosa quasi quanto te la hai accanto ogni singolo giorno, e forse non te ne accorgi nemmeno, ma io che quella persona la conosco da più tempo di te posso confermartelo: quella persona è il tuo ragazzo; e se all'inizio ti è sembrato che io non vi approvassi è stato solo perché per me tu sei come una piccola e fragile sorella minore che va protetta da ogni male del mondo, quindi all'inizio avevo paura che saresti rimasta ferita di nuovo. E poi sì, un'altra persona che c'è e ti resterà accanto sono io. Stavolta non sono riuscito a proteggerti, ma giuro che faccio e continuerò a fare tutto il possibile. Quindi Alice, fottitene di quel coglione: hai accanto due persone che, anche se in modi molto diversi, ti amano con tutte loro stesse e darebbero la vita per proteggerti. Sii felice per questo.” Poi fece una pausa di qualche secondo prima di tornare al tono abituale “spero che tu mi abbia ascoltato, ragazzina, perché non ho la minima intenzione di ripetermi.” 
Rimasi per un attimo interdetta, nel frattempo Armin si spostò nel raggio di ripresa della webcam e disse
“Prof, la ringrazio davvero della sua fiducia, e so che lo farà anche lei. Le sono molto grato per tutto il sostegno che le dà.”
Levi non rispose, ma vidi un lampo di gratitudine e timida soddisfazione nei suoi occhi. A quel punto lacrime di commozione iniziarono a pungermi gli occhi
“Grazie Levi... Ti voglio bene, davvero. E grazie anche a te Armin, ti amo tanto. Grazie ad entrambi... Almeno voi restate per sempre, per favore.” 
Entrambi annuirono, a quel punto piansi sul serio di gioiosa commozione, perché di loro mi fidavo, e sapevo che sarebbero davvero rimasti per sempre. Ed era tutto ciò di cui avevo bisogno. 


Α Spazio Autrice Ω
Inizio col dire che questo capitolo avrebbe dovuto essere molto diverso, ma alla fine ho deciso di sfruttarlo come sfogo personale per una cosa successami ieri. Sinceramente avrei molto da raccontare ma credo che della mia vita personale non freghi a nessuno (anche perché se no sarei una blogger, non una scrittrice XD), quindi niente, ringrazio sempre tutti quelli che mi sostengono, e soprattutto il mio Saru che ha penato per mesi per avere questo capitolo XD
Spero che continuerete a seguirmi, e spero che mi lasciate un commentino. Tanto love per tutti. <3
   
 
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