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Autore: Tefnuth    19/06/2016    1 recensioni
Sequel di Weird.
Dopo aver sconfitto la minaccia creata dal loro stesso padre, e dopo aver scoperto la reale natura dei loro potrei, Georg e Gustav credevano di poter ritornare ad una "normalissima" vita al B.P.R.D. con i loro fratellastri. Ma quando il corpo di Hans si trasforma in cenere, capiscono che il caso non è ancora chiuso. Una nuova minaccia si profila all'orizzonte, e sembra più pericolosa che mai dal momento che sembra conoscere arti a loro sconosciute. Tanto che la squadra dovrà ricorrere ad un nuovo membro.
Genere: Azione, Dark, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Il giorno seguente all’autopsia i ragazzi decisero di rilassarsi con una seduta di allenamento, dal momento che non avevano ancora altri elementi su cui indagare né emergenze da risolvere; a guardarli, nella sala comandi, c’erano Hellboy ed Elizabeth (solo per controllare che i quattro non rompessero niente).

Questa volta Georg e Gustav optarono per allenarsi in forma umana, proprio perché non volevano fare disastri, e passarono i minuti a loro disposizione a fare giochetti simili a quelli che facevano da bambini; tirandosi a vicenda dei globi di energia da schivare o bloccare a piacere. Ciò nonostante Gustav si accorse presto che i pensieri del fratello erano rivolti a ben altro e così, quando una delle sue elettro-sfere colpì il moro al braccio, propose di fare una pausa e andare a fare gli spettatori. Dal canto loro i gemelli trasformarono presto l’allenamento in un gioco, solo un po’ più terrificante del solito dato che non si erano fatti scrupoli nel prendere le sembianze demoniache; e coloro che li osservavano vedevano due creature infernali che si stuzzicavano mentre cercavano di farsi il solletico e cose simili

“Come al solito” commentò Hellboy, gli piaceva vedere i figli che giocavano ma avrebbe preferito che prendessero gli allenamenti un po’ più seriamente

“E che vuoi farci? In fondo sono ancora cuccioli di demone” scherzò Gustav.

“Qualcosa non va” disse Elizabeth dopo alcuni minuti, anche il monitor del computer aveva iniziato a lampeggiare più del solito

“E’ entrato qualcuno – aggiunse Red, leggendo i dati sulla macchina -. Se ne sono accorti i ragazzi?” domandò poi il gigante rosso

“Non credo, sono troppo impegnati a giocare” ipotizzò Lyz mentre cercava di scovare l’intruso, sia ad occhio nudo che col pc. Era un piccolo difetto dell’empatia: quando si è troppo concentrati sull’altro, non si ha percezione di ciò che si ha intorno.

“E non se ne accorgeranno mai, se il nostro intruso resta invisibile. Vado io” disse Georg.

Tuttavia nello stesso istante in cui il moro stava per materializzarsi nella sala d’allenamento, la porta si aprì di scatto per far entrare Johann e Abraham

“Warte! Quello non è un nemico” dichiarò il medium tutto trafelato

“E allora chi è?” domandò Gustav accigliato

“Una mia conoscenza. L’ho chiamato io per darci una mano” rispose Johann avvicinandosi al vetro di protezione, dal modo in cui lo aveva fatto sembrava preoccupato per il suo ospite

“E ha bisogno di fare certe scene per presentarsi? Sa del rischio che corre?” chiese Hellboy al tedesco

“L’ho avvertito, ma a lui piace fare così. Ora dico ai gemelli di fermarsi, prima che succeda un macello” asserì il medium mentre già allungava la mano per accendere il microfono e fare il suo annuncio, tuttavia Georg lo immobilizzò appena prima che il dito spingesse giù il tasto

“Che fai?” reclamò Johann

“Voglio vedere se il tuo ospite è così sicuro di se da stuzzicare i gemelli; aspettiamo che si accorgano di lui e lo scovino, voglio vedere che succede” affermò il moro, mantenendo la sua presa mentale sul tedesco per evitare che facesse scherzi

“M…ma, lui…. Hellboy digli qualcosa” il medium pregò il gigante rosso, senza però ottenere il risultato sperato

“Lasciali fare, interverremo se sarà necessario” ribatté Red lasciando Johann stupefatto (in fondo era una risposta prevedibile)

“Ti prego, ripensaci!” ripeté il medium nella speranza di far cambiare idea a qualcuno dei presenti

“Forse sarebbe meglio fare come dice Johann” suggerì Abraham con la sua solita flemma

“SONO IO IL CAPOSQUADRA! Io decido se i miei compagni devono fermarsi o no” affermò a gran voce il moro, reclamando per la prima volta il titolo di leader, Johann non ribattè oltre

“A quanto pare abbiamo un vincitore” sentenziò Elizabeth, mettendo così la parola fine al dibattito.

Nell’arena, intanto, i gemelli erano così intenti a divertirsi che si accorsero dell’intruso solo quando Tom sentì che qualcuno gli stava bloccando i piedi. All’inizio credeva che fosse Georg, ma quando abbassò lo sguardo e vide che i piedi erano sprofondati in un’ombra nel pavimento un campanello d’allarme suonò nella sua testa

“Che diavolo è?” ringhiò il pirocineta mentre tentava, invano, di liberarsi dopo aver intimato al gemello di allontanarsi di qualche passo “Qualcuno qui vuol giocare, eh? Ora ti sistemo io”. Il demone di fuoco intensificò il proprio calore interno, in modo che le minuscole fiammelle che si ergevano appena dal suo corpo diventassero un rogo blu. Non si fermò finché non diventò tanto caldo da indurre la misteriosa ombra a lasciarlo libero, trasferendosi dal pavimento al soffitto passando temporaneamente allo stadio di fumo nero, per attraversare l’aria che separava i due muri.

“Fiuuu, ancora poco e mi sarei seriamente ustionato” esclamò sollevata una misteriosa voce, maschile, proveniente dall’ombra

“Hai caldo? Ora ti rinfresco un po’” ruggì Bill, prima di espirare un fascio di aria gelida verso l’intruso, il quale però fu abbastanza veloce da schivare l’attacco

“Mi spiace, ma devo rifiutare l’offerta: odio l’inverno ancor più del caldo” ribatté la voce prima di schivare una pirosfera

“Tu vuoi proprio morire!” lo minacciò Tom

“Non succederà mai, se continuate di questo passo” li canzonò la voce.

Stanchi di essere presi in giro dall’intruso, i gemelli si scambiarono un’occhiata veloce: stavano elaborando un piano per liberarsi dello scocciatore. Bastarono loro pochi istanti per escogitare la strategia che andasse bene ad entrambi, al che Bill si lasciò lanciare dal gemello contro il muro (avevano deciso così perché, tra i due, il criocineta era il più leggero e perché poteva attaccarsi al muro col ghiaccio). Grazie alle forza impressa dal pirocineta, Bill atterrò proprio nel punto in cui si era fermata l’ombra e la colpì al centro lasciando che parte del braccio destro svanisse

“Ti ho preso, e ora che farai?” affermò la voce, esultante

“Tu credi?” domandò ironico il criocineta. L’intruso infatti non si era accorto che i gemelli gli avevano appena fatto scacco matto: in quella posizione Bill poteva congelarlo dall’interno, grazie al braccio intrappolato.

“SMETTILA!” lo pregò l’ombra quando si accorse del tranello, ma il ghiaccio non accennava a ritirarsi

“Tu mostrati, e io ti lascio andare al caldo” propose il signore dei ghiacci, una frase che diceva in modo esplicito cosa si doveva aspettare lo sconosciuto.

Quando anche il muro iniziò a creparsi, a causa del freddo l’ombra si trasformò in fumo e si gettò a terra dove lo aspettava Tom, che lo attaccò alla parete ancor prima che riprendesse forma umana

“Perdonate la mia intrusione, forse sono stato un po’ brusco; il fatto è che non sapevo come attirare la vostra attenzione” si scusò l’individuo. Ora che aveva fattezze umane si dimostrava essere un ragazzo dell’età dei gemelli.

“Dacci un motivo per non ucciderti” gli dissero in coro Bill e Tom

“Mi ha chiamato Johann Krauss, mi ha detto che avete dei problemi con delle creature alquanto bizzarre. Ha fatto cenno al fatto che il vostro nemico sta usando le arti occulte” l’individuo aveva alzato le mani, in segno di resa

“Hai uno strano odore” constatò Bill annusando l’aria

“Probabilmente è dovuto alla mia natura; anche i vostri sono insoliti: zolfo degli inferi e ghiaccio delle terre dell’oblio; bei posti, anche se inospitali. Vi dirò, siete anche due bei esemplari, constatando lo standard delle vostre specie” commentò lo straniero dopo aver studiato un po’ i gemelli

“Hey bello, non siamo fenomeni da baraccone” ringhiò Tom rafforzando la presa

“Volevo solo farvi un sincero complimento” replicò l’individuo provando ad addolcire il pirocineta.

“Dovresti stare più attento con le parole: ti faccio notare che poco fa hai interrotto due demoni durante i loro giochi” la voce di Georg anticipò la sua apparizione all’interno dell’arena, seguito da un fulmine che poi si dimostrò essere Gustav

“Ooooh, un telecineta e un manipolatore di elettricità! Non avevo mai visto due come voi, almeno non da vivi: di solito studio i cervelli di quelli morti” affermò il nuovo arrivato; ciò gli costò un ringhio di Tom e una risata di Gustav.

“Warte Tom! Warte bitte” gridò Johann correndo verso di loro, solo allora il demone di fuoco lasciò andare la sua preda che fu ben accorta nell’allontanarsi dai gemelli. Poco dopo arrivarono anche Red e Lyz.

“Tu lo conosci?” domandò Bill riprendendo forma umana

“Lui è un mio ex allievo, l’ho chiamato io perché potesse darci una mano: è un vero esperto di arti occulte” spiegò il medium

“Per forza conosce le arti nere: è uno spettro” chiarì Georg che aveva riconosciuto l’abilità di tramutarsi in ombra e in fumo

“In parte: mio padre era uno spettro, e mia madre una negromante. Mi presento, il mio nome è Andrew Biersack, ma potete chiamarmi Andy” asserì il mezzo spettro, inchinandosi. Osservandolo bene il suo aspetto era molto diverso da quello che ci si aspettava da un esperto: molto magro, piercing al naso, lunghi capelli neri rasati su un lato, e una tempesta di tatuaggi nascosti sotto la camicia nera che lasciava scoperti solo i due al collo.

“Benvenuto, spero che ti troverai bene” gli augurò Elizabeth, la sua frase era anche un avvertimento implicito per i figli e i figliastri a trattare l’ospite con rispetto

“Ne sono certo” affermò Andrew.

Al nuovo arrivato era stato riservato un alloggio che distava solo un paio di traverse dalla “casa” in cui stava Hellboy con tutta la sua famiglia. Era un’abitazione accogliente, benché di stampo quasi militare, dove Andy non ebbe difficoltà ad ambientarsi

“Questa è la tua stanza, aspetta qui finché non verrò a chiamarti per annunciarti ufficialmente al gruppo. CI vorrà un po’, mettiti comodo” gli aveva detto Johann prima di lasciare il ragazzo nella sua solitudine.

Andrew era immerso nella lettura di un libro, quando Hellboy bussò alla sua porta

“Posso parlarti un attimo, Andy?” domandò il gigante rosso, il ragazzo lo fece entrare e accomodare sul letto che cigolò sotto il peso del demone

“Di cosa voleva parlarmi, signore?” chiese il ragazzo in modo molto formale, per essere educato

“Chiamami pure Red, odio le etichette. Io non so se prima ti sei accorto di quanto tu hai rischiato di finire male” iniziò Hellboy

“Io non avevo cattive intenzioni” si giustificò immediatamente il mezzo spettro

“So che lo hai fatto solo per scherzare, e non ti sto dicendo che non lo devi più fare, ma ti consiglio di andarci piano per il momento: i miei ragazzi, tutti e quattro, hanno passato un brutto periodo e hanno sviluppato un grande senso di protezione reciproca e di diffidenza verso gli sconosciuti. Anche adesso che ti sei presentato non ti accoglieranno a braccia aperte” spiegò Red, aveva lo sguardo serio e quasi gli dispiaceva per quello che avrebbe dovuto fare il nuovo arrivato per superare il muro della diffidenza.

“E che dovrei fare, allora?” domandò Andrew, sedendosi accanto al demone rosse

“Sii te stesso: non pensare a cosa fare per piacere a loro. Vai per gradi, e lascia stare l’etichetta perché ti rendi solo antipatico. Guarda Manning, il pelatone: cerca sempre di far seguire il protocollo col solo risultato di essere sempre preso in giro” affermò Hellboy

“Temo che, se lo facessi e mostrassi la mia vera indole, tutti avrebbero paura di me” confessò il ragazzo

“Con quello che hanno visto, tu saresti solo uno dei tanti” Red scoppiò a ridere

“Lo spero” sussurrò il ragazzo, così piano che il suono della sua voce fu soffocato dal vocione rombante di Red

“Se solo potesse vedere la mia ombra, quella vera” pensò Andrew mentre osservava il suo riflesso irregolare allo specchio.

 

Quando bussarono alla sua porta per la seconda volta, Hellboy se n’era già andato da un pezzo; era Johann che era venuto per dirgli che ora poteva andare nella sala riunioni per la presentazione ufficiale. Quando il ragazzo entrò nella stanza numero tre trovò che tutti i posti disponibili, eccetto uno, erano occupati dai futuri compagni di squadra: Georg, Gustav, Bill e Tom, Abraham, Johann, Elizabeth e Hellboy. L’unico ad essere rimasto in piedi era Tom Manning, che stava facendo avanti e indietro come sempre; aveva esultato quando aveva visto Andrew aprire la porta.

“Oh eccoti, prego siediti” suggerì il pelato indicando al ragazzo la sedia rimasta vuota, quella a capotavola

“Molto gentile” ringraziò Andy sedendosi, sentiva di avere addosso gli sguardi indagatori di tutti i presenti

“Signori, ho l’onore di presentarvi Andrew Biersack; d’ora in poi farà parte della nostra squadra” affermò Manning tutto contento

“E in che veste?” domandò Tom, era ancora diffidente

“Data la sua natura lui conosce meglio di me le arti occulte, per non parlare del fatto che può darci una mano in battaglia” spiegò Johann, che era seduto vicino al nuovo arrivato

“Oh bene! Ci faranno comodo due mani in più” esclamò Elizabeth, tanto per alleggerire (per la seconda volta in poco tempo) la tensione nella sala, e per non far sentire a disagio Andrew.

 

Nota autrice: Bhè, che ne dite? Cosa pensate dell'entrata in scena di Andy? Volevo fare una cosa simpatica ma non troppo, si tratta pur sempre di uno sconosciuto. Aspetto con ansia i vostri commenti.

  
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