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Autore: Helena_089    19/06/2016    0 recensioni
La morte è capace di attendere per anni e di portarci via in un solo istante.
Genere: Horror, Introspettivo, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ho il terrore. Il terrore. Mi tremano le gambe. Sono seduta sul letto. Tremo tutta. Stringo tra le mani il cellulare. Le nocche sbiancate. Il miei occhi mirano una lanterna, ma la mente è da un’altra parte. Sembra un futile oggetto. Ragiona, penso. Ragiona. Il buio mi circonda. La luce della lanterna elettrica è ciò che può salvarmi. Devo raccoglierla, mi dice una parte di me ancora sara. Sarà un raro caso, ma sto impazzendo.
Il cuore mi batte a mille, vuole uscire dalla cassa toracica. Non ho il coraggio di deglutire il nodo che mi stinge la gola. Sono paralizzata. Saranno due ore che continuo a puntare la fonte di salvezza.
-Vieni da me.
Sussulto e un brivido freddo mi percuote. È lei, mi ripeto in testa. Dio, ti prego, proteggimi. Dio, ti prego, proteggimi. Dio, ti prego, proteggimi. Ripeto un rito abituale. Incessantemente mi attengo a credere in Dio. Ho paura. Sudo freddo. Il cuore batte fortissimo. La stretta sul cellulare è aumentata. I palmi bagnati. La fronte fredda e sudata. È l’adrenalina che vuole possedermi. Il mio corpo ormai non agisce più agli impulsi del cervello, ne ai nervi del corpo. Se per un istante qualcuno accendesse un accendino e cercherebbe di bruciarmi un dito, probabilmente non sarei in grado di reagire in questo stato confusionale. Non so più chi sono, ne dove mi trovo. Sono in mano a Dio. Riprendo a ripetere la preghiera di sempre: Ave Maria. Salvami, sussurro dopo l’ultima sillaba. Salvatemi. Angelo custode, se esisti, ti scongiuro, portami con te. Sicurezza e protezione è ciò che desidero in questo momento.
Smetto di pensare.
-Vieni da me.
No. Basta. Mi sta facendo impazzire quella maledetta voce. Vorrei avere il coraggio di chiedere chi mi chiama, ma la mascella si è  bloccata nell’istante in cui la voce anonima sibilò ancora.
-Vieni!
Più impeto. Rancore. Diversa da quella di prima. Era suadente, simile al serpente di Eva. Signore, ti prego, perdonami. La bocca aperta e tremolante. Le labbra lievemente arricciate.
È la fine.
Mi alzo dal vecchio letto. Scricchiolano le sbarre di legno alleggerendosi sotto il mio peso. Un passo lento verso il declino. Un altro passo verso la morte. È lì che mi attende. Lo so che mi attende. Un ultimo e terzo passo verso il baratro.
-Sono qui.
   
 
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