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Autore: Ehyca    19/06/2016    4 recensioni
Minseok non è davvero bravo in cinese, Luhan è lo studente nuovo con dei segreti, Jongdae dà pessimi consigli, ma Kyungsoo no. Sehun apprezzerebbe davvero tanto se Kim Jongin smettesse di interessarsi a lui, Baekhyun e Chanyeol sono davvero sul confine del più-che-solo-amici, e niente, la loro vita si incasina giusto un po'.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Lu Han, Lu Han, Un po' tutti, Xiumin, Xiumin
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Sehun non aveva mai pensato al fatto che il Jongin che vedeva regolarmente non era lo stesso Jongin che vedevano le altre persone. Non lo aveva mai sfiorato l'idea che Jongin potesse comportarsi in modo differente con lui rispetto ad altri. Sehun aveva interagito con lui solo faccia a faccia o con Luhan vicino, quindi fu una sorpresa come il ragazzo alla festa di Jongin fosse... non fosse esattamente la stessa persona.
Non lo notò subito. Entrò nel luogo della festa, un piccolo ristorante nel quale potevi accomodarti da solo al tavolo, con Luhan che lo seguiva come una sorta di chaperone, e nel momento in cui lo vide, Jongin saltò su dalla sedia ed esclamò, “Sei venuto!”
Sehun fece una smorfia, cercando di non mostrare alcuna reazione a quanto sembrasse soddisfatto Jongin. “Luhan mi ha costretto,” disse, anche se non era del tutto vero. Sehun sarebbe semplicemente potuto restare a casa e non incontrare Luhan all'angolo di strada che gli aveva detto il maggiore. Si sarebbe potuto rifiutare di andare. Eppure era qui. Non era nemmeno sicuro del perché. Ma lui non aveva bisogno di saperlo.
Jongin sorrise come se lo avesse saputo, comunque. Il suo naso era ancora un po' gonfio e livido da quando lo aveva colpito. Sehun lo aveva sentito dire in giro che aveva sbattuto contro una porta. “Mi fa davvero piacere che sia venuto,” disse lui, sembrando un po' timido. “Anche tu, Luhan-hyung,” aggiunse poco dopo. “Grazie per essere venuto.”
Luhan rise e disse, “Piacere mio.”
“Come è andato il tuo weekend, Sehun?” chiese allegro Jongin, ma prima che Sehun potesse rispondere (o non rispondere, che era quello che faceva di solito), un gomito colpì il ragazzo, facendolo sussultare. “Oh! Giusto. Um, Sehun, questi sono i miei amici.”
Sehun fece un passo avanti per guardare il tavolo, dove erano già seduti quattro ragazzi. Sehun li riconobbe immediatamente come i ragazzi con cui Jongin sedeva sempre a pranzo, ma non disse niente.
“Questo è Taemin,” cominciò Jongin, indicando il ragazzo che gli aveva appena dato la gomitata. Quindi questo era il ragazzo che a quanto pare lo aveva cambiato così tanto, anni fa? Non sembrava nessuno di speciale. “Questi sono Kibum-hyung, Jinki-hyung, e Jonghyun-hyung. Minho-hyung non è riuscito a venire, è a qualche cosa sportiva.”
“Quindi questo è l'Oh Sehun di cui abbiamo sentito taaaanto parlare,” disse Taemin, guardando Jongin e sorridendo.
Sehun si aspettava che Jongin abbassasse la testa e si coprisse il viso, come faceva sempre quando si sentiva in imbarazzo parlando con lui, ma la prima sorpresa della serata fu quando, invece, Jongin diede un calcio all'amico e gli fece una boccaccia, facendo ridere Taemin che rispose a sua volta con una smorfia.
È un piacere conoscerti finalmente,” disse Jonghyun, ignorando i due. “Di persona, intendo. Jongin parla così tanto di te che è come se ti conoscessimo già.”
Ora era Sehun che voleva abbassare la testa e coprirsi il viso. Invece lottò contro il rossore che minacciava di colorargli le guance e disse, “Di voi non parla mai.”
I ragazzi risero, inclusi Jongin e Luhan, e Sehun non seppe come reagire. Stavano ridendo di lui? Nessuno rideva mai alle cose che diceva Sehun se non per ridere di lui.
Alla fine si sedettero, e Jongin spinse Taemin sulla panca in modo che Sehun potesse stringersi accanto a lui. Luhan si sedette di fronte a loro, troppo lontano. Le gambe di Jongin e Sehun e premute insieme, dal ginocchio al fianco, e le loro spalle continuavano a sfiorarsi, e Sehun si rese conto che non erano mai stati così vicini per tanto tempo. Di solito, Sehun odiava stare così vicino ad altre persone, odiava toccare le persone, ma... beh, non aveva altra scelta in uno spazio così ristretto, no? E Jongin era così... caldo.
Cosa che avrebbe dovuto metterlo ancora più a disagio, perché mancava già l'aria nel ristorante, ma per qualche ragione non fu così.
Venne fuori che il ristorante era della madre di qualcuno – Sehun pensava di Taemin – e venne loro assicurato che il conto oggi era offerto dalla casa, e fu un sollievo per lui perché non aveva davvero soldi. Poté vedere un nuovo lato di Jongin mentre battibeccava con i suoi amici su cosa ordinare, lamentandosi e dando ordini testardi tra le risate che sorprendevano sempre Sehun. Jongin non aveva mai riso così quando era con lui. Era tutto così diverso fino a che il ragazzo non si voltò verso di lui, con un sorriso sincero sulle labbra, e gli chiese cosa lui volesse mangiare. Questo era il Jongin al quale era abituato Sehun, ma l'improvviso cambiamento lo colse di sorpresa e riuscì a malapena a mormorare una risposta, dicendo che non gli importava e cercando di ignorare gli sguardi che gli amici di Jongin stavano lanciando al festeggiato. Sehun non aveva idea di cosa quegli sguardi potessero significare, comunque.
Jongin fece così per tutto il tempo, e Sehun non poté fare a meno di osservarlo mentre scherzava e rideva con i suoi amici, mordendo il pollo fritto e facendo stupide imitazioni e penosi riferimenti a qualche film. Qualche volta tornava il solito Jongin a cui Sehun era abituato, coprendosi il viso imbarazzato quando faceva qualcosa di eccezionalmente stupido, ma per la maggior parte del tempo sembrava semplicemente... a suo agio. Come se non avesse dovuto forzare niente, o nascondere niente. Si comportava in modo diverso rispetto a quando era con Sehun, e questo lo confondeva, lo infastidiva.
Luhan fu il primo ad andarsene, dicendo che doveva essere da qualche parte e salutando tutti, in particolare Sehun, in modo affettuoso. Il ragazzo voleva quasi chiedergli di restare. Almeno Luhan era qualcosa di familiare in un oceano di diversità. Ma se ne andò, e Sehun rimase, e si chiese se forse fosse rimasto solo perché sapeva quanto sarebbe sembrato deluso Jongin se non l'avesse fatto. Poco dopo qualcuno portò una torta, e Jongin sorrise e soffiò le candeline, chiudendo gli occhi ed esprimendo un desiderio.
“Beh sappiamo tutti cosa ha desiderato,” disse Kibum, alzando gli occhi al cielo e facendo un sorrisino malizioso. Gli altri ragazzi risero, e Sehun era abbastanza sicuro di aver visto un paio di sguardi voltarsi verso di lui. Lo resero stranamente inquieto.
Quando arrivò il momento dei regali, Sehun scoprì di essere l'unico ad essere arrivato a mani vuote. Persino Luhan aveva lasciato una scatolina di biscottini alla crema fatti in casa prima di andare via. Jongin non disse niente sul fatto che Sehun non gli avesse regalato niente, ma Jonghyun si sporse sul tavolo e chiese, “Cos'hai preso al nostro Jongin-ah, Sehun?”
“Sono venuto alla sua festa,” mormorò Sehun, e tutti risero ancora. Sorprese Sehun tanto quanto la prima volta.
“Solo in fatto che Sehun si sia presentato è un regalo per Jongin,” disse Taemin, e Jongin sorrise imbarazzato.
Sembrava che tutti gli amici di Jongin facessero battute segrete di cui Sehun non faceva parte. Non che Sehun si aspettasse di venire incluso. Non erano i suoi amici.
Sehun non era mai stato incluso in una battuta segreta.
Le persone cominciarono ad andarsene poco a poco. Jinki se ne andò per studiare per un compito, Kibum e Jonghyun andarono a lavorare ad un progetto, Taemin scivolò via subito dopo con un saluto e un occhiolino che gli costò un calcio da parte di Jongin. Lasciarono Jongin e Sehun da soli al tavolo, e c'era un sacco di spazio ora sulla panca, ma Jongin sedeva ancora troppo vicino a Sehun, il quale era troppo preoccupato a pensare a questo nuovo lato del ragazzo per dirgli di spostarsi.
“Allora…” disse lentamente Jongin, strofinandosi i palmi sui jeans e sorridendo allegro. Il Jongin a cui era abituato Sehun era tornato. “Che ne pensi dei miei amici?”
E di solito Sehun non avrebbe risposto, non era così facile farlo conversare, ma oggi aveva davvero qualcosa da dire. “Ti comporti in modo diverso quando sei con loro.”
“Cosa?” Jongin sbatté le palpebre sorpreso.
Sehun tenne lo sguardo sul tavolo davanti a loro. “Non sei lo stesso con loro rispetto a quando sei con me. Ti comporti come un'altra persona. Allora qual è il vero te?”
Jongin rimase in silenzio per qualche minuto, e Sehun sollevò lo sguardo su di lui, trovandolo pensieroso. “Um…entrambi?”
“Com'è possibile?” chiese Sehun, sentendosi stranamente agitato per la faccenda.
“Non lo so? Voglio dire, non ti comporti anche tu in modo diverso quando sei con certe persone? Tipo a casa con i tuoi genitori, o…” Jongin si bloccò, sussultando. “No, voglio dire—scusa—”
No,” rispose Sehun, ignorando l'errore di Jongin. “Non lo faccio.”
Jongin si morse il labbro, guardando Sehun, poi continuò, “Nemmeno con Luhan-hyung?”
Ci pensò un secondo. “Non proprio. Semplicemente lo sopporto più della maggior parte delle persone.”
“Anche me,” disse Jongin, quasi orgoglioso. Poi, “Beh, non so... la maggior parte delle persone si comporta in modo diverso a seconda di chi ha intorno. Tipo, mi comporto in modo diverso anche quando sono solo con Taemin rispetto a quando sono con tutti gli altri ragazzi. Di sicuro mi comporto in modo diverso a casa e a scuola. Immagino dipenda da quanto conosci le persone con cui stai, e da quanto ti conoscano loro?”
“Questo non ti rende falso?” Chiese Sehun, e gli uscì più tagliente di quanto non avesse voluto.
Jongin si accigliò. “No, non penso. Penso sia solo... un gesto di fiducia, o qualcosa del genere. Puoi decidere quali persone possono vedere un certo lato di te. Quando ti fidi completamente di qualcuno, puoi mostrare loro anche le parti peggiori di te che non piacerebbero a nessuno sano di mente. Ma visto che ti conoscono così bene, a loro non importa. O qualcosa del genere.” Annuì pensoso. “Ad esempio, quando incontri qualcuno per la prima volta, cerchi di mostrare le parti migliori di te, in modo che possa piacere. E poi quando incominci a conoscerlo meglio, ti senti più a tuo agio a mostrare altri lati di te, e a seconda della persona, le mostri parti diverse.” Guardò Sehun con un sorriso. “Penso che tu faccia al contrario.”
Sehun sapeva che era una battuta, ma non rise. “Non è vero,” disse. “Questi sono i miei lati migliori. Da qui in poi peggiora soltanto.”
Gli occhi di Jongin si oscurarono un poco. “Non dire così,” ribatté piano, sorprendentemente deciso. “Più ti conosco, più mi piaci. Quindi non dirlo.”
Sehun non sapeva come rispondere.
“Non voglio che pensi che indosso una maschera quando sono con te, o con qualcun altro,” disse alla fine il ragazzo. “Voglio dire, è più come se stessi vedendo un lato speciale di me? Che nessun altro può vedere. Non sono nessun altro se non me stesso. Questo è solo l'io che esiste quando sono con te.” Jongin ridacchiò imbarazzato. “Non so se ha senso. Ma... non pensare che ti stia mentendo, perché non lo farei mai. Piuttosto, lavoro ogni giorno di più per essere più onesto.”
Sehun trovava difficile incontrare lo sguardo di Jongin. “Beh allora perché io mi comporto allo stesso modo con tutti?” chiese.
Jongin rimase in silenzio per qualche momento. “Perché…non lasci che nessuno veda oltre il primo strato. Come ho detto, lasci che le persone vedano qualcosa in più di te man mano che il rapporto cresce, ma tu sei bloccato alla prima fase con tutti. Devi... aprirti con le persone.”
“Più ti apri con le persone, più è facile per loro ferirti,” disse Sehun, e voleva smettere di parlarne, desiderava non aver mai cominciato questa conversazione.
“Questo è quello che intendevo con gesto di fiducia,” rispose piano Jongin. “Devi fidarti delle persone.”
“Sì, beh, scusa se trovo difficile farlo,” mormorò Sehun, fissando il tavolo.
Io ci sto lavorando,” fu tutto quello che disse Jongin, e quando Sehun lo guardò, stava sorridendo gentilmente.
Sehun deglutì e cominciò ad infilarsi il cappotto. “Devo andare a casa,” disse.
“Aspetta!” esclamò Jongin, spaventando Sehun. Il ragazzo lo guardò mestamente. “Devo chiederti una cosa.”
“Cosa?” Sehun si infilò il cappello.
Io…ah, è difficile per me dirlo.” Jongin stava sorridendo imbarazzato, grattandosi il collo. “Ho una... cosa fra poco.”
“Una cosa,” ripeté lui impassibile.
“Già. Una cosa di danza. Un recital di danza classica.” Jongin si morse il labbro, guardando Sehun e abbozzando un sorriso. “Mi stavo solo chiedendo... se ti andrebbe di venire?”
“Al tuo recital?” chiese, sollevando le sopracciglia. “Non hai detto che permetti solo a Taemin di vederti ballare?”
Jongin annuì timido, passandosi una mano tra i capelli. “Sì ma, voglio dire... mi piacerebbe se venissi.”
Questo sì che colse Sehun di sorpresa, perché Jongin conosceva i suoi altri amici da molto più tempo, quindi perché lui? “Perché?” chiese.
Jongin sembrava stesse lottando contro l'istinto di nascondersi dietro alle mani. “Solo perché... la danza è una cosa che considero davvero privata. E tu... hai condiviso qualcosa di provato con me. Della tua famiglia e tutto.” Guardò Sehun, sorridendo leggermente. “Quindi anche io volevo condividere qualcosa con te.”
Ci volle un bel po' perché Sehun si riprendesse. “Davvero?”
“Sì,” disse Jongin, giocherellando con le dita e guardandolo attraverso la frangia. “Quindi verrai?”
La sensazione martellante nelle orecchie di Sehun gli rendeva difficile concentrarsi. “Io—io—”
“Ti prego dì di sì,” disse piano Jongin. “Altrimenti mi sentirò davvero stupido per averlo chiesto.”
Questo lato timido e insicuro di Jongin era nuovo e sorprendente e Sehun... Sehun si chiese se questo fosse un altro di quegli 'atti di fiducia'. Sentiva davvero che era così. “Okay.”
“Davvero?” Jongin lo guardò, le guance rosse e gli occhi luccicanti. “Verrai?”
Sehun annuì lentamente, guardandolo. “Sì. Se vuoi.” Era passato tanto, tanto tempo dall'ultima volta che aveva fatto qualcosa solo perché glielo aveva chiesto qualcuno. Era strano.
Jongin si illuminò. “Sì! Lo voglio. Mi eserciterò davvero tanto per te, okay?”
Sehun annuì, cercando di mantenere un'espressione neutrale. “Ora vado,” disse.
Okay. Grazie per essere venuto oggi, Sehun. E per aver parlato con me e... per tutto. Grazie.”
Se la gratitudine di Jongin non era stata abbastanza da travolgere Sehun, di sicuro lo era stata la sua sincerità. “Ciao,” disse, chiudendosi il cappotto.
“Ciao. Torna sano e salvo. Ci vediamo domani a scuola.”
E poi Sehun se ne andò, uscendo dalla porta e andando incontro all'aria fredda della sera, premendo una mano contro la bocca per evitare che le labbra gli si sollevassero agli angoli. Lo facevano spesso negli ultimi tempi, ed era tutta colpa di Jongin.
Non era sicuro di come si sentisse al riguardo.


C'erano davvero poche cose piacevoli dell'inverno, ma Minseok in qualche modo si era dimenticato della Cosa Peggiore #1 dei mesi più freddi dell'anno, fino a che Luhan non fu assente a scuola il lunedì, una settimana dopo il compleanno di Kyungsoo e di Jongin. Minseok lo aveva visto sabato, quando era venuto a casa sua per vedere Yixing su Skype e portare a Kyungsoo qualche altra foto che aveva sviluppato. Ma era stato impegnato la domenica, quindi Minseok non lo aveva sentito, e ora era lunedì e non aveva idea di dove fosse il ragazzo. Non lo aveva chiamato stamattina, quindi pensò che potesse semplicemente essere in ritardo, ma mentre il giorno andava avanti il posto accanto a lui rimaneva vuoto. Chiamò casa di Luhan ad ogni pausa, ma non rispose nessuno. A pranzo, Minseok mise da parte l'orgoglio e andò a chiedere a Sehun e Jongin se lo avessero sentito, ma nessuno dei due sapeva niente, e a questo punto non sapeva se sentirsi preoccupato o sollevato. (Cosa? Si sarebbe sentito offeso se Luhan avesse chiamato uno di loro, e non lui.)
Il nodo che gli attanagliava lo stomaco si fece sempre più stretto con il passare della giornata, che sembrava durare più del solito, e quando l'ultima campanella suonò, era mezzo convinto che Luhan giacesse morto in qualche canale (le pazze teorie di Chanyeol a pranzo di certo non avevano aiutato). Con quell'immagine in testa, Minseok corse da scuola fino a casa di Luhan, con il petto che gli bruciava mentre respirava l'aria fredda, ma si rifiutò di rallentare, anche quando cominciò a sentire la testa girare. Dovette fermarsi un attimo all'interno del palazzo di Luhan per riprendere fiato prima di fare le dieci rampe di scale, ma alla fine raggiunse la porta dell'appartamento ed aveva quasi paura di bussare. Se Luhan era a casa, perché non aveva chiamato o risposto al telefono? Mordicchiandosi il labbro ansioso, alzò il pugno e bussò.
All'inizio dall'altra parte della porta c'era il completo silenzio, e lo stomaco di Minseok si strinse così tanto che pensò di poter vomitare da un momento all'altro, ma poi sentì un lieve fruscio, e dei deboli passi, e la porta si aprì.
Lu,” ansimò Minseok sollevato quando vide il ragazzo in piedi davanti alla porta, vivo.
Il gracchiare che uscì dalle labbra di Luhan poteva essere un tentativo di dire il suo nome, ma non poteva esserne sicuro, perché venne interrotto subito da una serie di colpi di tosse, e Minseok si rese conto finalmente che il ragazzo aveva un aspetto terribile. Era infagottato in una coperta, per iniziare, che sarebbe stato una palese indizio se Minseok avesse prestato attenzione. I suoi capelli erano umidi e scompigliati, come se non si fosse mosso dal letto per tutto il giorno, i suoi occhi erano un po' lucidi e le guance arrossate, aveva delle profonde occhiaie e all'improvviso il panico cominciò ad artigliare Minseok da dentro.
Malattia. Era praticamente un tabù a casa di Minseok, ed era per questo che odiava così tanto l'inverno. Ogni malattia conosciuta dall'uomo cominciava a girare ed era abbastanza da instillare il terrore in chiunque, e Minseok non era semplicemente chiunque.
Tre pensieri gli invasero la mente, ognuno dei quali lo tirava in una direzione diversa. Per un lungo momento rimase là in piedi, con la bocca spalancata e in silenzio, mentre Luhan tossiva ed emetteva suoni pietosi e rochi. Poi il ragazzo lo guardò, portandosi una mano alla gola e rabbrividendo, e Minseok entrò in azione, coprendosi la bocca e chiedendo strozzato, “Oh cavoli, stai bene Lu?”
Luhan scosse la testa, sembrando depresso mentre Minseok faceva un passo indietro. Si diede un colpetto alla gola e scosse ancora la testa, aprendo la bocca ma senza che uscisse alcun suono, e oh, quindi era per questo che non aveva chiamato né risposto al telefono.
Minseok si sentì andare in iperventilazione, non sapendo cosa fare. “Io—mi dispiace,” disse, deglutendo a fatica. “Io non—non posso, non posso aiutarti. È solo che,” prese un profondo respiro. “il diabete mi incasina tutto il sistema immunitario quindi non posso stare troppo vicino alle persone malate e non posso essere contagiato e—”
Gli occhi di Luhan si spalancarono all'improvviso, e cacciò via Minseok velocemente, dicendogli di andare, allora. Anche con il suo permesso, Minseok si sentì il più grande stronzo di sempre, e disse, “Torno subito, giuro. Devo solo... devo chiamare Kyungsoo, lui—” Si morse il labbro. “Stai bene?”
Luhan annuì insistentemente, anche se Minseok vedeva benissimo che non era così, ma annuì comunque, indietreggiando e cercando di calmare il proprio battito. Sentì la porta chiudersi dietro di sé mentre percorreva il corridoio, prendendo il telefono dalla tasca. Le dita gli tremavano mentre cercava il numero di Kyungsoo tra i contatti. Doveva controllare come stava. Aveva visto Luhan solo due giorni prima.
Il più piccolo rispose al terzo squillo. “Pronto?”
Soo,” disse Minseok, mandando giù il nodo che aveva in gola. “Stai bene?”
Kyungsoo fece una pausa, chiaramente confuso dalla domanda improvvisa. “…Sì?”
La sua risposta non lo fece sentire meglio. “Sei sicuro? Al cento per cento?”
Kyungsoo rise leggermente. “Beh, non sono sicuro di sentirmi mai al cento per cento bene... Tu stai bene?”
Minseok fece un respiro profondo. Non proprio. “Sì, sto bene,” disse comunque. “Solo che... Luhan è malato.”
Ci fu un lungo silenzio sull'altra linea. “Quanto malato?” chiese alla fine Kyungsoo.
“Abbastanza,” fu tutto quello che poté rispondere.
Che tipo di malattia?”
“Non te lo dico,”.
Hyung,” sbuffò Kyungsoo.
Soo, lo sai come diventi quando pensi di poterti ammalare,” disse Minseok, quasi disperato. “Reagisci ammalandoti davvero, senza ragione. Non te lo dirò, perché in quel caso, se ti ammalerai, sapremo che è vero.”
Kyungsoo sospirò, facendo arrivare rumori statitici sulla sua linea. “Fammi parlare con Luhan-hyung.”
No.”
Voglio solo assicurarmi che stia bene.”
“Sta bene. Lo so che gli farai delle domande, Kyungsoo. Solo... prendi tante vitamine e tutto, okay?” Minseok di certo lo avrebbe fatto.
Kyungsoo sospirò ancora, più forte. “D'accordo. Sto bene.
“Stai bene,” ripeté Minseok, per assicurare se stesso.
Non ammalarti.”
“Ci proverò.”
Farai meglio.”
Minseok sorrise leggermente. “Prenditi cura di te, okay?”
Lo farò,” disse Kyungsoo, e la sua voce era debole, e gli faceva venire voglia di piangere più di quanta già non ne avesse. “Ciao, hyung.”
“Ciao,” sussurrò Minseok, per poi chiudere la chiamata. Facendo un paio lunghi, profondi respiri, tornò verso la porta di Luhan e bussò ancora.
Luhan rispose quasi immediatamente stavolta, sembrando nervoso e titubante.
“Sei andato dal dottore?” chiese subito Minseok, tenendosi a un metro buono di distanza.
Luhan scosse la testa lentamente.
“Per i soldi?” chiese, sperando di non sembrare troppo maleducato o qualcosa del genere. Doveva semplicemente andare via da lì il prima possibile, ma allo stesso tempo non voleva lasciare Luhan da solo – non voleva che rimanesse solo quando era malato, ma soprattutto non nella sua fredda casa vuota.
Luhan esitò, poi annuì.
Minseok sospirò, strofinandosi il collo agitato. “Vuoi che venga mia madre? Potrebbe aiutarti.”
Luhan scosse la testa velocemente, facendo un cenno verso casa propria. Diede un calcio al muro a fianco a sé sembrando imbarazzato.
Ovviamente. Non voleva che altre persone vedessero dove viveva. Minseok sussultò e poi disse, “Allora, uh... la chiamo, immagino. Un secondo.” Tirò di nuovo fuori il cellulare, lanciando uno sguardo dispiaciuto a Luhan quando il ragazzo ricominciò a tossire.
Hey, mamma?” disse quando la donna accettò la chiamata. “Hai un secondo?”
Dove sei?” chiese lei. “Non dovresti già essere a casa ormai?”
“Sì, sono da Luhan,” rispose accigliato. “Non è venuto a scuola oggi... è malato.”
Se è malato non dovresti stare a casa sua, Minseok,” lo interruppe subito la madre, severa. “Lo sai questo.”
“Lo so mamma, ma non sapevo che fosse malato. Comunque, voleva... uh, sapere come fare per star meglio.”
La donna sospirò, non sapendo se preoccuparsi per il figlio o se fare il suo lavoro da infermiera. “Beh, quali sono i sintomi?”
Minseok guardò Luhan, che osservava in silenzio la scena dalla porta. “Um, tosse?” Sposto leggermente il telefono dall'orecchio e disse, “Quali sono i tuoi sintomi, Lu?”
Luhan si indicò la gola e fece una smorfia.
Beh, Minseok l'aveva intuito. “Mal di gola. Ha perso la voce.”
Febbre, naso che cola, starnuti?” continuò la madre.
No per le ultime due,” rispose immediatamente. “Lu, hai la febbre?” Il ragazzo fece una faccia confusa, e Minseok si portò una mano alla fronte e disse, “Caldo?” Luhan annuì, stringendosi la coperta intorno alle spalle. “Sì per la febbre.”
Fecero una lista dei sintomi – tosse secca, gola infiammata ecc ecc – e sua madre gli disse che Luhan sarebbe dovuto andare in ospedale per fare un esame per la faringite, ma—“Sembra un'infezione virale.”
Minseok sussultò. “E quindi cosa dovrebbe fare?”
Non c'è molto che può fare, sfortunatamente. Bisogna semplicemente aspettare che passi. Digli di riposarsi, di bere tanto e di prendere qualche anti-infiammatorio. E poi vai via di lì, giovanotto. Non voglio che ti ammali.”
Minseok sospirò e mormorò una risposta, poi chiuse la chiamata e si voltò verso Luhan, che era poggiato allo stipite con gli occhi chiusi. La scena gli fece stringere il petto. “Vado a prenderti qualche medicina, okay?” disse.
Gli occhi del ragazzo si aprirono e annuì, senza nemmeno discutere.
“Torno subito. Tu vai a letto, okay? Bevi tanta acqua e dormi.”
Luhan annuì ancora, e cominciò a dirigersi verso camera sua mentre Minseok chiudeva la porta e scendeva le scale per andare alla farmacia più vicina, dove prese qualche farmaco da banco prima di tornare a casa del ragazzo e dargli tutto. “Prendine due adesso, e poi una ogni sei ore,” gli disse Minseok, perché non pensava che Luhan fosse dell'umore per leggere il bugiardino. Il ragazzo annuì, aprendo la scatola. “Mi dispiace davvero non poter restare, Lu.”
Luhan scosse la testa, cercando di sorridere. Sto bene, mimò con le labbra.
Minseok rise leggermente. “No, non è vero,” disse, e il ragazzo scrollò le spalle tristemente. “Riprenditi, okay? Io... prenderò gli appunti per te, a scuola. E ti chiamerò. Non devi parlare, ma almeno rispondi così che sappia che sei vivo, okay?” Luhan annuì ancora. “Che brutta situazione.”
Luhan fece una piccola risatina, poi tossì ed emise un lamento. Minseok si coprì la bocca con la manica e sussultò.
Se ne andò qualche minuto dopo, scusandosi ancora e augurandogli di riprendersi presto, e si diresse a casa, sentendo il cuore pesante.


Minseok riuscì a malapena a fare i suoi compiti quella sera, troppo preoccupato sia per Luhan che per Kyungsoo. Questa era davvero la peggiore situazione di sempre. Chiamò entrambi prima di andare a dormire – Luhan aveva risposto, ma tutto quello che fece fu tossire, e Kyungsoo gli giurò che non si stava ammalando, né psicosomaticamente né nella realtà – e quando si svegliò la mattina seguente, dopo una notte piena di orribili incubi, chiamò ancora. Luhan ebbe la stessa risposta della prima volta, ma Kyungsoo sembrava strano mentre Minseok gli chiedeva come si sentisse.
“Stai bene?” chiese, sentendosi già esausto dallo stress e dai suoi livelli di zucchero sfasati.
Io... sì, sto bene,” disse Kyungsoo con voce debole.
Cinque o sei ore dopo, Minseok ricevette un messaggio dal vicino, di sole due parole. Non bene.
Minseok sentì di poter rimettere da un momento all'altro.


Con Luhan bloccato a casa e Kyungsoo all'ospedale, Minseok aveva troppo, sin troppo tempo per pensare a quanto tutto facesse schifo. Tipo, c'erano così tante cose a fare schifo nell'attuale situazione. Stare male era già abbastanza brutto, ma stare male e da soli praticamente sempre, in una casa a malapena riscaldata – i genitori di Luhan avevano stretto i denti e comprato una piccola stufetta dopo che i tubi di un altro inquilino erano esplosi lasciando al freddo tutto l'edificio
era anche peggio. E Minseok non poteva nemmeno andare a fargli visita o controllare come stesse, perché sua madre gli aveva proibito di avvicinarsi a Luhan.
E Kyungsoo. Pensare a Kyungsoo gli faceva seriamente venir voglia di piangere (anche se forse era perché lo stress faceva fare cose strane ai livelli di zucchero nel suo sangue rendendolo decisamente emotivo). Kyungsoo stava andando così bene, non si era ammalato in così tanto tempo, era rimasto lontano dall'ospedale per oltre un anno, finalmente aveva fatto qualche progresso. Minseok aveva mantenuto alte le speranze per lui, aveva pensato che finalmente Kyungsoo stesse migliorando, ma questo episodio aveva rovinato tutto. Non solo malattie di questo genere erano davvero pericolose per Kyungsoo, perché anche un semplice raffreddore poteva diventare qualcosa di molto più grande, portando ad infezioni e tanti altri tipi di problemi, ma le cose si facevano sempre più difficili per Kyungsoo dopo essersi ammalato. Paranoia, OCD, a volte depressione. Minseok soffriva vedendolo così – non che potesse vederlo quando raggiungeva quella fase. Quando era più piccolo, Kyungsoo si liberava di tutte le sue cose, per la paura che potessero essere infette. Tutti i suoi libri, tutti i suoi vestiti, tutto. Non faceva mai in tempo ad accumulare tanta roba, prima che un'altra malattia lo colpisse. Ma era passato così tanto tempo ora, e Kyungsoo aveva davvero tanta roba in camera sua; Minseok sperava solo che avrebbe lasciato che la disinfettassero invece di buttare via tutto.
E anche se sapeva di non aver alcun diritto di provare pena per se stesso a questo punto, Minseok si sentiva terribilmente solo senza Luhan a scuola, o Kyungsoo a casa, e capì ancora una volta quanto dipendesse da loro, quanto importanti fossero per lui.
Aveva ancora Jongdae, certo. E Jongdae svolse con lealtà il suo ruolo di migliore amico, notando immediatamente che Minseok era turbato e facendo tutto ciò che aveva in potere (seppur limitato) per farlo sentire meglio. Saltò l'incontro che avrebbe dovuto avere a pranzo e invece lo accompagnò nell'auditorium, dove Baekhyun e Chanyeol stavano provando la loro commedia. Questo lo aiutò a pensare ad altro, guardando Chanyeol inciampare per il palco e recitare a gran voce il suo monologo che non aveva mai senso perché continuava a dimenticarsi le battute; Baekhyun cercava di fare cinque o sei lavori contemporaneamente, dicendo alle persone dove dovevano stare o quando entrare in scena o come dire o fare certe cose, mentre lui stesso provava le battute. Jongdae poi ridacchiava ogni volta che uno degli attori si riferiva al personaggio di Baekhyun come un lui, e Baekhyun rispondeva urlando , “Per l'amor del cielo, sono una ragazzaSe non altro, l'intera cosa era estremamente divertente, e Minseok avrebbe mentito se avesse detto che non aspettava con impazienza il risultato finale.
Jongdae gli promise che sarebbe passato da lui mercoledì sera per fargli un po' di compagnia, dopo il suo incontro per il progetto con Junmyeon. Questo significava che Minseok sarebbe tornato a casa da solo, che non era molto divertente, ma non importava troppo. A fine giornata si infilò il giubbotto e il cappello, preparandosi al freddo del tragitto, ma proprio quando stava prendendo lo zaino dall'armadietto, sentì qualcuno picchiettargli la spalle e si voltò.
Sehun era di fronte a lui, l'espressione impassibile se non per gli angoli della bocca leggermente tesi. Minseok lo guardò sorpreso. “Sì?”
Il ragazzo sembrava stesse per cambiare idea e andare via, ma poi chiese, “Dov'è Luhan?”
Oh. Giusto. Sehun non aveva idea di dove fosse il ragazzo. Il fatto che lo stesse davvero chiedendo a lui, però, era abbastanza scioccante. “Sei preoccupato per lui?” gli chiese incredulo.
Sehun sbuffò, evitando il suo sguardo. “No. Sono solo... curioso. Di dove sia. Non viene a disturbarmi da venerdì.”
Minseok dovette sforzarsi di mantenere un'espressione seria. “È a casa. Malato.”
Sehun rimase in silenzio per un momento. “Non me l'ha detto.”
Ha perso la voce. Non può dirlo a nessuno,” rispose lui.
“Allora come fai tu a saperlo?” continuò il ragazzo, accigliato.
Minseok non poté fare a meno di sorridere a questo punto, e pensò che fosse abbastanza infantile sentirsi arrogante per questa cosa, ma lo fece comunque. “Sono andato a casa sua per controllare.”
“Non mi ha mai detto dove abita,” borbottò Sehun, poi sembrò rendersi conto di quanto fosse sembrato preso e chiuse la bocca.
Minseok cercò davvero di non sembrare troppo soddisfatto. “Hmm,” fu tutto quello che disse, trattenendosi dal sbatterglielo in faccia ancora un po', come se la preferenza di Luhan fosse una specie di premio che entrambi stavano cercando di vincere.
“Beh,” riprese Sehun, tirando leggermente su con il naso. “Fa niente. Mi stavo solo chiedendo dove fosse.” E girò sui tacchi per andare via.
Minseok rise leggermente, trovando divertente come Sehun avesse cercato di non dar a vedere quanto fosse preoccupato per il bene di Luhan – o per Luhan in generale. Lo avrebbe di certo dovuto dire al ragazzo la prossima volta che lo avesse visto.
Poi si fermò e penso che forse non avrebbe dovuto.
No, doveva farlo. Luhan sarebbe stato felice di sentire che Sehun era preoccupato per lui. Minseok doveva fare le cose che avrebbero reso felice Luhan. Giusto? Anche se si trattava di Sehun.
Per una volta, Minseok era leggermente felice che Kyungsoo non fosse lì per dirgli cosa significassero i suoi sentimenti. Pensava fosse meglio non pensarci.

  
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