"Era circondata. Le pareti della sua stessa casa, ormai in fiamme, stavano per travolgerla. Il suo dolce viso, solitamente allegro, si era tramutato in una maschera di terrore ma i suoi occhi scarlatti erano ormai vitrei, spenti. I suoi lunghi capelli di grano avevano assunto una tinta simile a quella dei suoi occhi. Così come la sua camicia, originariamente bianca. 《Lux...》 una voce dolce, gentile, la chiamava. I suoi occhi si riaccesero come due candele di cera che vengono ritrovate in fondo a un cassetto e riutilizzate dopo anni passati a prendere polvere. Si guardò in giro nella speranza di trovare la fonte della voce. 《Lux...》la voce pian piano diventava più nitida. Era una voce maschile. Estremamente familiare. 《Lux! 》"

La ragazza spalancò di colpo gli occhi e scattò a sedere con la stessa velocità con la quale faceva il saluto davanti ai superiori. Ritrovandosi davanti due occhi color erba appena falciata, ancora intontita e provata, emise un urletto, facendo aderire la schiena al muro a cui si appoggiava il letto a baldacchino, provocando uno scoppio di ilarità cristallina nel proprietario di quello splendido sguardo, che si appoggiò allo stipite della porta di castagno. << Ben svegliata >> disse la voce del sogno con un pizzico di ironia. Era graffiante e dolce al tempo stesso, come un caffè dolce-amaro. Quando Lux fu in grado di mettere a fuoco i capelli giallo limone della voce, il suo respiro tornò regolare. Vedendo che si portava una mano al petto, il ragazzo si avvicinò preoccupato, ma sorrise sollevato quando i suoi occhi rosso rubino gli scoccarono la solita occhiataccia del mattino. Lui si divertiva a chiamarla "occhiataccia del buongiorno". Il sorriso, vedendo che rimaneva seria, divenne scherzosamente accattivante. Emise una vocina stridula, nel tentativo di imitare quella della ragazza << Buon girono anche a te, Marcus >>. L'espressione di lux divenne da torva a stranita. Poi prese il cuscino e lo tirò al biondino, che lo schivò prontamente, ridendo nuovamente. << Io non parlo così! >> Anche se involontariamente, anche lei sorrise, non potendo resistere a quella risata irresistibile, mostrando una schiera di denti bianchi, sotto lo sguardo (fintamente) attonito di Marcus.

Ma, purtroppo, quel piccolo momento di serenità non poté durare a lungo.

Vedendo qualche goccia di sudore che le calava dalla fronte, finendo per bagnare la stoffa bianca della maglia che usava come abito da notte, si ricordò della scena a cui aveva dovuto fare da spettatore qualche minuto prima. L'aveva vista dimenarsi tra le lenzuola bianche con un'espressione atterrita, ed aveva assistito al più raro e straziante degli spettacoli. L'aveva vista piangere. Come al loro primo incontro. Come otto anni prima, quando si era promesso di fare in modo che non accadesse più, o, almeno, non sotto i suoi occhi. Quando udì i suoi lamenti, si sentì così maledettamente impotente, da prendere l'azzardata decisione di svegliarla. E così fece.

Negli occhi di Marcus, l'apprensione rimpiazzò la serenità, lui si sedette accanto a Lux sulle lenzuola di cotone bianco, facendo riecheggiare un rumore di piedi scalzi mentre si avvicinava e, a mani congiunte, poggiò i gomiti sulle ginocchia, fasciate dai pantaloni del pigiama nero.

<< Hai... >> Marcus si schiarì la voce << Hai avuto un altro incubo... >> era più un'affermazione che una domanda. Lux non rispose. Guardò per terra, e dopo qualche istante si alzò, per avvicinarsi alla tinozza d'acqua che teneva in camera, davanti uno specchio a figura intera con la cornice di mogano. << Ne sembri sorpreso >> affermo gelida, dopo essersi sciacquata il viso tondo con l'acqua fredda. Marcus la guardò mentre si asciugava con un asciugamano grigio topo. << Beh... era da un po' che non ne avevi... Raphael... >>

<< Neanche lui sa fare miracol i>> lo interruppe in tono asciutto. Entrambi abbassarono gli occhi. Cadde il silenzio.

Raphael era un loro vecchio amico, che avevano visto appena due mesi prima. In quel momento era lontano. Probabilmente in qualche villaggio a farsi le ossa come dottore e ad esercitare i suoi poteri magici.

Dopo una manciata di imbarazzanti minuti, a Lux cadde l'occhio sull'orologio appeso sopra la porta nera. Aveva sia il quadrante sia il pendolo d'un oro brillante. Un regalo di Rain per il diploma. Segnava un'ora molto mattiniera. Lux fece mente locale. Quel giorno non avevano l'esercitazione. Ma allora...

<< Perché mi hai svegliato così presto? >> fece curiosa. Dando vita ai suoi pensieri e infrangendo quell'imbarazzante silenzio, come un sasso contro una finestra. Marcus si alzò e lei lo vide attraverso lo specchio. Aveva l'espressione di chi porta buone notizie. Lux si voltò con una speranza muta nelle iridi scarlatte. Speranza che venne esaudita.

<< Abbiamo una missione >>