Crossover
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Autore: Kia_do87    16/04/2009    1 recensioni
Harry e i suoi compagni si preparano ad affrontare quello che sarà l'ultimo anno ad Hogwarts, il settimo. Ma, come ogni anno, ci sarà una novità: sei nuovi alunni di bellezza inimmaginabile subentreranno nella casata di Godric Grifondoro per frequentare i corsi necessari a superare gli esami finali. Chi sono? Da dove vengono? Si vocifera che abbiano frequentato una scuola di magia in Islanda ma che non abbiano potuto frequentare il settimo anno a causa del lavoro del padre che, d'ora in avanti, affiancherà Madama Chips in infermeria. D'altronde come avrebbe potuto rifiutare un lavoro ad Hogwarts? Per quanto riguarda i ragazzi, sembra che siano stati tutti adottati dal dott. Cullen e signora, ma in realtà non è che si sappia molto sul loro conto; se ne stanno sempre per i fatti loro e, cosa assai più strana, pare che non apprezzino molto le delizie che gli elfi delle cucine di Hogwarts preparano ogni giorno.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Film, Libri
Note: Alternate Universe (AU), Cross-over, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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L'unione fa la forza





Capitolo 18: Assassin



"Rose, ferma!".
Prima che la vampira bionda potesse muovere un ulteriore passo verso i Malfoy, una voce perentoria ma gentile le ordinò di fermarsi. Ella eseguì malvolentieri continuando a lanciare occhiate omicide a padre e figlio.
"Guarda cos'hanno fatto ad Emmett!" urlò senza voltarsi in direzione di Carlisle che l'aveva raggiunta seguito da Ron ed Hermione.
Il dottore si chinò sul giovane vampiro privo di sensi ed estrasse la freccia che l'aveva colpito alla gola; subito indirizzò lo sguardo verso la moglie di Emmett.
"Si riprenderà, lo devi portare al sicuro".
Ron ed Hermione si affiancarono a Rosalie e puntarono le bacchette rispettivamente contro Draco e Lucius.
"Non ti preoccupare, li teniamo d'occhio noi" le disse Hermione senza perdere il contatto visivo con le due serpi.
Rosalie a malincuore si voltò verso il padre adottivo e, chinandosi su Emmett lo sollevò senza problemi.
"Portalo nei sotterranei, lì starà bene" le consigliò il dottore che, dopo un recente sopralluogo aveva constatato che quella zona non era ancora stata presa di mira da mangiamorte o volturi.
"Insieme Ron" ordinò Hermione puntando la bacchetta contro Draco.
"Stupeficium" dissero in coro i due ragazzi stordendo i due mangiamorte che caddero svenuti sul pavimento.
In breve anche gli altri amici e parenti li raggiunsero nei pressi della Sala Grande; dall'interno di quest'ultima provenivano rombi e tonfi veramente poco rassicuranti.
"Dobbiamo entrare" disse Ginny perentoria, stare lì senza fare niente mentre maghi del calibro di Lupin, della McGranitt o anche di Silente combattevano senza tregua, era veramente estenuante.
"Harry, in caso ce ne fosse bisogno, sotto al materasso ho lasciato un pergamena con una frase …è quella che dovrai scrivere sulla mia lapide" mormorò Ron deglutendo rumorosamente.
"Ron!" esclamò Hermione tirandogli una gomitata.
"Ronald" la seguì la signora Weasley.
La decisione ormai era presa, sebbene gli umani si rendessero conto di non possedere i doni dell'indistruttibilità e dell'immortalità come i vampiri , non si sarebbero sicuramente tirati indietro.
Nella Sala Grande, come previsto, i combattimenti raggiungevano l'apice: vampiri contro maghi, maghi contro mangiamorte, tutti cercavano di darsi da fare come potevano.
"Se tardavate ancora un po' vi perdevate la parte migliore" esclamò Fred mentre metteva k.o. un mangiamorte con un incantesimo di disarmo.
"Scusate ma avevamo da fare, noi non perdiamo il nostro tempo a giocare con i mangiamorte" gli rispose Ron occupato ad evitare di farsi raggiungere da uno schiantesimo.
"Oh, certo preferite farvela con i vampiri" lo prese in giro George che parò un colpo diretto al gemello.
Harry in breve tempo si ritrovò da solo, aveva perso il conto di quanti mangiamorte aveva stordito ed ora si guardava intorno sospettoso finchè una mano congelata gli afferrò il braccio.
"Poveri mamma e papà, morti per salvare un figlio egoista e presuntuoso" esclamò Aro storcendogli il braccio ed obbligando il ragazzo a lanciare un agghiacciante urlo di dolore.
"Sì, penso che la tua mammina urlasse più o meno così quando Voldemort l'ha fatta fuori … per causa tua" continuò il vampiro avvicinandosi al ragazzo che, caduto a terra, cercava di guadagnare distanza aiutandosi col braccio buono.
"Ti starai chiedendo come lo so, bè il mio potere è quello di assorbire tutti pensieri e i ricordi di una persona semplicemente toccandola, forte vero?" lo prese in giro avvicinandoglisi piano per poi chinarsi su di lui.
Harry non riusciva a muoversi, Aro gli faceva un effetto che nemmeno Voldemort gli aveva mai fatto; si sentiva come paralizzato, distrutto, sconfitto e senza più alcuna speranza.
"Noi due abbiamo una questione in sospeso Potter" sussurrò il vampiro con voce maligna.
Harry lo fissò nei suoi occhi neri, diversi da quelli di Cullen, prima che quell'essere si chinasse sul suo collo ed affondasse i canini nella sua carne.
"Harry!".
Harry sentiva una voce, qualcuno lo chiamava. Ma lui non riusciva a rispondere, i rumori si erano affievoliti, tutto sembrava un ricordo, le forze lo stavano abbandonando … e poi quell'incantesimo.
"Avada Kedavra!".
Cadde a terra con un tonfo, i rumori tornarono ad assillarlo, urla, incantesimi. Come se dopo aver messo tutto in standby le cose fossero ritornate alla normalità ma procedessero a velocità raddoppiata. Qualcuno lo abbracciò sollevandolo da terra.
"Aiuto! Qualcuno mi aiuti, vi prego!".
Ginny, la sua adorata piccola Ginny, era lei che lo teneva tra le braccia.
"Che cosa gli è successo?" un'altra voce. Edward.
"Oh mio Dio!" esclamò vedendo il sangue ed allontanandosi di scatto "Carlisle!".
Il dottore arrivò in un lampo e si chinò su Harry "Ginny, lascialo, ci penso io".
"No!" urlò lei tra le lacrime, piangeva disperata e non sembrava avere la minima intenzione di calmarsi.
La battaglia volgeva al termine ed il bilancio era ancora da realizzare.
"Jasper, Alice" disse Carlisle mentre la vampira staccava delicatamente Ginny da Harry e la portava con sé da suo marito.
"Jasper, calmala" mormorò Alice a Jasper mentre gli affidava Ginny, tornando poi ad aiutare Carlisle che cercava in tutti i modi di salvare Harry.
Il vampiro biondo prese le mani di Ginny cercando di infonderle un po' di tranquillità, per poi allontanarla dalla scena raccapricciante.
"Harry, Harry mi senti?" domandò Carlisle mentre teneva fermo il ragazzo che si dimenava senza sosta.
"Mi sento bruciare" mormorò Harry tra i gemiti di dolore che gli uscivano involontari dalle labbra.
"Il veleno è in circolo, dobbiamo fare presto!" esclamò Edward mentre il dottore si chinava su Harry e, con un'estrema forza di volontà, succhiava via tutto il veleno dal suo sangue.
"Edward mi servono delle bende" sussurrò Carlisle dopo essersi staccato da quel nettare delizioso, per lui.
Il vampiro non se lo fece ripetere, l'infermeria era vicina, doveva fare presto.



Quella che un tempo era stata l'infermeria ora non era che un ammasso di macerie fra le quali spiccavano pezzi di letti, piume dei cuscini ed irriconoscibili frammenti di stoffa che sarebbero potuti appartenere così come alle garze così come alle lenzuola. Edward avanzò lentamente, la polvere che si alzava dai rottami creava una sottile nebbiolina che avrebbe fatto tossire qualunque essere umano. I suoi occhi dorati si spostavano da una parte all'altra, sentiva uno strano odore che però confuso con l'odore strano che albergava in quella precisa stanza, non gli permetteva di comprendere quale fosse esattamente la fonte.
"Crucio!" una voce piatta ed impaurita precedette di qualche secondo la maledizione senza perdono che Edward ebbe cura di evitare senza troppi problemi. Evidentemente colui che l'aveva scagliata non era troppo convinto della buona riuscita dell'incantesimo che, purtroppo per lui, non sortì l'effetto sperato.
"Dovrai fare di meglio se vorrai avere la minima speranza di uccidermi" lo provocò Edward attendendo che quest'ultimo si rivelasse. Stranamente la sua speranza venne esaudita, Codaliscia uscì dal suo nascondiglio con un ghigno stampato sul volto, forse per celare anche se malamente la paura che gli impediva di ragionare coerentemente.
Quando gli occhietti iniettati di sangue dell'animagus si posarono sulla figura del vampiro quasi si sentì mancare il fiato.
"Tu sei morto! Io ti ho ucciso!" cominciò ad urlare indicandolo con la mano opposta a quella in cui reggeva la bacchetta. Lui aveva ucciso Cedric Diggory quella notte al cimitero, quando insieme a Potter era stato trasportato dalla passaporta per contribuire al rituale per la completa rinascita del Signore Oscuro. Come poteva essere di fronte a lui?
"Io non ti ho mai visto, credo che tu sia un po' confuso" lo prese in giro Edward cominciando a camminargli intorno con atteggiamento deliberatamente provocante. Improvvisamente si ritrovò a leggere i suoi pensieri, era molto strano perché sapeva che i poteri suoi e di Alice erano stati appositamente bloccati da Silente per rispetto degli altri studenti e professori. Al momento comunque non si pose il problema ma si concentrò sui ricordi che affollavano la mente di quell'essere abbietto, su uno in particolare.
Un ragazzo che lui aveva ucciso, non conosceva il nome dello studente, sapeva solo che era insieme ad Harry Potter e che Voldemort gli aveva dato un ordine preciso.
"Uccidi l'altro".
Venne colpito in pieno da un Avada Kedavra, l'anatema che uccide, e cadde al suolo morto.

Sembrava che la somiglianza tra lui e quello studente dovesse essere piuttosto evidente visto che anche Harry aveva avuto un momento di interdizione quando l'aveva incrociato la prima volta sul treno, all'inizio pensava che fosse per via dei suoi occhi e del suo aspetto, ma ora tutto appariva più chiaro.
"Tu l'hai ucciso…" mormorò Edward imponendosi di stare calmo, mai e poi mai avrebbe assaggiato il sangue di quel verme, ora capiva che cosa aveva spinto Rosalie a resistere al profumo del sangue dei suoi "assassini": repulsione assoluta., ecco che cosa provava.
Codaliscia dal canto suo cominciò a tremare ma chissà come riuscì comunque a trovare il coraggio di parlare "Il moccioso si è ucciso da solo quando ha deciso di seguire Potter, se fosse rimasto al suo posto non gli sarebbe successo … io ho solo eseguito gli ordini … non è stata colpa mia, ti prego …".
Era un essere schifoso, da dare il voltastomaco. Ovviamente non meritava la sua pietà, era solo misero assassino codardo che non era nemmeno in grado di prendersi le responsabilità delle sue azioni, non meritava di vivere. Eppure Edward non era un assassino, non voleva più esserlo, anche se Codaliscia meritava la morte non sarebbe stato lui a dargliela.
"Se ti azzardi a farti rivedere giuro che ti ammazzo, trascorri la tua misera vita in un buco senza più mostrare il tuo muso in giro e stai attento che se lo farai io lo saprò" cercò di essere il più convincente possibile sperando che la paura gli togliesse ogni forza di provarci, a quel punto si girò di spalle e dopo aver mosso un solo passo la sua mente intercettò i pensieri di quel vile ratto e a quel punto fu costretto ad intervenire.



"Carlisle!" lo chiamò Edward correndo verso di lui con un pacco di garze sterili in mano.
Il dottore le prese in mano per poi dare una rapida occhiata al volto del figlio "Edward stai bene?" gli domandò "Hai avuto qualche problema?" azzardò poi.
Ci aveva messo circa un quarto d'ora per fare ciò che gli era stato chiesto ma conoscendolo ci avrebbe dovuto impiegare al massimo cinque minuti.
Edward fece cenno di no con la testa per poi decidersi a guardare il dottore negli occhi "No, tutto bene … lui come sta?" rispose per poi chiedere informazioni su Harry.
Il maghetto stava sdraiato a terra, gli occhi erano chiusi ma il suo petto si alzava e si abbassava con regolarità.
"Starà bene, ho succhiato tutto il veleno" spiegò Carlisle mentre si accingeva a bendargli il collo bloccando così totalmente l'emorragia.
Edward diede una rapida occhiata attorno a sé, sembrava proprio che avessero vinto; la sua Bella stava facendo la conta dei feriti insieme ad Alice, Rosalie era nei sotterranei con Emmett mentre Jasper si era allontanato con Ginny, Ron ed Hermione parlavano insieme ai gemelli ed aiutavano chi ne aveva bisogno, forse era meglio se anche lui cominciasse a rendersi utile.
Proprio in quel momento altri studenti varcarono la soglia della Sala Grande, erano le gemelle Patil accompagnate a Seamus e Dean. I quattro si diressero da Silente e gli comunicarono che la scuola era libera da ogni minaccia.
Un'ovazione si espanse per la Sala Grande, tutti festeggiavano la vittoria, eppure mancava ancora qualcosa, o meglio, qualcuno.


Note dell'Autrice

Come al solito ci ho messo diecimila vite prima di postare (e dire che avevo già cominciato a scrivere il capitolo già un settimana fa) e di questo mi scuso, ormai non manca molto alla fine (penso tre capitoli circa) e voi direte "Alleluia!". Come vedete me ne sto inventando di tutti i colori e spero che queste mie invenzioni siano di vostro gradimento. Tra l'altro non avevo ancora deciso che fine far fare a Voldy ma ora mi si è accesa una mega lampadina da diecimila watt illuminandomi anche su questo punto. Grazie a chi ancora mi segue e pazientate ancora un pochetto, la tortura sta per finire ;)

x Ramona37: mi fa piacere che ti sia piaciuto, tranquilla ho già in mente come proseguire, ora il proble a sta nel trovare il tempo di metterli per iscritto. Ma ce la farò, tranquilla! ^^
x DarkViolet92: in pratica gli si è piantata una freccia imbevuta di veleno in gola, come minimo dovevo farlo svenire. ^^

  
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