Videogiochi > Aion
Segui la storia  |       
Autore: _AsunaRebi_    19/06/2016    1 recensioni
[AION] Questa è la storia di Alathariel, una giovane daeva elisiana che ha perso la memoria, che si avventura nel mondo di Atreia come se fosse la prima volta.
Si troverà ad affrontare situazioni che spesso sono più grandi di lei, come la guerra.
La guerra tra elisiani ed asmodiani che da tempo immemore affligge il mondo ormai straziato e lacerato dall'odio.
Gli asmodiani sono davvero così feroci e bestiali come si tramanda?
È possibile che nascano amore e amicizia tra pregiudizi e imposizioni sociali?
Spero vi piaccia! >\
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Mi guardo allo specchio passando tra le dita la ciocca di capelli ormai un po' lunga davanti alla faccia.
"Che dovrei fare con questa?" sospiro con le forbici in mano.
"Ci ho messo così tanto a farla crescere! Uff... Però non mi so vedere senza frangia..." sbuffo.
Conto fino a tre. 
Uno, due, tre.
Zac.

"Alathariel! Cos'hai fatto ai capelli? Hai cambiato idea?" mia mamma mi aggiusta lo spallaccio che è storto, e mi guarda con tenerezza "stavi molto bene, ma sei bellissima anche così" arrossisco.
Non sono poi così bella.
"Caspita, una settimana è passata davvero in fretta tesoro!" Dice lei porgendomi un grosso libro spesso "tieni, questo era il mio, ma davvero non ne ho più bisogno... Prendilo tu, ormai sei diventata sufficientemente esperta per usarlo"
Prendo titubante in mano quel grande tomo. Ha una copertina che sembra davvero antica, è un po' impolverato certamente a causa dell'inutilizzo.

"Mamma... Ne sei sicura?" Chiedo con sguardo serio
Lei mi guarda dolcemente e annuisce poggiandomi una mano sulla testa.
"Credo sia arrivato il momento di andare.. Mi raccomando, fai attenzione e non lasciare che passino interi mesi prima di tornare!" Ammonisce lei guardandomi quasi con implorazione.

"Certo mamma, grazie di tutto... Ti voglio bene, ci vediamo presto" dico, abbracciandola forte. 
Esco dalla porta di casa e mi volto ricambiando il suo saluto con un cenno di mano. 
È davvero molto presto e la luce del sole che sta sorgendo è ancora molto soffusa. Nonostante sia quasi estate l'aria è pungente al mattino. 
Mi dirigo al teletrasporto. 
"Per dove?" Sorride la donna addetta.
"Sanctum" rispondo porgendole distrattamente i kinah necessari al mio spostamento.

Mi volto per un attimo come per catturare l'immagine di Akarios, prima di lanciarmi nel portale.
"Spero davvero di tornare presto..." Penso, prima di poggiare i piedi sul mattonato di marmo di Sanctum, proprio difronte a Polido il quale, ancora insonnolito è trasalito non appena mi ha vista balzare fuori dal portale. 
Mi viene un po' da ridere a causa della sua buffa reazione, tuttavia mi trattengo e lo tranquillizzo, spiegandogli che sono arrivata così presto a causa di una chiamata del governatore.

Per ammazzare il tempo gli spiego di quanto mi sia giovato tornare ad Akarios per una settimana e di tutte le cose che ho fatto. Polido è un uomo di buon cuore e tutti gli parliamo volentieri raccontandogli quello che ci passa per la testa.

Il sole è ormai sorto, affacciandosi timidamente da una nuvola, che si è dissolta in breve tempo grazie al vento che soffia oggi. 
A Sanctum inizia a vedersi un leggero movimento di carri e merci, che i venditori si affrettano a disporre sui loro banchi, pronti per iniziare una nuova giornata di lavoro. 
Mi avvio verso il canale celeste, per passare dall'altra parte della città. 
Qualche shugo mattiniero ha iniziato a scorrazzare a destra e a manca, producendo il tipico "jang jang" che mi strappa sempre un sorriso. Inizio a vedere qualche daeva che passeggia, oppure che si dirige verso le mercanzie.

Mentre cammino per il lungo canale che collega le due parti di Sanctum sono soprappensiero... 
Non posso davvero fare a meno di domandarmi cosa voglia da una recluta come me Farsimede, il governatore di Sanctum.
Il personaggio più influente di tutta Elysea.
Sicuramente c'è qualche problema e spero non sia accaduto niente di grave.
Pensando a tutte le varie ipotesi mi accorgo di essere arrivata nei pressi della grande biblioteca, segno che devo girarmi ed entrare nella Sala dei Mestieri.

Mentre muovo un passo per entrarvi, una donna mi chiama con voce piuttosto stridula e insistente
"Ehi voi! Daeva? Dico a voi!" 
Mi volto incuriosita guardandola in modo interrogativo
"Si? Posso esservi utile?" Le domando.
"Voi siete Alathariel?" Mi chiede.
Non appena annuisco, il suo sguardo si fa sottile e mi percorre impertinentemente dalla testa ai piedi, dopo avermi scrutata per bene fa spallucce "strano, non siete così brutta come si dice in giro" esordisce, lasciandomi alquanto stupita.
"sapete, corrono commenti davvero spiacevoli sul vostro conto, come ad esempio, che avete un naso enorme..."

Cosa?
"Oppure che siete ingrassata e che combattete solo per soldi..."
Automaticamente porto la mia mano sul viso toccandomi il naso e chiedendomi se effettivamente sia troppo grosso. 
"State tranquilla, non è affatto vero. In ogni caso è solo invidia... Ora che vi ho vista dal vivo posso parlare anche io!" Dice soddisfatta facendomi un leggero inchino e allontanandosi senza darmi possibilità di ribattere.
Rimango interdetta per qualche secondo. 
Dunque davvero corrono dei commenti del genere su di me? 
"Certo che la gente ne ha di fantasia..." Penso, infastidita dal comportamento impertinente di quelle persone che non trovano impiego migliore che sparlare degli altri senza aver mai visto realmente le cose. Odio i pettegolezzi.

"Caspita! Si è fatto tardi" mi porto preoccupata una mano sulla fronte "ma tu guarda... Mi ha fatto pure perdere tempo per una simile sciocchezza!" Mi volto verso l'ingresso del Salone e inizio a correre fino al grande ascensore dorato che è già a terra da un po'.
"Aspetta!" Non posso fare a meno di gridare non appena vedo quel dannatissimo ascensore risalire un istante prima che io possa mettervi un piede sopra.
"Dannazione!" Sbuffo pensando al rimprovero che riceverò non appena sarò arrivata al cospetto del governatore.

Dopo qualche minuto interminabile salgo finalmente sull'ascensore e, una volta scesa al piano superiore, di corsa salgo le scale e mi blocco di scatto difronte a quella specie di trono decisamente alto dove è seduto impassibile il governatore.
Rimango per un paio di secondi piegata con le mani poggiate sulle ginocchia, per riprendermi dalla corsa. Ho il fiatone, i capelli in disordine e il mio aspetto complessivo non deve essere dei migliori.

Il mio cuore accelera, un po' per la paura, un po' per l'emozione e un po' anche per l'imbarazzo di aver fatto una figuraccia di fronte al governatore di Sanctum.

Mi inchino timidamente sul ginocchio destro e mi preparo a subire il rimprovero, che non tarda ad arrivare
"Siete in ritardo Daeva" esordisce in tono solenne, poi senza lasciarmi chiedere scusa continua "ritenetevi fortunata perché avete buona fama, tuttavia la prossima volta non sarò cosi magnanimo"

Rimango con la testa china ed emetto un flebile "mi dispiace, non accadrà più" che
il governatore non deve aver neppure sentito, dal momento che continua a parlare con la sua voce profonda e a tratti roca, interrompendo ogni tanto il discorso con qualche colpetto di tosse per schiarirsi la voce.
"Tutti i vostri compagni che erano stati chiamati come voi sono già a lavoro. Vi ho cercata poiché servono delle reclute in alcune fortezze sparse per Elysea. Voi verrete spostata ad Heiron. Adesso per piacere andate e vedete di non essere più in ritardo." 
Mi porge lentamente una pergamena leggermente ingiallita, legata con un nastro argentato, poi conclude "andate dal generale di brigata di Heiron, Michalis. Lui vi affiderà tutte le missioni che dovrete svolgere. Buon lavoro, Daeva. E ricordate sempre di onorare Elysea".
Cercando di nascondere il mio stupore, rialzandomi in piedi afferro la pergamena  e faccio subito un altro inchino, molto profondo. "non vi deluderò" affermo sicura.

Srotolo velocemente la pergamena per poi pronunciare ad alta voce la lunga e complicata formula di teletrasporto. 
Difronte a me si apre un portale nel quale entro con fare sicuro, anche se di sicuro, nel mio stato d'animo attuale, c'è ben poco. 
Poggio i piedi sui mattoni dell'area adibita al teletrasporto dell'imponente fortezza di Heiron.

Le alte mura si erigono possenti tutt'intorno a me, e non posso fare a meno di girare su me stessa per guardare in tutte le direzioni. 
Tuttavia, mi affretto a raggiungere il luogo nel quale si trova il generale perché non ho intenzione di prendere un rimprovero anche da lui... all'osservazione del luogo ci penserò dopo.

Apro la mappa con poca grazia, al punto di rischiare di strapparla. Scorro velocemente con il dito l'elenco dei vari luoghi e nomi, cercando concentrata il nome di Michalis.
"Eccolo! Accanto al tempio" sussurro guardandomi intorno cercando il tempio con lo sguardo. Appena lo individuo, mi precipito nella costruzione affianco, la sede del generale di brigata. Entro timidamente e percorro silenziosa il lungo tappeto rosso che porta fino al seggio del generale. Mi sento osservata. 
Di fianco al tappeto, tre guardie a destra e tre a sinistra mi seguono con lo sguardo fino a che non giungo dinanzi a Michalis.

"Ben arrivata, daeva." mi accoglie solenne il generale. Mentre mi avvicino a lui, noto la figura di un ragazzo alto dai capelli biondo scuro dinanzi al suo cospetto. Gli giungo accanto. Lui si volta indifferente ed io lo guardo incuriosita. 
Mi sembra di averlo già visto da qualche parte...

Passano un paio di secondi prima che Michalis si presenti a noi "Bene, giovani reclute. Io sono Michalis il generale di brigata di questa fortezza. Voi due siete stati scelti come squadra complementare per svolgere delle importanti missioni qui ad Heiron. Le squadre in questione sono state formate in base alle vostre capacita' di combattimento, nonché la vostra classe. Nel vostro caso, abbiamo pensato che un assassino e una fattucchiera possano essere tutto sommato complementari. Spero che vi troviate bene tra voi"
prende fiato, poi prosegue "sapete bene che ultimamente ci sono stati non pochi problemi qui ad Elysea, così come ad Atreia." Annuisco io sospirando mentre il generale continua "Abbiamo rilevato dei movimenti sospetti di alcuni mostri qui intorno, probabilmente a causa del flusso discontinuo dell'etere che sta causando innumerevoli problemi ovunque. In quanto daeva chiamati direttamente dal Governatore di Sanctum, siete tenuti a svolgere le missioni che sto per affidarvi. Inizierete da domani, vi voglio in forma e volenterosi di combattere per Elysea." Conclude soddisfatto sorridendoci in modo sincero.

Finalmente un generale simpatico! O almeno sopportabile...

"Lo faremo." Affermiamo all'unisono il ragazzo ed io, con una mano sul cuore.
È sempre un onore accettare delle missioni così importanti.
Usciamo dalla grande porta alle nostre spalle e ci troviamo nuovamente all'esterno.

"Dunque... Siamo compagni di squadra, presumo" esordisco "Sono Alathariel, piacere. Anche se mi sembra di averti già visto in giro da qualche parte" mi porto un dito al mento cercando in tutti i modi di ricordare. 
Il ragazzo si volta con un'espressione piuttosto indifferente "Io sono Dalyonn e sì, probabilmente ci siamo visti ad Eltnen, durante l'addestramento." Conclude freddamente.

Ma ce l'ha un'espressione facciale che non sia l'indifferenza, questo qui?

La mia mente si illumina d'improvviso
"Hai ragione! Ora ricordo." Annuisco.
Ricordo infatti di averlo visto svariate volte durante le missioni presso la fortezza di Eltnen.
Abbastanza solitario, timido e freddo ma, da quel che ricordo, con i suoi amici si trasformava in tutto il contrario.

Bene, e ora? Hai esaurito gli argomenti, cara.

Ci pervade un silenzio imbarazzante, almeno per me. Dalyonn non sembra essere particolarmente a disagio, e neppure interessato alla situazione che si è andata a creare.

Lo osservo meglio. 
È parecchio più alto di me, ed ha un fisico atletico. Le gambe sono lunghe e ai piedi porta degli stivali di pelle alti. L'armatura in pelle lascia scoperte le braccia, magre ma leggermente muscolose. Le mani sono lunghe e affusolate, e i polsi sembrano essere fini, sebbene siano coperti da polsini protettivi.

I suoi capelli biondo scuro sono abbastanza corti e il ciuffo laterale, leggermente più lungo del resto della capigliatura, si scompiglia continuamente con il soffio del vento, cosa che lo costringe a sistemarlo ogni poco tempo.
I suoi occhi sono grandi e di un azzurro molto particolare, a tratti sembrano verdi.
La bocca carnosa è di un rosa abbastanza vivido. La pelle è di base chiara, ma al momento lievemente abbronzata, si capisce bene che la leggera abbronzatura è dovuta alla lunga esposizione ai raggi cocenti del sole di Elysea.
Il suo viso non ha dei tratti troppo marcati, sinonimo della giovane età. 
Il suo naso è proporzionato e leggermente all'insù.

...

Arrivo alla conclusione che il ragazzo in questione è gradevole alla vista. 
Quanto al carattere, beh...
"Ci si vede" mi rivolge un freddo cenno con la mano, per poi iniziare a camminare in direzione della locanda, a qualche passo da noi.
"Ehi! Aspetta!" Mi affretto a seguirlo, per prendere accordi per l'indomani.
Il ragazzo si blocca, girandosi verso di me quasi infastidito.

Ma guarda questo! Già mi fa irritare!

Ci mettiamo d'accordo nel modo seguente: la mattina successiva ci saremmo riuniti all'entrata della locanda nella quale stiamo per passare la notte, dal momento che è tardi per tornare ad Elian nelle rispettive case.

Dalyonn si avvicina al lungo bancone di legno dietro al quale si trova lo shugo addetto alle prenotazioni. 
Mi avvicino anche io, dal momento che devo prenotare a mia volta. "Daeva, ecco vostra stanza! Spero sia di vostro gradimento jang jang!" Lo shugo mi sorride soddisfatto "fanno 15.000 kinah jang" dice porgendomi la chiave della stanza.
"Certo, solo un secondo" porto la mano alla tasca per pagare.
Mentre sono intenta a frugare nella tasca, sento un sonoro rumore, come quello di uno schiaffo.
Mi volto nella direzione del suono, alzo lo sguardo e vedo Daylonn con gli occhi fuori dalle orbite, con la sua stessa mano parcheggiata dolcemente sulla faccia.
"No!" Esclama, facendo sobbalzare sia me che lo shugo.

"I-io... Ecco io qualche giorno fa sono stato d-derubato da alcuni briganti nella strada che collega la cittadella di Verteron a Tolbas... Sono immensamente dispiaciuto, me ne ero completamente dimenticato" le guance del ragazzo si tingono inaspettatamente di colore rosso acceso, e inizia a balbettare in seria difficoltà.

Wow, allora conosce un'altra espressione facciale!

"Non fa niente, pagherò per entrambi" dico, riportando la mano alla tasca continuando a cercare.

Beh?

"Oddio..." Inizio a frugare convulsamente nella tasca, per poi gettarmi sulla bisaccia rovistandone il contenuto da cima a fondo, fino a rovesciarla direttamente sul pavimento per controllare meglio. 
Ne esce di tutto, tranne che soldi.

Provvedo a rimettere tutto apposto e mi rialzo dal pavimento profondamente imbarazzata.
"Beh?" Dalyonn mi guarda interrogativo, così come lo shugo.
"Ehm..." Balbetto "ho depositato tutti i kinah alla banca" mi porto timidamente una mano dietro la testa.
"Ma ti sembra normale andare in giro senza un soldo?" sbuffa Dalyonn alzando gli occhi al cielo
"Sempre meglio che farsi derubare!" Sbraito io di ripicca.

Mettiamo il muso entrambi, sotto lo sguardo basito dello shugo che non sa cosa dire.
Cala un silenzio imbarazzante che viene interrotto dal furetto che, inaspettatamente sta iniziando ad irritarsi 
"Beh, Daeva? Daeva senza soldi? Daeva ha già prenotato! Ha preso già chiavi della stanza! Daeva obbligato a pagare, jang jang!" Dice quasi su tutte le furie, alzandosi ed entrando di corsa nella stanza affianco. 
Io e Dalyonn ci guardiamo senza sapere cosa dire.
Dopo un paio di minuti, l'avvicinarsi di uno zampettare frettoloso ci avverte che lo shugo è di ritorno.
"Capo ha detto Daeva lavare piatti! Solo questa volta Daeva senza soldi saranno perdonati!" Dice annuendo e guardandoci attentamente con i suoi occhietti vispi.

Oh, no. Fatemi fare tutto ma non lavare i piatti...

Dalyonn mi lancia un'occhiata implorante, segno che lavare i piatti non è nemmeno la sua passione. 
Sbuffando veniamo raggiunti da un altro shugo che ci spinge con poca gentilezza per un corridoio che diventa sempre più stretto, fino ad abbassarsi a tal punto da costringerci a piegarci per riuscire a proseguire.
Lo shugo ci trascina fino a giungere dinanzi ad una porticina decisamente di dimensioni ridotte.

"Mi fa male la schiena a stare cosi piegata!" 
Mi lamento io.
Dalyonn si limita a rivolgermi uno sguardo piuttosto ambiguo, anche se io protendo per la versione "Stai zitta che è meglio"
"Questa cucina di shugo! Jang jang" ci informa il piccoletto tirando fuori dalla tasca sul grembiule una grossa chiave di ferro decisamente sproporzionata in confronto alle dimensioni della porta.

"Ora Daeva senza soldi lavare TUTTI piatti di cucina! Da soli! Quando Daeva finiscono, possono lasciare chiave attaccata qui. Lavorare, jang jang!" Conclude il piccolo shugo, inserendo la chiave e aprendo la porta con molto sforzo, per poi consegnarcela e tornare alle sue occupazioni ai piani superiori.
Dalyonn ed io entriamo nella cucina.
"Caspita è gigantesca!" Dico sorpresa
"E almeno il soffitto è alto..." Commenta lui, tirando un sospiro di sollievo.
In effetti, la cucina è davvero grande, e il soffitto è alto come nelle stanze comuni.

Ci avviciniamo a passo lento e svogliato al lunghissimo lavandino di pietra sospirando
"Uff... Vediamo di sbrigarci...!" Sbuffo immergendo un paio di piatti nell'acqua.
"Ma guarda quanti cavolo di piatti sono! Ma quanto mangia questa gente?" Si lamenta il ragazzo osservando le pile di piatti da lavare, indicandoli con un dito per fare un calcolo approssimativo del totale, stupendosi poi del risultato "Saranno circa... 350 stoviglie!" esclama alzando gli occhi al cielo.

Dopo essere stati per circa un buon quarto d'ora a lamentarci e a commentare l'esorbitante numero di piatti da lavare, ci mettiamo a lavoro.
Non sappiamo di cosa parlare, se non per consigli tecnici sul lavaggio o per confabulare congiure contro i piatti, pensando anche di romperne alcuni, pur di non lavarli tutti.
Ma per la maggior parte del tempo nella grande cucina di pietra rimbomba sovrano il rumore dell'acqua e delle stoviglie che si urtano l'una contro l'altra.

Non sto a dire quanto ci abbiamo messo, dal momento che siamo entrati in quella dannata cucina che era tardo pomeriggio e ne siamo usciti in un'ora indefinita della notte.

"Per Aion... Le mie ginocchia stanno chiedendo pietà!" Commento buttandomi sgraziatamente sulla sedia più vicina. 
"Dimmi che abbiamo finito!" Domanda Dalyonn retoricamente

Ci appropinquiamo all'uscita, appendendo la chiave dove ci era stato indicato e ripercorriamo il basso corridoio fino ad arrivare sfiniti all'entrata della locanda.

È notte e finalmente è ora di andare a dormire per porre fine a quella giornata devastante e piena di impegni.
Senza preoccuparsi troppo di salutarmi, Dalyonn sale le scale per scomparire lungo il corridoio.
"A domani allora" abbozzo un saluto.
Per tutta risposta ricevo un "a domani" volante dall'alto delle scale.

Sospiro e anche io salgo le scale a passo pesante e percorro il lungo corridoio dal muro di pietra gialla, producendo un sonoro "toc toc" con i tacchi della mia nuova armatura che calpestano il legno scricchiolante del pavimento.
Appena trovo la stanza, dopo aver inserito la chiave, la giro e la piccola porta di legno scuro si apre producendo uno scricchiolio alquanto fastidioso. 
Non mi curo di quel rumore, sono davvero troppo stanca per pensarci.
Poggio il mio libro degli incantesimi sul comodino e mi butto sull'alto letto sorprendentemente soffice senza troppa grazia.

Per una volta, non ci metto troppo a prendere sonno, anche se sono un po' preoccupata di come andranno le cose da domani in poi.
"Insomma, quel Dalyonn sembra molto chiuso e introverso... Spero davvero di riuscire ad entrarci in sintonia, altrimenti gli esiti delle missioni future ne risentirebbero." Penso, "ma in fin dei conti non lo conosco neppure un po'. Sono certa che tra qualche tempo troveremo un punto d'incontro..." Penso chiudendo gli occhi e strofinando delicatamente la mia guancia sul cuscino, per mettermi comoda.

Con questo pensiero mi addormento come un sasso, fino al fastidioso verso di un Methu gracchiante che martellante mi sveglia e mi ricorda che da oggi inizia una nuova avventura, piena di scoperte, pericoli e punti interrogativi, ma che non vedo l'ora di intraprendere.

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Aion / Vai alla pagina dell'autore: _AsunaRebi_