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Autore: war    19/06/2016    3 recensioni
Alcuni cedimenti mentali che mi hanno colpita durante la stesura del seguito di Siwa...
Contenuto altamente demenziale... Siete stati avvisati!
Genere: Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Nayal e Rime erano su, alla dodicesima.
Aphrodite aveva giocato tutte le sue carte pur di togliersele dai piedi e, inutile dirlo, aveva fallito.
-Non un fiato o giuro che vi uso per concimare le mie rose. Tutte e due. - sibilò mentre con le gote imporporate da profonda vergogna, osservava quelle maledette che avebbero avuto vita molto breve, deturpargli la magnifica inarcatura "naturale" delle sue sopraciglia.
Afferrò la pinzetta, fissando il suo riflesso nello specchio con la massima aria di sfida e tirò quanto più possibile la pelle della palpebra prima di procedere con la rimozione di ogni antiestetico pelo superfluo.
- Ma non fa male? - chiese Rime quando vide che il Dodicesimo si asciugava una lacrima.
- Per belli apparire un poco bisogna soffrire - recitò un detto popolare con aria saggia Aphrodite.
Nayal gonfiò le gote.
- Io mi annoio... - brontolò.
Il pesciolino desiderò strozzarla.
Lui metteva sull'orlo del baratro la sua dignità, il suo orgoglio e la sua fierezza nel mantenersi sempre e comunque il più bello e quella... Quella dannata peste, che il diavolo se la portasse, si annoiava?!?
Doveva scambiare due parole quanto prima con Death Mask e magari anche con Saga, che ultimamente era un po' a corto di scuse per intrattenersi con il Primo Ministro...
E immaginò di cavacarlo selvaggiamente su quel grande tavolo di noce pieno di carte e libri e...chissà quali mutande portava sotto la lunga tunica blu dai ricami d'argento?... Tanto le avrebbe fatte volare da qualche parte, magari sulla lampada da tavolo, per rendere soffusa la fredda luce a led...
Quando riprese contatto con la realtà si rese conto che le due se ne erano andate...


- Marin, ma anche tu ti strappi le sopracciglia con la pinzetta? - chiese ad un tratto Rime durante la sua lezione che spiegava le difese naturali del corpo, tipo l'epiermide... E alla malora anche Shiana e il suo raffreddore, che le aveva impedito di fare lezione
La Silver ringraziò Athena e la sua maschera, che aveva scelto di non togliersi.
Di sicuro l'imbarazzo le aveva arrossato le gote; in verità, sentiva anche le orecchie calde...
- La domanda non è pertinente. - disse rigidamente.
- Per me non ce lo vuole dire... - sboffò Nayal che stava giocherellando con l'elastico dei capelli per nulla intressata alla lezione.
- Uso strisce depilatorie e adesso, alla lavagna tutte e due Rime, nominami tutti i muscoli, Nayal tutte le ossa. -
I maschi del quintetto si scambiarono occhiate confuse.
Marin fu contenta che a volte non fosse la sola a brancolare nel buio tentando di seguire le folli idee partorite dai cervellini irrequieti di quelle due.


La notte si era di nuovo alternata al giorno, nel Santuario.
Ne avevano discusso a lungo, lei e Rime.
Indubbiamente Aldebaran era quello con le sopracciglia più cespugliose, ma nessuna delle due era riuscita a immaginare nulla di diverso per quel viso.
Mu aveva due punti rossi, era inutile solo prenderlo in considerazione.
Shura, Aiolia e Shaka erano in missione quindi non disponibili. E la lontananza di Aiolia spiegava anche irritabilità di Marin.
Death Mask era davanti al maxischermo a guardare la partita di calcio. La cassa di birra al suo fianco, la ciotola piena di salatini vari in grembo, mentre osannava un certo "rosanero" qualsiasi cosa fosse...
Nayal si defilò di sghimbescio fra le colonne e trotterellando scese alla Terza.


Rime trattenne il fiato.
La luce filtrava in una lama sottile da sotto la porta della biblioteca.
Si chinò in avanti, sbirciando dal buco della serratura.
Individuò subito Camus.
Sul tavolino di ferro battuto e cristallo il bicchiere sfaccettato contenente del liquido ambrato e un unico pezzo di ghiaccio frastagliato.
La mano abbandonata lungo il bracciolo della poltrona dall'aria super-comoda foderata di velluto blu, gli occhiali in bilico sul naso, ma lei sapeva che erano più per scena che per reale necessità. Camus riteneva gli dessero un'aria più professionale... Il libro abbandonato in grembo sopra la copertina di pile dai geometrici disegni blu su fondo azzurro...
Entrò, leggera e delicata come brezza estiva.
Ala di gabbiano? Si definiva così la bifocazione naturale delle sue sopracciglia? Rime le osservò con attenzione. Voleva imprimersele nella memoria, come il volto di un caro amico. Forse, dopo, il suo Master avrbbe avuto un'aria meno severa e fredda.
Scaldò fra le mani una sottile striscia di qualcosa che non era plastica e non era carta e aveva una sostanza rosa nel mezzo.


Esplosione di Cosmo gelido che rischiò di portare la Quarta glaciazione al Santuario.

Esplosione di Cosmo doppio che rischiò di abbattere le luminose stelle del firmamento.



Aphrodite osservò l'Undicesimo e il Terzo.
Tutti e due seduti rigidamente sul bordo della sua vasca da bagno.
Aggrottò le sopracciglia davanti ai cappellini da baseball, assolutamente stonati su loro due, tanto più che quello di Camus era rosa con glitter. Un pugno in un occhio sui capelli rossi dell'Undici.
- Che succede? - chiese dal momento che nonostante mille sguardi interrogativi nessuna favella venne pronunciata.
- Fai qualcosa, te lo ordino in qualità di... Oh, al diavolo, fai qualcosa e basta!- Ringhiò Saga strappandosi il cappellino e rivenado uno sguardo... Incompleto.
Meravigliosi occhi marini, lunghe ciglia scure ma... Le sopracciglia erano sparite. Solo due striscie di pelle arrossata dallo strappo.
Ad Aphrodite il cuore cadde fino alle caviglie. Chi aveva osato?! Chiunque fosse stato lo savrebbe fustigato con le sue rose...
Poi, pensò che aveva la scusa per stare con Saga tutte le mattine, per tutti i giorni che sarebbero occorsi ai peli per ricrescere... E si sentì in pace col mondo, anzi di più, si sentì contento.
No, decise, non avrebbe fustigato nessuno.
Guardò Camus.
Le gote rosse.
Almeno a lui, quattro peli restavano.
- Oh, bhe... Da qualche parte dovrei avere una matita per sopracciglia rossa... Saga, mi sa che con te invece dovremo fare andare bene il marrone... Adesso vi sistemo - e canticchiando prese a cercare nella sua trousse.



Nayal si voltò verso Rime.
- Quanto credi che ci lasceranno qui, appese a testa in giù? E' già mattina... - disse l'Asgardiana a cui lo stomaco brontolò per la fame.
Anche quello di Nayal gorgogliò.
- Non lo so... Dici che si arrabbieranno ancora tanto se andiamo a fare colazione e poi torniamo qui? Ci metto meno di un minuto a levarmi di dosso queste corde... -
- Chissenefrega se si arrabbiano! Sono già arrabbiati e io sto morendo di fame... Preferisci vedermi morta? - chiese Rime ettendo su un broncio irresistibile persino per Nayal.
Nemmeno un minuto dopo, due corde, inutili, penzolavano dal grosso ramo di ulivo a picco sulla scogliera.
  
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