What kind of man
4. Like when I see you for the first time
Bonnie, le
mani poggiate sui
fianchi, osservava il bucato steso con cura all'esterno e diviso in
base ai colori e alle dimensioni dei capi. Al campus Caroline la
prendeva spesso in giro perché quando dovevano lavare i panni
sporchi, passava ore a decidere come dividere t-shirt, calzini,
mutande e quant'altro, mentre all'amica bastava separare i bianchi
dai colorati per sentirsi soddisfatta.
Alzò il capo e si riempì i polmoni
dell'arietta fresca montagnina. In cielo non c'era una sola nube e
l'azzurro così limpido somigliava a quello del mare. Si godette
ancora per un po' la vista mozzafiato che il posto regalava e poi
rientrò in casa, dirigendosi in cucina. L'orologio segnava le sei e
trenta del pomeriggio e lei iniziava ad avere un certo languorino.
Enzo non si faceva vedere da quasi una settimana ma prima di
andarsene le aveva lasciato cibo e acqua a sufficienza. Mentre apriva
un pacco di patatine, seduta sul vecchio divano a gambe incrociate,
nella sua mente apparve il viso del vampiro. Incredibile come
pensasse a lui nei momenti meno opportuni. Si era fatto vivo una
volta sola per assicurarsi che fosse tutto a posto e la telefonata
era durata circa due minuti. Un vero peccato, pensò mentre
arrossiva, perché amava ascoltare la voce sensuale e profonda. Così
tanto che negli ultimi giorni aveva cercato di ricordare ogni piccola
parte di quella conversazione, come una ragazzina alle prese con la
sua prima cotta. Allontanò immediatamente quel pensiero scomodo e
finì di sgranocchiare le Doritos e sbuffò. Davanti a lei si apriva
un'altra serata in completa solitudine. Avrebbe potuto chiamare
Caroline ma quella probabilmente era troppo impegnata a cambiare
pannolini per rispondere.
Se solo avesse avuto con sé un
computer o Netflix...dio, quanto le mancavano i telefilm. Prima di
assopirsi sul divano si chiese a che punto fosse arrivato Game of
Thrones e se Daenerys avesse finalmente conquistato i Sette Regni.
Fu svegliata dal rumore di una
brusca frenata sull'asfalto e subito si alzò in piedi, il battito
del cuore che le pulsava veloce nel petto, tanto che temette di
vederlo schizzare fuori. Avanzò lentamente verso la porta
dell'entrata e tese l'orecchio per captare qualcosa, le braccia
rigide sui fianchi e i sensi all'erta. Stava per essere catturata?
Non riusciva a muovere un muscolo e rimase in quella posizione per un
momento che a lei parve infinito.
Poi la serratura scattò davanti a
lei e comparve Enzo, in tutta la sua fierezza. Bonnie liberò un
grosso sospiro di sollievo e in uno slancio di follia il suo corpo si
mosse e finì per gettargli le braccia al collo, stringendo
lievemente la presa. - Enzo. - Soffiò, sollevata.
Lui, colto alla sprovvista, rimase
leggermente impacciato ma alla fine l'abbracciò e fece una risatina.
- Mi sei mancata anche tu, streghetta. -
Bonnie si scostò di colpo e fece un
passo indietro, abbassando gli occhi. - Io...Io...credevo che
fossi...che tu...insomma...- Biascicò, in preda al panico.
Enzo le posò una mano sulla spalla
e l'accarezzò con il pollice. - Tranquilla, nessun lupo cattivo
all'orizzonte. -
Bonnie ritrovò il coraggio perduto
e gli diede una breve occhiata. - Beh? Che ci fai qui? Pensavo
saresti rimasto fuori città fino alla prossima settimana. -
Enzo la superò per andare a
piazzarsi davanti al camino spento. - Doveva essere così, infatti,
ma Alex è partita per Londra e quindi...- Alzò le spalle lasciando
cadere il discorso.
Bonnie si prese un abbondante
momento per osservare la figura del vampiro, che visto da dietro non
era niente male. Beh, se doveva essere sincera, considerava
affascinante qualsiasi parte del suo corpo.
Indossava una polo
a maniche lunghe nera che risaltava i bicipiti prominenti e un jeans
stretto e scuro, il tutto accompagnato da un paio di anfibi del
medesimo colore. Aveva sempre amato il look total black nei ragazzi
ed Enzo sembrava prediligere quegli abiti un po' alternativi che gli
calzavano a pennello. - Quanto durerà la vacanza di Alex, comunque?
- Si informò.
Lui si girò dalla sua parte e
incrociò le braccia al petto, fissandola distrattamente. - Tre o
quattro giorni al massimo. - Fece una pausa durante il quale sembrò
ricordare qualcosa di importante. - Hai mangiato? -
Bonnie si strinse nelle spalle. -
Non proprio. -
Enzo fece una smorfia di disappunto
mentre controllava il frigo. - Non c'è molto qui. - Constatò. - Mi
dispiace, non ho avuto tempo di fare la spesa ma...posso andare
adesso. -
- A quest'ora? -
- C'è un grande supermercato a 10
km da qui. -
Bonnie s'illuminò di colpo. - Posso
venire con te? -
Enzo aggrottò la fronte. - Dici sul
serio? -
Bonnie ammiccò portando le mani
dietro la testa. - Sì, perché no? Ho una voglia matta di cibo
spazzatura. -
Lui abbozzò un sorrisetto,
divertito dalla sua faccia sognante. Poi tornò serio. - Potrebbe
essere pericoloso. Sai, se qualcuno mi avesse seguito. -
Bonnie roteò gli occhi. - Ma invece
è tutto ok, no? Dai, voglio passare qualche ora nel mondo reale,
fare shopping, shopping e ancora shopping.-
Enzo sembrò impallidire di fronte a
quella informazione e ridusse le pozze scure in due sottilissime
fessure. - Fammi capire, dovrei accompagnarti a fare shopping? -
Bonnie si morse le labbra cercando
di trattenere una risata. - Hai decisamente paura. -
Enzo sospirò ma non negò. - Non
c'è modo, vero, di tenerti a casa? -
Lei fece spallucce con noncuranza. -
Direi di no. Ti assicuro che sarà una cosa veloce e indolore. - Poi,
dopo aver sciolto i capelli raccolti in una coda disordinata li
ravvivò con entrambe le mani, e si precipitò fuori.
Enzo la seguì a ruota, prendendo le
chiavi dell'auto dalla tasca dei jeans per aprire le portiere. -
Prego. - Disse, con un cenno galante.
Bonnie si accomodò nel sedile
accanto a lui e con la coda dell'occhio seguì i movimenti di Enzo
che accese il motore e partì. La Cadillac uscì dal cortile buio e
si inoltrò nella stradina in discesa piena di curve. Erano
circondati da un fitto bosco e un silenzio quasi assordante. Davanti
a loro infatti si apriva il deserto più totale; nessun'altra auto
gli faceva compagnia. Bonnie realizzò solo in quel momento di essere
molto vicina a Enzo che, quando cambiava marcia, gli sfiorava
impercettibilmente la gamba con il dorso della mano. L'abitacolo
tremava sotto le crepe dell'asfalto, rovinato dalle intemperie che
per anni vi si erano abbattute.
Bonnie era stranamente agitata. Di
solito riusciva a mantenere una tranquillità quasi invidiabile ma in
quel momento non sapeva proprio come agire. Se ne stava zitta,
tenendo lo sguardo fisso sul paesaggio che si specchiava dal
finestrino mantenendo una certa rigidità.
Alla fine fu Enzo a parlare,
strappando bruscamente Bonnie dalle proprie riflessioni. - Che hai
fatto durante la mia assenza? Trovato qualcosa di interessante? -
Bonnie deglutì mentre osservava il
profilo del vampiro, così maledettamente modellato, ancora una volta
affascinata dalla sua bellezza. - No, solo noiosissime informazioni
sull'Armeria. Mi sono addormentata più volte mentre leggevo la
storia nei minimi dettagli.-
Enzo sollevò le guance e sogghignò.
- Sanno essere molto esaurienti. -
- A te come è andata invece? -
- Bene, direi. Ho fatto finta di
cercarti. - Rispose, dandole una fugace occhiata. - E quindi ho
dovuto dare alla squadra di Alex false informazioni. -
Bonnie sollevò il pollice in segno
di approvazione. - In poche parole stai svolgendo bene il tuo lavoro
da 007. -
Enzo inclinò il capo e gli occhi
furono illuminati da un guizzo furbo. - Sean Connery mi fa un baffo.
-
Lei ridacchiò. - Vuoi dire Daniel
Craig? -
Enzo arricciò le labbra, per niente
d'accordo. - Assolutamente no. - Disse, deciso. - Il mio preferito
rimane Sean. -
- Oh. - Mormorò Bonnie provando a
mantenere un tono serio. - In effetti Sean Connery è un gran
bell'uomo. - Poi però scoppiò a ridere.
Enzo roteò gli occhi e incurvò un
sopracciglio, rivolgendole un'occhiata che doveva sembrare
minacciosa. - Non continuare. - L'avvisò.
Bonnie alzò le mani in segno di
resa e tornò a concentrarsi sulla vista che la sera le regalava. I
lampioni ai bordi della strada si fondevano in una sola grande luce.
Il cielo nero macchiato di nubi deformi sembrava fatto a posta per
perdersi dentro. C'era sempre qualcosa di mistico che l'attirava
pericolosamente, mentre i suoi pensieri vagavano nel profondo di
quell'oscurità.
Ancora una volta, fu Enzo a
riportarla alla realtà. - Comunque...stai bene? - Chiese.
Bonnie, che non si aspettava quella
domanda, sbatté le palpebre più volte prima di rispondere. - Certo,
perché me lo chiedi? -
Enzo si fermò al semaforo rosso e
la fissò intensamente. - L'ultima volta che ci siamo visti non eri
molto in forma. -
La ragazza interruppe il contatto
visivo e abbassò la testa, imbarazzata a causa di ciò che era
successo tempo prima. - Beh, ormai è acqua passata. Sto bene. -
Assicurò.
La voce roca e appena sussurrata di
Enzo la fece sussultare. - Mi fa piacere. Davvero. -
L'auto ripartì, lasciandosi alle
spalle la parte incontaminata della montagna per inoltrarsi nel
traffico accennato della statale. I due trascorsero il resto del
tragitto parlando del più e del meno e dopo circa un quarto d'ora
arrivarono nella città di Grapevine dove era situato il centro
commerciale, aperto 24 ore su 24. Enzo trovò parcheggio davanti a
una delle entrate e arrestò l'auto. - Che vuoi fare per prima? -
Domandò girando la chiave nel commutatore di accensione e voltandosi
verso di lei.
Bonnie annuì tra sé, mentre
vagliava le varie possibilità. - Credo che inizierò dai vestiti. Se
non ti va di entrare puoi aspettarmi fuori. -
- Oppure potrei darti alcuni
consigli. - Disse, indicando con il mento le vetrine dei negozi di
abbigliamento.
La ragazza lo scrutò, scettica. -
Cos'è, adesso sei anche un esperto di moda? -
Lui si leccò l'angolo della bocca,
sorridendo sornione. - Abbastanza da capire cosa dovresti indossare.
-
Bonnie sentì le guance infiammarsi.
Possibile che d'un tratto sentisse l'aria più calda?
Ritrovata la lucidità momentaneamente perduta, incrociò le braccia
al petto. - E sentiamo, cosa dovrei indossare? -
- Seguimi e lo scoprirai. - Fece
Enzo, uscendo dall'auto e chiudendo la portiera. Bonnie lo seguì al
di fuori e dalla sua gola uscì uno strano suono.
- Toglimi una curiosità. -
Proruppe, camminandogli accanto a passo svelto. - Questa è una
tecnica che usi per abbordare le ragazze? -
Enzo si arrestò di colpo,
lanciandole uno sguardo stranito e allo stesso modo compiaciuto.
- Credi che voglia abbordarti? -
Lei increspò le labbra e arrossì.
- Non ho detto questo. -
Enzo si fermò per un secondo a
osservarla, divertito, poi riprese a camminare. - Devo dire che
spesso funziona. -
In risposta Bonnie si limitò a
scuotere la testa anche se, in realtà, dentro di lei poteva
benissimo comprendere le miriadi di fanciulle che avevano ceduto al
fascino inglese di Enzo St. Jones.
La galleria ospitava una moltitudine
di negozi e supermercati e pur essendo passate le 21, continuava ad
essere affollato da un via vai di gente indaffarata. Famiglie,
bambini e anziani erano raggruppati in vari punti e inizialmente
Bonnie si sentì soffocare. Dopo un mese di “prigionia” si era
quasi abituata alla quotidiana solitudine e la vista di quelle
persone la faceva stare un po' male.
- Ti va di entrare qui? - Chiese la
ragazza, individuando il primo dei tanti negozi.
Enzo acconsentì, il viso
rischiarato da un bellissimo sorriso. - Andiamo. -
Appena varcarono la soglia, una
commessa bionda e abbronzata si precipitò da loro chiedendo se
avessero bisogno di aiuto ma subito Enzo la soggiogò affinché li
lasciasse girare indisturbati all'interno della boutique.
Bonnie si guardò intorno,
osservando con attenzione i capi che le capitavano sotto tiro. C'era
un vasto assortimento di t-shirt, jeans, top e quant'altro ed Enzo,
dietro di lei, si muoveva silenzioso alla ricerca di chissà cosa.
Bonnie si avviò verso uno scaffale colmo di magliette a maniche
corte e prese ad ispezionarle una ad una. - Quindi...cosa proponi? -
Domandò, notando che nel frattempo l'aveva raggiunta.
- Abbi pazienza, sto ancora
guardando. - L'ammonì lui, scherzosamente.
- Intanto io credo di aver trovato
qualcosa. - Esultò Bonnie, sventolandogli sotto il naso una maglia
color prugna, abbastanza larga e morbida.
Enzo allargò le iridi, scioccato. -
Sul serio? -
Bonnie gli diede un pacca su una
spalla, mettendo il broncio come una bambina. - Non rompere! E'
bellissima. -
Enzo ghignò a gran voce. - Se lo
dici tu. -
- Ah, ah. Divertente. - Lo rimbeccò
Bonnie con un dito alzato. - Vado a provarlo. - E si voltò di spalle
con uno slancio, per poi rintanarsi nei camerini situati in fondo
alla sala. Prima di spogliarsi si diede una controllata allo specchio
e sospirò. La compagnia di Enzo era piacevole in un modo che non si
era mai aspettata e più passava il tempo con lui, più si convinceva
del fatto che fosse una brava persona. Avrebbe potuto sbagliarsi ma
al momento voleva dare ascolto a quelle sensazioni positive anche a
costo di rimanerne delusa. Indossò la t-shirt e girò su se stessa
per controllare che tutto fosse a posto. Le piaceva davvero molto
come cadeva sul suo corpo e accompagnata da jeans e scarpe
appropriate, sarebbe stata perfetta. Uscì, spavalda come non mai
piazzandosi di fronte ad Enzo. - Allora? Che ne pensi? -
Il vampiro la osservò dal profondo
dei suoi occhi neri e trattenne il respiro. - Non ti sta male. -
Affermò socchiudendo le palpebre e, con un gesto teatrale, portò in
aria un abitino succinto, tenendolo dalla gruccia. - Fossi in te
però, proverei questo. -
Bonnie rivolse l'attenzione verso
quella specie di vestito, al quale sicuramente mancava molta stoffa.
- Dov'è il resto? - Chiese, allarmata mentre scuoteva il capo più
volte. - Non esiste che io metta una roba del genere! -
Enzo si morse un labbro e tirò
indietro la testa. - Sapevo che lo avresti detto. Volevo solo vedere
la tua reazione. - Ammise. Poi tirò fuori un altro vestito,
anch'esso nero ma molto semplice e non troppo corto. - Che ne pensi?
-
Bonnie si convinse a provarlo e
tornò nuovamente nel camerino. Levò la maglia e i pantacollant e se
lo infilò senza alcuna esitazione. Si guardò le Converse grige ai
piedi e sorrise, di fronte a quella buffa combinazione riflessa
attraverso lo specchio. In realtà però il vestito non era niente
male e sembrava fatto su misura per lei. Stretto in vita e più
morbido sui fianchi, le lasciava scoperta gran parte della schiena ma
era decisamente sobrio, proprio il genere che preferiva. Pensare che
avrebbe dovuto farsi valutare da Enzo la metteva parecchio a disagio
e prima di muovere un muscolo indugiò qualche istante, cercando di
calmare il battito del suo cuore. Infine si voltò in direzione
dell'uscita e scostò leggermente la tendina, cercando di individuare
il ragazzo. - Devo dire che questo vestito è molto...- Cominciò,
bloccandosi di colpo quando percepì una folata di vento investirla a
una velocità incredibile mentre le mani di Enzo si serravano sulle
sue braccia e la spingevano dentro. L'urto della sua schiena contro
lo specchio fu forte, secco e l'intero camerino vibrò sotto quel
movimento violento. In un attimo Bonnie si trovò spiaccicata contro
il corpo di Enzo e la sorpresa le fece sfuggire un singulto. Prima
che potesse parlare però, Enzo le posò un dito sulle labbra,
intimandole il silenzio più assoluto. - Shhh, sta ferma. - Ordinò,
serio, la stretta sempre più forte e gli occhi ardenti oscurati da
un velo di preoccupazione.
Bonnie non osò fiatare, né tanto
meno battere ciglio. Credeva che da lì a poco il cuore le sarebbe
uscito fuori dal petto e non sapeva per quanto tempo ancora le gambe
avrebbero retto. Gli occhi di Enzo sembravano in grado di scrutarle
l'anima, concentrati e immensi e incapaci di staccarsi da quelli
verdi di lei. Bonnie si perse così a mirare ogni particolare del
viso di Enzo, come se volesse imprimerselo nella mente, come se
avesse paura di dimenticare ciò che stava provando in quel preciso
istante. Rimasero bloccati per un tempo indefinito, fino a quando la
presa di Enzo divenne, se possibile, ancora più forte e le sue
viscere si contrassero e lo stomaco fece una doppia capriola mentre
l'aria sferzava sopra la sua testa. Un attimo dopo erano all'esterno,
davanti alla Cadillac bianca. Bonnie si portò una mano alla pancia e
ansimò.
- Perdonami, Bonnie. - Disse Enzo,
sfiorandole la testa con la mano. - Ma dentro c'era uno scagnozzo di
Alex e ho dovuto portarti fuori. -
Subito il panico si impossessò
della ragazza che impallidì. - Cosa? Credi che mi abbia vista?-
- Non penso. Mi sono accorto di lui
in tempo. - Spiegò, rilassandosi un poco. - Dobbiamo tornare subito
a casa, non si sa mai. -
Bonnie annuì e poi si rese conto di
avere addosso ancora l'abito non pagato e di aver lasciato le sue
cose all'interno del negozio. - Devo prendere i miei
vestiti. - E fece per superarlo, ma Enzo la bloccò per un polso. -
Vado io. E nel frattempo passo a comprarti qualcosa da mangiare. Tu
sali in macchina e, mi raccomando, occhi ben aperti. Ci metterò
pochissimo, promesso. - Rispose in tono rassicurante e premuroso. Le
porse le chiavi e fece un sorriso dolce.
Bonnie obbedì e si rinchiuse in
macchina, ancora scossa da tutto quel movimento. Lo seguì con gli
occhi fino a quando le fu possibile e una volta rimasta sola con se
stessa, capì di essere irrimediabilmente e totalmente sconvolta.
Enzo gli era entrato sottopelle come un virus, come una malattia
incurabile, come qualcosa di terribilmente sbagliato. Quel giorno lei
lo aveva visto per la prima volta e non voleva assolutamente
dimenticare il turbine di emozioni che l'aveva assalita fino a
portarla all'esasperazione. Non poteva e non voleva. Non
voleva
dimenticare i suoi occhi...per nessuna ragione al mondo.
Angolo autrice:
Buonasera
ragazzi, sono tornata ^_^
Scusate
il ritardo ma in questi giorni sono molto impegnata e nonostante
avessi molta voglia di scrivere...il tempo a disposizione è quello
che è. In questo capitolo Bonnie ha realizzato di provare qualcosa
per il sexy Enzo. Evvai, direte voi. Beh...non vi illudete. Le cose
si sono appena messe in moto ma nel prossimo capitolo ci sarà una
situazione un po' particolare che potrà turbare gli animi di
entrambi. Ma non posso dirvi altro. Spero che continuerete a seguirmi
e naturalmente voglio sapere cosa ne pensate, accetto qualsiasi
recensione positiva o negativa che sia! Vi auguro una buona notte
(vista l'ora) e ci sentiamo al prossimo aggiornamento! Bacioni :*
DS91