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Autore: Andrws    20/06/2016    2 recensioni
Ai tempi dell'antica Grecia, era di grandi eroi e di epiche battaglie, l'equilibrio tra le divinità iniziò ad incrinarsi quando la custodia della Terra venne affidata ad Athena.
Da sempre quel dominio allettava molti tra gli Dei Olimpici, che quindi approfittarono del "passaggio di potere" per tentare la loro Sorte. Il primo come racconta l'Ipermito fu Poseidone, con inondazioni e assedi da parte dei suoi dei suoi seguaci, i Marine. L'assedio dei Marine arrivò ben presto al Tempio di Athena, che nonostante le numerose perdite, reagì prontamente. Creò quindi le Armature, affidandole ai suoi fedeli guerrieri, da allora in poi chiamati Cavalieri. Così ebbe inizio la "prima" Guerra Sacra, che terminò con la disfatta del Dio dei Mari, grazie alle gesta dei Dorati Cavalieri che raggiunta Atlantide, sconfissero i generali Marine e Poseidon in persona.
Non passò molto tempo perché la situazione si facesse propizia per altri contendenti. Alcuni anni dopo, difatti, il "Ratto di Elena", sconvolse l'intero mondo, tanto da influenzare persino gli schieramenti Divini. La Guerra di Troia esplose e con essa nacquero leggende, alcune narrate da Omero ancora oggi ampiamente note, altre invece solamente sussurrate, riservate alla conoscenza di pochi.
Genere: Avventura, Azione, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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XXIII – Il Gigante degli Inferi

 
Seguito del capitolo XIII
 
L’incantevole visione dell’amata scosse l’eroico Achille, più di quanto in quella situazione egli avrebbe voluto. È pur vero che troppo poco tempo era passato dalla di ella dipartita, ma il pelìde avrebbe voluto poter affrontare il suo nemico, con meno conflitto nell’animo, e a chi lo conosceva da una vita intera era abbastanza chiaro. Almeno lo era per il suo maestro Fenice, nonché, come aveva appena appreso, suo nonno Eaco, che adesso gli si ergeva contro, indossando una scintillante armatura nera, avvolta da un gigantesco Cosmo oscuro, tanto oscuro come il Dio della Morte che evidentemente l’aveva creata.
Achille era per una volta senza parole, ammaliato dalla luce di Briseide, contrapposta all’oscurità emanata da Eaco proprio accanto a lei.
“Non accetterà mai, lo so, anche se tentato, ma ci devo pur sempre provare” – pensava Eaco mentre nel frattempo Achille si torturava nell’animo.
“Per riottenere la tua luce, o mia amata, dovrei cedere a tale oscurità? Dovrei prostrarmi ai piedi di questo scagnozzo di Hades, per adempiere ai suoi voleri! Anche se volessi farlo so che mai me lo perdoneresti… e d’altronde neanch’io perdonerei me stesso” – pensò
«Ti vedo silenzioso, mio caro nipote… Non è da te! Posso quindi presumere che tu stia considerando la mia offerta?»
Con un cenno di disprezzo Achille si voltò verso il nemico – «Osi propormi di allearmi, facendo leva sulla mia sofferenza… sul mio amore per Briseide… e pensi davvero che io stia considerando la tua offerta? Forse allora non mi conosci bene quanto credi! Sebbene sappia che Hades ha il potere di ridarmi la mia amata, so anche che qualunque siano i suoi scopi, di certo porteranno allo sfacelo questo già tanto imperfetto e caotico mondo… perciò no… non ho minimamente preso in considerazione»
«Se è così…» – a quel punto la splendente immagine della bella di gote scomparve nel nulla
«Peccato!» – continuò Eaco – «Mi sarebbe piaciuto averti tra le mie fila…»
«Devo chiedertelo, Fenice… anzi Eaco… ti ho sempre ammirato come un uomo retto, maestro severo e al tempo stesso affettuoso, rispettoso sempre della vita e dei diritti degli altri… come puoi stare dalla parte di Hades, che forse più di tutti tra gli dei è il più lontano da ogni tuo ideale di vita?»
«Vivi in un mondo che non conosci, nipote mio… ognuno di vive il mondo limitato delle sue esperienze e percezioni della realtà, ma esso è solo un’illusione, una mezza verità… anzi per meglio dire un’infinitesima parte di verità… e come se non bastasse non è detto che quella verità sia realmente tutta vera… perciò in fin dei conti, si può dire che la visione del mondo che possiedi, che io stesso possedevo quand’ero giovane, è solo un’illusione costruita dalla nostra mente, dalla nostre convinzioni e sentimenti»
«E così Hades ti avrebbe mostrato la vera e completa verità?»
«Non proprio… sai una volta ero considerato il più giusto tra gli uomini, a tal punto che anche gli Dei dell’Olimpo lo riconobbero, e così di comune accordo mi fu concessa l’eterna giovinezza oltre che il compito di Giudice degli Inferi. Non fui il solo, anche altri due figli di Zeus furono scelti per simili mansioni, Radamante e Minosse. Almeno all’inizio eravamo fieri e orgogliosi di essere stati scelti, ed effettivamente pensavamo di essere in grado di giudicare qualsiasi crimine, ma ovviamente non era cosi. Con il tempo, guardando e giudicando i peggiori peccati compiuti dall’umanità, tutti e tre maturammo la convinzione che la giustizia che impartivamo non servisse a nulla, o meglio non a molto. Certo l’obiettivo sarebbe punire e redimere i peccatori, ma per la mia esperienze è molto difficile. Il mondo è rimasto crudele, insensato e tempestato dalla scelleratezza umana senza migliorare di nulla. Le società sono dominate dalla logica del potere, asservendo la giustizia fantoccia che promuovono agli scopi dei potenti. Ma allora il nostro ruolo di Giudici degli Inferi a che serviva? Punire i peccatori nell’aldilà? È una giustizia fine a sé stessa… Non potevamo fermarci ad una giustizia che non tenta di migliorare il mondo… non lo riuscivamo più ad accettare… sentivamo l’obbligo morale di fare più… il mondo va guidato nel suo percorso finché non potrà procedere da solo, ma Athena è troppo indulgente e lascia gli affari e la giustizia degli uomini, agli uomini, quando è palese che non ne sono in grado… serve un Dio che abbia la forza di guidare il mondo verso una vera pace, una vera giustizia… non quella fittizia degli uomini e non quella, nella maggior parte dei casi, fine a sé stessa, degli Inferi. Hades incarna per noi tutto questo, la visione di un modo libero da quella, a dir poco molesta, specie, che è l’umanità. Solo sotto il suo controllo si potrà avere la vera pace, la vera giustizia! Athena, così come Zeus prima di lei hanno fallito in questo! Il mondo non è mai stato pronto ad essere libero di autogestirsi… eppure gli Dei ormai intervengono sempre meno nelle umane faccende e Athena stessa, per giunta, è intervenuta quando Poseidon, mosso da simili ideali, volle provare a redimere i vivi ricostruendo da zero un nuovo mondo»
«Mi sembrano tante belle parole, messe insieme con il solo tentativo di ingannare, o meglio mascherare gli egoistici giochi di potere tra Divinità, che Hades vuole mettere in moto. Sta di fatto che il mio ideale di giustizia, come quello di Athena e di ognuno dei suoi cavalieri, sia ben diverso dalla visione distorta del tuo Dio e sai… anche se non indossiamo più l’armatura, rimarremo sempre Cavalieri e ogni uomo e donna che abbia combattuto, credendo nella giustizia, che abbia combattuto insieme alla Dea Athena per sconfiggere Poseidon, darà volentieri la vita per fermare Hades… e così farò io!»
«Lightning Plasma!» – la fitta rete di raggi luminosi generati dalla mano di Achille sembrò intrappolare Eaco, ma in realtà il colpo non sortì alcun effetto disfacendosi con la stessa velocità con cui era stato lanciato.
«Tutto qui?» – rispose spavaldo Eaco – «Capisco che sei senza armatura e io ho la mia Surplice, ma pensavo che saresti stato un avversario più temibile… o forse la debolezza dei pugni è dovuta al vacillare delle tue convinzioni? Forse anche tu adesso ti rendi conto, seppure a poco poco e probabilmente neanche coscientemente, che combattermi non ha senso…»
Mentre parlava, Eaco, aveva già iniziato ad espandere il suo Cosmo, impressionando a tal punto il giovane pelìde che egli stesso iniziò ad indietreggiare.
“Che energia portentosa! Non si sta nemmeno impegnando, eppure ha un Cosmo nettamente superiore al mio… non pensavo che un essere umano, potesse sprigionare un simile Cosmo! Solo un Dio può essergli superiore e forse…”
In quel momento, solo per la seconda volta nella sua vita, Achille cominciò a provare la sensazione di trovarsi difronte ad un vero e proprio Gigante.
«Forse adesso capisci che non hai alcuna speranza contro di me!»
«Hisô Byaku Renge» (氷槍白蓮華 = Fredde lance del loto bianco)
 
Nel frattempo al Tempio…
 
L’enorme Cosmo di Eaco, non passò inosservato neanche al neo Santuario di Athena, dove la Dea si era distesa da appena pochi minuti per riposare, dopo gli immani sforzi degli ultimi due giorni. Svegliatasi di sobbalzo, la giovane Eiren subito percepì il pericolo per il suo Cavaliere, o per meglio dire ex Cavaliere. Così si recò immediatamente alla quinta Casa, sperando che l’armatura, dotata di propria volontà, fosse andata in soccorso del suo ultimo possessore. Tuttavia, una volta ivi giunta, vide che la speranza fu vana. L’armatura era ancora lì, incutendo timore nella giovane per le sorti del pelìde Achille.
«Divina Athena che fate qui nella quinta Casa?» – chiese incuriosito Keren, che percependo la Dea, la raggiunse immediatamente.
Così fece anche Amida, che intento nelle sue meditazioni, aveva anch’egli percepito il possente Cosmo del Gigante degli Inferi.
«È preoccupata per le sorti di Achille, Divina Athena?» – chiese il biondo Cavaliere
La giovane rimase per diversi istanti in silenzio, quando un altro Cavaliere raggiunse la Casa, incustodita, del Leone.
«Che succede qui?» – chiese Neven appena arrivato
«La divina Athena è scesa per controllare se l’armatura del Leone fosse andata in protezione di Achille» – spiegò Amida
«Achille… come se avesse bisogno di protezione» – commentò Keren
«Non saprei…» – replicò Amida – «Ho percepito un Cosmo eccezionalmente potente provenire dai dintorni di Troia, e poco prima avevo percepito quello di Achille… se si sta scontrando con quest’entità senza la sua armatura dubito che abbia possibilità di vincere!»
«Suvvia è di Achille che stiamo parlando, uno tra i più forti Cavalieri d’oro, se non il più forte in assoluto, solo un Dio potrebbe essergli superiore e ha già dimostrato contro Poseidon di sapersela cavare egregiamente!»
«Ti sbagli, Keren» – intervenne suo padre – «Achille affrontò Poseidon, insieme ad Amida, Polluce e Ulisse… senza il tempo di accumulare energia per il Photon Burst, e senza il Sekishiki di sigillo di Ulisse unito al vaso contenente il potere di Athena, Achille per quanto forte non sarebbe mai riuscito a sconfiggere Poseidon»
«Ciò non toglie che Achille è forse l’uomo più forte sulla terra, chi a Troia potrebbe mai sconfiggerlo?»
«Non sono i Troiani il problema, Keren» – rispose Amida
«Il Cosmo che ho percepito va oltre quello di qualsiasi uomo, sebbene non raggiunga il Divino ci è molto più vicino di quanto possa esserlo Achille»
“È vero! Amida ha perfettamente ragione, il Cosmo di prima è ben superiore a quello di Achille e senza la sua Armatura dubito che gli possa tener testa, ma Athena mi sembra troppo turbata!” – pensò Neven
«Basta, tornate alle vostre Case!» – ordinò ai due Cavalieri, poiché vedendo la giovane molto scossa, dubitava della spiegazione di Amida, e riteneva che la motivazione fosse almeno in parte un’altra.
Aspettò, quindi, insieme ad Eiren, che i due Cavalieri fossero lontani per chiedere spiegazioni. Qualcosa non gli tornava.
“È pur vero che è stata sempre molto legata al giovane Pelìde” – rifletteva – “ma la sua preoccupazione mi sembra eccessiva… quando scese Apollo a Troia, la prima volta, Athena mandò le Armature del Leone e dei Pesci a difendere Achille e Patroclo, pur sapendo che a poco sarebbe servito contro il Dio del Sole, tuttavia Apollo risparmiò i due Cavalieri per rispetto verso Athena. In quel caso le mandò probabilmente solo per far sapere ad Apollo che quelli erano suoi protetti, sperando nella reazione che poi il Dio ebbe. Ma adesso il nemico per quanto forte non è un Dio, o almeno il suo Cosmo, seppure immenso, non sembra divino, quindi mandare l’Armatura del Leone potrebbe realmente aiutare Achille nello scontro e in ogni caso Athena avrebbe potuto farlo dalle sue stanze o in ogni momento passato qui, invece non l’ha ancora fatto, perché? Inoltre l’Armatura del Leone, anche se non come prima, è ancora legata ad Achille, lo riesco a percepire… sta tentando di raggiungere il Pelìde, ma qualcosa la blocca! L’unica che può farlo è Athena, ma perché dovrebbe?”
“No! Non è Athena, è Efesto! Adesso riesco a distinguere il Cosmo che tiene l’Armatura al Santuario… perché Efesto dovrebbe?”
 
 
Congelando le particelle di acqua presenti nello spazio intorno a lui, Eaco creò con il potere del suo Gigante Cosmo, un’infinità di lance di ghiaccio dirette tutte insieme verso il suo adorato nipote. Sapeva fin dall’inizio che Achille non avrebbe mai accettato di passare dalla parte di Hades, ma doveva fare tutto il possibile per evitare di dover fare quello che Hades gli aveva ordinato fin dall’inizio.
“Mi dispiace, nipote mio! Non avrei voluto arrivare a tanto e spero con tutto il mio cuore e l’affetto che provo per te, che le colpe commesse in vita non ti portino davanti al mio giudizio e che tu possa vivere felice nei Campi Elisi”
«Hisô Byaku Renge» – Non lasciando trasparire all’esterno un accenno di emozioni, Eaco scagliò le sue fredde lance di ghiaccio contro il Pelìde, augurandogli nei suoi pensieri una vita felice nell’aldilà.
Il colpo fu micidiale, devastando l’intero costruzione che lì i Troiani gli avevano dedicato per ringraziarlo di aver costruito (insieme a Poseidone e Apollo) le mura di Troia.
Diradatasi, la nube di detriti e polvere che si era innalzata, Achille era ancora in piedi seppure visibilmente provato, mentre si teneva la spalla nuda e ferita, infilzata dalle lance del nemico.
«Ora… è il mio turno» – Achille con il fiatone deciso ad attaccare, cadde però sulle ginocchia, la vista gli si annebbiava, mentre Eaco lo guardava fermo senza infierire.
Il Pelìde dopo alcuni secondi di silenzio, certo che Eaco non stesse per attaccarlo, si alzò in piedi e si estrasse le sole due lance che l’avevano colpito alla spalla.
«Perché non mi hai finito?» – chiese sorridendo, quasi spavaldamente – «Non è ciò che ti ordinato il tuo Dio? Non ti ha ordinato forse di uccidermi, se non mi fossi unito a voi?»
Seguirono diversi altri istanti di silenzio prima che Eaco rispondesse. I due si fissarono, Achille visibilmente privo di forze ed Eaco, fresco come le rose di Patroclo.
«Hai già perso, nipote mio, le forze ti abbandonano, e non tanto per le mie lance, poiché abilmente le hai schivate, lasciandoti colpire solo da un paio di esse. No…! Sei senza forze proprio perché le hai schivate… hai imparato ad utilizzare delle microscariche elettriche per potenziare riflessi e i muscoli, ma non ti sei ripreso completamente dallo scontro con Apollo e utilizzarle per evitare il mio attacco ti ha prosciugato! Non sei più in grado di combattere, quindi…»
«… Galactical Illusion»
Il pelìde a quel punto svenne colpito dalle ripetute illusioni del suo maestro.
 
«Hai già capito perché sono scesa alla quinta Casa, vero Neven?» – gli chiese Eiren, non appena i due Cavalieri si allontanarono.
«Non proprio divina Athena» – rispose – «Ho capito che il sommo Efesto sta bloccando l’Armatura qui al Santuario, e la cosa all’inizio mi ha stupito, anche se riflettendoci lui mi ha insegnato a lavorare l’oricalco quindi non c’è da stupirsi che possa riuscirci! In ogni caso devo dedurre che siate d’accordo con la sua decisione perché altrimenti avresti potuto mandarla tranquillamente in aiuto di Achille. Il vostro potere sulle Armature è molto più intenso di quello che può avere il sommo Efesto»
«Infatti è così!» – rispose la giovane – «Tuttavia Achille non può affrontare il suo nemico indossando l’Armatura del Leone»
«Allora il nemico che sta affrontando adesso Achille è davvero un seguace di Hades!»
«Vedo che hai capito… io stessa ero titubante nel fermare l’Armatura, comunque Efesto mi ha preceduta e anche senza chiedergli spiegazioni ho compreso il motivo per cui l’ha fatto»
«Certo… mandare l’Armatura in aiuto di Achille, significa dichiarare aperte le ostilità! Non sappiamo effettivamente se Hades sia pronto per una guerra, ma per noi affrontare sia Ares che Hades in questo delicato momento ci impedirebbe sicuramente la liberazione di Mu dalle armate di Berserkers, superiori numericamente, lasciando in balia della loro malvagità le popolazioni che sono lì rimaste… però Divina Athena, se posso, sebbene non sia più un Cavaliere, non possiamo lasciare che Achille…»
«Tranquillo, Achille, non rischia la vita… sono scesa alla quinta Casa per accertamene… mi sono collegata ad Achille tramite l’Armatura… l’avrei fatto dalle mie stanze ma non mi sono ancora ripresa appieno dallo sforzo di contenere l’esplosione causata dall’anello di Lios e mi serviva il legame tra l’Armatura ed Achille…»
«Che cosa avete percepito?»
«Forse non hai riconosciuto il Cosmo che sta affrontando, perché d’altronde è stato davvero abile nell’inganno, ma non appena è divenuto percepibile qui al Tempio, subito ho riconosciuto la presenza distinta di Fenice»
«Fenice? Il precettore di Achille?»
«Si, beh in realtà si tratta di Eaco, uno dei tre Giudici degli Inferi e non a caso, nonno di Achille»
«Avrebbe finto di essere un altro per stare insieme a suo nipote? A che scopo?»
«Forse perché così era l’unico modo per non far scoprire di essere ancora vivo e stare al tempo stesso vicino a suo nipote o forse mira a reclutare Achille tra le fila di Hades fin da quando era piccolo o chissà magari entrambi… quello che importa è che per quanto Eaco sia facendo finta che non gli importi, Achille è la persona più importante per lui, il legame tra di loro è molto forte e nessuno dei due ha intenzione di uccidere l’altro»
 
Lo scontro tra Eaco e Achille, non passò di certo inosservato anche tra le fila di Hades, a scontro ormai finito accorse Radamante, che tuttavia non avrebbe mai pensato di vedere una scena simile.
Achille e Patroclo, distesi a terra, mentre Eaco seduto in mezzo a loro, con il petto sporco di sangue, affaticato per l’enorme ferita sulla parte sinistra del costato, in vicinanza del cuore, non più protetta dalla Surplice, in quella zona perforata.
“Chi può aver fatto tanto?” – pensò Radamante – “Addirittura perforare la Surplice di Eaco, la più resistente degli Inferi, insieme alla mia e quella di Minosse, dopo quella del sommo Hades!”
“Può tanto la mano del Pelìde?” – si chiedeva Radamante
“Ora capisco perché Eaco consigliava di reclutare quel ragazzo… pur in svantaggio perché privo della sua Dorata Armatura è riuscito a fare tanto?”
«Radamante, vedo che sei venuto in mio soccorso o, forse, solo per verificare che io facessi quel che andava fatto…»
«Infatti! È vedo che comunque che i due Cavalieri sono ancora vivi, nonostante siano svenuti! Se volevi solo catturarli, perché non hai usato la Galactical Illusion, per stordirli?»
«Radamante, presumi troppo! Non mi ero preparato a questo scontro, contavo di rimandarlo, ma bensì sono stato scoperto per una serie sfortunate di coincidenze, tra cui i due idioti figli di Ares che non si sono accorti di essere seguiti! Inoltre Achille grazie alle sue doti del fulmine può uscire da qualsiasi illusione manipolando le sue stesse percezioni, sempre se si accorge di essere in un’illusione! Inoltre anche il suo amico se avesse avuto la sua dorata armatura sarebbe stato immune dalle mie illusioni, o comunque avrebbe potuto subirle, ma non sarei riuscito a farlo svenire. I loro Cosmi sebbene siano inferiori ai nostri sono comunque eccezionali e gli conferiscono capacità incredibili! Se non fossi riuscito a far cadere Achille in un’illusione talmente realistica da sembrare perfettamente vera, si sarebbe liberato prima di utilizzare tutte le sue energie e a quel punto la battaglia per me si sarebbe fatta più difficile»
«Che intendi?»
«Beh… il suo micidiale colpo, mi aveva già ferito la prima volta seppure lievemente, incrinandomi una costa, il secondo esattamente nello stesso punto ha perforato la Surplice e mi ha aperto il torace!»
«Fortunatamente avevo appena lanciato un’illusione su di lui, ma sapevo dagli scontri con Tenete e Cicno che le sue capacità gli avrebbero permesso di sfuggirgli qualora se ne fosse accorto. Quindi ho lanciato le mie lance di ghiaccio affinché usasse quelle capacità per aumentare i suoi riflessi e la sua velocità sperando che esaurisse le forze… sapevo che non era al massimo della forma a causa degli ultimi combattimenti, tuttavia usare una sola volta le microscariche non è bastato… però le lance hanno avuto anche lo scopo di distrarlo dall’illusione… gli avevo fatto credere di essere rimasto indenne suo Lightning Plasma e al contempo che si fosse stancato di più quanto non avesse fatto!»
«Era ancora in grado di evitare qualunque illusione gli avessi lanciato, tuttavia non sapeva di esserci già caduto e convinto che fossi nel pieno delle forze si è praticamente arreso alla Galactical Illusion»
«Sei sempre incredibile… hai elaborato una strategia vincente e sei riuscito a metterla in atto, senza farti scoprire, perché sapevi che uno scontro fisico non l’avresti retto! Ma sei dovuto ricorrere a questo sotterfugio perché ti sei lasciato sorprendere ed è disdicevole per uno di noi tre farsi sorprendere in quel modo! Però capisco che il tuo avversario non era da poco… perforare le nostre surplici non è impresa da uomini comuni ed inoltre il tuo evidente coinvolgimento emotivo continua a spingerti a lasciarlo vivere e forse è anche responsabile del fatto che ti sia fatto cogliere di sorpresa!»
«Sei fortunato che il sommo Hades non è sulla Terra e non ha potuto percepire il vostro scontro, altrimenti saresti probabilmente nei guai… Li porterò io nelle prigioni degli Inferi e dirò al sommo Hades che sono stato io a catturarli… consideralo una ricompensa per quel favore che mi facesti tempo fa…»
Radamante prese quindi i due giovani sulle spalle e poi scomparve nel nulla lasciando Eaco sanguinante a terra.
 
«Divina Athena, lo scontro sembra finito» – esclamò Neven
«Si, Radamante ha probabilmente portato Achille e Patroclo negli Inferi»
«Che facciamo, adesso?»
«Ho un piano!» – rispose la Dea
«Ma prima… Neven… è una cosa che volevo fare prima, ma volevo che tutti i profughi, Cavalieri e guardie si sistemassero nelle abitazioni, così poi ti avrei potuto organizzare una cerimonia di nomina ufficiale»
«Cerimonia di nomina?»
«Ma vista la situazione a Mu e al fatto che Hades che si stia muovendo… a dopo le cerimonie ufficiali, da adesso, ti nomino Gran Sacerdote (Kyoko) del Santuario e risiederai alla quattordicesima Casa. Da oggi in poi sarai non soltanto capo dei Cavalieri, ma anche mio Vicario!»
Il Cavaliere a qual puntò s’inginocchiò davanti alla Dea, onorato per la nomina.
«Sarò all’altezza del compito, Divina Athena… può contare su di me!»
 
Note
Cronologicamente è il seguito del capitolo XIII: Il Maestro dell’inganno. Tutta la battaglia Ares è precedente agli eventi narrati in quel capitolo di due giorni circa. La fondazione del Santuario risulta perciò precede di circa mezz'ora  l’incontro tra Eaco e Achille.

 
   
 
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