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Autore: AndreMCPro    20/06/2016    1 recensioni
E se gli anime, i manga, i libri e i videogiochi non fossero pura fantasia? E se i creatori di tutti questi fossero stati ispirati da qualcos'altro? Immaginate: se esistono infiniti universi, non potrebbero essercene alcuni in cui tutte queste cose, che secondo noi sono frutto della fantasia, esistono davvero? Ma questo vale anche per le fanfiction, milioni di mondi paralleli a quelli delle opere originali.
E se vi siete inseriti nella vostra stessa storia? Ecco cosa è successo a me...
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Alternative Dimensions'
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Alternative Dimensions
Il Diario della Profezia

Cap.78 Tutto ha un limite
 
«Andrea, ti ordino di tornare indietro! Senza una squadra di appoggio tu non ti muovi di qui!»
Per la prima volta Spark mi impone il suo titolo ma quando mi volto innervosito qualcosa lo spaventa tanto da indietreggiare di un passo.
«Non puoi impedirmelo» Gli rispondo secco. «Devo trovare mio fratello…»
Si fa coraggio e risponde: «Come fai a sapere che è ancora vivo?»
Nuovamente il mio sguardo lo spaventa.
«Bada, anche io ci spero, ma con tutte le bombe che avete piazzato solo un miracolo potrebbe averlo salvato…»
«E tu non credi nei miracoli, Spark?» Gli rispondo nuovamente seccato e adirato, ma lui china la testa e guarda alla sua destra, verso un quadro… un’istantanea stampata durante il viaggio fatto tra le città del regno ancora prima dell’elezione di Marco. «Ho già perso qualcuno per colpa di quell’essere… non voglio impedirti di cercare tuo fratello, ma voglio essere sicuro che non sia un viaggio di sola andata» E torna a fissarmi, nuovamente deciso. Qualcosa di me lo turba ma questa volta sostiene lo sguardo.
«E va bene, ma se mi intralciano li lascio indietro» Rispondo seccato. Spark non perde tempo e chiama a raccolta Angelo ed Ettore, dando loro ordine di aspettarmi all’uscita Ovest della città insieme ad altri dodici uomini scelti della guardia personale del Re, soldati di ottimo livello addestrati per superare le situazioni più difficili.
«Ecco fatto, sono i miei uomini migliori. So che non hanno la vostra esperienza, ma alcuni di loro vi hanno visti all’opera contro il Wither. Sanno che agite fuori dagli schemi, e conoscono i rischi»
«Da quanto tempo li hai pronti ad agire, Spark?» gli chiedo calmandomi almeno in apparenza
«Da quando ho saputo che tuo fratello…» Ma non conclude la frase, forse perché spera anche lui in un miracolo, anche se tutti i dispositivi di ricerca e richiamo di Seth non lo rilevano da nessuna parte. Nessun segnale.
Mi avvio verso l’uscita dell’ufficio e vicino ad essa vedo una foto dell’intero gruppo, con il solito idiota di mio fratello che fa il buffone scapigliando il povero Angelo palesemente rassegnato alla cosa.
«Grazie Spark… ti devo un favore»
«Sbagli. Sarò sempre in debito con voi due, quindi vedi di ritrovarlo»
 
Mi avvio verso la porta Ovest. La città sembra deserta, la gente è ancora impaurita. Herobrine è ancora in circolazione e la notizia della completa distruzione del suo covo è passata in secondo piano rispetto alla perdita di mio fratello. Un ragazzino mi si para davanti e mi impedisce di proseguire.
«Ragazzino, togliti. Non ho tempo»
La madre lo prende e lo tira a sé, lasciandomi il passaggio libero. Faccio qualche passo e mi ritrovo davanti ad una bancarella di dolciumi di ogni colore e genere.
«Che idiota che sono…»
Faccio un respiro e compro un pacco di caramelle, poi torno indietro dal ragazzino che ora si nasconde dietro le gambe della madre. Mi abbasso e gli porgo delle caramelle.
«Scusatemi, sono nervoso ma non posso, non devo prendermela con voi »
«Tranquillo Andrea, sappiamo di tuo fratello, e ti capiamo» Risponde la madre, che si sposta lasciando spazio al bambino. «Su, vai, lo so che le vuoi»
Il bambino si avvicina, prende le caramelle e poi a sorpresa mi abbraccia.
«Sta bene, io lo so. Si è solo perso» Poi si stacca e scappa in casa con le caramelle in mano.
“Sta bene”. Quelle due parole… era come se a parlare fosse qualcuno che conosco… Ma non ho tempo, devo trovarlo, e mi avvio verso la mia prima destinazione.
 
***
 
Dopo tre ore di viaggio ci ritroviamo vicino a delle montagne. Ancora non sono riuscito a capire dove sono e tutti i miei sistemi sono saltati. Non ho nemmeno il segnale di emergenza. Probabilmente non sono caduto solo di testa, ma visto che solo quella era ammaccata hanno pensato bene di addolcirmi la pillola.
«Bart, portami in cima. Magari riesco a capirci qualcosa visto che le mie mappe le avete usate per accendere il fuoco»
La cosa mi innervosisce, ma ormai quel che è fatto è fatto. Bart mi guarda come per dire “Che ci vuoi fare? Sono degli idioti”, si avvicina e mi posa la mano su una spalla. Un attimo dopo sono sulla cima della montagna ma non riesco a capire dove sono.
«Niente. Ma è possibile che in tre non sappiate dove vi trovate?»
Bart mi risponde con uno dei suoi urli. Non so cosa vuole dire ma credo sia un no. La cosa per loro è scontata, ma io devo trovare mio fratello prima che faccia qualche sciocchezza. Ne basta uno di fratello matto, due sono troppi.
Mi riporta giù dal resto del gruppo, che decide di prendere una scorciatoia tra le montagne. In realtà e quello stupido di uno zombi che si è già avviato senza neppure alzare la testa verso la gola. Una volta entrati iniziamo a sentire alcuni rumori strani, così ci nascondiamo dentro una grotta. Da lì a poco animali e Mob di ogni genere scappano terrorizzati davanti a noi senza vederci o curarsi di noi.
«Ma che sta succedendo laggiù?»
Slamacow si rialza deciso: «Andiamo a vedere e lo scopriremo»
 
***
 
Riapparso in una valle nascosta tra le montagne Herobrine subito si gira, pronto a respingermi, ma questa volta non attingo ai suoi poteri. Non mi sono trasformato, l’ho solo attirato a me.
«Non ti aspetterai un ringraziamento, spero! Era tutto sotto controllo!»
«Si certo, infatti eri quasi riuscito a disfarti di lui, ti aveva messo in trappola e il suo piano avrebbe funzionato. Se non ci fossi io a guardarti le spalle ora saresti in una gabbia senza via di uscita»
«Io me la cavo bene anche senza di te!»
Fa’ per colpirmi, ma una voce lo ferma.
«Adesso hai superato ogni limite, fratello! Questa volta ci andrò giù pesante, non distruggerai tutto come l’ultima volta!»
Mi volto. Nel mezzo della pianura è apparso Notch, visibilmente infuriato e pronto a combattere.
«Ma tu guarda chi si vede, il mio caro fratellone! Non sei riuscito a battermi, l’ultima volta, e mi hai intrappolato. Come pensi di riuscirci questa volta?»
Di tutta risposta Notch lancia una grossa sfera di luce bianca che Herobrine evita senza difficoltà, ma che mi colpisce in pieno.
«Mancato, fratellone» Ghigna Herobrine.
«Non era te che volevo colpire, fratello, ma il tuo amico»
Herobrine si volta e mi vede scomparire sotto i suoi occhi. Allungo la mano per prendere energia da lui e resistere al potere di Notch ma lui si fa’ indietro.
«Ho quello che mi serviva. Tu non mi servi più»
«Maledetto…» E scompaio alla loro vista, ma in realtà riesco a rimanere lì per tutta la durata del combattimento.
Come se qualcuno mi volesse far vedere.
 
Lo scontro dura pochi minuti. A quei livelli di potenza i due avversari sarebbero letali per qualsiasi essere si avvicinasse loro e la tempesta che si genera nel cielo è solo un sintomo della concentrazione di potere che si sta generando in quella valle.
Dopo qualche scambio di colpi Herobrine sembra essere in vantaggio.
«Questa volta sarai tu a soccombere!» Carica un pugno e utilizzando tutta la magia e i suoi poteri si scaglia a tutta velocità contro il fratello che finisce contro una parete di roccia sul lato opposto della valle, a circa un chilometro dall’attacco, piantato nella roccia. Un attimo dopo due sfere di energia elettrica detonano contro di lui generando un gigantesco polverone.
«Ora sei mio!» E si scaglia sul fratello pur non vedendolo, ma prima di arrivare a destinazione un muro di roccia si alza da terra colpendolo al petto e facendolo finire in aria. Notch si scaglia contro di lui visibilmente arrabbiato fuoriuscendo a tutta velocità dalla nube e dopo uno scambio di colpi lo scaraventa a terra da una altezza di circa cinquecento metri, piantandolo sul terreno. Herobrine si rialza ma cade in ginocchio. Alza lo sguardo, e vede il fratello che si sta preparando a colpirlo con tutti i suoi poteri combinati insieme.
«Cerchio supremo!»
Alle sue parole milioni di cerchi del potere si formano e accendono dietro di lui.
Herobrine, rendendosi conto del pericolo, abbandona quel corpo ormai debole e inutile e un attimo dopo al suo posto solo una voragine generata dall’impatto del pugno di Notch, che non lascia nemmeno il ricordo di Richard.
«Fratello!»
La voce di Notch risuona in tutta la valle e oltre, e per un attimo tutto si ferma come se il tempo stesso si congelasse «So che sei ancora vivo e che mi puoi sentire. Devi lasciar stare quei due ragazzi. Possibile che non ti sei reso conto del pericolo che corri se riesci a eliminarne anche solo uno di loro? Non sono esseri di questo mondo e i loro poteri sono una soluzione per renderli Compatibili, ma se li distruggi non solo rischierai di scomparire per sempre ma anche di distruggere tutto questo universo, quindi ti avverto: metti da parte la tua vendetta, e se proprio vuoi prendertela con qualcuno… sono qui che ti aspetto»
Poi prende fiato, e a tono molto più basso si volta verso di me come se potesse vedermi o percepirmi.
«In quanto a te, torna da dove sei venuto»
Stende la mano verso di me, e poi la stringe facendomi tornare dentro di lui… dentro la mia altra parte.
  
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