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Autore: Horse_    20/06/2016    5 recensioni
{Sequel Una vita senza di te significa non vivere per niente.}
(Per capire qualcosa consiglio di leggere anche l’altra storia)
Ian e Nina hanno appena capito cosa provano veramente l’un per l’altra e, dopo una notte d’amore e passione, si preparano per tornare a casa. Sono entrambi decisi ad iniziare una nuova vita insieme con i loro figli, perché sono stati separati fin troppo, ma, una volta tornati a casa, dovranno fari i conti con la cruda realtà. Ian è sposato con Nikki, che è ancora sua moglie, mentre Nina sta, quasi in modo fisso, con Eric. Una notizia sconvolgente porterà i due a separarsi definitivamente, ma sarà per sempre? Riusciranno a lottare contro tutto e tutti per stare finalmente insieme con i loro bambini e con il loro vero amore?
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ian Somerhalder, Nina Dobrev, Nuovo personaggio, Paul Wesley
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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                                     Peace.          



Thirty-Second Chapter.
Pov Ian.

Sto aiutando Nina a lavare i piatti, o meglio… Lei mi sta aiutando e mi ha obbligato ad accettare il suo aiuto minacciandomi quando, visto la non difficoltà della cosa, sono capace anche io di lavare due piatti. Ma ha preferito aiutarmi, perché si considera utile, come se mi bastasse questo ad amarla, e alla fine ho accettato per non farla rattristare. I bambini sono seduti sul tappeto, di fronte la televisione, e stanno decidendo insieme che cartone guardare. Più che decidere stanno bisticciando, come al solito, ma mi sono mancati così tanto che non me la sento di sgridarli e Nina è del mio stesso avviso. E’ da tre ore che sono qui e non hanno mai smesso di sorridere, nemmeno un istante. Credo di non averli mai visti più felici di così.

Quando anche l’ultimo piatto è stato risciacquato e inserito nella lavastoviglie abbraccio Nina da dietro, appoggiando il mio mento sulla sua spalla, e la sento sorridere. Inclina leggermente la testa e le appoggio un bacio sulle labbra, che sanno ancora di cioccolata. 

Ci perdiamo per qualche istante ad osservare i nostri figli e i nostri sguardi si incrociano, orgogliosi. A volte le parole sono di troppo. Abbiamo dato vita a due creature perfette e che amiamo alla follia, come ogni genitore.

 

“Credi ce la faranno a decidere entro la fine della serata?”- le domando piano.

“Non credo, continueranno così per un bel po’. E poi sarà ora di andare a letto.”- mi dice lei accarezzandomi un braccio.

 

Le solletico la pancia e lei ride, poi mi schiaffeggia una mano.

 

“Potrebbero rimanere svegli un po’ di più, infondo non ci corre dietro nessuno.”- le dico e lei annuisce, d’accordo con la mia scelta.

“Tanto poi verranno a letto con noi, ne sono sicura.”- mi sorride lei.

“Dobbiamo finire quello che abbiamo iniziato prima…”- mormoro malizioso al suo orecchio.

 

Le guance di Nina diventano rosso fuoco ed io sorrido ancora di più. 

Assolutamente.

Nina, però, con mia grande sorpresa, scuote la testa contrariata.

 

“Non faremo nulla con i bambini nei paraggi, scordatelo!”- mi dice perentoria facendomi sbuffare frustrato. -“Faremo i genitori normali.”

“Ma i genitori normali fanno anche quello, come pensi che si mantenga una vita sessuale attiva?”- le domando innocente.

“Con i bambini in giro no, non voglio che sentano o vedano qualcosa, sono troppo piccoli. Anche se avessero trent’anni non sarebbe giusto comunque.”- mi dice lei seria.

“Devo ricordarti cos’è successo quella volta a casa di mia madre?”- le domando.

 

Nina mi tira un pugno sul braccio e si copre gli occhi con le mani. Anni fa, quando ancora eravamo insieme, è capitato che mia madre ci trovasse in situazioni compromettenti. La mattina dopo Nina non voleva più uscire dalla camera, ma alla fine l’imbarazzo si è sciolto quando mia madre le ha detto di non preoccuparsi e che era tutto più che naturale.

 

“Non vale comunque, sono i nostri figli e sono piccoli.”- mi dice lei incrociando le braccia.

“E non potrò toccarti per… Per chissà quanto?”- domando sconvolto.

 

Annuisce leggermente divertita, mentre io scuoto la testa.

Alla fine l’avrò vinta io, prima o poi, ma comunque penso abbia ragione. Sono sempre dei bambini, molto svegli tra l’altro, e anche io non voglio che si impressionino o che rimangano scandalizzati in così giovane età.

 

“Va bene, ho capito, ma scenderemo a qualche compromesso.”- le dico toccandole il naso, facendola ridacchiare. 

“Mamma? Papà?”- sento una voce che ci chiama.

 

Ci voltiamo entrambi verso i nostri figli che, a quanto deduco dalle facce, non hanno ancora deciso che cosa guardare.

 

“Io voglio vedere Gli Incredibili e Stefan non vuole!”- piagnucola Joseph.

“E io voglio vedere Shrek e Joseph non vuole!”- lo imita Stefan.

 

Incredibili? Shrek? Esistono ancora? Saranno venuti fuori più di vent’anni fa, ma, giustamente, come ogni cartone perdurano nel tempo.

Non me li ricordo più.

 

“Perché voi due non siete mai d’accordo su qualcosa?”- domanda Nina esasperata, facendomi ridacchiare. -“Scegliete quale guardare per primo, poi guarderemo l’altro per non fare un torto a nessuno.”

 

Vuole fare una maratona di cartoni animati?

 

Vuoi fare una maratona di cartoni animati?”- le domando piano.

“Vedi altra alternativa?”- mi domanda inclinando la testa e abbassa la voce, in modo che possa sentire solo io. -“Non sceglieranno mai quale guardare e quale escludere, li guarderemo entrambi, tanto prima o poi crolleranno.”

“Io voglio guardare il mio per primo!”- esclama Stefan.

“Tiriamo una monetina, fate sasso, carta o forbice. Decideremo in modo imparziale, così nessuno si arrabbierà.”- decreta Nina, mentre i nostri figli annuiscono leggermente sconsolati per la scelta.

 

Alla fine viene fuori Shrek e così si accontenta Stefan, ma, di comune accordo, domani toccherà al cartone di Joseph essere guardato per primo, sebbene dopo guarderemo anche gli Incredibili. Ho i miei dubbi che riusciremo a guardarlo, visto che si stanno già stropicciando gli occhietti stancamente.

Ci sistemiamo sul divano, abbastanza grande da contenerci tutti e quattro. Io da una parte, Nina dall’altra, e i bambini in mezzo. Joseph appoggia la sua testa sul braccio di Nina, accoccolandosi contro di lei, mentre Stefan fa lo stesso con me. Schiaccio il pulsante per far iniziare il cartone e questo parte, trasportandoci così dentro il mondo delle favole, anche se questa è una fiaba parecchio strana e contorta. Per tutto il cartone i bambini non fanno altro che parlare, commentare ogni scena, ridere a crepapelle (perfino Joseph che non lo voleva vedere) e chiedere nostri pareri, obbligando così me e Nina a stare attenti ad ogni minimo particolare. Credo che, da ora in poi, la mia cultura in fatto di cartoni aumenterà a dismisura.

 

“Non siete stanchi?”- domando ai miei figli sentendo il sonno crescere.

“Assolutamente no!”- esclamano entrambi.

 

Guardo Nina sconsolato, ma lei ricambia divertita. Penso che sappia meglio di me cosa vuol dire questo. Così, alla fine, mettiamo anche gli Incredibili, entrando così nel mondo dei supereroi. 

 

“Non esistono i supereroi, vero?”- domanda Joseph a nessuno in particolare.

“No amore, non esistono.”- gli risponde Nina dolcemente. 

“Come non esistono i vampiri?”- domanda Stefan.

“Si, come non esistono i vampiri.”- annuisco io. 

“E perché le persone si sono inventate tutte queste cose?”- domanda ancora Stefan.

“Per intrattenere altre persone. E’ divertente immaginare delle cose, personaggi fantastici, scene divertenti e quant’altro.”- gli sorride Nina.

“Bisogna avere tanta immaginazione, quindi.”- constata Joseph.

“Si, parecchia!”- ridacchio scompigliandogli i capelli. 

“Quando possiamo guardare anche noi la vostra serie sui vampiri?”- domanda Stefan e guarda sia me che Nina.

 

Io e Nina ci lanciamo un’occhiata veloce e capiamo al volo cosa rispondergli. Sono ancora troppo piccoli per guardare una serie del genere e, sebbene siano tutte scene finte, sono pur sempre dei bambini e, come tali, non è giusto che guardino queste cose alla loro età.

 

“Non ancora, siete ancora troppo piccoli.”- rispondo io per entrambi, mentre Nina annuisce. -“Quando sarete un po’ più grandi potrete vederla quando volete.”

“Ma noi siamo grandi!”- ribattono in coro.

“Oh, lo sappiamo, si, ma non siete ancora abbastanza grandi per guardare una cosa del genere.”- dico loro.

“E quando saremo abbastanza grandi?”- mi domanda Joseph inclinando la testa di lato. 

“Tra un po’ di anni.”- gli risponde Nina dolcemente. L’orologio suona mezzanotte e credo sia ora di metterli a letto. Nina è del mio stesso avviso perché, dopo aver guardato l’orologio attaccato al muro, sopra alla porta, guarda entrambi. -“Forza, è ora di andare a letto.”

“Di già?”- sbuffa Joseph.

“Ma è prestissimo!”- ribatte Stefan.

“E’ mezzanotte ed è già più tardi del solito.”- ripeto io alzandomi dal divano. -“Forza, domani avremo una giornata parecchio impegnativa.”

“Ci portate in spiaggia?”- domanda Stefan felice.

“Certo, ve l’abbiamo promesso.”- risponde loro Nina.

 

I bambini annuiscono e accettano docili di andare a letto. Io e Nina abbiamo preparato una stanza per loro, quasi accanto alla nostra, ma sono sicuro, prima o poi, che verranno a dormire da noi. Siamo rimasti separati a lungo ed è giusto così.

Nina sbadiglia stanca, a causa della lunga giornata, e mi fa tanta tenerezza.

 

“Vai pure a letto, li sistemo io.”- le dico dolcemente.

“Sei sicuro di farcela?”- mi domanda lei alzando lo sguardo su di me.

“Certo, non è la prima volta che lo faccio.”- le dico osservando i bambini che stanno salendo le scale. -“Vai pure.”

 

Le do un bacio sulle labbra e lei mi sorride grata. L’aiuto ad alzarsi dal divano e insieme saliamo le scale. E’ stanca ed ho paura che le gambe possano cederle da un momento all’altro, sebbene ormai sia migliorata tantissimo e non abbia più praticamente problemi. Nina da un bacio ai bambini ed augura loro la buonanotte, poi si ritira in camera. Entro anche io con i bambini che si guardano attorno meravigliati. La camera non è un granché, è molto semplice, tendente all’azzurro, ma a loro sembra piacere molto.

 

“Questa sarà la nostra camera?”- mi domanda Stefan mentre Joseph si è già catapultato sul letto.

 

Annuisco al loro indirizzo.

 

“Vi piace?”- domando loro.

 

Entrambi annuiscono raggianti, poi li aiuto a mettersi il pigiama. Mia madre, Robyn ed Edna hanno messo dentro le valigie un sacco di cose per i bambini, ma non è colpa loro visto che non sanno entro quanto torneremo. Io e Nina non ne abbiamo ancora parlato, ma per ora va bene così, vogliamo goderci un po’ di tempo da soli, noi quattro.

Li aiuto a mettersi a letto, poi rimbocco loro le coperte dando ad entrambi un bacio.

 

“Papà?”- mi chiama Joseph.

“Dimmi, tesoro.”- lo invito a parlare.

“E’ tutto vero quello che avete detto tu e la mamma?”- mi domanda con voce titubante. -“Staremo sempre insieme? Come una famiglia?”

“Certo, è tutto vero, non potrei mai mentirvi su una cosa del genere.”- lo rassicuro.

“Ma tu vuoi davvero tanto bene alla mamma?”- continua Stefan.

 

Rimango spiazzato per qualche istante. Io amo Nina, l’ho già detto, ma evidentemente non ne sono ancora convinti. O non mi credono.

 

Io amo la vostra mamma, davvero tanto.”- rispondo loro dolcemente.

“Quindi non litigherete più? Starete insieme?”- continua Stefan.

“No, mai più. E si, staremo insieme.”- lo rassicuro.

“Ma se ami così tanto la nostra mamma… Perché non è successo tutto questo prima?”- mi domanda Joseph.

 

E’ una domanda che mi aspettavo, anche se mi lascia completamente sorpreso. Mi stanno mettendo alla prova, non l’hanno mai fatto. Forse… Forse è stato un cambiamento davvero troppo improvviso, forse avrebbero dovuto scoprirlo dopo e con più calma, ma ormai è accaduto e non si può più tornare indietro.

Io amo Nina con tutto me stesso. Amo i miei figli con tutto me stesso, vivo per loro -e per Nina. 

 

“Vedete… Qualche tempo fa, quando voi non c’eravate ancora, io e la vostra mamma ci eravamo allontanati un po’. Vedevamo le cose in maniera diversa.”- spiego loro. -“Ecco, si, in maniera diversa, ma questo non vuol dire che ho mai smesso di amarla. Ci siamo allontanati ed io… Ed io ho trovato Nikki perché era qualcosa di più sicuro.”

“Più sicuro?”- domanda Stefan.

“Più sicuro nel senso che… Sapevo già cosa sarebbe accaduto dopo, era tutto come un libro finito di cui conoscevo già il finale. Ma è bello un libro di cui si conosce già tutta la storia ancor prima di iniziarlo?”- domando loro ed entrambi scuotono la testa. -“Vostra madre per me era un libro ancora tutto da scoprire, con lei sarebbe potuta accadere qualsiasi cosa e questo mi spaventava, parecchio.”

“Ma un libro di cui non si conosce tutta la storia è molto meglio, papà!”- obietta Joseph. -“Che senso avrebbe leggere un libro di cui si conosce tutta la storia?”

“Hai ragione, piccolo. Ma a quel tempo… Non la pensavo così…”- mormoro sospirando.

“E come mai ora hai cambiato idea?”- mi domanda Stefan.

“Perché, quando ami veramente tanto una persona, non sei disposto a perderla. Puoi allontanarti da lei quanto vuoi, ma alla fine si torna sempre indietro, e a me è successo così. Vostra madre in questi anni mi è mancata tanto, davvero tanto. Poi sono successe alcune cose, ma ora non c’è più niente che ci impedisce di stare insieme.”- dico come un fiume in piena.

 

I miei figli si guardano per qualche istante negli occhi, poi sorridono. Si sbilanciano in avanti e mi abbracciano, forte. Li stringo a me ancora più forte e non vorrei più lasciarli andare. Li amo troppo.

 

“Siamo felici che la mamma abbia te, papà. Lei sorride in modo diverso quando ci sei tu nei paraggi, l’ha sempre fatto.”- mi dice Stefan.

“Con Eric stava bene, ma… Con te è tutto diverso.”- continua Joseph facendomi aggrottare le sopracciglia.

 

Diverso come?

 

“Diverso come?”- domando curioso.

“Come se non avesse nessun tipo di problema…”- mormorano entrambi lasciandomi sorpreso.

 

Davvero Nina sembra così quando sta con me? Non lo sapevo. Davvero loro si sono accorti di tutto questo subito e noi ci abbiamo messo così tanto tempo?

 

“Sono felice che vostra madre sia così spensierata con me.”- sorrido loro.

“Se è così… Vuol dire che anche lei ti ama?”- mi domanda Joseph.

“Penso di si, insomma… Ve l’ha detto prima, no?”- dico loro.

“Ora siamo proprio una famiglia…”- mormora Stefan leggermente assonnato. Si stropiccia gli occhi stanco, ma sorride felice. -“Sono così contento di averti insieme alla mamma, papà.”

 

E il mio cuore si stringe ancora di più, non per il dolore, ma per la gioia. I miei occhi diventano leggermente lucidi, ma cerco di trattenere ogni tipo di emozione. Continuano a cercare conferme, è normale, ma ne sono veramente felici e questo rende felice, molto più che felice, anche me.

 

“Anche io…”- mormora Joseph appoggiando stancamente la testa sul cuscino, accanto a quella del fratello.

 

Sebbene abbiano passato la serata a litigare per un cartone, alla fine, in pochissimi secondi, tutto si è placato e ora vogliono dormire insieme. Possono litigare all’infinito, ma, da bravi fratelli, alla fine faranno sempre pace.

Accarezzo ad entrambi la testa e do loro un bacio.

 

“Forza, è ora di dormire.”- dico loro.

 

Entrambi annuiscono e mi augurano la buonanotte, poi mi allontano da loro per lasciarli riposare. Mi dirigo nella nostra stanza, mia e di Nina, e la trovo già in pigiama. Pigiama è una parola grossa visto che indossa un paio di pantaloncini corti, che le lasciano scoperte le lunghe gambe, che personalmente guarderei per ore, e una mia maglietta grigia. Ha sempre adorato indossare le mie cose ed io amo questo più di lei, forse. 

 

“Stanno dormendo?”- mi domanda alzando lo sguardo su di me. 

 

Annuisco e mi getto a peso morto, accanto a lei.

 

“Li ho lasciati ancora svegli, ma stavano crollando dal sonno.”- le spiego avvicinandomi a lei e le bacio le labbra morbide, più volte. La sento sorridere sulle mie labbra e automaticamente sorrido anche io. -“Non hanno fatto storie, solo qualche domanda.”

“Che tipo di domande?”- mi chiede lei sistemandosi meglio sul letto.

“Se fosse vero quello che gli abbiamo detto.”- le dico io e mi sistemo meglio accanto a lei, appoggiando la schiena sulla testiera del letto. Invito Nina ad accoccolarsi tra le mie braccia e lei lo fa, senza pensarci due volte. Le bacio la testa e lei mi accarezza un braccio. -“E ho detto loro di si.”

“Mi dispiace che non ne siano ancora convinti…”- mormora lei sospirando. 

“Non è colpa loro, sono solo dei bambini.”- le faccio notare.

“Lo so, lo so.”- mi dice lei annuendo. -“Voglio solo che siano felici. Ti sono sembrati felici?”

 

Le bacio la punta del naso prima di risponderle. Si sta preoccupando troppo.

Si, mi sono sembrati felici. Li conosco da nove mesi circa, ma non li ho mai visti più felici di così. 

 

“Ne sono convinto.”- le dico.

 

Faccio per baciarla di nuovo, questa volta con più passione, quando sentiamo dei passi avvicinarsi alla porta. I bambini, ovvio. Strano che non siano venuti prima. Sentiamo bussare ed io e Nina ci scambiamo uno sguardo a metà tra lo sconsolato e il divertito. Poco dopo le teste dei nostri figli fanno capolino sulla stanza e entrambi ci guardano leggermente imbarazzati.

 

“Non riusciamo a dormire…”- mormora Joseph guardando prima noi e poi il fratello.

“Si, non ci riusciamo.”- afferma Stefan dondolandosi da un piede all’altro. -“Possiamo… Possiamo dormire con voi?”

 

Ecco la domanda che sia io che Nina ci aspettavamo. Avrei voluto chiederglielo io prima, ma è giusto che si abituino a dormire anche da soli. Comunque non posso dire loro di no e anche la donna che amo è del mio stesso avviso perché li sta già invitando a salire sul letto. I bambini sorridono felici e, dopo aver corso, si lanciano letteralmente sopra al letto.

I bambini, ovviamente, si mettono tra di noi. Stefan accanto a Nina e Joseph accanto a me, poi Nina ci copre tutti e quattro. 

 

“Mamma? Papà?”- ci chiama Joseph.

 

Io e Nina ci facciamo attenti.

 

“Per quanto tempo rimarremo qui?”- ci domanda.

“Per tutto il tempo che vorrete.”- rispondo io. -“Vi piace qui?”

“Tantissimo!”- dice Stefan. 

“Mi piacerebbe tantissimo rimanere qui!”- esclama Joseph. -“C’è il mare fuori casa!”

“Potremo tornare ogni volta che volete, ve lo prometto.”- assicuro loro.

 

Entrambi annuiscono, poi si sistemano meglio su di noi. Mi allungo per spegnere la luce, non dopo prima aver dato un bacio a Nina, contorcendomi forse anche meglio di un contorsionista.

Il silenzio cala sulla stanza, si sentono solo i nostri respiri, quelli dei bambini si fanno via via sempre più pesanti, segno che si stanno addormentando.

Proprio quando sto per chiudere gli occhi, la voce di Stefan rimbomba piano nella stanza.

 

“A me piace stare qui, tantissimo… Ma non per sempre… Vero che torneremo da Rachel?”- domanda innocentemente.

 

Sento Nina ridacchiare e faccio di tutto per non ridere anche io.

 

“Non preoccuparti tesoro, torneremo da Rachel.”- rispondo io.

 

________________________

 

Buon inizio di settimana ed eccomi qui con il 32° capitolo. Avevo pensato, all’inizio, di chiudere la storia sui 40 capitoli, più o meno come l’altra, ma… Sono arrivata a scrivere circa al 42° capitolo e mi sono accorta che si sono ancora alcune cose da raccontare e quindi durerà sicuramente più dell’altra. Spero che mi sopportiate ancora per un po’, comunque :)

Primo capitolo in cui abbiamo interamente i gemelli dall’inizio ed è praticamente il primo capitolo in cui vediamo la famiglia unita, perché l’altro è stato un po’ una sorta di introduzione. I bambini si sono ambientati perfettamente all’interno di questo ambito e ne sono felicissimi, euforici quasi. Hanno sempre voluto i loro genitori insieme e vederli uniti e affiatati per loro è il più bel regalo del mondo.

Come vi avevo anticipato nelle scorse note abbiamo visto il discorso serio tra Ian e i suoi figli. I bambini, lo ripeto, sono felicissimi di tutta questa storia, è ovvio che lo siano, ma hanno sempre visto la madre da sola, Eric escluso, e hanno voluto assicurarsi che tutto quello che è stato detto loro fosse vero e che entrambi i loro genitori siano felici con l’altro. Ho sempre detto che sono più maturi della loro età u.u

Ian e Nina hanno intrapreso la strada della vera famiglia e sarà dura avere un po’ di intimità per quei due, come ha sottolineato Nina e di cui Ian farà assolutamente qualcosa ahahaha

L’ultima scena è stata un po’ simbolica… Rinvia un po’ anche all’altra storia… Più volte abbiamo visto i gemelli e Nina dormire da soli, sentendosi una famiglia, ma comunque con un pezzo mancante, e ora sono tutti e quattro insieme e non manca loro nulla ^^

Ringrazio le quattro ragazze che hanno recensito lo scorso capitolo e mi dispiace che la storia, come visite e recensioni stia andando in picchiata, ma sono comunque contenta di aver mantenuto alcune fedeli lettrici. Se tutto va bene potrei iniziare ad aggiornare un po’ come l’anno scorso, una volta ogni tre giorni, il tutto dipende dall’interesse e dai miei impegni, ma cercherò di farcela, sperando in un aumento di visualizzazioni e perché no, anche di recensioni :’)

Alla prossima <3

 

 

 

  
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