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Autore: frivolippa    20/06/2016    1 recensioni
Ciao a tutti, sono tornata con una nuova storia sempre sulle nostre due amate Callie e Arizona..
Di solito le mie storie iniziano sempre con una tragedia perché penso che è proprio dopo la tempesta che ti accorgi che la vita forse ti sta dando una seconda possibilità e sta a noi saperla sfruttare al massimo. Spero vi piaccia 😊
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Arizona Robbins, Callie Torres, Un po' tutti
Note: Lime, Movieverse, Otherverse | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Più stagioni
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SEATTLE 24 ORE DOPO

-Sofia ti prego, te l’ho già detto mille volte, non so dove sia la mamma Callie, ti prego, sono esausta, non fare i capricci –
-Mamma ma non è giusto, io voglio sapere dove è la mamma e perchè ieri poi è sparita –

Arizona e Sofia partirono la mattina dopo con il primo aereo, Arizona aveva deciso che era ora che Sofia tornasse alla normalità, anche se non aveva la scuola, era giusto che stesse a Seattle, aveva già sbagliato troppo e di continuare a fare errori su errori era stufa. 
Il litigio con Callie l’aveva messa spalle al muro e invece di riconquistare l’amore della sua vita, lo stava perdendo.
Conosceva Callie e sapeva che non gli avrebbe mai e poi mai perdonato tutto questo, gli aveva nascosto per mesi l’esistenza di una figlia, la loro figlia, aveva combinato un casino ed ora la posta in gioca era alta, molto alta.
Arizona aveva pensato tutto il tempo a come Callie ora poteva stare, aveva provato a scrivergli dei messaggi, ma non aveva avuto il coraggio di inviarli, il suo telefono era pieno di bozze con un unico destinatario: sua moglie.


CALLIE

Mi svegliai di soprassalto quella mattina, non riuscivo a rendermi conto di nulla, non capivo che ora erano e dove fossi, cercai di ricordarmi le ultime ore e di come le avevo passate. Un cerchio fasciava la mia testa e un senso di nausea e pesantezza impossessavano il mio corpo.
A fatica aprii gli occhi, la luce che entrava dalla finestra era alquanto fastidiosa, provai a coprirmi il viso con il cuscino ma nulla, avevo bisogno di mettermi in piedi e di fare mente locale.
I miei movimenti erano alquanto lenti, mi misi seduta sul letto che subito constatai non essere il mio, mi guardai un attimo intorno per capire che mi trovavo in un albergo.
Corsi subito in bagno, feci appena in tempo ad alzare la tavoletta del water e feci sparire la mia testa lì dentro, il ricordo della sera prima mischiato a tutto l’alcool che avevo ingerito mi portarono a vomitare.
Dopo minuti che mi sembrarono interminabili riuscii finalmente a riemergere dal water, presi una tovaglietta e me la passai sul viso dopo aver a fatica aperto l’acqua del lavandino ed essermi sciacquata con dell’acqua gelida.
Decisi che era il caso di rimettermi un altro pò sul letto, dopo essermi stesa allungai la mano sul comodino e presi il cellulare, forse aspettandomi il buongiorno della mia ragazza o ancora meglio di mia moglie.
“ Mia moglie “... Quelle parole mi risuonavano ancora nella testa e al solo pensiero di quello che era successo poche ore prima mi venne di nuovo da vomitare.
Nel giro di 24 ore, avevo ricevuto un ti amo, avevo preso un aereo per venire a dire alla donna della mia vita che ero follemente innamorata di lei, avevo scoperto che avevo una figlia di 6 anni e che la donna di cui ero innamorata fosse già mia moglie.. 
Chiusi gli occhi e respirai profondamente, non sapevo nemmeno io cosa provavo in quel preciso istante, troppi punti interrogativi si facevano strada nella mi testa, volevo risposte, avevo bisogno di risposte e l’unica che poteva darmele era lei: Arizona.



ARIZONA

Sofia si era finalmente addormentata, il viaggio e tutto ciò che era successo l’aveva stremata, non si capacitava di come la sua mamma era sparita di nuovo, non volevo mentirle, ma come facevo a spiegare ciò che avevo combinato ad una bimba di appena sei anni?!
Chiamai mia madre per avvisarle che ero tornata a casa, che Sofia finalmente dormiva e che avevo già chiamato la baby sitter che sarebbe arrivata a casa tra un’ora, io avevo bisogno di lavorare e così avevo contattato Owen e mi ero fatta inserire nell’organico della notte.
Stare ferma lì a casa non mi aiutava affatto, la mia mente era già una locomotiva in corsa che pensava a come fare a riparare a tutta quella situazione, il mio unico pensiero ora era Sofia.
Non meritava tutto questo, non meritava che pagasse le mie colpe e giurai a me stessa che avrei fatto di tutto affinché lei potesse viversi l’amore incondizionato che solo una mamma sa dare alla sua bambina. 

-Janet grazie, so che ti ho avvisato con poco preavviso ma ho bisogno di andare in ospedale e di lavorare, Sofia dorme da già un’ora, era stanchissima, non so a che ora tornerò domani mattina, ma ti prego cerca di farla svagare, casomai puoi portarla in quella piscina vicino casa di Callie, a lei piace molto –
- Si sì dottoressa Robbins, non si preoccupi, mi occuperò io di Sofia e sì, la porterò in piscina, lì ci sono tanti giochi e a lei piace davvero molto. –
-Grazie Janet, per qualsiasi cosa non esitare a chiamarmi –

48 ORE DOPO CALIFORNIA 

Ricordavo l’indirizzo, ricordavo la strada e mi sentivo pronta ad affrontare tutta questa situazione, Arizona doveva darmi delle spigazioni, ero arrabbiata da morire con lei e sarei andata fino in fondo a questa storia, mi aveva tenuto nascosto troppe cose e per troppo tempo, non penso che riuscirò a perdonarla tanto facilmente.

Ero davanti la porta di casa del colonnello Robbins e della signora Barbara, feci un profondo respiro e suonai il campanello, dopo pochi secondi una signora mi venne ad aprire:
-Ciao Callie, che piacere vederti –
Sorrisi alla signora Barbara:
-Salve signora, sono qui per parlare con Arizona-
-Mi dispiace tesoro, ma Arizona non è in casa- fece un pausa e poi continuò: -è ripartita ieri e ha portato Sofia con lei –
-Ah – furono le uniche parole che uscirono dalla mia bocca.
Ma come cavolo aveva potuto fare una cosa del genere? Non mi aveva nemmeno mandato un sms, non mi aveva cercata, ma a che gioco stava giocando Arizona? 
-Cara – la dolce voce di Barbara mi riportò alla realtà: -perchè non entri a prenderti un caffè?- 
Annuii e la seguii dentro casa.
Tutto aveva un non so che di famigliare, mi sembrava di esserci già stata, sapevo dove sedermi e con gli occhi seguivo Barbara girarsi in cucina dove io sapevo già cosa stesse prendendo mentre apriva gli sportelli per prendere il caffè e le tazzine.
-Sai Callie, io so che sei molto arrabbiata, e sfido io a non esserlo –
Barbara incominciò a parlare sedendosi proprio di fronte a me e catturando la mia attenzione con la sua voce: -ma lascia che io provi a difendere mia figlia e il suo gesto disperato di riconquistare l’amore della sua vita –
-Barbara..Arizona ha sbagliato, non si riconquista così l’amore di nessuno, così lo si perde –
-Lo so cara, lo so, ma io mi ricordo ancora quando mi ha chiamato dopo il tuo incidente, era disperata, la tua vita era appesa ad un filo, Sofia gli aveva appena raccontato che Dan ti aveva trattata male la mattina dell’incidente perché tu gli avevi detto che eri ancora innamorata di tua moglie e poi ti sei messa in macchina per andare da lei, ma non ci sei mai arrivata se non in condizioni critiche –
-Scusa Barbara, ma che stai dicendo? Io non so nulla di tutto questo –
-So che non sai nulla Callie ed è giusto che tu sappia, non dovrei essere nemmeno io a dirtelo, ma quella incosciente di mia figlia che ha tentato il tutto per tutto pur di riprendersi l’unica donna che ha mai amato. Permettimi di dirtelo Callie, non so come mi sarei comportata io al suo posto, ma cercare di riconquistare il tuo amore da zero, è stato un gesto forte, che forse tu ora non riesci ad apprezzare, ma con il tempo spero che capirai che lei ha agito solo per amore. Non voleva coinvolgere Sofia, non voleva che tu tornassi da lei solo perchè c’era la piccolina di mezzo, lei voleva che tu ti innamorassi di lei, per ciò che è e per ciò che lei diventa quando è con te. Sono sua madre Callie e so per certo che mia figlia è totalmente innamorata di te tanto da lasciarti andare tra le braccia di un altro uomo se solo tu gli avessi detto che eri innamorata di lui. –
Le parole di Barbara mi colpirono in pieno petto, avevo gli occhi pieni di lacrime e un nodo alla gola che si andava formando via via sempre più stretto. 
-Tutti e con tutti voglio dire proprio tutti hanno capito che voi due siete destinate ad essere tranne voi due che continuate in un modo o nell’altro a  farvi del male a vicenda senza capire che non potete esistere l’una senza l’altra. Anche i muri hanno capito che voi due siete innamorate perse, che un’amore così lo si incontra una sola volta nella vita eppure continuate a farvi del male, la vita continua a mettervi i bastoni tra le ruote e voi continuate a permettergli ciò. Callie ti considero come una figlia, non so se ti ricordi quando hai preso la decisone che era meglio amputare la gamba di Arizona per salvare la vita, non c’è stato giorno in cui lei non ti abbia maledetto per questa scelta ed io ti abbia benedetto – fece una pausa, i miei occhi erano ricolmi di lacrime, lei mi accarezzò il viso e continuò: -Arizona sbaglia sempre tutto, è come suo padre, crede di fare la cosa giusta, ma invece è completamente il contrario che dovrebbe fare, ma che vuoi farci se ci siamo innamorate di due persone così?!- 
La signora Barbara riuscì a strapparmi un sorriso tra le lacrime, poi continuò: - mi avete fatto il regalo più bello del mondo Callie, Sofia è il regalo più bello che la vita potesse donarmi, ci ha completamente rivoluzionato la vita sia a me ma tanto più al colonnello Robbins, non lo vedevo così felice e affettuoso da dopo la morte di Tim – la sua voce ora era rotta dalle lacrime: - non permettete più che lei soffra per i vostri problemi, lei ha bisogno di voi e per avere sei anni è già una donnina che la vita gli ha già tolto tanto, vi prego Callie, non siate orgogliose, avete sbagliato nella vostra vita, lei in primis, però ora basta, tutti hanno capito che vi amate e che siete fatte l’una per l’altra tranne voi due. Io con questo non voglio dirti di perdonare Arizona subito, ma di pensarci prima di prendere qualsiasi decisione, ti chiedo di considerare tutto l’insieme. –
Le parole di Barbara mi avevano colpito nel profondo, Arizona era tutta la mia vita e io lo sapevo, lo sapevo benissimo, me lo sentivo dentro che un’amore così non l’avrei mai e poi mai trovato da nessuna altra parte, Sofia aveva bisogno di me, Arizona aveva bisogno di me, io avevo bisogno di loro:
-Grazie signora Barbara per le sue parole, grazie davvero – le dissi stringendole le mani.

Il colonnello Robbins fece capo in cucina, la sua faccia era incupita, Barbara lo guardò con fare interrogativo, stringeva la cornetta del telefono in mano:
-Colonnello – lo chiamò Barbara alzandosi dalla sedia e avvicinandosi a lui: - tutto bene? –
Fece segno di no con la testa, poi alzò lo sguardo verso di me:
-Sofia è sparita, mi ha appena chiamato Arizona –

Il silenzio piombò nella stanza, quella notizia aveva avuto lo stesso effetto di una bomba atomica.

SEATTLE 

-Janet ci racconti l’accaduto –

Il capo della polizia, il tenente Barnet incominciò ad interrogare Janet riguardo l’accaduto, mentre la dottoressa Robbins era stata fatta accomodare fuori in quanto aveva aggredito verbalmente l’interrogata. 
   
 
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