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Autore: Daydream04    21/06/2016    0 recensioni
Potendo tornare indietro nel tempo, miglioreresti la vita di colui che ami, rendendolo felice, a costo di perderlo per sempre?
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Circa un'ora più tardi saluto le mie amiche prima di andare a prepararmi per andare a mangiare da Stefi.
«Ciao Ari, ci vediamo domani a scuola! Arrivederci signor Casolari! Grazie ancora per l'ospitalità!» grida Emma scendendo le scale e saltando gli ultimi tre gradini.
«E grazie per la colazione! I pancake erano ottimi, per nulla abborracciati!» aggiunge Bella.
L'ultima cosa che sento prima di chiudere la porta è l'esclamazione di Emma:«Abborra...che??».
«Grazie per il complimento!» dice mio padre al balcone per poi rientrare sussurrando:«Almeno credo che fosse un complimento, che cavolo vuol dire abborracciato?»
«Booo.. Cerchiamo su Internet?»
«Abborracciato significa fatto male o di fretta. Perciò sì era un complimento. Ora filate entrambi a cambiarvi che Stefi e Mauro ci aspettano per mezzogiorno e mezza e sono già le 11! E comunque le parole si cercano sul dizionario e non su internet!» dice mia madre uscendo dal bagno dopo essersi fatta la doccia, completamente ritornata in sé dopo a quella che io chiamo "fase REM cosciente".
«Signorsìsignora!» diciamo io e papà ridendo per poi, come ha detto lei, filare a cambiarci.

 

Dopo a un pranzo a base di spaghetti alla carbonara -offerti da mio padre- e una fantastica fiorentina cucinata da Mauro saliamo in macchina per raggiungere il luogo del matrimonio. Il castello si trova a circa quaranta minuti da casa di mia zia, lontano da tutti i centri abitati. Per raggiungerlo bisogna percorrere per alcuni chilometri una strada non asfaltata circondata da alti platani. Gli alberi impediscono di vedere il castello fino all'ultima svolta quando esso si innalza davanti ai tuoi occhi coprendo il sole, la cui luce lo circonda, facendolo apparire ancora più incantevole di quel che è. È costruito in pietra ed è più basso rispetto a quel che mi aspettavo. Probabilmente punta più sulla larghezza che sull'altezza ma da questa prospettiva non posso esserne sicura. Parcheggiamo di fronte all'entrata, nel prato che circonda il palazzo.
«Non è meraviglioso?» chiede Stefi facendo una piroetta sui trampoli rosa che porta oggi.
«Sì, è veramente bellissimo» dice mia madre dirigendosi verso l'entrata con sua sorella.
«Forza venite, facciamo un giro all'interno!» esclama mia zia.
L'atrio è una stanza enorme con un lungo tappeto beige sul pavimento, un'imponente scalinata a destra e un grande lampadario che pende sul centro della sala. Proseguendo nella visita del piano terra cerco di tenere il conto delle stanze visitate ma ben presto mi stufo e lascio perdere. Tornati nell'atrio saliamo le scale entrando nella sala da ballo. Pensavo che l'atrio fosse enorme, ma ben presto mi accorgo che la sala da ballo è molto più grande.
«Ecco, qui è dove si terrà la cerimonia. Io arriverò salendo la scalinata in modo che tutti mi vedano a poco a poco, a partire dalla testa fino ai piedi». È tipico di mia zia voler essere originale. Le spose solitamente scendono una scalinata oppure oltrepassano una porta camminando normalmente, invece lei vuole fare il contrario.
«In centro alla sala, proprio sotto al primo lampadario, ci sarà un palchetto su cui si troveranno il prete e Mauro. Dietro ci sarà un gruppo musicale di alcuni miei amici. Dopo alla cerimonia balleremo un po' nel resto della sala -naturalmente saremo io e Mauro ad aprire le danze- per poi andare in giardino come potete vedere..» dice scortandoci verso il balcone e indicando il prato sottostante « dove avrà luogo il rinfresco. Invece qui, sul balcone metteremo alcuni tavoli con delle bevande.»
«Questo naturalmente se farà bello. Se pioverà faremo portare tutto dentro, nell'atrio.» aggiunge Mauro.
«Direi che avete deciso di fare tutto in grande..» dice mia mamma sorridendo a Stefi.
«Sì. Ci si sposa una volta sola - o almeno così dovrebbe essere- perciò tanto vale esagerare!»esclama lei dando un bacio sulla guancia al suo futuro marito.
«Fermi tutti! Ho una domanda di vitale importanza!» esclama papà all'improvviso «cosa si mangia al rinfresco?»

 

Dopo aver parlato di tartine al salmone e al caviale terminiamo il giro nelle stanze del castello. L'ultima stanza è una meravigliosa camera da letto. Il letto a baldacchino verde chiaro sembra riportare il colore degli alberi verso cui si affacciano le finestre. I dipinti sui muri, le tende gialle come il colore del sole che disegnavo da piccola, l'armadio di legno, tutto sembra fatto apposta per ricordare la natura. I dipinti sono la cosa più interessante. Il primo rappresenta una giovane coppia che si abbraccia in mezzo ad un prato mentre il sole sorge. Nel secondo i ragazzi sono diventati adulti e sono di nuovo nel prato, ma stavolta il sole sta calando. Nel terzo c'è l'uomo, da solo, in piedi nella notte. Nel quarto la coppia è di nuovo insieme ma questa volta sono su una distesa di nuvole e lei ha le ali da angelo. Lui allunga la mano verso di lei, la quale vola poco più in su allungando a sua volta la mano verso di lui. Sotto al quadro c'è una scritta:"Il destino non separa ciò che ha unito saldamente. Nonostante tutto, saremo sempre noi." Mentre osservo questi quadri non mi accorgo nemmeno che sono tutti usciti dalla stanza tranne Stefi.
«Belli vero? Li ha fatti il proprietario del castello molto tempo fa..»
«Chi sono quelli dei quadri?» chiedo osservando meglio il primo.
«L'uomo è il proprietario del castello mentre la donna è sua moglie. La loro storia è raccontata nei quadri. Erano molto innamorati, e lo sono stati per molto tempo, poi lei è morta per il vaiolo e lui è rimasto solo. Dopo alla morte dell'amata moglie ha cominciato a dipingere questi quadri e in un anno li ha finiti tutti. Secondo una leggenda, subito dopo aver finito l'ultimo si è ammalato a sua volta di vaiolo ed è morto nello stesso giorno e nella stessa ora di sua moglie. Si dice che sia rimasto per lasciare un ricordo del loro amore sulla terra e poi, quando lei è venuta a prenderlo, lui l'ha finalmente raggiunta.»
«È affascinante sia la storia, sia la sua rappresentazione. Nel primo quadro il ragazzo ha i capelli castani, lunghi fino alle spalle mentre la ragazza ce li ha biondi e le arrivano alla vita. In quello seguente, quando sono adulti ormai, lui ha i capelli corti e un po' più chiari e anche lei ce li ha più corti. In quello dove c'è solo lui ha i capelli completamente bianchi e corti. Nell'ultimo, entrambi sono tornati com'erano all'inizio, come se avessero ricominciato da capo, trovandosi di nuovo insieme.»
«Il destino li ha voluti insieme una volta e ha fatto in modo che si ritrovassero.» dice mia zia sorridendo dolcemente. Probabilmente sta pensando a Mauro e al loro amore.
«Hei ragazze! Mauro dice che qui vicino c'è un'ottima gelateria, vi fa di farci un salto?» chiede mia mamma affacciandosi alla porta.
«Certo che sì!» diciamo io e Stefi all'unisono.

 

Mangiando il mio gelato fragola e limone mi ritrovo a pensare a quando ho preso un gelato con Daniel, all'Artic. Aveva preso un cono con pistacchio e fior di latte se non mi sbaglio. Bianco come le nuvole e verde come il prato dipinti nel quadro del castello. E i suoi capelli neri cosparsi di goccioline d'acqua come il cielo notturno cosparso di stelle nel terzo dipinto.
«Quando la smetterai di viaggiare con la mente ti accorgerai che ciò che vuoi è più vicino di quel che credi» sussurra Stefi girando verso di me il mio cellulare.
Io guardo lo schermo e capisco a cosa si riferisce. C'è un messaggio. Da Daniel.
"Hei Ari, come va? Ti volevo chiedere se domani ti andrebbe di portare Jazz a spasso con me. Se ti va, dimmi tu a che ora potresti. ;-)"
Cavoli. È di un'ora fa! Perché non ho guardato il telefono? Perché non gli ho risposto prima? Aspetta un attimo. Mi sta chiedendo di uscire insieme?! Cavoli, certo che sì!
"Hei Daniel, tutto bene te? Comunque sì per me va bene, facciamo alle quattro e mezza? A quell'ora finisco l'allenamento e posso raggiungerti davanti a casa tua, ok? :-)"
«Brava, ora vedi di non tornare nel mondo dei sogni, ti si sta sciogliendo tutto il gelato sulle dita!» esclama Stefi scoppiando a ridere mentre io mi pulisco la mano sorridendo come un ebete.

   
 
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