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Autore: ChrisAndreini    21/06/2016    7 recensioni
Vi siete mai chiesti cosa fareste se foste davvero nel videogioco Undertale? Io, durante una conversazione strana con una mia amica si, e questo è il demenziale risultato:
Dal prologo:
"E' facile giocare ad Undertale e scegliere la pacifist.
…Cioè, facile se si è esperti con i tasti e dalla pazienza infinita.
Cosa che io, stranamente, sono riuscita ad essere, anche se di solito non lo sono mai stata.
Però, se noi, e dico noi nel senso di noi noi, esseri umani nerd abituati ad essere sempre davanti ad un computer, fossimo davvero lì, non credo che ci metteremmo ad affrontare i mostri agendo o combattendo.
Io personalmente prenderei la situazione con un po’ più di panico."
Quindi se vi piacciono le storie dove il protagonista non è quel gran figo che affronta la situazione con impassibilità ma con un terrore puro e una bella dose di realismo, questa è la fanfiction che fa per voi ;)
Genere: Avventura, Comico, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Chara, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Mettiti nei miei panni... anche se non portiamo la stessa taglia

 

 

Salii le scale così in fretta che per poco non mi slogai la caviglia.

“Per poco?” 

A dire la verità me la slogai sul serio.

-Capperuncoli, cetriolini e broccoli!!- imprecai, scatenando le risa di Chara, ma non avevo tempo da perdere, dovevo assolutamente trovare informazioni da usare contro Toriel prima che lei distruggesse la porta.

Così, saltellando su un piede solo e urtando codesto piede contro la libreria, mi avvia nel corridoio dove ci sarebbe dovuta essere la mia camera, dato che le altre stanze della casa c’erano tutte.

Inoltre dovevo anche tornare in bagno.

“Sul serio, Chris?!”

Anche tu te la faresti quasi addosso in un combattimento contro una capra che lancia palle di fuoco! 

Soprattutto se ti offre LUMACHE!!

“E qui non hai poi tutti i torti, anche se quando…”

Si interruppe di scatto, probabilmente perché ammettere che non avevo tutti i torti era stato davvero durissimo per lei.

O forse voleva nascondere un suo eventuale coinvolgimento in un passato con Toriel.

L’ultima ipotesi mi sembra molto improbabile visto che Chara è solo una voce nella mia testa, quindi penso più alla prima.

“Già… già…”

Andai in bagno, e per fortuna i miei capelli erano in buona salute, come potei constatare allo specchio.

Con il nastro trovato prima mi feci un tuppo per evitare di farmeli arrostire di nuovo, visto che sono lunghissimi e ci tengo abbastanza.

“Dovresti rivedere le tue priorità, o finisce come...”

Ah, giusto, le informazioni!

Mi diressi in tutta fretta verso la camera di Toriel.

O almeno immaginai fosse la sua camera visto che era l’unica stanza che non avevo visto ad eccezione di una dove c’era scritto che c’erano lavori in corso.

Comunque azzeccai il posto, per fortuna.

“Chissà come mai? Eppure era la prima volta che tornavi in vita in un combattimento contro Toriel…”

La cosa che mi colpii di più fu il letto.

Cioè, mamma capra è grande, quindi era ovvio che anche il letto fosse grande, ma era il triplo del mio nell’altra stanza, e sembrava di una comodità ancora maggiore.

“Stai concentrata, idiota del ca…”

Giusto, giusto. 

Andai alla scrivania e cominciai a invadere la sua privacy.

La cosa non mi piaceva affatto.

Io non sono poi così curiosa, e poi conoscevo Toriel da meno di ventiquattrore… forse. 

A dire la verità il tempo era difficile da calcolare lì, comunque la conoscevo da poco, e frugare nei suoi segreti mi sembrava davvero crudele.

Però non mi sembrava di avere altra scelta.

Appoggiato sulla scrivania c’era un diario.

Gli diedi un’occhiata veloce, ma conteneva solo battute di dubbio gusto.

-Perché lo scheletro vuole un amico? Perché si sente OSSOlo-

“… Chiunque abbia fatto a Toriel questa battuta deve essere l’ultimo a morire. Lo uccideremo dopo avergli ucciso tutti gli amici e la famiglia davanti, quando sarà così triste e demoralizzato da sperare lui stesso di essere morto. Certo, sarà un combattimento impossibile, ma con la giusta determinazione Chris riuscirà...”

-Ahahahaha, oddio è peggio di quelle della mia amica di penna, di mio zio e di un mio compagno di teatro messe insieme!! Chiunque abbia fatto a Toriel questa battuta deve assolutamente conoscerli!-

“…Concentrati, delusione umana”

Ok, ok.

Continuai a leggere il diario, ma c’erano solo battute di simile calibro.

-Perché uno scheletro non si butta dal trampolino?-

“NON LO VOGLIO SAPERE CONCENTRATI!!”

-Perché non ha fegato!! Ahahahah-

“CONCENTRATI!!!”

Ok, ok.

Lasciai perdere il diario e controllai vari cassetti, ma non c’era niente di utile.

Solo nell’ultimo trovai una foto incorniciata.

“Non… non credo che dovresti…”

Ovviamente non ascoltai Chara, e la osservai bene.

C’era Toriel, in compagnia di un tipo capra che stranamente aveva dei capelli e la barba… cioè, le capre hanno la barba, ma lui l’aveva bionda?! Ma come?! Le capre non dovrebbero avere la barba e i capelli biondi!

La cosa che mi colpì di più, però, fu il fatto che tra di loro c’era un piccolo cucciolo di capra umanoide.

“Adesso dirai qualcosa del tipo che Toriel lo aveva rapito e troverai una soluzione idiota a quella foto”

Chara, sono una stupida idiota, ma non fino a questo punto.

Doveva essere suo figlio, e mi chiesi cosa gli fosse successo, perché conoscendo Toriel era piuttosto improbabile che l’avesse lasciato a sé stesso o abbandonato.

Insomma, già non voleva lasciare me, figurati un figlio vero che aveva dato alla luce e di cui conosceva l’intera vita.

Forse era iperprotettiva perché al figlio era capitato qualcosa.

Solo che questa consapevolezza non mi aiutava a trovare qualcosa da dirle per convincerla a lasciarmi tornare a casa.

Mi gettai demoralizzata sul letto di Toriel.

“Ogni scusa è buona per sdraiarti su quel letto, vero?”

Iniziai a pensare, e dato che sono una tipa che ama immedesimarsi, visto che faccio teatro, chiusi gli occhi e cercai di immedesimarmi in Toriel, anche se ero a conoscenza del fatto di non possedere tutti i pezzi del suo grande puzzle.

“Ok… cosa pensi di ottenere in questo modo?” 

Immedesimamento time!!

“Non dovresti dire immedesimazione?”

Ah… giusto…

IMMEDESIMAZIONE TIME!! (sigla musicale tipo Ladybug durante la trasformazione)

“Cos’è Ladybug, adesso?!”

Lascia stare.

Comunque… sono Toriel.

Sono una mamma capra… appunto, mamma.

Ed ho sicuramente un figlio.

Ma dov’è mio figlio?

Dov’è mio figlio?

Spalancai gli occhi.

-Dov’è mio figlio!!- esclamai, eccitata.

“Perché, hai un figlio? Non sei un po’ giovane e soprattutto un po’ disgustosa per avere figli? Non credo che un ragazzo voglia mettersi con te”

Su questo hai ragione, ma non intendevo mio figlio… intendevo mia madre.

“…”

Non hai capito, vero? 

“… la tua mente è contorta forte”

Toriel aveva un figlio. Quindi sa cosa significa perderlo. E mia madre, in questo momento…

Anzi, non te lo dico, lo capirai quando andremo da Toriel.

“Da quando tu, personaggio in prima persona, sai qualcosa mentre il pubblico no?”

Da quando voglio creare la suspance!!

E poi avranno capito tutto. Sono intelligenti, loro.

“Se lo dici tu”

Con a caviglia dolorante uscii dalla stanza decisa ad affrontare Toriel e non morire… ma il tuppo mi si sfasciò.

I tuppi restano poco quando si ha un metro di capelli.

Vabbè.

Mi feci la coda, e me la avvolsi attorno al collo per evitare di bruciarla, prima di scendere le scale saltellando, e sperando che Toriel non avesse distrutto il passaggio.

Evidentemente non era molto certa di quello che doveva fare, perché ero stata via almeno una mezz’ora e non aveva mosso un dito.

Chissà…

-Toriel! Fermati!- esclamai, anche se subito mi resi conto che non stava facendo nulla che richiedesse di essere fermato.

-Piccola mia, torna in camera tua- mi disse nuovamente.

Avrei voluto rispondere una cosa del tipo: ‘Senti, Torielluccia, sono stata via per un sacco di tempo e non hai fatto un tubo, se davvero decido di rimanere qui rischio di non vederti mai più e morire di fame’.

Però decisi di astenermi dal farlo.

Fare l’acida non mi avrebbe aiutato in quella situazione.

-Toriel, devi lasciarmi tornare a casa- feci qualche passo avanti, poggiando poco il piede slogato.

Stavo già per fare il mio discorsetto incoraggiante, quando mi venne in mente una soluzione ancora più intelligente.

“Voglio proprio sentirla”

-Perché non mi accompagni tu? Così è certo che starò bene!- proposi, sorridente, ma Toriel abbassò lo sguardo, e lanciò una palla di fuoco quasi per sbaglio, che per fortuna mi colpì di striscio, bruciandomi il fianco della felpa.

-Ma che cavolo!- esclamai, un tantino seccata, per poi decidere di ritornare al piano originale.

Prima che potessi parlare, però, Toriel ritornò al suo, di piano originale.

-C’è solo un modo per convincermi a lasciarti andare…- iniziò.

-…Provami che sei abbastanza forte per sopravvivere- continuai io, sbuffando.

“Wow, sei morta solo una volta eppure lo sai già a memoria”

Ok, ok, è arrivato il momento di dirvi la verità… tra lo scorso capitolo e questo sono morta circa sette volte.

Solo che è stato in maniera talmente ridicola che non mi andava di raccontarlo nei minimi particolari.

Una volta Toriel mi ha lanciato una palla di fuoco dritta in faccia perché le ho urlato contro che era una Yandere pazza psicopatica del cavolo… e devo dire che ci stava, anche se credo non l’abbia fatto poi intenzionalmente, visto che stavo ferma e lei credeva mi sarei spostata.

Cinque volte sono scivolata e caduta dritta sulle palle di fuoco che avrebbero dovuto essermi lontane circa cinquanta centimetri.

L’ultima volta… ovvero la prima… sono caduta dalle scale mentre cercavo di andare ad esplorare.

“Sei un caso perso! Credevo non lo avresti mai rivelato ai lettori”

Zitta.

Comunque, iniziammo l’ennesimo combattimento.

Toriel mi guardò un po’ strano, forse perché avevo azzeccato quello che voleva dire.

-Combattimi o scappa via!- esclamò, evocando altre palle di fuoco.

Io mi strinsi bene intorno al collo i capelli, cercando di apparire sicura di me e determinata, ma tremavo come una foglia in procinto di staccarsi dal ramo.

“Per me verrai strangolata dai tuoi stessi capelli”

Non è vero… spero.

Comunque tremavo anche perché cercavo di stare su un piede solo ed era abbastanza complicato.

-Toriel, non voglio combatterti!- le dissi con voce ferma.. o almeno tentai, perché uscii un pigolio quasi inudibile.

Toriel scosse la testa.

-Cerco solo di proteggerti- mi disse, lanciandomi una palla di fuoco che mi fece perdere il mio già instabile equilibrio.

Tanto il mio coccige ormai ci era abituato.

“Che dolce e tenera mamma capra, vuole solo il meglio per te… ecco perché tenta di ucciderti. Ma che razza di ragionamento è!?!”

Ero troppo impegnata a rotolare via dall’ennesima palla di fuoco per concordare con lei.

-Lo so! Ma io devo tornare a casa!- le urlai con il massimo fiato, buttandomi a faccia a terra per evitare un’altra palla di fuoco.

-Perché non puoi accettare semplicemente l’idea di rimanere qui, in questo posto sicuro? Non posso lasciare che anche tu muoia!- disse, lanciando un attacco quasi senza guardare, e beccandomi con una mira che farebbe invidia ad Occhio di Falco.

Per fortuna mi beccò lo stomaco e non i capelli.

Ed io riuscii stranamente a spegnere le fiamme prima che consumassero tutti i vestiti.

Se mai fossi riuscita ad uscire, la prima cosa che dovevo fare era trovare dei nuovi vestiti.

-Sei una madre affettuosa e dolce, e lo capisco… ma prova a metterti nei miei panni- mi uscii spontaneo, anche se non volevo che lei si mettesse nei miei panni, e non solo perché era molto più grande di me e di certo non ci entrava.

Non che io sia poi uno stecchetto, sia chiaro.

La mia strategia consisteva in altro, ma mi ero lasciata prendere.

Toriel scosse la testa, e per fortuna evitai l’ennesimo attacco perché sarebbe stato killer per me.

-Non sai cos’è meglio per te, sei ancora giovane! Vai di sopra, ti prego- mi supplicò, con le lacrime agli occhi.

-Hai ragione, io non so cosa significhi vedere un figlio che scompare e non sapere se è vivo, se è morto o dove sia- iniziai a sfoderare la mia strategia.

“Ma che stai facendo?! La ferirai e basta, in questo modo!”

Sempre meglio che ucciderla come vorresti fare tu.

Toriel mancò così tanto il bersaglio che non sarei potuta morire neanche per sbaglio, ed iniziò a tremare.

Prima che potesse dire alcunché, continuai.

-Io non so che significa rimanere soli e non avere la più pallida idea di cosa stia accadendo ad un figlio, forse la persona più cara che si ha al mondo- 

Toriel iniziò a singhiozzare, e a mancarmi di proposito.

-Ti prego… smettila di fare così- mi supplicò.

Io mi alzai in piedi, tutta dolorante, ed iniziai ad avvicinarmi.

-Io non so cosa tu abbia passato. Non ho la più pallida idea di cosa si provi a perdere un figlio… ma tu si- 

Devo dire che era piuttosto figo che le palle di fuoco mi evitassero e poi ritornassero ad incrociarsi dietro di me. Ma non avevo tempo per questo, e mentre avanzavo, continuavo a parlare, con le lacrime che minacciavano di uscire.

“Ed una smorfia davvero ridicola dovuta a ciò”

-Proprio per questo saprai cosa prova una donna, che sta lì sopra, e non ha la più pallida idea di dove sia ora sua figlia. E sta in giro per il monte, distrutta, sperando in qualche modo di ritrovarla. Senza indizi, sentendosi in colpa perché erano stati lei e suo marito a spingerla a fare la gita in montagna, e…- non mi trattenni più, ed iniziai a piangere.

Le palle di fuoco scomparvero di scatto, e Toriel si portò una mano alla bocca.

Dal suo sguardo doveva aver capito esattamente a chi mi riferissi, sebbene il mio parlare confuso.

-Ti prego, Toriel. Fammi almeno tentare di tornare a casa, se resto qui, sapendo quello che sta passando mia madre…- la supplicai, crollando il ginocchio e abbracciando il suo vestito.

-Oh, piccola mia- Toriel si piegò, e mi abbracciò.

-Hai ragione. Le rovine sono così strette e tua madre… ti lascerò andare, ma non posso uscire con te. Spero che capirai- sembrava parecchio combattuta, come se sapesse qualcosa che io non so e cercasse di trovare un compromesso con sé stessa.

Non volevo indagare, ed annuii solamente, abbracciandola stretta.

-Grazie, Toriel- 

Ci fu qualche secondo di silenzio, poi Toriel sembrò recuperare un po’ la calma, e sciolse l’abbraccio, asciugandosi gli occhi.

-Posso sempre darti i pezzi di torta che mi hai chiesto, e un cambio d’abito per il viaggio- propose, con un sorriso incoraggiante e ancora un po’ triste.

-Sei troppo gentile, io non mi sento…- provai a declinare, imbarazzata, ma Toriel insistette.

-In camera tua dovrebbero esserci dei vestiti puliti e delle scarpe comode. Io ti preparo una borsa per tenere qualche provvista- mi diede un buffetto sulla guancia, mi curò velocemente e si alzò per salire le scale.

Io rimasi a bocca aperta, piena di sensi di colpa.

Non solo le spezzavo il cuore così, lei mi dava pure la torta, e mi aveva curato quindi non avevo più nessun dolore.

Sperai vivamente che si vendicasse mettendo quella di lumache anziché quella di caramella e cannella, perché una tale bontà d’animo non ce la facevo a lasciarla così, sola e triste.

Salii lentamente in camera, con i vestiti mezzi bruciati, i capelli per fortuna salvi e un dolore al cuore che aveva rimpiazzato quello alla caviglia.

“…Ce l’hai fatta… Per me avresti dovuto ucciderla e basta! Sarebbe stato più facile!”

Nessuno ha chiesto il tuo parere, e non lo avrei mai fatto.

Toriel è troppo buona.

Mi avviai in camera, ed aprii l’armadio.

Certo, non avevo la più pallida idea di cosa mi aspettava, così decisi di vestirmi a strati, come mi consiglia sempre di fare mia madre quando andiamo in un posto e non sappiamo le previsioni meteo.

Che poi le previsioni meteo ci azzeccano talmente poco che è meglio vestirsi sempre a strati.

Cercando di non pensare che quei vestiti probabilmente appartenevano a qualche bambino o mostro morto, scelsi una t-shirt arancione, che mi sembrava abbastanza comoda. Poi un paio di jeans chiari che erano abbastanza larghi da permettere all’occorrenza di fare dei risvolti per non sentire troppo caldo, ed una felpa gialla molto calda.

Purtroppo per le scarpe non ebbi molta scelta, visto che l’unico paio che mi stava era a righe bianche e viola, però non mi lamentai più di tanto.

Mi sistemai la coda e procedetti, raggiungendo Toriel, che era in cucina.

-Stai benissimo, piccola mia- mi fece un sorriso, e notai che aveva ancora le lacrime agli occhi.

Abbassai lo sguardo, con un blocco allo stomaco.

-Grazie, Toriel. Non dovevi fare tutto questo per me- scossi la testa, mentre minacciavo di commuovermi nuovamente anche io.

“Bleah! Ma basta con tutte queste sdolcinatezze!! E’ pur sempre una storia comica, non deprimente!”

Su questo hai ragione, ma ti sfido a non essere emozionata lasciando una donna così dolce e tenera che ti ha persino preparato lo zaino con le provviste.

-Allora, ti ho messo il resto della torta, e puoi usare la borsa per quello che avevi nelle tasche. Ti ho anche dato un pezzo di torta di lumache…- 

E te pareva!

-… e avrei voluto metterti una tavoletta di cioccolata, ma… non la trovo più- fece una faccia confusa, ed io dovetti usare tutta la mia forza di volontà per non scoppiare a piangere.

Non ce la feci a dire che l’avevo già rubata, mi sarei sentita ancora più carogna di quanto già non fossi.

-Magari portati anche una giacca, fuori fa abbastanza freddo- mi suggerì, ed io annuii, e presi la borsa, con le mani un po’ tremanti.

Svuotai le tasche in silenzio e sistemai tutto, tranne la cioccolata, poi tornai un attimo in camera e presi una giacca blu impermeabile.

Solo allora misi la cioccolata nella borsa.

Quando tornai da Toriel mi sentivo eccitata, terrorizzata e sommersa dai sensi di colpa.

-Sii buona, piccola mia, ok?- la mamma capra mi diede un altro lungo abbraccio, da me ricambiato con la massima forza.

-Grazie davvero. Mi mancherai, Toriel- le sussurrai, commossa.

-Anche tu, piccola mia- mi diede un’ultima carezza affettuosa sul capo, poi io mi diressi di sotto, per uscire dalle rovine, ed incamminarmi finalmente in una nuova avventura, piena di sicurezza e det...

-Ciao! Ma chi si rivede!- 

-AHHHHHHHH!- urlai a pieni polmoni, indietreggiando così velocemente che sbattei la capoccia contro il legno dietro di me.

Infatti, appena uscita dalla porta, una voce ed un fiore purtroppo ben conosciuto, mi piombò davanti.

Ed era l’ultima cosa che volevo.

-Toriel! Ho cambiato idea!!- esclamai terrorizzata, tirando pugni alla porta.

-Probabilmente la vecchia caprona non ti sente, troppo occupata ad affogare in una valle di lacrime che tu le hai causato- mi prese in giro Flowey.

“Toh, guarda. Stavo per dirlo io. Vorrei battere il cinque a questo fiore psicopatico!”

Questi commenti mi fecero incavolare.

-Vuoi batterti, eh! Su, fatti sotto!- buttai lo zaino a terra e sfoderai i pugni.

Il fiore fece una faccia da ‘B**ch please’ e…

“Hai censurato b**tch?! SUL SERIO?!”

Ce c’è? E’ una parolaccia, anche se in inglese.

“Io non ho parole!”

Invece ce le hai, sennò saresti zitta.

Bene, ha capito.

Dove eravamo rimasti? 

Ah, si, Flowey.

-Tranquilla, stupida umana, non ho più desiderio di ucciderti. Voglio proprio vedere come si evolveranno le cose. Per ora hai giocato con le tue regole, e hai risparmiato la vita di tutti…- da come diceva quel monologo sembrava se lo fosse imparato a memoria davanti ad uno specchio.

-Senti, coso- lo interruppi, un po’ seccata.

Il fiore sembrò sorpreso.

-Innanzitutto spiegami come potrei io, Chris, umana sfigata e gracile, ammazzare qualsiasi persona. Non ho armi. Perché nessuno se ne rende conto?!- iniziai a lamentarmi, indicandomi.

“Avevi un fantastico coltello. Poi Toriel ha deciso che non era abbastanza sicuro per te. Però tutto può essere un’arma, anche i tuoi capelli. Dai frustate in giro…”

-E tu stai zitta!-

Flowey si guardò intorno, sempre più confuso.

-E poi, ma si può sapere cosa avete in questo mondo che pensate che le persone si debbano uccidere, così tanto per? Siete americani per caso, che ammazzate random le persone se solo vi guardano storto?- Flowey aprì la bocca per ribattere, ma poi si stette zitto, pensieroso.

-Ed infine… lasciami in pace, che pizza! Che ci ottieni a fare il discorso da cattivo?!- ripresi la borsa da terra e me la misi in spalla, pronta per superarlo ed uscire da un’altra porta.

-Sei strana, umana- disse solo, squardandomi attentamente, per poi scomparire nel terreno.

Io mi avviai alla porta, e mi guardai intorno per evitare che qualcuno fosse in agguato nell’ombra per interrompere nuovamente la frase da fine capitolo che concludeva l’arco delle rovine.

Per fortuna non c’era nessuno.

Posso procedere.

“Coff coff sfigata coff coff”

Uff.

Varcai la porta che mi avrebbe portato fuori dalle rovine.

Finalmente la vera avventura aveva inizio, e l’avrei affrontata con costanza, e con tanta determinazione!

… Sperando di non morire troppe volte.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(A.C.)

“A proposito di questo…”

Cos… CHARA!! CHE CI FAI NELL’ANGOLO AUTORE!!!

“Non hai letto? E’ diventato l’Angolo Chara!! :D”

No no no no no no NO! Devo fare grandi annunci, e mi serve un angolo autore!! Sciò!

“Ma…”

 

(A.A.)

Allora, ragazzi, scusate il ritardo, soprattutto visto che devo dare una brutta notizia.

“Finalmente hai capito che questa storia fa schifo e la bloccherai?”

No, ma ci sarà una pausa di più di due settimane, perché se tutto va bene vado in vacanza-studio in Inghilterra e non avrò il computer.

“E credi che ai lettori importi qualcosa? Dopotutto già di tuo aggiorni pochissimo!”

Ho deciso di ignorarti.

Comunque il capitolo di oggi è molto lungo anche per questo.

Devo dire che ho iniziato la fanfiction un po’ per gioco, ma sto iniziando ad avere grandi progetti, e tra questi c’è l’intenzione di renderla un tantino più interattiva.

Quindi, se vi va, nelle recensioni potete mettere dei suggerimenti o altre cose del genere, e deciderò se farlo o no. Naturalmente non le scelte importanti tipo se uccidere o no qualcuno, ma qualcosa di piccolo e semplice.

Tipo, che ne so, potreste suggerirmi di dormire alla locanda oppure delle tecniche per il gioco della pallina di neve.

Naturalmente sto solo facendo degli stupidi esempi

“Anche perché non hai abbastanza soldi per alloggiare alla locanda”

Già.

E ogni tanto potrei mettere un sondaggio a fine capitolo e nelle recensioni potete votare la scelta che vi interessa di più o proporne una nuova.

“E a proposito di questo…”

 

(A.C.)

“Stavo pensando che questa, teoricamente, è una storia realistica, giusto? >:)”

Cos’è quello sguardo? Non mi piace quello sguardo

“Di solito nella realtà quando si muore non si torna in vita”

Se non tornassi in vita questa storia durerebbe un’altra riga e basta.

“Lo so, ma per evitare che Chris faccia l’idiota come suo solito, potremmo fare che ogni volta che muore perde qualcosa, oppure che qualcosa le cresca addosso!! >:D”

…tipo… tipo flowerfell?!

“PROPRIO A QUELLO MI RIFERIVO!!! >:D!!!”

…cosa? No… < :O

Magari più un qualcosa del tipo che ogni volta che muoio… mi si accorciano i capelli? < :) …no, aspetta, questo è anche peggio.

Magari ogni volta che muoio… muoio… non è una punizione sufficiente?!

Oppure dimentico un pezzo del mio passato, e quindi è più difficile trovare determinazione per tornare a casa…

“Bella idea. Ma io adoro Flowertale!!!”

Ma…

“Mettiamola ai voti!!”

 

SONDAGGIO!!!!!

Dopo ogni morte, cosa può accadere a Chris?

-Un fiore giallo le cresce addosso e non può essere rimosso

-Perde un ricordo del suo passato sulla superficie

-… o proponete voi qualcosa ;)

 

 

Che ne dite, è un’idea carina? :D

Comunque un bacione e alla prossima :-*

   
 
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