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Autore: Tony Stark    21/06/2016    2 recensioni
Quel giorno la sorte di un nuovo mondo era stata già scritta. Quel giorno in cui lui, Chris Redfield disse... Sì Capitano.
Genere: Angst, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albert Wesker, Chris Redfield, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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That day, he said... yes, captain.
 
  Capitolo 4: 28 Settembre 1998 -Il fallimento non è accettabile
 
 
Era passato poco più di un mese dall'incidente delle Arklay. Poco più di un mese da quando aveva tradito la STARS, ucciso i suoi amici per seguire il suo capitano.
 
I corridoi della struttura dell'Organizzazione erano asettici come quelli dei laboratori della Umbrella. Ma a Chris questo non importava mentre avanzava fra questi, l'unica cosa che gl'importava era raggiungere il suo capitano che aveva richiesto la sua presenza.
 
 
 
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Christopher arrivò in fretta come aveva previsto. 
 
La sua idea originaria era attendere che la Umbrella recuperasse il G per poi inviare Chris a recuperarlo. Ma dopo aver confrontato il pro e i contro della situazione che si sarebbe andata a creare aveva preferito inviare direttamente il suo pointman a recuperare il G prima della Umbrella.
 
<< Christopher, ho un incarico da affidarti >> cominciò fermandosi  per osservare per meno di qualche istante il suo fedele pointman. << E il fallimento non sarà un opzione accettabile >>
 
<< Non fallirò, Capitano. >> aveva affermato sicuro << Cosa devo fare? >>
 
<< Andrai a Raccoon City e recupererai un campione del G-Virus. Uccidi William Birkin se dovesse diventare necessario al fine di recuperare il campione >>
 
<< Sì, Capitano >>
 
 
 
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Era già stato nella Fabbrica della Morte, il 23 Luglio quando il Bravo Team era stato inviato negli Arklay. E muoversi per il laboratorio gli sembrò incredibilmente facile.
 
Vista la situazione d'emergenza che aveva creato... aveva semplicemente liberato un paio di RE3 dalla loro unità di contenimento. E l'intera sicurezza del laboratorio si era incentrata nell'eliminazione delle suddette armi biologiche.
I RE3 erano il frutto di un doppio processo V-ACT, che aveva del tutto mutato il T-Vettore rendendolo a tutti gli effetti un'arma biologica, provvista di artigli e del tutto cieca, con muscoli e cervello esposto. La sua particolarità consisteva nella lingua anormalmente lunga che il RE3 utilizzava per attacare.
 
Ricordare ogni dettaglio come se avesse davanti il file su cui l'aveva letto non era mai un problema visti i compiti che svolgeva e il fatto che il Capitano esigesse sempre il meglio da lui.
 
 
 
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Quando aveva sentito gli allarmi di Biohazard suonare nella sua sala di ricerca, William Birkin era certo che l'Umbrella stesse arrivando per lui. Per portargli via il suo prezioso G-Virus.
 
Lo aveva riposto in una valigetta con alcuni campioni di T... non credeva che i mercenari Umbrella fossero abbastanza ferrati nel campo della ricerca per distinguerli.
 
E poi sentì il sibilo della porta automatica che si apriva.
 
Si voltò tremante, puntando la pistola contro i mercenari... ma quello che vide lo spaventò più di un'arma biologica.... Era lui, Chris Redfield, l'alleato di Albert.
Ma non era possibile, lui era morto, ucciso dal Tyrant! L'aveva visto e solo Albert aveva il virus per "sopravvivere" all'attacco del Tyrant.
 
Il Redfield aveva un sorriso da brividi sul viso, mentre gli puntava contro la sua pistola... ma come aveva fatto? Sarebbe scattato l'allarme. Nessuno poteva accedere con un'arma nel laboratorio se non il personale autorizzato ed eventualmente il capo-ricercatore, cioé lui.
 
Il ragazzo ridacchiò come avesse sentito il suo ragionamento.
 
<< E' un semi-automatica, Dottore. L'intera arma, dalla canna al calcio è in plastica e ceramica, non è rilevabile. >>
 
...Come aveva fatto a capire quello che pensava?
 
<< Sono... Hmm, ero il pointman della Squadra Alpha della STARS, Dottore. Il mio lavoro era memorizzare i dati della missione e studiare i sospetti, leggere i loro movimenti e le loro espressioni, anche le più piccole ed involontarie per capire quali sarebbero state le loro future azioni. Lei è un libro aperto per me >>Si fermò poi, fece cenno verso la valigetta tenendolo sempre sotto mira. << Ora, Dottore, io e lei sappiamo che lei non è capace di usare la pistola con cui mi sta minacciando. Quindi le consiglierei di abbassare l'arma e di consegnarmi la valigetta >>
 
<< Non ti consegnerò il mio prezioso G Virus , Redfield! >>
 
Il ricercatore indietreggiò, la sua presa sulla pistola, una Glock, tremava abbastanza visibilmente.
 
<< Se è così... preferisce una morte rapida e indolore o una lenta e dolorosa? >>
 
<< Cosa?! >>
 
Il redfield abbassò leggermente il tiro, point-shoot non corretto quattro centimetri troppo in basso da un qualunque colpo istantaneamente letale.
William Birkin si rese conto troppo tardi che Chris stava già per tirare il grilletto. Un colpo lo prese appena sotto la spalla dritto contro l'arteria polmonare.
 
Il ricercatore lasciò la valigetta, mentre per lo shock dovuto allo sparo perdeva l'equilibrio, cadendo all'indietro.
 
<< Io l'avevo avvisata, Dottor Birkin >>
 
William vide il ragazzo avvicinarsi con calma alla valigetta e aprirla controllando le fiale che vi erano contenute.
 
All'interno della valigetta, c'erano dodici fiale(cioé il numero massimo di fiale ottenibili da una singola oncia di virus). Circa otto di queste contenevano un liquido bluastro che Chris riconobbe immediatamente come il T Virus, mentre solo quattro contenevano un liquido viola che pareva essere molto più denso del T Virus. Quello era il G.
 
<< Dottore, qui ci sono solo quattro fiale... Dove sono le altre? >>
 
Chris si voltò verso il ricercatore che stava cominciando a soffocare nel suo stesso sangue, vide che stava cercando di prendere qualcosa dalla tasca del suo camice.
 
"Ovviamente ne ha tenuta una" pensò.
Il Redfield lasciò la valigetta, sul bancone metallico, dopo averla richiusa e si chinò verso il ricercatore. Levandogli la fiala di G Virus dalle mani viscide di sangue.
 
<< Scommetto che almeno due sono in mano alla sua famiglia, una deve averla Annette e forse anche la piccola Sherry. Beh, quattro fiale basteranno. Il Capitano aveva bisogno solo di una di queste d'altronde. >> Il ragazzo si interruppe e poi guardò William Birkin negli occhi, quegli offuscati occhi cerulei e sorrise perfido << Sa, Dottore, visto che mi sento generoso voglio farle un regalo. >>
 
Il ragazzo si avvicinò al bancone metallico, aveva studiato abbastanza i laboratori Umbrella da sapere che almeno una o due "pistole somministratrici" si trovavano anche nel laboratorio di ricerca. Ed ecco che ne trovò una dentro uno dei cassetti metallici.
 
Inserì la fiala di G Virus nello spazio in cui andavano inserite le fialette contenenti il liquido da somministrare e caricò lo strumento, abbassando il fermo sulla fiala di vetro.
 
Si chinò nuovamente verso il ricercatore che nonostante lo stordimento dovuto alla perdita di sangue capì immediatamente qual'era il "dono" che Chris Redfield voleva fargli.
<< Dovrebbe esserne onorato, sarà la prima creatura originata dal virus che ha sintetizzato, Dottor Birkin >>
 
Sentì un leggero pizzico al collo e poi fu come se il Redfield gli avesse inettato del fuoco liquido nel flusso sanguigno.
 
 
Chris Redfield posò la "pistola somministratrice" sul bancone e dopo aver preso la valigetta e la sua semi-automatica si ritirò. Senza voltarsi nemmeno dopo aver sentito un grido primordiale, sia umano che mostruoso, provenire dal laboratorio in cui aveva lasciato il Dottor Birkin.
 
Aveva detto che avrebbe portato quattro fiale, quindi avrebbe recuperato quella in mano ad Annette Birkin. E avrebbe cercato le altre. Sebbene sarebbero state solo undici, avendone inettata una al Dottore.
 
 
 
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Due settimane, il suo pointman era a Raccoon City da due settimane. Perché l'Organizzazione aveva insistito ad inviare un altra spia a cercare il G.
 
Quell'asiatica in rosso avrebbe solo rallentato Christopher anche perché conoscendolo, Wesker era certo che lui stesse aspettando che l'elicottero venisse a recuperarlo. Probabilmente aveva recuperato il virus al suo primo giorno.
 
In due settimane quell'Ada Wong aveva memorizzato solo un quarto di quello che Christopher aveva memorizzato in soli quattro giorni.
E lei sarebbe la spia più efficente che hanno? Il mio pointman eccelle in molti più campi di quella donna, pensò a questo l'ex-capitano Wesker, mentre un pericoloso bagliore rossastro illuminava i suoi occhi.
 
Odiava che i suoi piani venissero rallentati da degli incompetenti.
 
 
 
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Una figura si mosse rapida fra i corridoi della Fabbrica della Morte. 
 
Chris Redfield scivolò nuovamente fra le ombre mentre si muoveva per il laboratorio. Aveva già recuperato le altre sette fiale rimaste e oltre il virus era riuscito anche a sintetizzare manualmente, visto che quel maledetto dispositivo di sintetizzazione aveva smesso di funzionare nel momento peggiore, il DEVIL l'antidoto per il G-Virus. Il suo colore azzurrastro era un po' complementare con quello del virus.
 
Oltre a questo si era reso conto che infettare il Dottor Birkin era stata la sua idea peggiore. Quel mostro aveva ancora una parvenza di intelliggenza e di memoria visto che ogni volta che lo vedeva, cominciava ad inseguirlo, con più rabbia e violenza di quella mostrata contro gli agenti della Umbrella.
 
E un più non aveva più ricevuto l'ombra di una comunicazione né dall'Organizzazione, né dal Capitano. Credevano che avesse fallito? O lo avevano dato per morto con lo scoppio del disastro di Raccoon City?
 
Secondo i suoi calcoli adesso era il 28 Settembre, due settimane esatte da quando era tornato a Raccoon City. 
In questo frangente di tempo si era occupato personalmente: di eliminare la famiglia Birkin, anche se non aveva trovato la piccola Sherry, di fare in modo che la polizia non potesse affrontare la minaccia dei T Vettori e anche di tagliare le comunicazioni provenienti da Raccoon City. 
 
Così da ridurre al minimo il numero di possibili testimoni.
 
 
Il relativo silenzio che lo circondava fu spezzato da un sibilo statico proveniente dal suo auricolare... Finalmente lo stavano contattando!
 
<< Christopher, mi ricevi? >>
 
<< Si, Capitano. >>
Un sorriso giocò sulle labbra di Chris nel sentire la voce del suo capitano.
 
<< L'Organizzazione sta inviando una spia a recuperare il G Virus. >>
 
<< Cosa? Ma.. lei ha già inviato me e io ho già recuperato il virus >>
 
<< Ne ero certo, Christopher. Per questo voglio che tu elimini quell'inutile donna in rosso, Ada Wong.  Nessuno mette in dubbio l'efficenza del mio uomo migliore >>
 
Il sorriso di Chris si deformò in una smorfia arrogante, nulla di simile a quel sorriso normale che aveva brillato sul suo viso.
<< Sarà fatto, Capitano. Ada Wong morirà, oggi. >>
 
 
 
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Albert Wesker chiuse la comunicazione dopo aver descritto, abbastanza dettagliatamente la spia al suo pointman. 
 
Christopher l'avrebbe eliminata, nessuno l'avrebbe mai saputo però. Ada Wong sarebbe risultata una dei tanti agenti dell'Oraganizzazione tristemente deceduti in missione nel disastro di Raccoon City.
 
Avevano dubbitato del suo uomo migliore, avevano mandato quella donna a compiere il compito del suo pointman...
 
Il bagliore rossastro luccicò ancora più forte. Mentre senza rendersene conto, stringendo la mano con rabbia sulla scrivania metallica ne accartocciava un angolo come fosse di carta.
 
Nessuno, nessuno poteva osare di dubitare delle sue scelte. Nessuno!
 
 
 
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Ada Wong, la spia dell'Organizzazione, Chris l'aveva vista passare per i corridoi. E aveva aspettato, l'aveva studiata.
 
Non era poi così abile nel suo lavoro se non si era resa conto della sua presenza.
Visto che ora le era esattamente dietro. 
 
<< Devi essere Ada Wong, non è così? >>
 
La donna si voltò con uno scatto e un lieve svolazzo della gonna dell'abito da sera. Un lieve sorriso le adornava il viso.
<< Sì, e tu devi essere Chris Redfield >>
 
Il peso della semi-automatica stretta nella destra era sembrato appena più evidente, così come quello della valigetta.
Quella donna andava eliminata.
 
<< Ada! >>
Una  voce suonò nell'aria ferma del laboratorio. E dal fondo della sala arrivò correndo un giovane ragazzo biondo con indosso la divisa dei poliziotti di Raccoon. Aveva una spalla fasciata e la pistola che impugnava era una H&K VP70, un arma leggermente più veloce nella ricarica della Browning, pistola standard del RPD.
 
<< Leon? >>
 
Quindi era così che si chiamava il biondo, Leon. Il giovane polizziotto sembrò rendersi conto solo allora della sua presenza.
 
<< E tu chi sei? >>
 
Chris decise di giocare la parte del membro della sicurezza del laboratorio che si era trovato impreparato.
 
<< Albert Redfort >>
Albert Redfort era l'agente che aveva ucciso per liberare i RE3, il suo nome era scritto sull'ID attaccato alla divisa.
 
<< Che ci fai qui? Credevo che questo fosse una specie di laboratorio segreto della Umbrella >>
 
<< Ho lavorato in questo laboratorio, agente. Addetto alla sicurezza >>
 
Leon non lo guardò col sospetto che si era aspettato, no sembrò appena simpatizzante.
 
<< Non avevano avvisato nemmeno voi di quello che stava succedendo vero? >>
 
Ecco perché non aveva sospettato di nulla, credeva che fosse un "ignaro agentucolo di sicurezza"
 
<< No, credevo che sviluppassero qualche genere di medicinali, qua sotto >>
 
Leon stava per dire qualcos'altro, quando un ruggito primordiale risuonò nella sala, pareva provenire dall'esterno di questa... da qualcuno dei corridoi. 
 
Birkin l'aveva trovato... di nuovo.
 
<< Cosa diavolo è stato? >>
 
Chris rimase in silenzio, stringendo la presa sul manico della valigetta, e contemporaneamente anche sul calcio della semi-automatica.
 
 
 
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Quel mostro G mutato di Birkin l'aveva costretto ad allontanarsi da Ada. L'unica cosa positiva era che era ancora in possesso della valigetta. 
Svoltò un altro angolo, sentendo il rumore attutito dei passi pesanti del mostro. 
 
Stava cominciando a non farcela più, non riusciva a riprendere fiato correttamente. E il fatto che avesse passato due intere settimane senza un pasto decente stava cominciando a farsi sentire. Ma lui non avrebbe fallito, il capitano Wesker l'aveva messo in chiaro " il fallimento non è un opzione accettabile".
 
Si fermò nel bel mezzo del corridoio, voltandosi verso il mostro che lo stava per raggiungere.
 
Sollevò la semi-automatica e puntò all'occhio che si apriva sulla spalla destra del mostro.
 
<< Sa, Dottore, comincia ad essere davvero fastidioso >>
Il suo tono suonò stanco persino alle sue stesse orecchie. 
 
Sparò una, due, tre volte. E poi finalmente Birkin decise di ritirarsi. 
 
Poi sentì di nuovo un sibilo statico provenire dal suo auricolare.
 
<< Christopher, mi ricevi? >>
 
<< Sì, Capitano >>
 
<< La missione come procede? >>
 
<< Non sono ancora riuscito ad incontrare la spia, Capitano, ma conto di ucciderla al primo incontro >>
 
<< Ricevuto. E ricorda Christopher, il fallimento non è un opzione accettabile >>
 
 
 
 
 
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Il suo pointman non gli era sembrato concentrato come voleva. Gli era sembrato fin troppo umano, non c'era la freddezza e la sicurezza che aveva sentito prima nel suo tono.
 
Doveva essere a causa del fatto che era rimasto in quella città infestata per ben due settimane. Sì, doveva essere questo il motivo. 
 
 
 
 
 
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Era riuscito finalmente a trovare Ada Wong, da sola. 
Lei lo stava cercando per sottrargli il G Virus. Non ci sarebbe riuscita. 
 
 
Chris sorrise sicuro, poteva essere stanco ma le sue capacità di tiro erano le migliori dell'intero stato, aveva persino vinto un premio che ne attestava la veridicità. 
 
La Wong stava sparando ad un paio di Plant 43.
Plant 43, o Ivy, erano il frutto di un esperimento attuato sulle piante al fine di ricreare e migliorare Plant 42. Di fatto il risultato erano state delle piante perfettamente in grado di spostarsi su due viticci atteggiati a zampe e di attaccare tramite altri due viticci. Risultato: Affidabile, ma non efficiente. 
 
Il Redfield mirò alla testa della bella asiatica, tirò il grilletto, nello stesso istante in cui un Ivy si preparava a sputare il suo acido corrosivo contro la spia.
 
Entrambi i colpi andarono a segno. Il primo, il suo che la uccise, e il secondo quello dell'Ivy che le vomitò addosso un consistente fiotto di acido altamente corrosivo.
 
Chris riusciva a vedere perfettamente il modo in cui l'acido cominciava lento a mangiucchiare la pelle e i muscoli. Sfrigolando e liberando un dolciastro odore chimico che gli fece salire la nausea.
 
Attivò l'auricolare.
 
<< Missione completata, Capitano >>
 
Ci fu qualche secondo di silenzio.
 
<< Ben fatto, Christopher. >> il Capitano si fermò per qualche attimo, Chris poteva quasi sentire il sorriso che gli era spuntato sul viso << Dirigiti verso l'esterno della Fabbrica della Morte, un elicottero ti aspetta lì >> 
 
E poi aveva troncato la comunicazione ancora una volta. Ma al castano non importava, lui voleva solo completare la missione e rendere il suo capitano orgoglioso di lui ancora una volta.
 
 
 
Raggiunse l'elicottero senza particolari problemi.  
 
 
Erano già lontani circa una ventina, forse più, di chilometri da Raccoon City, quando vide una sfera di fuoco inghiottire la città.
 
 
 
 
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Quando il suo pointman tornò il sole era già tramontato da qualche ora. Ma a Wesker questo non importava. 
 
Christopher scese dal velivolo, una volta che questo era atterrato. Nonostante l'oscurità che inghiottiva ogni cosa Wesker riusciva a vederlo perfettamente. Aveva un aspetto appena malaticcio che Wesker non voleva assolutamente vedere sul suo pointman, ma aveva con se anche la valigetta. 
 
 
Chris consegnò la valigetta al suo Capitano e poi lo vide dirgli qualcosa ma non riuscì a sentirlo, prima che un buio senza suoni e senza sensazioni lo inghiottisse.
 
 
 
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Il biondo fece appena in tempo ad afferrare il suo pointman prima che questo crollasse a terra. 
 
Ora, normalmente una tale dimostrazione di debolezza umana l'avrebbe disgustato, ma il suo Christopher invece gli aveva dimostrato quanto gli fosse fedele. Si era spinto all'estremo, al massimo di quello che il suo corpo così semplicemente umano gli permetteva di fare pur di completare eccellentemente il compito affidatogli.
 
Sollevarlo non gli fu di alcuna difficoltà, mentre portava con se anche la valigetta contenente il G Virus.
 
Non era la prima volta che Christopher si spingeva a tanto, l'aveva fatto anche quando ancora erano nella STARS, il caso Hanker... lo ricordava ancora. E come in questo caso alla fine era stato lui ad impedirgli di rovinare a terra. 
 
Ma allo stesso tempo sentiva un certo fastidio, dovuto al fatto che il suo pointman si fosse dovuto spingere a tanto, non per un suo ordine. Ma per l'insistente incompetenza dell'Organizzazione. 
 
Avevano rischiato la vita del suo pointman.
La vita di Christopher era sua e solo lui avrebbe deciso quando sarebbe arrivato il momento di porvi fine.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Nota dell'Autore
 
Sono tornato col quarto capitolo di questa storia.
Ora so che probabilmente Wesker vi sembra un po' ossessionato da Chris, ma lui lo è sempre stato... una volta per il suo valore, poi perché (nel gioco) gli era nemico. Ho solo voluto accentuare un po' di più questa sua ossessione perché in fondo Wesker è un uomo molto possessivo, soprattutto credendo di essere un dio in terra, si è convinto che la vita di Chris gli appartenga e che quindi niente, niente potrà provare a uccidere il suo pointman fino a che lui deciderà di liberarsene, sempre che decida di farlo.
 
Dopo questa spiegazione, ringrazio: Summer_Moon e Mattalara per aver recensito il precedente capitolo. 
 
-Anthony Edward Stark
   
 
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