Ci rivediamo giù!
Salvation
Quella
è una cosa che Stiles ha
sempre amato di Malia, la capacità che ha di mandargli in
black out il cervello,
con le sue piccole attenzioni, con i suoi gesti disattenti, con la sua
irriverente schiettezza.
Ama guardarla in cucina, con una
sua maglia di Star Wars addosso, a coprirle a malapena le cosce,
rannicchiata
su una sedia, con la testa appoggiata su un ginocchio.
In quelle mattine, quando tutto
sembra troppo tranquillo, pure Beacon Hills, Stiles si concede il tempo
per
restare a guardarla senza dire nulla, assolutamente nulla. Si appoggia
allo
stipite della porta e l’ammira nella sua genuina bellezza,
senza fronzoli a
coprirla.
«Perché mi stai fissando?» ama
anche il fatto che lei spesso non si renda conto di quanto effetto
abbia su di
lui. Ogni dannata volta resta inebetita dal suo sguardo, cerca di
coprirsi,
cerca di nascondersi.
Una volta gliel’ha anche chiesto:
«Perché lo fai?»
Lei ha riposto che era
un’abitudine da coyote, cercare di nascondersi per sfuggire a
chi le dava la caccia,
per sopravvivere. Allora Stiles l’ha solo abbracciata forte,
l’ha coperta con
le sue mani, ha lasciato che lei seppellisse il viso
nell’incavo del suo collo,
perché quella conca bianca e perfetta, aveva sussurrato
Malia durante una notte
di luna piena, sapeva di casa, famiglia, protezione e salvezza.
«Sei tutto quello che non mi merito,
tutta la felicità che ho rubato,
tutto l’amore che ho ucciso.»
E Stiles l’ha baciata, a fondo e
a lungo, tra sofferenza e sollievo.
«Ti meriti tutto» le dice sulle
labbra, in un scontro di respiri, circondandole il viso con le mani e
appoggiando
la fronte contro la sua, «tutto quello che il mondo ti ha
strappato via, tutto quello
che pensi di non meritare.»
Le parole di Stiles sono un
soffio rigenerante sulle sue ferite aperte, lo guarda negli occhi, quei
pozzi
di ambra così caldi e ingenui, così profondi da
trascinarla fuori dal suo
inferno fatto da morti a causa sua e genitori assassini, da notti
fredde e
trappole mortali.
Stiles sa di salvezza, quella che
più volte le ha regalato, in una riserva gelida, nello
scantinato di un
manicomio, tra le lenzuola di un letto mai del tutto freddo.
Stiles sa di casa, ha il tipico
profumo dell’appartenenza e della serenità, della
gioia e della vita.
Stiles sa di famiglia, di amore e
di vita, quella che è ricominciata quando ha ripreso
sembianze umane, quella
che ha imparato ad apprezzare in mezzo a troppi rumori e battiti
frenetici, quella
che ha saputo assaporare al termine di una battaglia senza morti o
feriti.
Stiles sa di umanità, quella che
lei ha perso.
«Sei la mia parte umana, tutto
quello che non mi rende un mostro» sussurra prima di
baciarlo, tra disperazione
e tormento.
Stiles l’ha accettata, quella sua
parte oscura che aleggia in maniera tetra è distinta dentro
di lei, non sa se è
per i traumi, per qualcosa che si porta dentro, per il DNA che non ha
scelto o
per semplice compulsione, sa solo che esiste e che Malia è
stata tanto
coraggiosa da porgergliela tra le mani in maniera del tutto sincera.
Non si è mai nascosta, lei.
Stiles l’ha accettata per
frenarla, per guarirla.
Malia pensa di averlo macchiato,
a volte.
Stiles ringrazia qualsiasi
divinità esista per avergli concesso quella macchia, se
questa è servita a
portarlo a lei.
Malia crede di essere pericolosa,
spesso, ha paura di fargli male, nelle notti di plenilunio resta
terrorizzata e
rannicchiata nella cella, con la paura folle di squarciarlo, di annientarlo, di
ucciderlo, come ha ucciso qualsiasi cosa prima di allora.
Stiles ha la pazienza dei
carnefici e la tenacia dei santi, durante quelle notti, quando a
dispetto di
tutto le si pone di fronte senza rispettare le dovute distanze e quando
del
tutto trasformata le accarezza gli artigli per dirle che ama anche
quello, di
lei. Ama tutto quello che può dargli, anche il dolore.
Malia ha paura di perdersi, con
lui.
Stiles ha voglia di annientarsi,
dentro di lei.
Malia ama Stiles per la boccata
d’aria fresca che rappresenta nella sua vita.
Stiles ama Malia per tutti quei
momenti di rara spensieratezza che ha introdotto nella sua vita.
Malia lo ama per salvezza alla
vita misera che avrebbe vissuto altrimenti.
E Stiles lo sa, perché la ama per
gli stessi motivi, per la presenza salvifica in un baratro altrimenti
infinito.
Stiles non è solo amore,
è salvezza.
Malia non è solo vita, è salvezza.
Note 2.0:
Sì, la mia prima Stalia, finalmente. Li ho amati
così tanto che mi prudeva un po' non aver trovato ancora la
giusto idea per scrivere di loro. Era comincito tutto da un prompt, poi
il prompt è andtato a farsi benedire snaturandosi sempre
più tanto che ho deciso di toglierlo e di far sì
che fosse una flash/shot senza alcun vincolo. È
orientativamente collocata nella quarta stagione, ci sono dei blandi
riferimenti alla terza, tipo il fatto che il primo, effettivamente, a
vederla nella forma di coyote sia Stiles e che nel sotterraneo del
manicomio Stiles si fa possedere dal Nogitsune per salvare lei,
sì perché lui avrebbe ancora potuto reggere, ne
sono più convinta, è tipo verità di
fede la mia. Sì, sono OOC perché sono entrambi
meno Stiles e Malia del telefilm, meno sarcastici, meno divertenti,
più adulti, ma io sono per le cose peeeeesanti, leggermente
angst e terribilmente da "tagliamoci
le vene per mettere a tacere questo dolore", anche se mi
sto impegnando a essere divertente, giuro!
Sono per la libertà di shipping in ogni luogo e in ogni
lago, probabilemente mi ritroverete con delle Sterek, o Stalia, o
Malira o qualsiasi cosa, 'nsomma più ne shippo
più mi diverto.
Va be', ciancio alle bande, spero vi piaccia.
Cinzia N.