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Autore: AlessiaCo    21/06/2016    1 recensioni
Era come se le loro labbra fossero state create per baciarsi in un solo modo, il loro
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-..-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
- E questo che significa? -- L'ho fatto per non dimenticare - - Per non dimenticare che cosa? - - Che ho trovato il mio punto cardinale -
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Clarke Griffin, Lexa, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Eccomi con il nono capitolo di Nord, sud-ovest, est. Nella speranza di riempire i vostri momenti di relax... un abbraccio!

p.s : ci leggiamo alla fine!

ELYZA

 
 
Il caldo del primo pomeriggio iniziò a infastidirmi, l'assenza di aria nella
cabina diventò insostenibile. Scesi dal letto, percorrendo il breve tragitto che mi separava dalla porta che non tardai ad aprire per far entrare l'ossigeno assente. - Dovremmo tornare di la - mi disse portandosi a sedere sul materasso. Non sapevo quello che aveva dovuto passare con suo fratello, e nemmeno immaginai che Nick fosse coinvolto in questo genere di cose. Non avrei mai voluto vederla così... Delusa, amareggiata e... Arrabbiata. Perché si... Era davvero arrabbiata.
 
.- ELYZA! - La voce di Bellamy mi costrinse a distogliere lo sguardo da Alicia, intenta a cercare le proprie scarpe finite chissà dove sotto il letto.
. - Sono qui - urlai affacciandomi verso il corridoio. Lui avanzò quasi correndo verso di me, e lì per lì non capii il perché di così tanta agitazione
. - Che succede? –
. - Octavia. Ha la febbre -.
 
Feci ciondolare le braccia lungo i fianchi, stanca di come le cose incominciavano ad accavallarsi senza nemmeno darci il tempo di metabolizzarne una. Lanciai uno sguardo dietro di me, notando Alicia già pronta a dare una mano - Ok, andrò io con Alicia e Nick. Tu stai con tua sorella - gli ordinai sperando di tranquillizzarlo, lasciandogli la possibilità di vegliarla.
.- Ne avevamo già parlato mi sembra - sentii dire alle mie spalle - Ti prego... Non voglio rovinare le cose Ali. Prima facciamo questa cosa meglio è. - le risposi non dandole modo di vietarmi ancora una volta di accompagnarla nella terraferma. - Sei sicura? - mi chiese Bellamy posandomi una mano sulla spalla. Alicia ci superó lasciandoci soli, ma non feci a meno di notare il suo sguardo accusatore verso il ragazzo di fronte a me - A proposito... Mi spieghi che sta succedendo? - gli chiesi sicura che avrebbe capito a cosa mi stessi riferendo - Io davvero non lo so - mi rispose alzando le spalle sincere, senza alcuna spiegazione da darmi - È da ieri mattina che fa così - mi disse prima di congedarsi da me e recarsi in camera sua e della sorella.
 
 
 
 
La cabina di pilotaggio era la stanza che più mi affascinava. Numerose spie lampeggiavano ad intermittenza, lasciandomi stupita dalla quantità di comandi necessari per manovrare un’imbarcazione di quella portata.
.- Gustus! - salutai l'uomo intento a comandare il timone inconsapevole della mia presenza nella stanza. - Hey bionda. Vieni - mi invitò ad avanzare e io, senza esitare, mi portai al suo fianco - Ho saputo della tua amica - - Si, dovremo cercare anche degli antibiotici. Non sarà facile - - Mi sto dirigendo a Nord, anche se controproducente per la nostra successiva partenza, ma non lontano da qui c'è una spiaggia libera dove i civili si sono accampati settimane fa. Non so che scenario troverete laggiù, ma avrete molte più possibilità di trovare qualcosa di utile -.
Guardai l'uomo inserire il pilota automatico e indicarmi la piccola spiaggia di cui si riferiva su una cartina appesa alla parete infondo alla cabina. - Se siete fortunati, in due ore dovreste essere di ritorno. Questa era una zona lussuosa e le ville non sono distanti dalla spiaggia, potreste dare un occhiata anche lì - aggiunse convincendomi della sua idea.
.- Tutto bene? - mi chiese notando il mio silenzio troppo prolungato - Si... Scusami. Pensieri - risposi scrollando le spalle. - Ho sentito parlare bene di te Elyza. Hai guidato questo gruppo nel migliore dei modi. Mia nipote sembra stregata dal tuo modo di fare e io penso di non averla mai vista così convinta a riporre la propria fiducia in una singola persona. -.
Sbarrai gli occhi, Gustus non mi sembrava davvero il tipo da fare i complimenti gratuitamente, e io mi sentii onorata nel sentirgli pronunciare quelle parole. Il suo incoraggiamento sembrò darmi la forza giusta per rimettermi in gioco, mi fece tornare in mente tutti i sacrifici che fui costretta a fare per portare in salvo tutto il mio gruppo, non valeva la pena continuare a piangersi addosso.
.- Vai giù, in sala macchine, troverai Alicia che ti darà le armi. Non abbiamo molto tempo, tra poco saremo abbastanza vicini alla meta -
Feci come mi era stato detto e, per la prima volta dal mio imbarco, mi diressi al piano più inferiore.
 Il rumore del motore rimbombò in testa obbligandomi a portare le mie mani verso le orecchie per non perforarmi i timpani. Tra la penombra della stanza notai la figura esile di Alicia farsi largo tra le numerose tubature e gli impianti di ventilazione.
.- Prendi! - mi urlò, allungandomi un borsone molto pesante tra le mani. Acchiappai i manici al volo e arrancando percorsi il tragitto a ritroso fin quando il rumore non diventò sopportabile.
.- È un inferno lì sotto! - le dissi osservandola chiudere la porta e venirmi in contro con altre due borse - Per questo è il posto giusto per nascondere le cose - rispose trascinando il proprio peso sempre più lontano dalla porta.
.- Non ricordo che avessimo trovato tutte queste armi - - Infatti ce ne sono altre oltre le nostre. Jasper ha detto di averle trovate in una botola nella cabina di pilotaggio - - Ottimo! - affermai felice da quel vantaggio.
 
 
 
Sul ponte principale era tutto pronto. Nick era già in nostra attesa a bordo del piccolo gommone che ci avrebbe trasportato nell'ultimo pezzo verso la spiaggia. - Facciamo due a testa? - chiese Alicia mostrandoci due pistole tra le mani - Direi di sì - rispose il ragazzo afferrandole e portandosele verso la cinta dei pantaloni.
.- Tieni - disse questa volta rivolgendosi a me e passandomi le mie.
Rimasi qualche istante ad osservarle, non avrei mai voluto impugnarne un’altra dopo quello che avevo fatto. - Non ce ne sarà bisogno... - mi disse capendo forse la ragione della mia esitazione. Le sorrisi dolcemente, grata di quanto fosse sempre premurosa bei miei confronti e di come si accorgesse delle mie paure.
.- Forza, andiamo - incentivò Nick accendendo il motore.
.- Ok ci siamo, sciogli - lo sentii dire a Bellamy che iniziò a slegare la corda di ancoraggio che teneva collegato il gommone allo Yacht.
.- Non ti preoccupare Bell, troveremo le medicine - gli dissi prima di salutarlo con la mano, ormai impossibilitati a un contatto corporeo.
 
 
 
Il mare era una tavola, le uniche onde furono quelle create dalla nostra imbarcazione. Schizzi di acqua salata iniziarono a inumidirmi il volto appena prendemmo velocità per raggiungere la spiaggia il prima possibile. Nick sembrava nato per manovrare e notando la sua bravura riuscii a rilassarmi quel che basava per non pensare a un possibile ribaltamento. Osservai Alicia non staccare mai lo sguardo dalla costa, potevo ancora vedere la rabbia dietro ai suoi occhi, e mi chiesi se effettivamente stesse davvero guardando all'orizzonte o se in realtà fosse immersa nei suoi pensieri. Alcuni rifiuti cominciarono a galleggiare accanto a noi, e la mucillagine ci accompagnò fino alla riva.
L'odore era nauseando, forse il più fetido che io avessi mai sentito fino a quel momento. Scendemmo dal gommone, intenti a ruotare lo sguardo a 360 gradi per avere una panoramica di quello che ci stava circondando. Una cinquantina di tende da campeggio erano fissate a tre metri una dall'altra, appena sopra a una duna, a ridosso della secca. - Stiamo uniti - disse Alicia avanzando verso gli accampamenti.
Il silenzio che ci circondava era agghiacciante, tutto gridava "Morte". Buste di plastica rotolavano senza sosta sulla superficie sabbiosa, incastrandosi, di tanto in tanto, tra qualche ramo della rara vegetazione, ormai secca, della spiaggia. Oggetti di uso comune erano infossati sotto la sabbia, lasciando solo qualche parte in evidenza, giusto per darci la possibilità di vederli e non calpestarli. Per un paio di minuti non riuscii a scorgere nulla di interessante: cappelli, vestiti logori, bottiglie, creme, pneumatici e qualche aggeggio elettronico. - Perché non andiamo per di là? - chiesi notando un agglomerato più vistoso di tende sulla nostra destra.  Loro si limitarono a farmi un cenno con la testa e a seguirmi nella direzione che avevo indicato.
Abbassai il volto, perlustrano intorno a me nella speranza di trovare almeno qualche medicina " Possibile non volessero curarsi? " mi chiesi innervosendomi per questo giro a vuoto.
 
. - Ragazze... -
 
Mi fermai, seguita subito dopo da Alicia al mio fianco. - Cosa c'è? - chiese quest'ultima, in modo acido, al fratello.
Lui non disse niente, rimase immobile a guardare un punto indefinito dietro di noi e il suo sguardo terrorizzato mi fece accapponare la pelle " non voglio girarmi" . No... Non volevo voltarmi a guardare, sapevo cosa avrei visto. Anche se mal volentieri, i miei occhi si posarono sul gruppo di putridi. L'orda, molto simile a quella che ci aveva sorpreso al porto, mi fece tornare indietro nel tempo. I déjà vu iniziarono a colmarmi la mente, rifacendomi vivere istanti di flashback che mi tolsero energie, come se li stessi vivendo in quel momento. - Elyza! - sentii gridare.
Quell'urlo familiare, pieno di angoscia, paura e dolore. Quell'urlo capace di risvegliarmi dai miei pensieri di terrore, sufficienti a impietrirmi.
La sua mano non tardò ad afferrare la mia e io, contrariamente alla scorsa volta, iniziai a correre assecondando quella forza che mi stava trascinando con se.
Anche se muniti di armi, non avremmo mai potuto sbarazzarci di tutti quegli zombie con solo quei pochi colpi in canna. Guardai il volto arrosato di Alicia voltarsi due o tre volte, per tenere d'occhio quei morti inarrestabili venire verso di noi. - Nick! - la sentii urlare volgendo lo sguardo in cerca del fratello
.- Di qua di qua di qua! - ci fece segnale lui sbucando da una tenda.
 
 
Corremmo facendo lo slalom tra gli accampamenti, prestando attenzione a non inciampare, ogni minuto perso sarebbe stato un minuto in meno di vita.
.- Che cazzo fai? - chiese entrando nella tenda e vedendo il fratello inginocchiato davanti a un cadavere. - Ci salvo il culo -
 
.- Ok, sono lontani. Che facciamo? - Chiesi non avendo ancora visto cosa stesse facendo Nick.
 
Un odore paragonabile a quello della Morte mi invase le vie respiratorie. L'aria iniziò a farsi pesante e, con essa, anche la mia testa. - Dimmi che non lo stai facendo - sbottai osservandolo aprire il torace del cadavere in due parti. - È l'unico modo, fidatevi di me -
 
 
 
ALICIA
 
Avevo la nausea, e se non fosse stato per l'adrenalina in corpo, avrei vomitato seduta stante. Tenni lo sguardo fermo su mio fratello, ora intento a spalmarsi il sangue putrido per tutto il corpo, come fosse una crema solare.
.- Forza! - gridò lasciando il posto ad Elyza e invitandola a fare come lui.
Il mio sguardo incontrò quasi subito il suo e nei suoi occhi mi parve leggere: " Se lo fai tu lo faccio anche io "
 
" D'accordo!"
 
Infilai le mie mani nella ferita sanguinante e iniziai a spalmarmi il liquido su tutte le braccia. Guardai Elyza imitarmi e trattenere qualche conato di vomito al contatto di quello schifo sulla nostra pelle. Continuammo a ricoprirci di sangue putrido con gesti molto più veloci, intuendo di aver perso troppo tempo in balia di quella scena che eravamo costrette a recitare.
.- Ora seguitemi e fate esattamente quello che faccio io - ci disse Nick vedendoci in piedi, pronte, dietro di lui.
 
 
 
Il cambiamento di luce non mi diede modo di focalizzare immediatamente lo scenario davanti a noi. Mi portai una mano sugli occhi e rimasi impietrita nel notare che, si... Eravamo circondati.
Guardai Nick ciondolare verso di loro, ma ci mi si un po’ a capire che avrei dovuto imitarlo e seguire i suoi stessi movimenti. Fortunatamente mi vidi superare da Elyza, intenta a recitare la sua parte da Zombie, per niente impaurita nell'essere sfiorata dai corpi dei non morti che le passavano di fianco per studiarla. Iniziai a muovermi anche io con lunghi passi non coordinati. Il piano di mio fratello sembrava funzionare. Emisi qualche rantolo in faccia a uno Zombie che si era posto fra me e il mio tragitto, osservandolo con insistenza negli occhi nella speranza di trovarci ancora qualche briciolo di umanità. Le sue iridi bianche e spente mi trapassarono il corpo come una lama, lasciandomi un vuoto incolmabile nel petto.
Eravamo parte di loro.
Eravamo morti.
 
 
 
Il calore del sole accentuò l'odore insopportabile del sangue, ormai secco, sulla mia pelle. Alcune case iniziarono a vedersi a pochi metri da noi e a quella vista mi lasciai andare a un sospiro di sollievo. Notando di aver seminato il gruppo di non morti, dimenticai della maschera che stavo indossando e, a lunghe falcate, raggiunsi Elyza e Nick.
. - Come facevi a saperlo? - chiesi smaniosa di sapere la verità - Non ora. Mettiamoci al sicuro prima - interruppe il mio fiume di domande invitandoci a correre con lui in direzione di una qualsiasi villa.
 
 
 
ELYZA
 
 
Come mi avvertì Gustus, le abitazioni in quel quartiere erano davvero sfarzose, forse un pò troppo pompose, ma comunque di un certo gusto. Nonostante la fretta riuscii a soffermarmi sulle meravigliose pietre a vista che ricoprivano la facciata principale della villa. " Dott. M. Kane " lessi sulla targhetta appesa fuori dalla porta prima di oltrepassarla.
L'ampio ingresso ci diede la possibilità di capire subito la disposizione della stanze, e io non ci pensai due volte a dirigermi in bagno nella speranza di trovare qualche medicinale.
In modo frenetico iniziai a spalancare tutte le ante degli armadietti disposti, uno a fianco all'altro, nella parete opposto ai servizi igienici. – Cipralex, Zoloft, Nurofen, Actiribex…- elencai ad alta voce nella speranza di udire un nome utile al mio bisogno.
Dopo tanto cercare, fui felice di trovare cinque scatole di antibiotici per Octavia, e pregai il cielo che tutto si fosse risolto con la somministraIone di quel semplice  farmaco. Mi abbassai con le ginocchia fino a raggiungere l'ultimo sportello non ancora aperto, posto sotto il lavandino. Afferrai delle boccette relativamente piccole e me le avvicinai al volto per leggerne il contenuto. " Morfina" notai esserci scritto nel titolo dell'etichetta. Il mio pensiero volò a Nick e al suo problema. Forse gli avrebbe fatto piacere godere di un po’ di pace, lontano dalle sue voglie da droghe. Inserii la boccetta nel saccoccio, pensando che sarebbe stato meglio parlarne prima con Alicia.
Gioiosa nel l'aver trovato qualcosa di utile, mi diressi in al piano di sopra, impaziente di raccontare ciò che avevo scovato.
 
 
 
ALICIA
 
 
Quella casa mi sembrò familiare, forse per la mobilia che rispecchiava il mio gusto o forse per la presenza di molti quadri a me noti. Nel bagno non trovai niente e sperai che Elyza fosse stata più fortunata di me in quello al piano inferiore. Non volendo perdere tempo, iniziai ad esaminare le due camere, rimanendo stupita dalla mancanza del telaio del letto e osservando i due materassi buttati sul pavimento. Quelle due stanze non erano assolutamente conformi al resto della casa. Comodini ribaltati, vetri rotti, indumenti sparsi ovunque. “ È passato un tornado " pensai cercando la causa di tutto quel casino.
 
.- Io ho finito, datti una lavata anche tu - sentii dire alle mie spalle.
Guardai Nick indossare una maglietta logora trovata da qualche parte in quella casa e, notando quanto fosse più rilassato, pensai che una doccia veloce non mi avrebbe fatto di certo male. Osservai il sangue ricoprire ancora la mia pelle,ormai irritata dal contatto con quel liquido estraneo e non propriamente adatto per un così prolungato uso. Iniziai istintivamente a grattarmi le braccia e all'improvviso non riuscii più a sopportare tutta quella sporcizia sul mio corpo.
 
.- Medicine trovate! - disse radiosa Elyza sfoggiando il suo bottino come fosse un trofeo. - Menomale! Qui non avevo trovato niente! - risposi felice che almeno una cosa fosse andata nel verso giusto.
 
.- E tu perché sei pulito? - chiese a Nick concentrato a sistemarsi i capelli ancora umidi dalla doccia - Non sopportavo più l'odore. Andate a lavarvi anche voi. Io continuo a guardare in giro. -
 
 
 
Osservai Elyza raggiungere il bagno in pochi passi, decisa anche lei a togliersi immediatamente il sangue putrido che la cospargeva da testa a piedi.
.- Alicia... - mi sentii chiamare a bassa voce, accorgendomi di essermi assorda nel guardare Elyza entrare nel bagno. Mi voltai leggermente e, impensabilmente, osservai un sorriso farsi largo sul volto di mio fratello
.- Che hai da ridere? - gli chiesi assumendo uno strano cipiglio - Alicia... Ti do 40 minuti, di più non posso - - 40 min per cosa? -.
Lui rimase in silenzio sfoggiando un ghigno malizioso in direzione della porta del bagno.
.- No, aspetta... Nick ... - iniziai a farfugliare colta dalla vergogna.
.- 40 minuti... - ripetè lui indietreggiando e picchiettando il polso mimando un orologio che non possedeva.
 
" 40 minuti"
 
Qualcosa nel mio corpo cominciò a prendere il sopravvento. Timore, paura, ansia da prestazione. Mi portai le mani sul volto, accorgendomi che ancora il sangue lo ricopriva rendendolo ruvido al tatto.
Portai il mio palmo sulla maniglia, respirando faticosamente al pensiero di quello che avrei dovuto fare. Lo scroscio della doccia mi arrivò alle orecchie e l'immagine del corpo nudo di Elyza mi apparve appena spalancai la porta per permettere al mio corpo di entrare. Lei non sembrò sentire il cigolìo e, mantenendo la stessa lentezza nei movimenti, la richiusi alle mie spalle, accompagnandola con delicatezza. L'acqua calda appannò lo specchio, non dandomi la possibilità di vederci rilfesso il mio viso. Lentamente iniziai a svestirmi dai miei indumenti sporchi, lasciandoli scivolare sul pavimento accanto a quelli di Elyza. Osservai il suo corpo nudo voltato di spalle intento a ripulirsi dal sangue che, accidentalmente, aveva macchiato anche il vetro del box doccia. Le mie dita si intrufolarono tra la fessura dell'entrata della doccia, spingendo lo scorrevole verso destra per darmi l'opportunità di entrare sotto il getto d'acqua insieme a lei. Il suo sussulto non tardò ad arrivare e, con esso, i suoi occhi su tutto il mio corpo. Gli schizzi d'acqua iniziarono a inumidirmi il volto e a sciogliere il colore rosso sulla mia pelle che, pian piano, scivolava giù sottoforma di gocce. Le sue mani presero a studiare le mie forme, pulendo via il sangue man mano che accarezzava i centimetri percorsi. Lei lavò me e io lavai lei, e queste cure continuarono fin quando entrambi i nostri corpi non tornarono del solito normare pallore.
. - Alicia... Nick - - Shhh - le dissi prima di soffocare le sue parole con un bacio.
L'acqua scivolò sui nostri corpi, non curante di disturbare il nostro momento. Le gambe mi tremarono e la consapevolezza di quello che sarebbe successo mi inumidì gli occhi dalla gioia.
Contro ogni mia aspettativa, sentii il getto d'acqua chiedersi e il peso di Elyza costringermi a uscire dal box doccia rimanendo fradicia davanti a suo sguardo. Lei mi seguì fuori, gettandosi nuovamente tra le mie braccia regalandomi dei baci avidi sul collo. Notando la posizione scomoda in cui ci stavamo trovando, la presi per mano, e la invitai a seguirmi nella camera adiacente.
 
ELYZA
 
 
Tutto quello mi sembrò un sogno, e più di una volta mi ritrovai a sbattere le palpebre pensando di essere immersa in qualche mio immaginario. Afferrai la sua mano umida e la seguii senza chiedere nessuna spiegazione, fuori dal bagno. Il mio corpo rabbrividì alla differenza di temperature, ma il freddo durò poco notando il suo corpo nudo camminarmi davanti.
Mi sentii spingere dentro una stanza che, solo dopo pochi istanti, realizzai essere la camera vista precedentemente. Le sue braccia ripresero possesso del mio corpo e senza opporre resistenza mi lasciai trascinare sul materasso riverso a terra. Il suo corpo sopra il mio mi regalò altre ondate di calore che mi permisero di riprendermi dal momentaneo infreddolimento. I suoi baci si appoggiarono su tutto il mio ventre, ma io la invitai a tornare sul mio viso decisa a guardarla negli occhi prima di lasciarmi andare completamente alle sue intenzioni.
La vidi lentamente soddisfare la mia richiesta, tornando a baciare le mie labbra, armai arrossate dei suoi precedenti baci. Qualcosa di umido iniziò a bagnarmi le guance e, intuendo non essere della semplice acqua, mi allontanai dal suo volto per guardarla.
Lacrime... Ondate di lacrime le rigarono dolcemente il volto. Alicia stava piangendo. Alicia stava piangendo mentre faceva l'amore con me.
Trattenni a stento l'emozione dentro il mio petto. Nessuno aveva mai fatto una cosa del genere per me e io mi sentii amata come non mai. Le mie mani catturarono il suo volto portandolo nuovamente sopra il mio per asciugarle le lacrime con le labbra, gesto che assetò il mio cuore. Facemmo l'amore. Per la prima volta nella mia vita mi sentii parte di quelcosa, di un mondo. Un mondo dove non esiste gravità, un mondo capace di sollevarti da terra e farti fluttuare senza nessuna meta. Un universo composto da solo due colori, quelli dei nostri occhi. Grande, enorme , infinito, dove ti ritrovi inerme davanti a cotanta immensità. Un posto dove non ti senti solo, perché sai che in qualunque direzione punti la tua bussola, ti porterà sempre da lei, dall'altra parte della tua anima. Le ore divennero minuti, i minuti secondi, e io pregai che quegli istanti non finissero mai. Mi sentii desiderata e mi beai sentendomi così essenziale sotto le sue mani timide. Non sapevo cosa fosse l'amore fino a quel momento; fin quando non è arrivata lei e me lo ha mostrato.
 
 
ALICIA
 
Il mio cuore non batté più, si fermò. Oppure il suo e il mio avevano incominciato a pulsare all'unisono, facendomi udite un unico suono. Non riuscii a rispondermi, perché la mia mente era ancora impegnata ad assaporare il retrogusto dei suoi baci. Un sapore dolce, speziato, un mix di desiderio, lussuria e dolcezza. Uno di quei sapori orientali, che puoi gustare soltanto intraprendendo un viaggio lontano, in una terra selvaggia. Selvaggio come questo nostro amore, destinato a crescere fin quanto i nostri cuori non saranno più in grado di contenerlo.
 
Guardai il suo torace alzarsi e abbassarsi nel tentativo di riprendere il suo regolare respiro. I suoi capelli ancora umidi iniziarono ad assumere il loro solito colore d'orato. Avrei voluto scattarle una foto in quel momento, così... Sdraiata, bagnata e amata. Perché inutile nasconderlo, io mi ero perdutamente innamorata di quella ragazza.
Sentii il suo braccio circondarmi i fianchi e il suo contatto fu talmente familiare che non riuscii nemmeno a vergognarmi della mia nudità.
 
Alzai il busto facendo pressione con i gomiti, portando il mio sguardo sul suo corpo che sembrava dipinto apposta per i miei occhi. La vidi puntare i suoi nei miei e non riuscii a trattenere un sorriso soddisfatto notando quanto fosse perfetta al mio fianco.
.- Non ho voglia di andar via - mi disse intuendo cosa stessi per dire.
Mi misi a sedere, allungandomi leggermente per rubarle un bacio veloce - nemmeno io vorrei - risposi portandomi in piedi e spalancando l'armadio in cerca di qualche indumento pulito.
 
Il suo corpo nudo mi strinse da dietro, rimanendo attaccato fin quando, soddisfatta dalla mia scelta, non le porsi una maglietta e un jeans trovati nel guardaroba. Lei si allontanò da me, afferrando gli indumenti e studiandoli con fare critico. - Non c'è mai niente della mia taglia. O troppo grandi o troppo piccoli. Tu invece trovi tutto! - Sentenziò vedendomi indossare dei jeans bucati, disegnati a posta per il mio corpo. - Beh... Io ti preferisco senza - le risposi donandole un sorriso malizioso.
 
 
 
Uscimmo dalla stanza e, scese le scale, notammo degli zaini stracolmi di cibarie davanti all'ingresso. Mi guardai attorno in cerca di Nick e la mia agitazione crebbe pensando a come mio fratello aveva intuito tutto. " Era così evidente?"  Avrei dovuto ringraziarlo per avermi dato l'opportunità di rimanere sola con Elyza, ma la discussione avuta con lui la mattina stessa mi costrinse a rimandare quella formalità.  
.- Nick! Dove sei? - la sentii urlare aggirandosi per le stanze.
 
.- Non gridate, sono qui ! - rispose lui, sbucando dalla stanza accanto, con due zaini in spalla.
.- Muoviamoci! Ci avete messo un sacco - mugugnò facendoci arrossire entrambe. Serrai la mascella, facendo attenzione a non incrociare lo sguardo con Elyza per non farla sentire ancor più in imbarazzo. Prima di mettermi lo zaino alle spalle, diedi una controllata al suo interno e fui felice di tutte le cose che Nick era riuscito a razziare in così poco tempo. Mi assicurai che la cerniera lampo fosse ben chiusa e, con un sonoro " OP", me lo portai sulla schiena.
 
 
 
Anche se eravamo in ritardo sulla tabella di marcia, prestammo molta attenzione durante il viaggio di ritorno, muovendoci con cautela e fermandoci più volte per decidere quale strada fosse stato meglio intraprendere. Nonostante fosse la via più lunga, decidemmo di raggirare l'accampamento dei non morti, evitando di incombere in altri spiacevoli incontri. Fortunatamente il gommone rimase dove lo lasciammo, e per noi non fu difficile raggiungerlo, evitando lo sguardo di qualche zombie che bazzicava da quelle parti.
.- Fai attenzione - mi disse Elyza salvandomi da un ribaltamento all'indietro a causa del pesante peso che gravava sulle mie spalle. Le sue braccia mi aiutarono a salire sul l'imbarcazione, dove Nick decise di accendere il motore all'ultimo momento, giusto per non attirare l'attenzione della dormiente orda nei paraggi.
 
 
ELYZA
 
 
La precedente brezza ritornò a schiaffeggiarmi il volto. L'aria era fresca e il sole non sembrava nemmeno bruciare così tanto. Sentii il mio corpo leggero ed ebbi paura che potesse sobbalzare fuori dal gommone da un momento all'altro. Ero felice. Una felicità che da troppo tempo non provavo.
 
 
 
Il cigolìo della pedana rientrante fece da sottofondo a nostro imbarco nello Yacht. I sorrisi dei ragazzi mi accolsero, regalandomi altri immagini serene. Le braccia di Bellamy mi aiutarono a issare il mio corpo sul ponte principale, troppo sbilanciato dai pesi che ancora reggevo sulle spalle.
.- Ecco! Corri! - gli ordinai porgendogli lo zaino contenente i medicinali per la sorella. Lo guardai sorridere e afferrare il bagaglio per poi scomparire velocemente dentro le stanze.
 
Ci furono 20 minuti di schiamazzi intorno a noi. Tutti si salutarono e si abbracciarono come se fossero stati lontani mille anni. - Ottimo lavoro ragazzi! - asserì Gustus prendendo sotto braccio me e Alicia e stringendoci ai suoi fianchi.
 
Guardai i suoi occhi verdi puntati nei miei e un sorriso complice nacque nel mio viso " Grazie...". Tentai di dirle con lo sguardo, stringendo la sua mano dietro la schiena di suo zio.

Ed eccoci arrivati a questo punto di svolta. Finalmente le nostre protagoniste sono riuscite a sugellare il loro amore. Mi scuso se in questo capitolo ci sono degli errori, ma purtroppo non ho avuto molto tempo per controllare. Ho voluto pubblicarlo un po' in anticipo perchè purtroppo non sarò in grando di pubblicare per due intere settimane... FINALMENTE LE FERIE SONO ARRIVATE ANCHE PER ME. Sotto l'ombrellone mi dedicherò ugualmente a questa storia così, al mio ritorno, sarò in grado di aggiornare molto più velocemente. Vi ringrazio per tutti i messaggi che mi sono arrivati ;) siete davvero gentili e mi date la giusta carica per portare avanti questo racconto.Un bacio e a presto ^^
  
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