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Autore: Barbara Baumgarten    22/06/2016    0 recensioni
Secondo capitolo della saga vampiresca rivisitato con gli occhi di Edward. Rispetto a Twilight è stato ed è decisamente più difficile scriverlo perché per gran parte del libro originale Edward non compare.
Ho cercato di creare una trama che descrivesse gli spostamenti di Edward dopo l'addio a Bella, pendendomi qualche libertà e inserendo nuovi personaggi. Spero che il risultato sia piacevole e coerente.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: New Moon
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Non è facile essere un vampiro. Non lo è mai stato. Guardare la vita scorrerti affianco, vedere le persone morire non ti rende felice. Edward sapeva quanto quell’esistere fosse vuoto e oscuro, e di certo non avrebbe mai voluto che Bella provasse una pena così. Per lei sembrava essere di vitale importanza abbandonare la mortalità e lui non comprendeva. O, meglio, capiva le motivazioni, ma non la fretta. Lui era morto a diciassette anni e, sebbene ormai ne avesse fatti più o meno un’ottantina, per Bella lei stava per diventare più vecchia di lui. Forse il fatto di essere diventato vampiro così presto non l’aveva spinto ad avere paura dell’invecchiamento; forse per lui il tempo non aveva mai avuto rilevanza. Ma per Bella sì. Edward si era chiesto più volte se sarebbe stato mai pronto a vederla morire di vecchiaia, a cogliere tutti i cambiamenti biologici che si sarebbero susseguiti in una vita insieme. Le rughe, l’artrosi… Bella si sarebbe spenta lentamente fra le sue braccia, sempre a che a coglierla non fosse stata una malattia. Era pronto? L’avrebbe accettato? Ma il punto era diverso: non erano domande alle quali lui avrebbe dovuto trovare una risposta. Dopotutto, ognuno è libero di decidere del proprio destino e chi era lui per scegliere al posto di Bella? Lui l’avrebbe sempre amata: nelle rughe, nell’artrosi e nella malattia. Di questo era assolutamente certo.

Più s’interrogava su questo, più la paura, quella vera, emergeva silenziosa nella sua mente e gli costò non poca fatica ammetterla. Non temeva il tempo, non temeva di perdere, un giorno, Bella… Temeva che lei si stufasse di lui. Guardandola negli occhi avrebbe voluto chiederle se avesse una vaga idea del significato della parola per sempre. L’eternità è più grande di qualsiasi unità di misura conosciuta, va al di là del tempo stesso. Quando il tempo si dilata, le priorità e le abitudini si dilatano con esso: più tempo per vivere, più tempo per pensare, più tempo per trovare noioso qualsiasi cosa. Gli esseri umani riversano nell’amore una speranza di eternità che, tuttavia, rimane solo una speranza. Le parole non dette per non ferire, le azioni non fatte per evitare di rovinare quel poco di buono che si è costruito. Le coppie raggiungono un punto di arrendevolezza: non si litiga davvero, non si parla sinceramente perché, dopotutto, il tempo concesso loro sulla Terra è talmente breve che non vale la pena mandare in fumo una vita vissuta assieme per una discussione. Ma il vampiro no. Lui non ha lo stesso problema e ogni giorno è libero di cambiare ciò che vuole perché, lo sa, avrà l’eternità davanti a sé per costruirsi un futuro diverso.

I giorni successivi al verdetto finale furono per lo più tranquilli. Charlie mise in punizione Bella, sperando di mettere un po’ il bastone fra le ruote alla loro storia. Edward ammirava quell’uomo: ne apprezzava la solidità, i valori e l’amore per Bella. Ma c’era anche un’altra persona che amava quella ragazza, una persona che presto o tardi avrebbe dovuto incontrare: Jacob. Per quanto quel cagnaccio lo infastidisse – al di là del puzzo – sapeva che doveva essergli grato per aver salvato Bella quando lui non c’era. I Quileute avevano lottato contro Laurent e avevano salvato la vita a lei. La riconoscenza per quello non avrebbe mai trovato fine nella vita di Edward.

Quando l’odore arrivò alle sue narici, Edward accettò il fatto che si sarebbe dovuto confrontare con Jacob. Li stava aspettando furibondo e… triste. Il vampiro non amava invadere la privacy delle persone, ma in quel caso volle sapere in anticipo le intenzioni di Jacob. Così, lesse la sofferenza, il tradimento, la preoccupazione e lo sconfinato amore che provava per Bella. Probabilmente si sarebbe aspettato di essere più geloso nel conoscere i suoi pensieri, eppure in quel momento riuscì solo a provare dispiacere per lui.

Il lupo era arrivato davvero arrabbiato perché pensava che fosse Edward a impedire a Bella di andare a La Push e quando il vampiro disse ad alta voce i pensieri di lui, ne rimase sconvolto e irritato.

“Bella non esagerava a proposito delle tue… qualità. Perciò, immagino che tu sappia già perché sono qui”, disse Jacob.

“Sì. Però, prima che cominci, vorrei dirti una cosa”. Jacob attese con i muscoli rigidi, tenendo sotto controllo la rabbia. “Ti ringrazio. Non esistono parole per dirti quanto io ti sia grato. Ti sarò debitore per il resto della mia… esistenza”

Sia Jacob che Bella non capirono ciò a cui lui stava facendo riferimento. Ecco perché fu costretto a chiarire.

“Per aver salvato Bella, quando io… non ho potuto farlo”

“Non l’ho fatto per te”, ringhiò Jacob.

“Lo so. Ma ciò non annulla la gratitudine che provo. Pensavo di dovertelo dire e se ci fosse qualcosa che posso fare per te…”

Levarti dalle palle, per esempio? Gli rispose Jacob mentalmente, mentre alzava un sopracciglio. Edward incassò il colpo.

“Non è mia prerogativa”, rispose il vampiro a quella domanda che Bella non aveva potuto sentire.

“E di chi è allora?”

“Sua”, disse Edward indicando Bella. “Io imparo alla svelta, Jacob Black, e non ripeto mai lo stesso errore due volte. Finché non sarà lei a dirmi di andare, resterò qui”

Fu solo in quel momento che Bella capì quale poteva essere stata la richiesta di Jacob e ne fu irritata.

“Hai bisogno di altro, Jacob? Volevi mettermi nei pasticci? Ma questo non basterà a tenermi lontana da Edward. Niente può riuscirci. Che altro vuoi?”. Le parole di Bella colpirono Jacob come un pugno e il vampiro poté avvertire il suo dolore. Edward ammirò il contegno di quel ragazzo, così capace di nascondere la propria sofferenza dietro al rabbia.

“Volevo solo ricordare ai tuoi amici succhiasangue alcuni punti fondamentali del patto che hanno deciso di rispettare. Il patto è l’unico motivo che m’impedisce di tagliargli la gola, qui e ora”

“Non abbiamo dimenticato”, disse Edward nello stesso istante in cui Bella chiedeva quali fossero i punti.

“Il patto è molto chiaro. Se uno qualsiasi di loro mordesse un essere umano, la tregua sarebbe rotta. Morde, non uccide”. Jacob guardò Edward. Pensavi di poterla rendere un mostro come te? Invece no, tesorino. Se lo farai io ti ucciderò.

Il vampiro fu grato a Charlie che, in quel momento, cominciò a richiamare Bella a casa. Anzi, più che richiamare, sbraitava. Edward temeva che Jacob potesse perdere il controllo e che, nel trasformarsi, potesse fare del male a Bella. Quella discussione fu per lui molto importante, perché comprese quanto sarebbe stato difficile liberarsi di Jacob. Edward si trovava fra tre fuochi, uno più pericoloso dell’altro: da una parte aveva Bella che voleva essere trasformata il prima possibile e con la quale era riuscito a giungere all’accordo di un anno; poi c’erano i Volturi che non avrebbero preso bene il tempo che Edward aveva “strappato” per poter tardare la trasformazione. Infine vi erano i Quileute con il loro accordo stipulato anni prima, quando ancora Edward non sperava di poter incontrare Bella.

Sarebbe stato un anno molto lungo, pensò Edward mentre attendeva che Bella rientrasse a casa per raggiungerla in camera da letto. Ma l’avrebbe affrontato giorno dopo giorno insieme a lei. Rivolse un ultimo sguardo a Jacob.

Ti odio, gli disse il lupo.

   
 
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