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Autore: Strange_Guy99    22/06/2016    4 recensioni
Crossover: Crybaby and Blurryface.
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Crybaby ride tra le sue lacrime. È una ragazzina che non ha mai avuto niente di buono dalla vita e che continua ad andare avanti nella speranza che qualcosa cambi.
Blurryface è un mostro. Odia con tutto sé stesso Tyler e lo scopo della sua vita è quello di annientarlo per poter essere vivo.
Tyler non vive. È una persona che preferisce osservare gli altri. Ha intrapreso una battaglia contro Blurryface ed in palio c'è tutto.
Genere: Introspettivo, Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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«Che cosa hai fatto?!»
«Ho solamente fatto amicizia.»
Tyler poggiò le fredde mani sulle tempie, massaggiandole con una certa violenza.
Non ci poteva credere.
Blurryface se n'era veramente andato a zonzo per dare fastidio ai vicini?!
Credeva di poterlo tenere sotto controllo per lo meno mentre scriveva, non pensava che quel mostro potesse girovagare per conto proprio.
A quanto pare stava prendendo potere ad una velocità impressionante. 
Ma Tyler sapeva spiegarselo.
Il trasloco era stato uno shock per quel povero ragazzo.
Non aveva niente di importante in quella squallida cittadina eccetto che per una persona: Josh.
Josh era il suo migliore amico, nonché l'unica persona a sapere del suo piccolo problemino con Blurryface.
Erano diversi, ma erano molto legati.
Tyler era un tipo emotivo e lasciava che gli altri controllassero la sua vita -primo tra tutti Blurryface-. Non riusciva ad imporre la sua personalità e preferiva isolarsi.
Josh era l'opposto. 
A lui non fregava un cazzo di niente e nel non aveva alcun genere di limite.
Evidentemente era per questo motivo che Josh aveva una così buona influenza sul Tyler.
Doverlo abbandonare è stata una tra le cose più difficili da fare.
E Blurryface ha colto la palla al balzo, minando più che mai la psiche del ragazzo così emotivo in quel momento di difficoltà.
Tyler non credeva di poter vincere contro quel mostro che lo tormentava da tempo immemore, ma avrebbe dato tutto se stesso per riuscirci.
«Devo andare a scusarmi con quella ragazza.»concluse Tyler parlando più con se stesso che con Blurryface (il che, tra l'altro, era un po' la stessa cosa).
«No, non puoi farlo.»replicò seccamente Blurryface seduto sulla piccola scrivania in legno della camera al piano di sotto.«Lei ti odia.»
Gli ci volle un attimo per assimilare quell'affermazione.
Odiare? Come era possibile?
Non aveva mai visto quella ragazzina, come faceva ad odiarlo?!
«Stai mentendo.»concluse lui con tono solenne.
Era l'unica spiegazione plausibile.
Un punto per te maledetto stronzo, pensò Blurryface abbassando lo sguardo.
Era stato beccato.
Tyler non voleva assolutamente uscire dalla sua casetta per andare a parlare con una completa sconosciuta, ma doveva farlo.
Altrimenti l'altro avrebbe vinto.
Sospirò profondamente mentre cercava di ignorare quel demone che continuava a ripetergli "non andare, non andare, non andare".
Scese giù in garage con quel monotono coro impresso nelle orecchie.
«Ti stai rendendo ridicolo.»gli disse mentre agguantava Silver, la sua vecchia bicicletta.
Blurryface scoppiò a ridere.
La risata sprezzante che solo lui sapeva fare.
La risata che tormenta Tyler da sempre.
«Vuoi veramente andare con quella?!»domandò Blurryface con tono sarcastico.
Tyler guardò la bici arrugginita, mordendosi il labbro inferiore con veemenza.
«Cos'ha che non va?»chiese in un sussurro con tono insicuro.
Il volto inespressivo del demone si piegò nel suo consueto ghigno diabolico che fece accapponare la pelle di Tyler.
Ce l'aveva in pugno.
Era suo.
«Ma non ti ricordi quello che ti dicono tutti?! "Svegliati, devi andare a far soldi!"»
Tyler serrò le labbra.
I suoi genitori gli e lo dicevano sempre.
Doveva crescere. Era un immaturo.
"Quando te ne andrai via e vivrai la tua vita?!" 
Gli sembrava che sua madre fosse lì accanto a lui, a rimproverarlo per l'ennesima volta.
Voleva essere un fratello migliore, un figlio migliore.
Voleva essere di buon esempio.
Ma in realtà era solamente una delusione per ogni membro della famiglia.
Tyler raccolse ogni briciola di coraggio che aveva in corpo per rispondere a quella beffa.
«Dimmi solamente dove vive quella ragazza.»
Blurryface rimase spiazzato.
Da dove arrivava tutta quella spavalderia?
Quel ragazzo stava acquistando davvero troppa sicurezza e Blurryface non voleva che i suoi sforzi venissero vanificati.
Urgeva fare qualcosa.
Ma qualcosa di grosso.
Doveva inventarsi un piano che distruggesse definitivamente quello sfigato.
Il trasferimento era stato un' ottima opportunità, ma aveva bisogno di tempo per guardarsi intorno, in modo tale da ideare una strategia.
Poco ma sicuro: Crybaby sarebbe stata parte centrale del "piano".
Non sapeva in che modo, ma era convinto la sua presenza sarebbe stata fondamentale.
Per ora si limitò solamente a scortare Tyler al parco nel quale aveva incontrato la bizzarra ragazzina.
A quell'ora del giorno era piuttosto affollato; le lezioni erano terminate e le madri stressate avevano deciso di portare i bambini a svagarsi.
Tyler si guardò intorno, leggermente destabilizzato.
Tutta quella gente lo turbava ed il pensiero della sua camera si insinuò nella sua mente.
Perché si era allontanato da quelle quattro mura così protettive? 
Quella gente lo stava fissando, facendolo sentire dannatamente fuori posto.
Tyler riusciva quasi a sentire i pensieri delle persone lì presenti.
Che cosa ci fa questo ragazzo in un posto del genere?
Non è un po' cresciuto per i parchi?
Perché non vive la sua vita?
Blurryface se ne accorse.
Agguantò il polso di Tyler, poggiando le sue gelide labbra sull'orecchio del fragile ragazzo.
«Perché non ce ne andiamo a casa, eh?»domandò con tono suadente.«Sono sicuro che ci divertiremo.»
Tyler lo spinse via, in un moto di repulsione.
Quella cosa lo disgustava.
Voleva che sparisse. 
Voleva che lo lasciasse in pace.
«Qual è la ragazza?»domandò in un sussurro, mantenendo lo sguardo vitreo davanti a sé.
Non voleva vederlo.
Magari sarebbe scomparso.
Blurryface sgranò i suoi occhi scarlatti per poi indicare con un dito ossuto una ragazzina seduta in disparte nella vasca con la sabbia.
Non giocava con gli altri.
Se ne stava lì, a costruire un piccolo castello di sabbia.
Tyler notò immediatamente che i suoi occhi erano lucidi e le sue labbra stavano tremando.
Sembrava sul punto di piangere.
Sospirò profondamente, preparandosi mentalmente un' ipotetica conversazione.
Fece cenno a Blurryface di seguirlo e si incamminò verso un'ancora sconosciuta Crybaby.
Non sembrava pericolosa.
Tutt'altro.
I due si infilarono nella vasca della sabbia, costringendo i bambini più minuti ad andarsene.
Crybaby alzò lo sguardo, incrociando gli occhi scuri di Tyler che troneggiava sopra di lei.
Solo in un secondo momento si accorse la presenza di quel parassita di Blurryface.
Tyler abbozzò un timido saluto con la mano destra, rivolgendole un sorriso sbilenco.
«Tu somigli a lui.»annunciò Crybaby mentre i suoi occhi giganti guizzavano da Tyler a Blurryface.«Eppure non siete identici.»
Ed era vero.
Erano assai simili, ma non uguali.
Solo Crybaby si era accorta di quella differenza finora.
«Volevo chiederti scusa per il suo atteggiamento.»disse solennemente Tyler, puntando l'indice verso Blurryface, senza il minimo ritegno.
Crybaby rimase leggermente interdetta da quel gesto, lei non avrebbe mai indicato qualcuno in pubblico in un modo così brutale.
I suoi genitori le avevano insegnato cosa fosse l'educazione.
Certo, i loro modi non erano sicuramente convenzionali, ma, in un modo o nell'altro avevano funzionato.
«So che ti ha fatto piangere.»continuò il ragazzo somigliante all'amico di Crybaby.«E poi non ti ha detto cose particolarmente gentili sul mio conto.»
«Che cosa ti ho detto su di lui, Crybaby?»domandò Blurryface ridacchiando maliziosamente.
La stava incalzando.
«Che è un idiota!»esclamò la ragazzina, contenta di aver dato soddisfazione all'amico.
Blurryface sorrise, contento delle parole della ragazzina, e le batté un cinque.
Era così obbediente, come un animaletto.
Tyler, invece, era spiazzato.
Avrebbe voluto scavare una buca in quella minuscola vaschetta di sabbia e sotterrarsi per sempre.
Voleva morire.
Perché l'altro vinceva sempre? Che cosa stava sbagliando?
«Ma a me non sembra così idiota.»aggiunse infine Crybaby, usando la sua paletta in plastica rosa per smuovere la sabbia.
Tyler sorrise amabilmente, avrebbe voluto abbracciare la ragazzina dagli occhi giganti, ma si trattenne.
Stavolta aveva vinto lui. Il controllo era suo.
Si voltò verso il suo demone, rivolgendogli un occhiolino per stuzzicarlo.
Esattamente come faceva lui.
Blurryface andò in bestia. 
Avrebbe voluto prendere quell'idiota e strangolarlo con le sue stesse mani finché la vita non avrebbe abbandonato quell'insulso corpo.
Il corpo che lui desiderava con tutto se stesso.
«Vi andrebbe di venire a casa mia?»domandò timidamente Crybaby, intuendo la tensione nell'aria.
Sapeva che non avrebbe mai dovuto chiamare nessuno nella sua casetta e sicuramente sarebbe andata incontro ad una punizione.
Si morse il labbro inferiore con una certa violenza mentre le lacrime cominciarono ad affiorare. Di nuovo.
Non avrebbe dovuto farlo.
Cominciò a maledirsi mentalmente dopo che Tyler accettò felicemente l'invito.
Stupida bambina immatura.
Stupida stupida!
  
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