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Autore: rossella_rose    22/06/2016    2 recensioni
La giovanissima scrittrice in ascesa Silvia Romani, riceve un'opportunità unica.
Una borsa di studio per la Welton Academy, la più prestigiosa fra le scuole preparatorie degli Stati Uniti.
Si ritroverà ad essere la prima studentessa dell'istituto maschile e dovrà dimostrare di essere all'altezza dei suoi compagni, da lei infatti dipende l'ammissione delle ragazze di tutta l'America.
Cercando di integrarsi, Silvia conoscerà sette ragazzi intelligenti e vivaci, con la voglia di vivere negli occhi e che, insieme al nuovo insegnante di letteratura, le faranno scoprire la bellezza, l'amicizia, l'amore e il coraggio di superare insieme le difficoltà.
Affiancata da Neil Perry, Todd Anderson, Knox Overstreet, Charlie Dalton, Richard Cameron, Steven Meeks e Gerard Pitts, Silvia dimostrerà al preside Nolan la potenza dell'orgoglio femminile e del cuore indomabile.
STORIA IN REVISIONE - VISUALIZZAZIONE SOSPESA DAL O6/08/2016 AL 13/06/2016
Genere: Avventura, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Charlie Dalton, Neil Perry, Nuovo personaggio, Todd Anderson, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo VI
Di rapporti difficili, respiri a fior di labbra e fulmini a ciel sereno


30 Settembre, mattina inoltrata, dormitorio della Welton Academy

Neil aveva raccontato a Todd i fatti della sera precedente e aveva cercato una maniera per scusarsi con la scrittrice, senza ottenere grandi risultati.

Il migliore amico era inutile su quel fronte, nonché totalmente privo di idee.

I Poeti Estinti, poi, si sentivano in colpa per aver suscitato una mezza-crisi di nervi nella loro prediletta e anche loro non sapevano come farsi perdonare.

Ma il vero problema era Charlie, impegnato in una difficile battaglia contro il proprio “io psicologico”.

Quando aveva visto Silvia, la sera prima, sbattere il tovagliolo sul tavolo e poi perdere tutta l’energia in un colpo solo, aveva avuto il timore di averla stressata troppo. Aveva avuto paura di averla stancata, di averla fatta stare male. Di aver compromesso il difficile percorso che doveva fare.

Tutto perché l’aveva vista lì, abbattuta. Come quella volta nel chiostro. Quando la sua postura elegante si era crepata sotto quelle responsabilità. E lui l’aveva vista, incrinata, con il viso a malapena sorretto dalla mano, gli occhi stanchi.

Poi si era rialzata, come faceva sempre, e se ne era andata.

Charlie aveva riflettuto un bel po’ quella notte ed era arrivato ad una conclusione.

Lei non era una semplice ragazza. Lei era un’amica.

La sua migliore amica.

E la sua grezza, primitiva e ritardata mentalità da maschio aveva formulato un unico pensiero: assolutamente inaccettabile.

Il grande Charlie Dalton, genio ribelle, indomabile cuor di leone e famoso conquistatore di donne, si era lasciato ammansire da una bambolina di porcellana? E la considerava pure la sua amichetta del cuore?

No! Lui era un uomo, non una bambinetta!

E Neil?

Neil che era perso di quella ragazza, cosa avrebbe pensato? Lo avrebbe accettato? Era possibile convivere con un’amicizia del genere?

A lui Silvia piaceva, ma non in quel senso! Non voleva che i compagni pensassero che poteva essersene innamorato. Non voleva che pensassero a lui come un traditore, che preferisce le donne agli amici.

La adorava, indubbiamente, ma non poteva permettere che fraintendessero.

Così, la mattina dopo era stato aggressivo, scontroso, irritabile, astioso e antipatico con tutti.

La situazione era peggiorata quando Neil si era presentato alla porta della fanciulla, con un bel discorso di scuse e tanto di margherita annessa, come un bimbo che chiede perdono alla mamma dopo una marachella, ma aveva passato dieci minuti buoni a bussare, supplicare e pregare inutilmente.

Ovviamente lei non aveva risposto, non era lì.

L’imbarazzo che l’aveva pervaso si tramutò in sconforto, visto che aveva parlato solo al legno.
Lei non aveva nemmeno aperto la porta.

Ovviamente, sempre perché non era lì.

Ci aveva provato Knox, con le maniere dolci, poi Pitts, con quelle divertenti, poi Cahrlie, che era stato leggermente più duro.

« Apri subito questa porta!!! Finiscila di fare la bambina ed esci!!! » aveva urlato, svegliando mezzo dormitorio e dando poderosi colpi alla povera ed innocente porta.

Infine ci aveva provato Todd, a cui Silvia non diceva mai di no, ma pure lui non aveva ottenuto risposta. Gli altri si guardarono abbattuti.
« Ma che le hai detto?! Devi averla fatta imbestialire per davvero se non risponde a Todd! » aveva esclamato scoraggiato Cameron.

« Non è che magari è uscita? »

Naturalmente, ci voleva il brillante cervello di Meeks per far capire a sei ragazzi fermi da trenta minuti davanti ad una porta chiusa che magari, dico magari, il possessore della camera non si trova nel suddetto locale.

Charlie ringhiò, sempre più frustrato: « Sai che ti dico, Neil, vattela a cercare da solo la tua principessa, mi sono rotto! » e si chiuse in camera.
Todd si passò una mano fra i capelli: « Ha ragione lei quando dice che alla mattina abbiamo il cervello di un bradipo in sette »

Neil controllò in biblioteca, in sala comune, in sala studi, nella mensa, di nuovo in camera e alla grotta.
Niente.

« Non può essersi smaterializzata! »
« Hai controllato nel parco? »
« Ci è andato Knox, ma niente. Non si trova! »
« Forse è uscita con il signor Simmons, per qualche impegno di lavoro »
« Lo abbiamo visto prima al telefono. Ho chiesto anche a lui, ma ancora nulla… »

Avevano anche fatto uscire a forza Charlie dalla camera e lo avevano spedito a guardare nelle aule dei corsi extra di Silvia, ma invano.

In compenso il suo umore era peggiorato.

« Ma è mai possibile?! » sbraitò irato: « Sono un tutor non un baby-sitter! Si può sapere dove diavolo è andata?!?! »
« Ma credi che se lo sapessi starei qui ad ascoltare te che dai in escandescenze?!?! » sbottò Neil, poi si voltò, richiamato da un’odiosissima voce.

« Che c’è, Perry? L’hai persa? La cosa non mi stupisce » Jared Lewis ghignava perfidamente, come al solito.

Il ragazzo taceva. D’altronde il suo sguardo valeva più di mille parole.

« Sai, Silvia è estremamente… pura » sibilò malevolo, a pochi centimetri dall’avversario: « L’altro giorno stavamo facendo conoscenza, ma continuava a sfuggirmi… »
« Questo perché le fa schifo un tipo come te » disse Knox da dietro Neil.
Ma Jared continuò, ignorandolo: « L’hai fatta arrabbiare, vero? Sei proprio un incapace »

Neil scattò.

Afferrò la camicia di Lewis con ira pronto a dargliele di santa ragione, ma Pitts lo prese per il maglione e lo strattonò indietro, mentre Charlie gli si parava davanti e intimava a Jared: « Vattene, Lewis, prima che ti faccia scappare a calci »

Il ragazzo si allontanò, indispettito.

Cameron guardò esterrefatto l’amico: « Ma che ti è preso? Vuoi forse farti espeller…» ma Neil lo bloccò, lasciandolo con un palmo di naso: « Finiscila Cameron e vediamo di trovare Silvia »
« Trovata » disse Meeks, guardando fuori dalla finestra.

§

30 Settembre, mattina inoltrata, parco della Welton Academy

Silvia camminava allegramente verso l’accademia.

Le due ora di ginnastica le avevano ridisteso i nervi, come aveva predetto, e l’avevano rilassata tanto da far sì che si sentisse quasi più leggera.

Devo provare a scrivere un articolo su come lo stress influisca nella vita quotidiana… Intanto mi faccio una bella doccia, poi vado a chiarire con gli altri. Ora dovrebbero essere svegli…

E difatti li trovò nell’ingresso, sembravano aspettarla.
Fece per salutarli e scusarsi per il momento di debolezza avuto la sera precedente, ma Charlie le venne incontro a passo deciso, più velocemente di Neil, che si stava avvicinando.

Ma fu anche più aggressivo.

« DOVE DIAVOLO TI ERI CACCIATA!?! » lei si ammutolì di botto, indietreggiando di un passo.

« Sono andata nella vecchia palestra…» pigolò.

Il ragazzo si ricordò che poteva allenarsi anche lì e imprecò mentalmente contro la sua stupidità.

Non per questo smise di aggredirla: « E NON POTEVI AVVISARMI?! »

« Ma... Credevo stessi dormendo... Dormi sempre fino alle dieci di domenica... » ribatté lei, che non capiva davvero il motivo di quella sceneggiata, davanti a tutti, per giunta.

« DI’ LA VERITA’! SEI ANDATA A FARE L’OFFESA! FINISCILA DI FARE LA BAMBINA VIZIATA! » le urlò in faccia, per poi zittirsi e pentirsi subito di quello che aveva detto.

Cosa gli era preso? Perché le stava urlando così?

Silvia ci rimase davvero malissimo, ancor più del quasi-litigio con Neil, che in quel momento non sapeva chi guardare più sconvolto, Charlie o lei.

E il resto del gruppo non poteva credere a quello che stava succedendo.

Lei guardò il compagno. Era senza parole.

Credeva di conoscerlo, gli voleva bene come pochi e ora lui aveva sgretolato ogni certezza sul proprio carattere.

L’orgoglio della scrittrice era stato ferito da quelle parole, che le erano arrivate al cuore come stilettate gelide e che le ricordarono gli ingiusti rimproveri del padre quando era piccola.

Non avrebbe permesso a nessuno di trattarla in quella maniera, tantomeno un ragazzo che si credeva un “Giudice supremo/uomo vissuto” sotto il titolo di “Tutor”.

Glaciale disse: « Non ti permettere, Dalton, sei semplicemente un mio compagno, non mio padre, non ti devo rendere conto di nulla. E sappi che ad offendermi sono le tue parole, non l’idiozia che hai dimostrato ieri sera »
Statuaria si incamminò verso la sua camera, mentre gli altri studenti che si erano fermati ad osservare la scena la lasciavano passare.

Prima che potesse sparire alla vista, Charlie le si rivolse: « Non credere che abbia ancora intenzione di essere il tuo tutor! »

Senza neanche voltarsi lei gli rispose: « Bene, ti sollevo dall’incarico » con la voce che grondava sarcasmo.

Parole che occultavano significati ben più profondi.
Il litigo aveva fatto emergere più sentimenti di quanti ce ne si potesse aspettare, forse troppi.

Le stilettate presero a bruciare dolorosamente.

Non solo nel cuore di Silvia.

§

30 Settembre, primo pomeriggio, camera da letto di Silvia Romani, dormitorio della Welton Academy

Era rimasta un’ora seduta nella vasca. La schiuma aveva iniziato a dissiparsi.
Piccole ondine provocate dal suo respiro si infrangevano sulle sue ginocchia, strette al petto. La peperella gialla navigava alla deriva nell’acqua calda.
Le gocce dolci si confondevano a quelle salate.

Silvia si riscosse improvvisamente e si sciacquò con vigore il viso.
Uscì silenziosa dalla camera, con indosso dei jeans chiari e una camicetta bianca, coperta da un maglioncino altrettanto candido.

Entrò in biblioteca, vuota.

Si posizionò in un tavolino isolato, legò la chioma in uno chignon e cominciò a tradurre una versione di greco.

Dopo un po’ un profumo familiare le titillò i sensi.
Biscotti, libri e aria fresca.

Il compagno le si sedette affianco, incastrando la testa fra le braccia conserte, poggiate su uno spesso librone e posando sul quaderno una margherita.
Lei ammirò il fiore, poi continuò a scrivere, solleticandosi il naso con i petali profumati, mentre il ragazzo la osservava tracciare gli strani segni greci.

Rimasero così per un poco. Ascoltavano i respiri l’uno dell’altra.
Si rinchiusero in una bolla. Lasciarono fuori i problemi, i pensieri…

Silvia stuzzicò il naso di Neil con la margherita.

« Grazie »
« Scusa »
Sussurrarono insieme, prima di sorridere.

« Sono un idiota »
« E io una perfetta cretina »
« E perché mai, scusa? »
« Perché sto sbagliando tutto » bisbigliò sconfitta: « Non è il mio posto questo, non so neanche perché mi ostino a rimanere qui »
« Ma tu sei una femmina »
« Wow, che occhio » ridacchiò.
Lui la contemplò « Intendo… questa è una scuola maschile e tu sei una femmina… è ovvio che ti senta fuori posto… ma, stai andando… alla grande, davvero. Ti ammirano tutti… sì, insomma… tu piaci a tutti… »  balbettò arrossendo.
« Grazie… » sorrise dolcemente lei, guardandolo rossa.

Niente, non riusciamo ad avere una conversazione normale…

« Poi, quando qui gireranno le ragazze e ne avremo trovata una a Todd, ti sentirai più a tuo agio » scherzò.
« SE gireranno le ragazze »
« Oh no, dovranno girare, altrimenti Charlie verrà a prenderti di persona in Italia »

Il suo sguardo si fece triste e poggiò il capo sul tavolo.

Neil si maledisse. Perché sbagliava di continuo, con lei?

Mannaggia al suo fascino, che lo frastornava.

« Che ne dici se cambiamo argomento? »
« Già, ottima idea » disse il ragazzo, urtando con la mano una penna che cadde a terra.

Entrambi si chinarono a raccoglierla e le loro teste cozzarono.
« Ahi » dissero insieme. Si guardarono e scoppiarono a ridere.

Neil fu tramortito dal profumo della compagna.
Boccioli di rosa, carta e caffè.

Era dannatamente impossibile resisterle.
Si avvicinò al suo viso, sporco di inchiostro sullo zigomo sinistro.
Le passo delicatamente il dito su quel segno blu, senza rendersene conto, concentrato sulla pelle morbida.
Sembrava una pesca. Delicata e al contempo ricca di sapore, di spirito.

Lei incrociò i suoi occhi e si paralizzò.
Perché era troppo inesperta, troppo presa da quel contatto, da quel tocco così… vero.

Lo lasciò avvicinarsi.
Si fidava. Lui lo sapeva.
Sapeva che lei si fidava e la cosa lo rendeva felice.

La mano scivolò sul profilo del suo viso, scendendo dolcemente verso il mento, cercando di memorizzare la morbidezza di quella pelle.

Un brivido percorse la spina dorsale di Silvia.

Si avvicinarono.
I respiri si infrangevano, si miscelavano.
Era naturale, vero, vivo quello che sentivano.

Le loro labbra si sfiorarono di pochissimo.

E il fulmine squarciò a metà il cielo sereno.

« SIGNORINA ROMANI! » l’urlo di Simmons la raggiunse da fuori della biblioteca.

La bolla esplose, la realtà arrivò come una mortale secchiata d’acqua gelida.

Silvia e Neil si alzarono insieme, tanto rossi in viso da sembrare viola.

Ci misero un po’ a realizzare cosa stava per accadere in quei due secondi.

Uno si tenne al tavolo, l’altro ad uno scaffale della libreria.
L’unico pensiero che riuscirono a catalizzare fu: perché?
Ma non ci fu temo per quella risposta, il segretario della ragazza arrivò, tutto trafelato, con un’aria che non portava nulla di buono.

« Signorina Romani! L’ho trovata! »
« Che sta succedendo?! » chiese lei allarmata.
« Un’orda di paparazzi ha bloccato il cancello principale! »

« COSA? » la ragazza sbiancò di colpo. Il sangue le i gelò nelle vene.

E Neil, sconvolto quanto lei, si preoccupò seriamente del repentino cambio di colore della sua carnagione.

« P-perché?! » boccheggiò lei.
« Qualcuno ha divulgato la notizia della candidatura ad ambasciatrice! »

Il peso di tutte le responsabilità che l’accompagnavano cadde dolorosamente e inevitabilmente sulle spalle di Silvia.

I problemi, gli impegni, le critiche, il lavoro, l’ONU, la famiglia, la Mondadori, i Poeti estinti, il preside, gli insegnati…

La scrittrice si sentì tanto male da poter svenire.

 


Angolo autrice:

Salve a tutti, Poeti Estinti!
Eccomi con il VI° capitolo, che ne pensate?

È un capitolo molto importante per me, spero sia venuto bene.

Ma andiamo con ordine…

» Charlie Dalton: E’ mio dovere spiegarvi bene cosa succede con il nostro amatissimo Charlie. Si è molto affezionato a Silvia. Quando l’ha vista stanca, fraglie sotto tutte quelle pressioni, si è preoccupato per davvero e questo ha portato alla formazione di un pensiero nella sua testa. “Silvia Romani è la mia migliore amica”. Ora, sebbene Charlie sia una mente innovativa, resta un maschio (mi perdonino eventuali ragazzi) e ha trovato semplicemente inaccettabile una relazione come l’amicizia vera, profonda, con una ragazza. Vi immaginate Dalton che spettegola con Silvia e che si ammira la manicure? No! Bene, neanche lui. Ma non è necessariamente detto che debba trasformarsi in un effemminato se sta con lei. Ma tranquilli, maturerà le sue convinzioni più avanti. Comunque, questa è la ragione per la quale Charlie è tanto arrabbiato con sé stesso: per essersi mostrato per la prima volta “debole” di fronte ad una ragazza.

» La scena romantica…
Questa è la mia prima scena romantica in assoluto.
Ho cercato di riportare con le parole tutte le emozioni che si dovrebbero sentire durante un bacio (secondo la mia personale visone), soprattutto se questo è il primo bacio.
Lo so, l’ho fatta finire sul più bello (che cliché patetico), ma è stato più forte di me, chiedo venia.
Per me è davvero molto importante sapere com’è venuta, perciò lasciate una recensione e ditemi se vi è piaciuta!

» La rivelazione…
(No, non quella della saga “The Maze Runner”, la mia rivelazione).
Qualcuno ha fiatato e gestire le cose da questo momento non sarà affatto una passeggiata! Vedrete che ne accadranno delle belle…


Infine: grazie, grazie di cuore a chiunque leggerà. A chi lascerà un commento, una recensione o una critica. I vostri pareri e suggerimenti sono un tesoro per me, mi aiutano a migliorare e a sperimentare. Un grazie enorme ai lettori che mi incoraggiano a continuare a scrivere e a viaggiare nella fantasia.

Rose

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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