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Autore: _fallen_in_love_    23/06/2016    0 recensioni
Non saprei dire l'ora, il luogo, o le parole che segnarono l'inizio. Accadde tutto troppo tempo fa. Mi ci trovai nel mezzo prima di sapere come fosse iniziato, fu fondamentale, e l'amai più della mia stessa vita.
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo: 0.1
Sophie's Pov.
«Signorina, vedi di comportarti bene a scuola, non provare a fare qualcosa di cui ti pentiresti sicuramente, e sopratutto non rivelare ciò che fai la notte. Altrimenti sai cosa succede no?" disse Miss. Clara, trucidandomi con i suoi occhi di ghiaccio marcati di un pesante nero. Mi trovai ad annuire abbassando lo sguardo, ed a fissare accigliata il pavimento senza un preciso motivo. Ormai erano settimane che ero atterrata qui a Sydney, e oggi sarebbe stato il mio primo giorno di liceo. Non ero agitata, ne impaurita, ero solo curiosa di conoscere l'ambiente australiano. Con una maglia a collo alto marrone con maniche a tre quarti, e un paio di pantaloni del medesimo colore mi avviai al grande portone in legno della mia abitazione. Dire che ero ridicola era un eufemismo, ma come sempre mi stetti zitta e annuii difronte alla richiesta della Miss. la quale mi disse di non sembrare quello che in realtà ero, e di mascherare tutto. Dovevo comportarmi assolutamente da timida ragazza. Lo zaino di pelle aderiva alle mie spalle, e passo dopo passo, tra il fango e l'erba bagnata dalla rugiada, arrivai nella mia nuova scuola. Il portone era enorme, e lo guardai estasiata alzando il mento, dato l'altezza di questo. Guardai stupita l'ambiente circostante. Sembravano tutti felici, ma allo stesso tempo tutti così indaffarati. Ero sola in mezzo a tanta gente, e non sapevo cosa dire o fare, mi limitai a guardare con occhi sognanti i sorrisi delle gente che si scambiavano, alcuni arrivarono anche a me e non potei non ricambiare. Era tutto così surreale. Guardai l'orologio e mancavano esattamente undici minuti all'inizio della lezione, così camminai in giro per lo spazioso viale, circondato da alberi e erba inglese. Faceva così caldo, che tirai ancor più su le maniche a tre quarti che mi coprivano le braccia. Legai i miei capelli, e continuai a camminare con i libri stretti al petto, ma era ora di entrare e quindi mi avviai al cancello. Andai in segreteria e ritirai gli orari e le classi che avrei avuto. Con un po' di difficoltà trovai la mia classe. Bussai lievemente e dopo un po' una voce tuonò un deciso «avanti» e mi presentai come la ragazza americana arrivata da poco. Il prof mi sorrise e mi disse di accomodarmi al secondo banco nella fila centrale, accanto ad un ragazzo dagli occhi chiarissimi e trasparenti, e i capelli biondi, ovviamente tinti. «Ps... Piacere io sono Niall» sorrise il ragazzo accanto a me, e mi porse la mano senza farsi vedere dal prof. «Piacere, io sono Sophie» e gli sorrisi. Passarono le ore e io ascoltai attentamente la lezione, non vorrei aver insufficienze nel corso dell'anno. La campanella, dopo sei ore, annunciò la fine della lezione, e così mi trovai a prendere lo zaino ed uscire dalla classe. Guardai con attenzione tutto l'interno dell'edificio. Presi il foglietto dove mi ero scritta sia orario, il numero dell'armadietto che mi è stato dato, e una volta arrivata lo aprii e raccolsi tutti i libri che avevo riposto all'interno affrettandomi ad uscire dal college. Non dovevo fare ritardo. Uscendo camminai velocemente, forse fin troppo, e sarei sicuramente sembrata strana. Ma loro non sapevano cosa mi sarebbe aspettato se fossi arrivata in ritardo. Mi guardavo intorno curiosa, era tutto così diverso dal posto in cui sono nata. Qui faceva davvero caldo, e il posto era bellissimo. Sembra il tipo di posto che si vede sulle cartoline inviate ad un amico, i tipici posti da favola. E a pensare che di sera con la mia figura avrei rovinato tutto. Insomma non lo facevo per cattiveria o quant'altro. Ero costretta. Tipo la scuola: non ci vai perchè ti piace, ma perchè sei costretta ad andarci per forza. Sopportavo ciò che facevo? Niente affatto. Odiavo le mie azioni e odiavo me stessa per essere così sciocca.
   
 
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