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Autore: DelilahAndTheUnderdogs    23/06/2016    0 recensioni
[Larry and Kavi||One Shot||Forse Louis prova qualcosa per Avi?]
Sono innamorati di un ricordo.
Un viaggio cambierà le loro vite, un incontro dal passato e col passato riuscirà a farli andare avanti.
Sono Louis Tomlinson e Avi Kaplan, la loro avventura è appena cominciata.
***
Dal testo:
Stettero lì a fissarsi per un po’ e Louis lo abbracciò d’istinto.
“Non andartene via così, un’altra volta”
“Ma io sono già andato via, Louis”
“Sono morto pure io?”
“Oh no, il tuo momento non è ancora arrivato dolcezza” si morse il labbro e pose lo sguardo a terra “veramente, desideravo incontrarti di nuovo”
Genere: Angst, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Dedico questa storia al mio amore Taylor, alla mia piccina Emma e alla mia dolcissima Isabella (grazie a voi tutte per avermi convinto a scrivere questa pazzia)
 



And so I fall in love just a little ol' little bit
every day with someone new
-Hozier, Someone New

 

Primo Atto

 
Era una tranquilla serata invernale: la brina nell’erba si era ghiacciata, cosicché difficilmente si sarebbe sciolta.
Si strinse nel suo giaccone e si fece caldo sfregando i palmi velocemente: se c’era una cosa che non sopportava era quella costante di pesantezza nella sua vita.
Aveva ormai trentasette anni e ci sperava ancora, dopo il benservito che gli aveva dato con il matrimonio con Jeremy.
Non poteva fare a meno di essere perso, innamorato di lei, dei suoi occhi che sapevano scrutarlo – e vorrebbe che il bambino che tiene fra le braccia fosse loro.
Come poteva essere così egoista e possessivo?
Ricorda ancora i baci nel backstage, i sorrisi, i sussurri e lui c’aveva creduto – anche troppo, a quanto pare.
Tutte quelle canzoni che aveva scritto, nella speranza che lei lo capisse una volta per tutte.

My beloved one, my yellow rose.
How shall I win back your heart which was mine?



Entrò all’interno di un bar, sedendosi al bancone ascoltò una chitarra elettrica e una voce soffice e delicata: era quella di Cat Power e usciva direttamente da una grossa radio sopra la mensola a destra.
Ordinò una rossa e guardò il vuoto – la musica intanto cambiava, la gente intorno a lui pure.
Quant’è bello avere un cuore che non riesce a non essere sentimentale? 
Dio, se l’aveva amata e rimuginava sul fatto che stesse bevendo birra come una spugna – erano stati a prova d’urto, del vetro infrangibile
((ci puoi guardare attraverso ma se provi a romperlo, rimbalza))
e sente un accento che sicuramente non è americano.
È un’inflessione pesante, inglese e non dovrebbe dargli molto peso perché lui di cadenze ne dovrebbe sapere qualcosa – Scott, Mitch ma soprattutto Kirstie.
La sua rosa texana, la sua amata: vorrebbe il suo fottutissimo cuore indietro, tutti quegli anni a soffrire per niente.
 

amen
amen
amen
amen


L’uomo che aveva accanto aveva i capelli lunghi e ondulanti: gli ricordavano un casino quelli del suo Harry.
Si perse nei riflessi della folta chioma e le memorie passate si impossessarono della sua mente.
Gli rinvenne quella frase ‘long hair, don’t care’: l’altro s’accorse che lo stava osservando e mamma mia gli occhi.
Verdi, come quello dell’amore della sua vita.
Condannati ad essere amanti, mentire al mondo intero.
“Una birra, per favore” si rivolse alla barista dai grandi occhi azzurri e il cartellino recitava il nome Zooey.
“Hai mai amato così tanto che quando rimane solo l’amore è la cosa più triste da possedere?”
Louis si girò a guardarlo o meglio squadrarlo, quando gli rispose: “E a te che te ne frega?”
La birra aveva un sapore amaro quando ne buttò giù un sorso.
“Lo si legge nei tuoi occhi, mio caro”
“Mio caro lo dici a tuo fratello”
“Glielo dico già non ti preoccupare”
“E allora chiudi quella ciabatta che ti ritrovi”
Era depresso quel tizio, ma proprio di brutto.
“Com’è che ti chiami?”
“Non t’interessa”
Sospirò e chiuse definitivamente la bocca.
Ora era Louis che voleva tartassarlo di domande: cosa significava quella frase? Cosa vi si leggeva nei suoi stessi occhi? Cosa lo stava divorando? Il senso di colpa?
“Louis”
“Eh?”
“Mi chiamo così, Louis”
“Bel nome” fece una pausa, concentrandosi sulla bevanda scura dinanzi a sé.
Quell’uomo o era lunatico o era bipolare: prima faceva tutto l’estroverso poi si chiudeva in sé stesso.
Il guaio è che lo disse a voce alta.
“Oh, davvero?” rise di gusto “è che per una frazione di secondo non pensavo a lei, ecco” si fermò un attimo, facendo scorrere la mano destra sul boccale “a tutto di lei, l’insieme” lo guardò con un sorriso amaro sulla bocca “siamo una bella squadra sai?”
“Siamo?”
“Sì, lo siamo ancora: con Kevin, Scott, Mitch e Kirstie”
Ovviamente Louis non sa di cosa stia parlando il tizio: blatera e blatera ma non sa.
Lui non può sapere.
Non sa delle notti passate insonni accanto al ragazzo più dolce della terra.
Ai suoi ricci.
Al sorriso storto che gli rivolgeva al mattino, le coperte ad avvolgerli.
“Aveva detto che era mia e che io ero lei” se ne esce così, l’altro.
Il sangue che scorreva nelle sue vene sapeva di vino andato a male e ne conosceva la causa: la mancanza, l’assenza di lui.
Sarebbe potuto andare meglio se quel test banale non avesse cambiato le loro esistenze per sempre.
E poi era morto cinque anni fa.
S’erano promessi di morire assieme e non aveva l’aveva adempiuto.

La sua bocca
il suo stomaco
le sue cosce
come
scordarle
mentre lo stringevano
lo chiamavano di nuovo a casa
perché Harry era
e rimane tutt’ora
la sua casa
vorrebbe fermarsi a riflettere
quanto hai perso?
Lui risponde niente
ma in realtà
tutto
e gocce di sangue
sono sparpagliate sulle piastrelle
escono dalla bocca di Harry
tubercolosi
hanno detto così
in stadio avanzato
e non c’è stata la minima possibilità di guarirlo
nemmeno di tentare.
Poi il calvario
le febbri
tutto quel sangue
e ora odia il rosso
non può vederlo.
Natale per lui è uno schifo
e
.
.
.

Ehi, tu. Tutto bene?”

la voce dell’altro avventore lo svegliò di colpo e rispose che sì stava bene e che si doveva fare i cazzi suoi.
Si presentò come Avi ed era quasi tentato di ridergli in faccia.
Sembra il nome di un detersivo sottomarca e accennò un mezzo ghigno canzonatorio.
“Sai come ci chiamavano?”
“No” rispose Louis seccato.
“Kavi” lo guardava ancora con quegli occhi tristi “significa ‘piccola poesia’ in sanscrito”
“Chi vi chiamava così?”
“I fan” sospirò e prese un sorso dalla bevanda.
“Eravate un duo o cosa?”
“Siamo un gruppo A Capella” fece una pausa “t’ho detto prima i nomi, te ne sei già scordato?”
“Ah, musica da Chiesa quindi”
“Veramente no”


Kirstie.
Kirstin.
Kirstin Taylor.
Kirstin Taylor Maldonando.
Lo perseguiterà
fino alla morte
e anche oltre
lunghi capelli biondi
non è mai stato un forse per me
ti amo

io no, Avi.
io
no.
Non più.
Potevamo sposarci
vivere assieme
essere una famiglia.



“C’eravamo presi una pausa dalla musica” disse Louis di colpo “lui a girare un film, il resto di noi a inseguire qualcosa di fumoso”
“E poi? Siete ritornati in pista?”
“No, ci siamo sciolti” fece una pausa e le parole pesavano su di loro, tutt’attorno un alone di mistero e confidenza “dopo la premiere del film s’è sentito male. Morì un mese dopo. Tubercolosi” Louis gli chiese: “A te?”
“E a me cosa?”

I vostri tweet
alle tre del mattino
sei stupendo
mi piace la tua nuova foto profilo
@Avi_Kaplan keeps dancing on all of us and I don’t know how to handle it
Ti voglio bene


“Cos’è successo?”
“Non – niente, non è successo niente. Solamente una sciocca cotta”
“Non c’è mai nulla di sciocco in una cotta. Alle volte porta al vero amore”
“Sai, quando la incontrai stavo con un’altra. Anche lei stava con un altro. Poi s’è lasciata con quell’altro e pure io mollai la mia ex: io volevo chiederle di uscire ma un altro ragazzo m’ha preceduto” la sua voce era amara “e ora eccomi qua a piangermi addosso”


Non sanno nulla di noi
del fatto che bevevi il tè prima di andare a letto
parlando poi nel sonno
non sanno dei pigiama party
ingaggiati a mezzanotte
delle risate
dei baci
non
lo
sanno
era un amore poco sano
e avete aspettato una vita
un battito di ciglia
e puf
è sparito tutto.



 
 

 
 
 

No, I didn't understand the thing you said
If I didn't know better, I guess you're all already dead
Mindless zombies walking around with a limp and a hunch
Saying stuff like, "You only live once"
- Twenty One Pilots, HeavyDirtySoul

 

Secondo Atto


Il telefonino di Avi squillò: era un messaggio da Kirstie e chiedeva disperata di raggiungerla.
“Vuoi un passaggio?” chiese Louis cercando di essere gentile, per quanto gli riuscisse.
Avi accennò un sorrisetto e annuì: gli spiegò che era venuto in autobus fin lì e che sì, un passaggio gli sarebbe stato comodo.


Dearest - though you're the nearest to my heart


Quando canticchiava, con sorpresa di Louis, Avi aveva la voce bella e profonda: accenna a una piccola canzone, Dearest di Buddy Holly, e gli disse che è la loro canzone.
Sua e di quella sottospecie di donna che l’aveva scaricato.
L’ultima parte l’aveva aggiunta Louis, stanco di quelle farneticazioni senza senso da parte del più grande.
Guidò abbastanza veloce, come se volesse chiudere la faccenda di Avi il più in fretta possibile.
Si vive una sola volta e in eterno.
“Quello che mi ha fatto innamorare di lei è stato il sorriso”
“Io mi sono innamorato dei suoi capelli, soffici al tocco”
“Ce li aveva lunghi?”
“Proprio come i tuoi, senza barba però”
E Avi continuò a canticchiare con quella voce confortante

please don't ever - umm ya ever say we'll part


e di colpo le sue preoccupazioni quotidiane sparirono.
Quasi.
Aveva un figlio adolescente da una donna che non aveva mai amato.
Aveva tentato di spiegargli come stavano le cose ma lui gli aveva rinfacciato il fatto di non essere mai stato lì per lui, che gli avevano dato della bambola, insultato fin da piccolo e per cosa?
Perché suo padre era diversamente etero – come l’aveva definito lui – e quelle pazze scatenate e omicide non lo volevano con la sua mamma.
Chiuse gl’occhi, annebbiandoli con la mente, invano tentò di pensare ai momenti felici.
L’audizione a X-Factor.
Il primo album.
Le cosce di Haz fra le sue.
Il primo concerto.
I firma copie in giro per la Gran Bretagna.
Little Things.
E un paio di caffè trangugiati fra una tappa e un’altra del tour mondiale di sette anni prima, perché sì sentiva sulla pelle ancora il calore della folla.



you scold and you were so bold yes together



L’amore sarebbe cresciuto per entrambi, forte e vecchio.
“Gira a destra, siamo quasi arrivati” e Avi gli sorrise – era gentile e non lo giudicava, da dove sbucava fuori quest’energumeno? Era una specie in via di estinzione?
“Ho provato a dimenticarla: mi sono messo col suo migliore amico”
Per poco Louis non inchiodò: non crede a ciò che ha sentito.
Com’era possibile?
Quell’uomo emanava eterosessualità da tutti i pori e cosa gli toccava sentire?

umm ya our love will grow old, umm ya our love will grow old


“Col suo migliore amico?”
“Sì”
“E come mai?”
“Il suo accento” abbassò gli occhi per poi sussurrare di nuovo: “il suo accento”
“Perché? Di dove sono?”
“Texas” fece una pausa “ne vedevo il riflesso, capisci? Posso dire che l’ho amato, sul serio. Forse per il primo anno: era una cosa nuova per me, stare con un uomo intendo. Era così magro e basso e fragile che, Dio me ne scampi, era lei. Volevo proteggere entrambi. Ma lui, il mio Mitch” e qui sorrise dolcemente al ricordo di lui e Mitch mano nella mano e lui che squittiva daddy o love “capì che pensavo ancora a Kirstie”
Risero quando raccontò che i fan sbagliavano spesso e volentieri il suo nome e che in un video disse ‘like thirsty with the k’.

you may be a million miles away, please believe me  

Arrivarono sani e salvi in questo quartiere borghese.
Le luci dei lampioni avvolgevano quell’aria stagna che solo New York sapeva regalare.
E dire che ad Avi manca un po’ Los Angeles e il suo caos: lo avrebbe distratto più facilmente del silenzio che regna nella periferia del nord – e lui era sempre stato abituato alla California, sin da bambino.
“Ti aspetto in macchina” Louis indicò la Mercedes blu e lui annuì.
Quella camminata avrebbe riportato alla mente vari altarini che non era ancora pronto rivelare a sé stesso.
Per prima cosa,che le avrebbe detto?
Anzi, che avrebbe detto lei?
Salì i gradini di pietra della villetta ben curata dei signori Lewis e suonò al campanello.
umm ya when you hear me say I love you, I love you
Lo spettacolo che gli si parò davanti non era dei migliori: una Kirstie stanca, fredda e distante.
I capelli lunghi e biondi erano tirati su in una coda alta, indossava un maglione di lana e dei jeans azzurro cielo: era così bella.
“Ti devo parlare”
“Dimmi tutto”
“No, non qui. Dentro”
Louis vide entrare Avi nella villetta: tamburellò sul volante per dieci minuti buoni.
Spazientito, uscì e si accese una sigaretta.
Passeggiò per tutto il quartiere e si fermò davanti a un circolo per giovani adulti – come amava definire lui gli adolescenti.

umm ya when you hear me say I love you, I love you
Lo spettacolo che gli si parò davanti non era dei migliori: una Kirstie stanca, fredda e distante.
I capelli lunghi e biondi erano tirati su in una coda alta, indossava un maglione di lana e dei jeans azzurro cielo: era così bella.
“Ti devo parlare”
“Dimmi tutto”
“No, non qui. Dentro”
Louis vide entrare Avi nella villetta: tamburellò sul volante per dieci minuti buoni.
Spazientito, uscì e si accese una sigaretta.
Passeggiò per tutto il quartiere e si fermò davanti a un circolo per giovani adulti – come amava definire lui gli adolescenti.
 

come home - keep me from these sleepless nights



“Ehi, vieni a divertirti con noi” disse un ragazzino sui diciassette anni, con una birra in mano e un sorriso brillo.
“Che posto è?”
Il luogo dava musica rockabilly, Jerry Lee Lewis cantava come too much love drives a man insane.
Non era dato sapere se quel love è ricevuto o donato a qualcun altro.
“Questo? Questo è il paradiso, babe” e ululò come un pazzo scatenato in mezzo alla pista.
“Louis, vedo che hai già conosciuto Ritchie” una voce troppo familiare gli giunse alle spalle.
Il trentacinquenne si voltò e vide un Harry ventisettenne che lo guardava dolce.
Stettero lì a fissarsi per un po’ e Louis lo abbracciò d’istinto.
“Non andartene via così, un’altra volta”
“Ma io sono già andato via, Louis”
“Sono morto pure io?”
“Oh no, il tuo momento non è ancora arrivato dolcezza” si morse il labbro e pose lo sguardo a terra “veramente, desideravo incontrarti di nuovo”
“Hai idea di cosa ho passato, Harry?”
“Ma ora sto bene, non vedi?” e si avviarono verso delle poltroncine a due posti, in perfetto stile anni cinquanta.
“Non li trovi fenomenali?” disse Harry d’un tratto.
Stava parlando di un gruppetto di ragazzi che parlavano animatamente su qualcosa di imprecisato.
“E chi erano?”
“Ritchie Valens” indicò il ragazzo che lo aveva accolto all’entrata.
“Jim Morrison” e questa volta indicò un uomo della stessa età di Harry.
“E quello con gli occhiali da sfigato?”
“Oh, lui? Lui era Buddy Holly”

try my love again - umm ya I’m gonna treat you right


“Avevano potenziale, cazzo” inveì Harry “soprattutto Buddy”
“Un ragazzo che ho accompagnato da queste parti, stava canticchiando una sua canzone in macchina” si guardò intorno e poi si rivolse di nuovo a Harry “ma sul serio che razza di posto è Haz?”
“È il luogo non luogo: ci spostiamo, attiriamo chi abbiamo amato in vita, ci parliamo e dopo loro se ne vanno. Alcuni lo chiamano limbo, altri stazione. Io preferisco chiamarla sala d’attesa” guardò l’ora da un orologio a muro, aveva un piccolo ghigno dolce in viso “fra un po’ arrivano”
“Chi?”
“Gli altri”
“Ovvero?”
“Altre anime. La folla. Ci esibiamo per loro, ora” e una porta si aprì “dovresti sentirle le ragazze quando vedono i Beatles, soprattutto quelle morte negli anni sessanta. Peggio delle nostre fan, in effetti”

umm ya I’m gonna treat you right


Le urla giulive di ragazzine in calore gli fecero ricordare perché avevi smesso di esibirsi – ma tutto ciò un po’ gli mancava.
Vide John Lennon e George Harrison attaccare con I Want to Hold Your Hand e decise che era ora di ritornare fuori, da Avi.
“Ci rivedremo presto” lo salutò Harry, attorniato da Buddy, Ritchie, Amy e Jim. 
“Quanto presto?”
“Per allora ti sembrerà un battito di ciglia”
“Andiamo, Harry. La festa è cominciata” sussurrò la Winehouse, avvolgendo un braccino magro attorno a Haz.
Uscì da quel posto con l’amaro in bocca e rifece la strada del ritorno.
La sigaretta intanto si era spenta fra l’indice e il medio.
La buttò a terra e con la punta della scarpa spense il mozzicone.
Era stato Harry a portarlo da Avi, pensò Louis in un attimo di follia: voleva che lo incontrasse e si scambiassero le loro storie.
“Ehi, dove ti eri cacciato?”
La voce di Avi era puro miele per le orecchie, come aveva fatto a non notarlo prima?
“Io?” domandò Louis spaesato “Ero –” si voltò per indicare le luci colorate in lontananza ma erano sparite nel nulla.
Era stato un sogno a occhi aperti o aveva visto sul serio il suo Harry?
Si rivolse ad al maggiore con tono preoccupato: “Com’è andata?” aprì lo sportello della macchina e vi salì.
“Sali, dai” e Avi salì e sbatté la sportello “allora?”
“Nulla, abbiamo chiarito i nostri punti di vista: la amo ancora, penso ancora a lei ma penso che, ora come ora, sia tutto finito. Non prova più nulla. Io sono confuso”
“Ti va di uscire con me domani?”
“Uh – ehm, ok. Mai mangiato kosher?”
“No”
“Nemmeno io” e Louis fu certo di aver sentito il sorriso di Avi sulla sua pelle.

   
 
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