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Autore: Carla Marrone    24/06/2016    1 recensioni
Un'avventura umoristica, in cui, il mio OC, una glottologa, finirà nel mondo di Lost Canvas. Il suo scopo? Tradurre delle antiche pergamene, che conducono ad un misterioso, magico tesoro. Il tutto, possibilmente, prima che queste cadano nelle mani degli Specter. Ad aiutarla, i Cavalieri di Atena, che avrà occasione di conoscere.
Come unica avvertenza, il linguaggio, solo in alcuni punti, un po' scurrile. Mi piace illudermi che, talvolta, fosse più che necessario. Quando ci vuole, ci vuole.
Spero vi divertiate a leggere questa breve incursione nella realtà dei Saint Seiya, almeno quanto mi sono divertita io ad inventarla. Fatemi sapere, ci conto!
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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10. CAVALIERE D’ATENA 

Anche stanotte, non sono riuscita a dormire. Sta diventando una dannata abitudine, da quando sono arrivata al Tempio. Ho pensato e ripensato a quanto successo con Manigoldo. Non che ci fosse molto a cui pensare, comunque. Diciamo che mi sono ritrovata a considerare che, quanto avvenuto, era un qualcosa che, probabilmente, avevo desiderato dal momento stesso in cui l’ho visto. Avevo fatto una delle mie solite battute cretine e lui aveva riso di gusto. Poi, non so come, non so perché, ci siamo avvicinati sempre di più, prima, scambiando qualche parola e poi… Arrossisco e mi copro col lenzuolo. Non riesco a capacitarmi del mio stesso comportamento. Sembro un’adolescente in calore. E che cacchio, Miranda, hai venticinque anni, per la miseria! Un po’ di contegno non guasterebbe. Per fortuna, non mi sta vedendo nessuno. 

Sento bussare alla porta. Ma che ore sono? 

Tanto sono sveglia. “Un momento, arrivo!” Strillo e mi butto giù dal “letto”. Mi vesto alla velocità della luce, sperando che alla porta ci sia Manigoldo. Magari, vuole parlarmi. Oddio, cosa vorrà dirmi? Che è stato tutto un errore? Io non apro. 

Invece, apro. Sono troppo curiosa. E, sulla soglia, compare Allen. 

“Scusa se ti ho svegliata, Miranda, ma la Signora Atena desidera vederti.” Mi informa diligente.

“Nessun disturbo, Allen.” 

La delusione che non si trattasse di Manigoldo mi blocca per qualche istante. Devo dare l’impressione di essere indecisa sul da farsi, perché Allen mi chiede se va tutto bene. 

“Hai, per caso, la febbre?” Mi domanda apprensivo.

“No, perché?”

“Sei rossa.” E ti pareva. Com’ero contenta, due minuti fa, quando ero convinta che nessuno avrebbe mai minimamente sospettato le mie paturnie amorose. 

E’ l’ora della “menzogna spudorata”. “No, è che mi sono stropicciata la faccia, quando mi hai svegliato. Per quello sono rossa.” 

Allen mi fa un piccolo inchino. “Mi spiace davvero. So che è molto presto, ma si tratta di una cosa di assoluta importanza.” 

“Non darti pena. Andiamo.” 

Raggiunta la sala del Consiglio, porgo i miei saluti alla dea ed al Gran Sacerdote, inchinandomi. Sasha mi dice di alzarmi in piedi. “Non c’è bisogno di essere tanto formali, con me, Miranda.” Aggiunge. 

“E’ meglio che si eserciti, per un futuro, non trovi?” Le fa osservare il Sacerdote. Quest’ultima frase non mi è stata del tutto chiara. Ma, non oso chiedere spiegazioni. Il contesto è troppo formale. Poi, ho come il sentore che stiano per giungere da sé. 

“Shion mi ha raccontato quello che hai fatto, alla Fortezza. Hai sconfitto uno Specter tutta da sola.” Sasha mi guarda ammirata. 

“Veramente, ci hanno pensato Shion e Manigoldo. Io l’ho solo fatto inciampare nei miei fan veli.” Replico, imbarazzata. 

“La gran parte delle persone normali non ci riesce.” Puntualizza il Sacerdote. 

Vedo la dea Atena fare un respiro profondo, poi parla lentamente, un’espressione di attesa sul volto. 

“Miranda, ho trovato la maniera di tenere aperto il varco spazio-temporale, che ti ha condotta qui, piazzando dei talismani magici alle sue estremità. – S’interrompe, per un attimo, come a voler sondare le mie reazioni. – Ora, se lo vuoi, sei libera di restare. Ma sappi, comunque, che potrai tornare quando lo vorrai. – Alza una mano. – Ma, potrai farlo una volta sola. Per tanto, pensaci bene. Una volta a casa, non potrai venire di nuovo qui.”

Questa storia mi puzza un po’. Certo, ora come ora, mi vengono in mente almeno un paio di motivi buoni per restare, ( il primo di essi, Manigoldo ) ma, non mi spiego perché me lo stiano dicendo la dea della guerra e il Patriarca del Grande Tempio. 

“Per quale motivo dovrei restare?” 

Un altro sospiro. “Per divenire un Cavaliere.” Mi dice Sasha, con tono solenne. 

Quest’ultima affermazione mi ha spiazzato. E’ indubbio, certo, che ho dei poteri. Mi tocca ammetterlo. Ma, la vita di un Cavaliere è molto dura. Posso davvero farcela? Tanto vale provare. Posso sempre tornare a casa mia e, una volta lì, riprendere la mia vita di sempre, esattamente dove l’ho lasciata. 

“Accetto.” Il mio cuore parla per me. Sasha mi sorride.

“Molto bene, comincerai oggi stesso. Shion ti sottoporrà ad una prova e, se la supererai, potrai divenire un Cavaliere.” M’informa il Patriarca. 

Vi prego, non ditemi che devo camminare sui tizzoni ardenti, o roba del genere! 

Il Sacerdote mi congeda ed Allen mi conduce nella foresta dietro al Tempio. Arrivati ad uno spiazzo erboso, si ferma. Una ragazza che non conosco e Shion si trovano lì, apparentemente in attesa. Sono qui per la mia prova, lo so. Il difficile viene ora. 

“Io vado, Miranda. Si occuperanno loro di te.” Occuperanno? In che senso? Quanto vorrei che Allen avesse optato per una diversa scelta dei vocaboli…

Sono talmente presa, ad osservare i miei due esaminatori, che non lo saluto neanche. So di essere logorroica, ma, vi prego, non ditemi che devo battermi, contro due persone, contemporaneamente e vincere. Anche affrontati uno alla volta, sarebbero troppo, per me. La ragazza, poi, mi fa più paura di Shion, così, a pelle.

“Credo che tu non conosca Yuzuriha.” Esordisce Shion.

“Piacere di conoscerti, Miranda.” Mi si presenta la ragazza. Non è, poi, così spaventosa.

“Ciao.” Le faccio un timido cenno con la mano. E’ normale che io non sappia cosa dire? No, non lo è. Me la sto, letteralmente, facendo sotto; dovrei cazzeggiare e, invece, ammutolisco. Potrebbe trattarsi di uno dei segni dell’Apocalisse. In tal caso, sarebbe chiaro che ho proprio dei poteri.  

Shion riprende la parola. “Yuzuriha possiede abilità simili alle tue. Come te, lei riesce ad infondere il suo Cosmo all’interno dello scialle che porta al collo e lo utilizza per neutralizzare i suoi nemici.” 

Fantastico, sbalorditivo! Un momento, posso farlo anch’io? Ah, sì, una volta l’ho fatto.

“Dovrai superare una prova, se vorrai divenire Cavaliere. – Shion mi indica due enormi massi. – Frantuma una di quelle rocce e sarai dei nostri. Yuzuriha ti mostrerà come fare.” 

Cosa, cosa? “I mei veli sono fatti di semplice organza, come posso fare a pezzi un sasso, utilizzandoli?” 

“Yuzuriha.” Le comanda il Cavaliere d’oro. 

La ragazza attacca una lunga manfrina sul Cosmo e le sue proprietà che si rispecchiano nell’animo umano. Poi, di punto in bianco, si toglie la pashmina e, con una semplice frustata, fa a pezzi una delle due rocce. Devo ammettere che, del discorso non ho capito niente, però, non posso certo fingere di non averle visto fare quello che ha fatto. Mi devo ricredere, è davvero spaventosa. 

I due mostri prendono a guardarmi come a volermi dire “adesso tocca a te” ed io non posso fare a meno di tentare. 

Estraggo i fan veli dalla loro custodia. Con tutta la forza che ho in corpo, li lancio contro il sasso ancora intatto. I due bastardi fluttuano elegantemente nell’aria, per poi posarsi delicatamente sul masso. Direi che ho fallito. 

“Ve lo dicevo – esclamo scocciata – sono troppo leggeri.” 

“Anche lo scialle di Yuzuriha lo è. Ricorda che hai rotto l’armatura di uno Specter. Riprova.” Mi fa presente Shion. Quindi, l’armatura degli Specter è più resistente delle rocce? Ma come avrò fatto? Adesso come adesso, sento che non riuscirei a distruggere quel sasso neanche usando un machete.

Poi, qualcosa in me scatta. Voglio tentare il tutto per tutto e provare a credere alle parole di Yuzuriha. Se il Cosmo si trova nella nostra anima ed è connesso all’universo, forse, quello che provo dentro può richiamarlo. 

Provo ad immaginare Sasha aggredita da uno Specter. Ripenso intensamente a Shaktish della Stella Nera, l’unico, tra i nostri nemici, che io abbia incontrato. Vedo chiaramente la sua espressione arrogante, il modo in cui, senza esitazione, si è scagliato contro Manigoldo e gli ha scavato un buco in pancia. Sento vibrare qualcosa dentro di me. E’ la rabbia contro gli aggressori spietati. Non ho mai provato simili emozioni in vita mia. Adesso capisco perché i veli mi sembrano leggeri. E’ perché, fino ad adesso, è così che è stato il mio spirito. Leggero, sfuggente. Ma non lo si può essere sempre. Prima o poi, una battaglia inizia, nella vita delle persone e bisogna affrontarla con coraggio, dando ad ogni cosa il giusto peso. Che, di per sé, è una forma di coraggio. 

Sento un rumore proprio davanti a me e sollevo il capo. Fino ad ora, ero immersa nel mio piccolo mondo interiore. Quasi come in trance.

Non posso crederci! La roccia, sulla quale avevo poggiato i miei veli d’organza, è in frantumi… All’interno del loro abbraccio mortale, una miriade di pietre sgretolate. 

Do uno strattone con le braccia e i fan veli, divenuti, di nuovo, molli, svolazzano verso di me. Si attorcigliano, ubbidienti, davanti ai miei piedi. Mai, come adesso, ho avuto il sentore che questi oggetti avessero una vita propria. Improvvisamente, mi ritrovo a ringraziare mentalmente la mia cara nonnina, per avermeli fatti con tanto amore. E’ quasi come se avesse infuso la sua forza e la sua volontà di proteggermi in essi. Sento che è così. In questo momento, in questo mondo, così lontano da casa, so di non essere sola. 

“A quanto pare, la nostra Dea Atena ha un nuovo Cavaliere. – Afferma Shion. Yuzuriha mi sorride. – Vieni con me, Miranda. Ti mostro il tuo maestro.”

“Credevo sareste stati voi, dato che la ragazza ha dei poteri simili ai miei.” Sono confusa. 

“E’ stato lui a proporsi come tuo insegnante di tecniche da battaglia.” 

“Lui chi?” Sono sempre più confusa. 

Shion non risponde e prende, invece, a camminare verso il profondo bosco. Non posso far altro che seguirlo. Mentre procediamo, faccio delle ipotesi su chi potrebbe essere il mio futuro maestro. Sasha, forse? Ma sa combattere, o, per meglio dire, ne ha il tempo? Forse, il Patriarca in persona. Certo, con tutto quello che ha da fare, si mette ad insegnare le arti marziali ad una mammoletta come me! La mia accozzaglia di pensieri sembra non avere fine. Poi, d’un tratto, i due Cavalieri si arrestano. Mi accorgo solo in questo momento di dove ci troviamo. Nel mezzo di un fitto sottobosco, da delle rocce, sgorga un ruscello, che si conclude in una cascata, in fondo alla valle. Tutt’intorno a noi, querce maestose. E’ un punto panoramico dalla vista mozzafiato. Riesco a vedere anche il Grande Tempio, incorniciato dalle fronde degli alberi. Il cielo, oggi, è di un azzurro nitido ed ostinato. Guardo verso l’alto, l’unica nuvola, candida come un agnellino, che fa capolino in questo blu chiaro senza fine. Mi sento in pace, qui. Una sensazione come questa, a casa mia, non l’avevo mai provata. Credo di aver fatto la scelta giusta, decidendo di fermarmi qui ancora per un po’. E’ la mia anima che me lo dice. Mi accorgo, così, forse, un po’ in ritardo, di non aver provato la minima fatica nel risalire il sentiero di montagna. Dunque, è questo che si prova, quando si stabilisce un contatto con il proprio Cosmo. Una sensazione di infinito, anche energetico, che si diffonde attraverso tutto il corpo. La cosa mi piace parecchio. E’ molto meglio delle snervanti lezioni di yoga che facevo qualche anno fa. Dovevo stare ferma, per delle mezz’ore, in posizioni, a dir poco, oscene, ad annusare la puzza di piedi degli altri praticanti, che si erano tolti i calzini. Il che, rendeva alquanto difficile il tanto sciorinato controllo della respirazione. Ahimè! 

“Ti aspetti, forse, che il tuo maestro cada dal cielo?” Sento la voce di Manigoldo, alle mie spalle. Mi volto ed avvampo. Speriamo non ci facciano caso. 

“Mi hanno detto di aspettarlo qui e, non sapendo cosa fare mi davo al bird-watching.” 

“Al cosa?” Mi chiedono in coro. Questi Cavalieri non abbandonano mai la coordinazione di gruppo. 

“Lasciate stare. – Schiaffeggio l’aria con una mano. – Piuttosto, quando arriva?” 

Manigoldo sguaina tutti i denti. “Ce l’hai davanti!” Esclama, in fine, trionfante. 

Che cosa? Lui e dico, lui, sarebbe il mio maestro! Non ci credo…

“Manigoldo. Posso avere un sigarillo, adesso? Ne ho davvero tanto bisogno.” 

“Non se ne parla. – Oh, non smette mai di ridere. – Ne avrai uno quando otterrai l’armatura di bronzo. Sempre che tu ci riesca.” 

Voglio prendere direttamente quella d’argento, così, magari mi da tutto il pacchetto. Vedrà di che pasta sono fatta. 

 Yuzuriha e Shion si congedano. Ora siamo soli. Manigoldo mi fa cenno spudoratamente con la mano di attaccarlo. 

La vera avventura ha inizio ora! 

 

 

Fine.

   
 
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