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Autore: Wellesandra    24/06/2016    0 recensioni
Ashley Cooper è un'agente immobiliare e ha un unico scopo: vendere l'antico castello di Teignmouth. Sa che è un'impresa difficile, ma sa anche che è l'unico modo per poter dire addio alla sua monotona vita e iniziarne una nuova. Quando si presenta all'appuntamento con il proprietario, un certo Thomas Kirk, è pronta a tutto tranne che trovarsi intrappolata in quella casa, costretta a combattere per la sua libertà.
Sarà costretta ad affrontare numerose sfide ma non sarà sola: con lei, una saggia sfera di cristallo le spiegherà come fare a sopravvivere. Inoltre Ashley scoprirà presto che non è l'unica persona ad abitare la casa. Tre spiriti le terranno compagnia e saranno dei validi aiutanti per mostrarle la strada giusta da seguire...
Genere: Avventura, Horror, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Christopher Wolstenholme, Dominic Howard, Matthew Bellamy, Nuovo personaggio, Tom Kirk
Note: AU, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Giochi per adulti


Ashley non sapeva dove andare.
Uscita da quello che sembrava essere l'ingresso si ritrovò nell'atrio principale, dove aveva conosciuto il maggiordomo. Si guardò intorno e poi fece la cosa più normale al mondo: si diresse verso la prima porta che aveva visto.
Si avvicinò a passo calmo alla porta in questione, che si trovava proprio accanto a quel dannato orologio a pendolo.
-Io non penso sia una buona idea.- disse Maggie nel momento stesso in cui Ash toccò il pomello e prese una scossa elettrica.
Trattenendo senza successo un urlo iniziò a soffiarsi la mano.
-Non potevi dirmelo prima?-
-Oh be', è vero che hai detto che sei un' idiota, ma pensavo che avresti notato i numeri posti sopra a quel legno marcio.-
La ragazza alzò lo sguardo, e notò il numero 95.
-A cosa serve?-
Si fece indietro per leggere meglio. C'era scritto anche “Giardino”.
-Sono le anime che ti servono, piccola. Ora sali sopra. È lì che devi andare.-
Si incamminò verso le scale e iniziò a salire. Raggiunse l'arazzo gigantesco che aveva notato proprio appena entrata; sicuramente a casa sua non avrebbe mai e poi mai voluto una cosa del genere. E sicuramente non avrebbe avuto quel dannato orologio a pendolo... Dio, quanto li odiava!
Ashley si girò, ammirando dalla sua posizione l'intero atrio. Il suo sguardo fu attirato da una sorta di maniglia luccicante e si avvicinò lentamente. Sembrava essere uno di quegli interruttori tipici delle fabbriche, quelli che erano difficili da muovere.
Io ci provo, pensò. E al contrario di ciò che supponeva, l'interruttore si abbassò velocemente, rivelando un ingresso ben illuminato e molto ben curato.
Ai lati dell'arazzo due tende rosse che partivano dal soffitto arrivavano fino a terra, incorniciando l'uomo in modo perfetto. Le scale erano ricoperte da un tappeto viola, con una fantasia che richiamava il rosso e il blu. Le porte, seppur di legno antico, erano mantenute bene; l’unica eccezione era il legno marcio posta su ognuna di esse, su cui era scritto la stanza di appartenenza. Il lampadario era enorme, composto da quelli che ad Ashley sembravano tanti piccoli cristalli che riflettevano luce da tutte le parti.
-Visto? A differenza degli altri tre tu hai fatto tutto da sola. Ma noi donne siamo le migliori, che lo diciamo a fare?-
Ashley ridacchiò. Era perfettamente d'accordo con lei, ma la sua attenzione era riservata a tutt'altra cosa.
-Cos'è quella?- chiese, avvicinandosi ad una delle porte di legno che non presentavano nessun numero.
-Prima di chiederlo non dovresti fare qualcos'altro, tesoro?- Ashley rimase lì impalata, pensando a cosa aveva dimenticato. Maggie sbuffò e riprese: -Le anime! Per l'amor di Odino, mi rimangio tutto quello che ho detto!-
Ashley scoppiò a ridere.
-Scusa Maggie, me ne sono dimenticata. Com'è che i fantasmi malvagi non mi hanno attaccato?-
-Chiamali pure Darkshines. È così che li aveva chiamati Matt l'ultima volta!- Esclamò la sfera di cristallo, ridacchiando. -Non sono domande a cui posso dare una risposta; a volte compaiono, altre volte evitano. Sicuramente hanno in serbo qualcosa di ... speciale, per te.-
-Non è confortante.- Mormorò la ragazza, iniziando a cercare le anime nascoste nei posti più improbabili.
Le trovò tutte senza troppa difficoltà e anzi, si meravigliò quando i movimenti risultarono essere automatici. I fantasmi che comparvero alla fine erano tanto allegri da ballare tra di loro. Uno si trovava perfino sul lampadario!
Ashley li guardò e sorrise per poi dirigersi in quello che era il “Corridoio di sinistra”.
Le stanze sembravano infinite, ma grazie a qualche direttiva di Maggie la ragazza riuscì a trovare subito la stanza che le serviva. L'aprì senza esitare e si ritrovò in una specie di studio, con tanto di librerie a muro a doppio livello e un pianoforte e coda.
-Oh, qui Matt stava per essere fregato!- esclamò Maggie, ridendo come una ragazzina.
-Cosa significa?-
-Diciamo che Tom tenterà in tutti i modi di trattenerti qui ma non so se con te userà la stessa tecnica.- Maggie sospirò per poi riprendere. -Con Matt, Chris e Dom ha utilizzato sempre la stessa tattica: li fa arrivare in una stanza, dove casualmente c'è una delle tante cose per cui loro cadono in tentazione. Per Matt il pianoforte era un grosso richiamo...-
Il silenzio cadde e una strana malinconia si impossessò del cuore di Ashley. Le sembrava cogliere tutto il dolore, la preoccupazione, la noia e il senso di vuoto che quei ragazzi provavano. Che forse provavano, si corresse. Ma benché quella fosse una situazione molto più che strana, erano queste le sensazioni che Ash percepiva e non c'era verso di farle cambiare.
-L'empatia può essere qualcosa di sconvolgente, non credi?-
La ragazza annuì rimanendo immobile nello stesso punto.
Scosse la testa, pronta a rimettersi in moto.
Come era di consueto iniziò a girare la stanza, alla ricerca dell'interruttore della luce. Provò a tastare i vari libri ma nessuno si muoveva. Alzò il capo e notò che le librerie erano a doppio livello ma mancava il mezzo con cui salire.
-Dobbiamo procuraci una scala, Maggie.-
-Sono pienamente d'accordo.-
-Tu ci sei già stata qui?-
-Oh sì,- sospirò la sfera. -Abbastanza da sapere cosa fare.-
-E perché non me lo dici invece di farmi perdere tempo?- Domandò Ashley, fermandosi di colpo dalla sua ricerca.
-Non posso parlare... troppo. Ma se cerchi qualcosa nello zaino e lo posizioni sul pianoforte, forse...-
Ashley si avvicinò ad una sorta di tavolino e appoggiò sopra lo zaino. Prese Maggie tra le mani e la guardò con un sopracciglio alzato.
-Lo sai, vero, che io non ho messo nulla in questo zaino?-
La sfera le fece l'occhiolino. -Tranquilla bambina. Tu cerca e basta.-
Ashley obbedì, appoggiandola sul tavolo e iniziando a rovistare alla ricerca dell’oggetto giusto.
-Ma come è possibile che una cosa così piccola possa contenere tutto questo materiale? Guarda... c'è perfino una sciarpa, e per di più leopardata!- La tirò fuori, guardandola con scetticismo.
-Chi potrebbe mai indossare una cosa del genere?-
-Anche se non è un amante di sciarpe e cappelli, quella è di Dom. E non offendere mai le cose leopardate davanti a lui.-
-Meno male che non c'è allora. Vediamo...- Tirò fuori uno specchio, un pettine, un'armonica, una cintura- sì, anche quella leopardata-, un paio di occhiali da sole...
-Maggie, non c'è nulla.-
-Io proverei a cercarle dopo. Ora che ne dici se ti sbarazzi di tutti questi ragni?-
Ashley sobbalzò, guardandosi intorno. Non se ne era resa conto, ma aveva già impugnato il suo coltellaccio.
-Toglimi questi dannati animali di dosso!-
La ragazza li buttò a terra e iniziò a schiacciarli uno ad uno.
-Sembrano infiniti!-
-Fidati, finiranno prima o poi.-
Fu più poi che prima. Alla fine Maggie soffiò via una ciocca dei suoi capelli ricci dalla faccia.
-Io ti avevo detto prima o poi.-
- È stato così tanto poi che ho imparato a ballare il tip- tap.-
Maggie scoppiò in una fragorosa risata e Ashley non poté fare altro che sorridere.
-Se avessi ancora un corpo a quest'ora ti starei abbracciando!-
-E io starei ricambiando con tutta la forza. Ora, che ne dici di riprendere da dove avevamo lasciato? Ti ho salvato la vita, mi devi un aiuto.-
Maggie guardò quella sorta di giocattolo ancora appoggiato sul tavolo.
-Io azionerei quell'aggeggio e lo posizionerei sul pianoforte. Ma poi la decisione la devi prendere tu.-
Ashley alzò gli occhi al cielo e fece esattamente ciò che le aveva consigliato Maggie. Il pianoforte iniziò a comporre delle meravigliose note in modo anonimo, senza la comparsa di un solo fantasma. Animata da quelle note, Ashley camminò per la stanza e quattro libri si disposero come un mattone proprio accanto al pianoforte.
-Non dirmi che dovrei salirci sopra- pregò Ashley, guardando in modo speranzosa la sfera di cristallo.
Dall'altro lato, Maggie girò il capo, iniziando a fischiettare.
-Signore mio...-
Si fece coraggio e appoggiò i piedi sui libri. Altri quattro si aggiunsero a quelli precedenti e Ash avanzò come se fosse ubriaca. Allargò le braccia per darsi equilibrio e, quando si girò indietro, notò che due libri si erano spostati avanti, e così era man mano che avanzava.
Si fece il segno della croce e proseguì lentamente fino a quando non raggiunse il primo piano di una delle due librerie.
-Non è stato poi tanto difficile.- Mormorò tra sé e sé, abbassando una leva posizionata al centro della libreria. I libri si disposero di nuovo, ma questa volta a due a due. Ashley abbassò il capo e deglutì, notando la distanza che la separava dalla terra.
-Non guardare in basso tesoro. Sappi che se anche tu cadessi, non ti faresti niente.-
"Lo spero", aggiunse mentalmente Meggie, che non era sempre sicura di quello che diceva. La sfera di cristallo guardò l'umana perdere l'equilibrio un paio di volte, ma per sua fortuna senza mai cadere. Ash raggiunse l'altro lato in meno tempo e abbassò la leva. Due rampe di scale apparvero ai lati dei pianerottoli e Ashley si girò verso Maggie, con sguardo accigliato.
-E dove cavolo si accende la stramaledetta luce?- La sfera guardò dritto in alto, davanti a sé.
-Proprio lì, di fronte a te.-
Ash si girò. Il percorso era più lungo e le sembrava anche più tortuoso, in quanto una serie di libri iniziarono a danzarle intorno a ritmo di musica. La dolce melodia si era infatti trasformata in qualcosa di più frenetico e i volumi andavano continuamente a sbatterle contro. Calcolando il tempo della musica, riuscì ad arrivare quasi al traguardo senza trovare ostacoli.
Un rumore ovattato attirò la sua attenzione e si voltò per vedere arrivarsi contro un fantasma. Riuscì ad abbassarsi giusto in tempo, ma un grosso libro la buttò di lato facendole perdere l'equilibrio. Intanto una serie di Darkshines erano pronti ad andarle addosso. Ashley prese il suo coltellaccio e se lo mise tra i denti. Si rialzò, allargò le braccia e camminò il più velocemente possibile per arrivare al rilievo che aveva notato poco prima. Si sentì presa per un braccio e attaccò subito il fantasma che aveva provato a farla cadere, rendendolo polvere. Lo stesso fece con gli altri spettri che provarono a buttarla dai sette metri di altezza.
"Vabbè che Maggie ha detto che se cadessi non accadrebbe nulla... ma santo cielo dico io! Dovrei rifare tutto!".
Con questo pensiero Ashley raggiunse l'interruttore e muovendo le sopracciglia su e giù, fece "ciao ciao" con la mano al fantasma e accese la luce.
Quello che credeva fosse un rilievo in realtà si dimostrò essere un altro pianerottolo, dal quale comparvero altre due rampe di scale.
Quasi saltellando Ashley iniziò a canticchiare uno scioglilingua imparato quand'era bambina.
-Il mondo è fatto a scale, chi le scende e chi le sale, chi le scende troppo in fretta si sciupa la scarpetta. La scarpa ha il laccio sciolto, lo scialle scalda molto, lo scialle non è sciarpa, la sciarpa non è scarpa, il furbo non è sciocco, tira il laccio è sciolto il fiocco.-
Raggiunse Maggie e la prese tra le braccia. -Sai, mi piace quando vinciamo.-
La sfera rise e si guardò intorno.
-Illuminata è ancora più bella.-
Il tono malinconico attirò la curiosità di Ashley che appoggiò la sfera sul tavolo e si abbassò alla sua altezza.
-Ti va di raccontarmi qualcosa del tuo passato?-
-Oh...- esitò Maggie, distogliendo lo sguardo da quello della ragazza. Ad Ash sembrava tanto che provava a non piangere.
-Magari un altro giorno.-
-Lo sai che hai molte cose da raccontarmi?-
Le sorrise dolcemente e la riprese tra le braccia, sicura che la sua nuova amica non le avrebbe detto più nulla. Intanto riprese il giocattolo- un bellissimo picchio con su scritto Alfie- e lo ripose nello zaino.
-Posso chiederti un piacere?- La interruppe Maggie.
-Spara pure.-
-Non è che potresti trovare qualcos'altro dove posarmi?-
-Lo zaino non ti piace più?-
Se avesse potuto fare spallucce, la sfera non ci avrebbe pensato due volte.
-Ho cambiato idea.-
Ashley sorrise sbilenca e acconsentì.
-Perché no. Ora però ho altro a cui pensare.-
 
Dopo aver lasciato la stanza del pianoforte e aver recuperato altre anime, l'oscurità incominciò di nuovo a fare da padrona. Ad ogni cinque passi corrispondeva una porta. Ashley leggeva ad alta voce i numeri riportati sopra.
-Maggie, sei sicura che è la strada giusta?-
-Io non ti ho detto niente. Questa è una domanda che dovresti porti da sola.-
-Grazie mille.- Le rispose sarcastica.
"Ma quanto potevano essere utili queste sfere di cristallo", la riprese mentalmente.
Camminò ancora e ancora fino a quando non si ritrovò di fronte alla porta che le serviva. Sorrise e aprì la porta.
-Benvenuta nella stanza dei Giochi per adulti. Non farti ingannare dal nome.-
-Effettivamente,- disse Ash guardandosi intorno, -la prima cosa che mi è venuta in mente è stato un sexy shop. "Giochi per adulti" cosa altro potrebbe significare?-
-Sei peggio di quegli altri tre pervertiti. Per Odino, voi giovani d'oggi pensate solo al sesso!-
Ashley si strinse la testa tra le mani e iniziò a massaggiarla. -Potresti evitare di urlare in quel modo? Mi fai esplodere la testa. E poi Odino?!-
-Me lo hanno insegnato.- Le rispose la sfera, sussurrando.
Ashley si trovò di fronte ad una stanza ampia, con divani disposti in ordine perfettamente maschile. E con ordine perfettamente maschile si intende messi a caso, con ai lati dei tavolini pieni di bottiglie di alcolici di tutti i tipi. C'era addirittura un bancone da bar, per servirsi autonomamente.
-Si trattavano bene.-
-Meglio di quanto immaginassi.- Fu la pronta risposta di Maggie. Camminando piano e stando bene attenta a dove metteva i piedi, Ashley arrivò nella parte dedicata al gioco.
-Biliardo? Con questo si intende stanza per adulti?-
-Ai nostri tempi erano cose riservate ai signori, non so se mi capisci. E poi ti posso assicurare che non era l'unica attività che si svolgeva.-
-Oh certo. Cos'altro potrebbe essermi sfuggito? Ma certo! Giocavano a carte e bevevano un bicchierino di liquore, non è vero?-
Il tono sarcastico con cui rispondeva Ashley infastidì pesantemente Maggie, che iniziò ad urlare in modo esagerato.
-Non ti azzardare a prendere in giro nessuno signora! Mai, mai e poi mai fare del sarcasmo in questa situazione!-
Ashley cadde a terra, colpita da un dolore atroce.
-Ci siamo intese?-
-Sì, sì, sì!- Disse, contorcendosi dal dolore. Quando tutto cessò, rimase per qualche secondo a terra, maledicendo la sfera di cristallo mentalmente.
-Guarda che ti sento. Ora pensa a guardarti intorno, figliola. Guarda, non vedere. Guarda.-
 
-Sono qui, mi vedi?-
Dominic James Howard guardava Ashley contorcersi a terra e decise di darsi una calmata. Forse era il suo pensiero a farla stare male.
-Le donne, sempre a gettarsi ai miei piedi!- Esclamò, sorridendo a quella scena.
-Va a quel paese.- Borbottò la ragazza e lui la guardò male.
-Brutta stronza, a fanculo ci andrai tu. E ora dimmi come cazzo faccio ad andare via di qui!-
Si mise le mani sui fianchi, come una donnicciola, e iniziò a battere il piede sinistro a terra, come se stesse suonando la sua batteria.
-Quanto mi manchi piccola.- Mormorò, intrappolato nei ricordi.
Quando vide che Ashley iniziò ad alzarsi, riprese a fare il macho della situazione.
-Sto guardando, Maggie. Ma non c'è nulla. Provo a cercare l'interruttore per la luce.- Detto questo lo oltrepassò come se fosse aria.
Tecnicamente, forse, lo sono, pensò. La rincorse e iniziò a parlarle di nuovo, tentando in tutti i modi di farsi vedere. Incominciò a gesticolare come aveva fatto poco prima, convinto di vederla rotolare di nuovo a terra per il dolore, ma ciò non accadde. Fu allora che pensò che a darle fastidio erano state le grida stridule di Maggie.
Tutto ciò che fece la ragazza era guardarsi intorno, curiosando nei pochi libri sparsi su una sedia.
-Maggie...- ripeté Dominic, sorridendo a trentasei denti. -Maggie! Mi senti?-
-Io sì, bocconcino. Lei no, a quanto sembra.-
-Come diamine fai a comunicare con entrambi?-
Maggie ridacchiò.
-Mi è mancata la tua risata, dolcezza.-
-Le lusinghe non possono fare molto, Dominic. E non porre domande a cui non posso rispondere.-
-Come al solito. Allora, perché non le dici che sono qui?-
-Sai che non posso fare molto. Deve essere lei ad accorgersene. Se magari le dai una mano...-
Il tono esortativo di Maggie fece muovere qualche ingranaggio nel cervello fantasma di Dominic.


Mentre Dominic pensava, Ashley girovagava per la stanza, meravigliandosi di tutte le cose che vedeva. Ogni quadro appeso, ogni foto al muro sembravano essere macabre e cupe come la casa.
Più restava lì, più si sentiva osservata e ad un tratto sentì che qualcuno le sfiorava la spalla e si tirò indietro. Impugnò il coltellaccio e assottigliò lo sguardo, pronta a colpire se ce ne fosse stato il bisogno. Poi si rilassò, attirata dallo specchio in fondo, nella parete più nascosta. S'incamminò piano, Ashley, come se fosse attratta dal canto di una sirena. Quando fu vicina si specchiò. Il suo viso corrispondeva a quello che conosceva da sempre: capelli biondo cenere, occhi verdi, labbra sottili e zigomi leggermente visibili. Sorrise e l'immagine ricambiò l'espressione.
Le sembrava che fossero passati dei mesi da quando era rinchiusa lì e invece, probabilmente, era passato solo un pomeriggio. Difficile da capire, quando il cielo è continuamente nuvoloso e quando il rumore della pioggia è l'unico suono che si riesce a percepire.
Quando posò di nuovo gli occhi sullo specchio notò qualcosa: una figura trasparente fluttuava dietro di lei. Era più alta, magra e continuava a muovere la testa.
-Maggie...-
Il tono che usò era quello dell’incertezza.
-Usa l'istinto, bambina.-
Ed è quello che fece.
Si voltò e impugnando il coltellaccio lo affondò nell'aria, sperando di aver colpito in pieno la figura. Onde elettriche violacee si sprigionarono, circondando l’essere che incominciò ad assumere dei tratti tipici umani. Si accasciò su se stessa, fino a quando non diventò visibile.
-Per tutte le Manson di Matt! Ci sei riuscita!-
Ash guardò il fantasma biondo che si alzò, guardandola con i suoi occhi grigio-verdi velati.
-Ehi! Sembra che hai appena visto un fantasma!-
-Oh Dominic, queste battute sono pessime!- Si intromise la sfera.
-Maggie, mia sfera di cristallo preferita, unica e sola nei miei pensieri, ti sto baciando una mano, lo sai.-
La risata cristallina di Maggie fluttuò per a stanza.
-Oh Signore... come è possibile?-
-Come è possibile, cosa?- Chiese Dom, avvicinandosi a lei e sorridendole. -Non dirmi che Maggie non ti ha parlato della tua missione.-
-Oh no. Lo ha fatto, ma...-
-Ho capito,- disse il fantasma, interrompendola. -Ti trovi nella fase "non so come sia possibile averti qui davanti a me e bla bla bla". Ci sono già passato altre due volte e ti assicuro che non voglio ripetere sempre le stesse cose. Per ora sappi che io sono Dominic Howard. O se vuoi, chiamami Dom.-
Con un'espressione metà tra il divertito e metà tra senza parole, Ashley fece spallucce e porse una mano a Dom.
-Io sono Ashley.- Dopo lo scambio di presentazioni, la ragazza si guardò intorno. -Allora, dove cavolo si accende la luce?-
-Non chiederlo a me. Non ci sono mai arrivato a questo punto.-
Ash lo guardò con un sopracciglio alzato. -Non guardarmi così, mi sono fermato un po' prima di capirlo.-
Si giustificò il fantasma, che iniziò a girare per la stanza fischiettando un motivo a lei sconosciuto.
-Non credergli, bambina. Si è fatto fregare in un niente.- Maggie ridacchiò e poi abbassò il tono di voce. -Si è... come dite voi? Fatto infinocchiare alla grande!-
-Guarda che ti ho sentita! Non mi sono fatto infinocchiare, ma come avrei mai potuto dire di no?- Il sorriso di Dom era trentasei denti. -Dovevi vederle, tutte che mi si buttavano addosso. Sono un uomo, certe cose sono istintive.- Spiegò, facendo intuire alla ragazza cos'era accaduto-
-Spero solo che tu ora abbia imparato ad utilizzare anche un altro tipo di cervello.- S'intromise Ashley, indicando la mente. Il fantasma sbuffò e le si avvicinò quasi volando.
-Tu saresti molto simpatica a Matt e a Chris. Ma ora forza, andiamocene via da qui. Non ce la faccio più!-
I due si misero a cercare l'interruttore e dopo circa mezz'ora Ashley lo trovò nascosto dietro un libro rosso.
-La prossima volta ricordatemi di cercare prima fra i libri.-
Sbuffò la ragazza, premendo il tasto e illuminando, finalmente, l'intera stanza.
-Come ho fatto a non pensarci anche io?- Dom si affiancò alla ragazza e le appoggiò un braccio intorno alla spalla. Dal canto suo, Ash lo guardò per l'ennesima volta con un sopracciglio alzato.
-Mi dovrete spiegare anche come sia possibile che io riesca ad interagire fisicamente con un fantasma.-
-Prima che ne dici se interagiamo come si deve?-
Il pavimento iniziò a tramare poco prima che Dom ricevesse un pugno da parte della ragazza.
-Riparatevi sui mobili che trovate!- urlò Maggie e i due non se lo fecero ripetere. Attaccata alla parete, intenta a non perdere l'equilibrio, Ashley non sapeva cosa pensare. Fin quando, proprio davanti ai suoi occhi, nel mezzo del nulla, comparve una figura che assomigliava vagamente ad un troll, di dimensioni più piccole. Era tozzo, blu e verde. Le sembrava che fosse anche bavoso e perdeva... mostriciattoli dappertutto.
-Ditemi che è uno scherzo, per favore.-
-Mi dispiace, dovrai combatterlo.-
-Sai Dom, sei molto perspicace. Maggie?- Chiamò la ragazza, pensando già ad un modo per poter sbarazzarsi dell'essere. -Che diavolo è quel coso?-
- È un Fury.-
-Un che?- chiesero Dom e Ashley insieme.
-Perché cazzo quel coso ha il nome di una nostra canzone?-
Non sentendo ciò che aveva chiesto Dom, Ashley aggiunse subito: -E come dovrei fare per ammazzarlo?-
-Dom, è Matt che ha dato dei nomi alle creature. Gli spettri si chiamano Darkshines, sai? Ah, che fantasia che ha quel ragazzo. E, Ashley, devi combattere. Non è molto diverso da quello che fai solitamente. Solo stai attenta ai piccoli aiutanti che di tanto in tanto manda in attacco. Sono piccoli ma capaci di farti molto male.-
Mentre Dominic era ossessionato dal pensiero che Matt, suo amico e cantante della band, avesse messo un nome a quelle cose, Ashley scese di colpo, posizionandosi proprio dietro al Fury. Prese il coltellaccio in una mano e lo pulì sul pantalone. Le sembrava di affilarlo e questo le dava una speranza in più.
-Ehi Xena, principessa guerriera! Non penso che con quello tu possa fare molto.- Dominic le fu accanto in un secondo e le sorrise.
-Prendi questa.-
Dalle sue spalle comparve una Alabarda fatta di legno e acciaio. Ashley esitò, mentre con la coda dell'occhio era ben attenta alla creatura che non si era ancora accorta della loro presenza. In quel momento un piccolo mostriciattolo si avvicinò a loro e con un calcio la ragazza riuscì a renderlo cenere.
-Prendila. È leggera ed indistruttibile. Puoi lanciarla anche a metri di distanza. Mooolti metri di distanza e poi ti ritorna indietro. La cedo a te e questo fa sì che tu sia l'unica a poterla vedere.-
Ashley non credeva di aver capito molto ma la presa e seguendo il suo istinto la lanciò alla creatura. L'Alabarda colpì il centro della schiena e tra vari gemiti e urla striminzite, il Fury cadde a terra, sbriciolandosi in tanti granelli di polvere. Come aveva detto Dom, l'arma ritornò di nuovo da Ashley che senza accorgersene la posizionò dietro la schiena, come una sorta di katana.
-Sei un ragazzo dalle mille risorse, Dominic Howard.-
La guardò esterrefatto, prima di sorridere sinceramente.
-Grazie.-
Quasi nessuno gli diceva cose carine, e soprattutto sentite, e Dominic si ritrovò pervaso da un'insolita pace.
-Di nulla.-
E con nuova determinazione, i due si misero alla ricerca delle anime perdute.



NOTE:
Come sempre, la prima cosa da fare è ringraziare chi ha letto i primi due capitoli. So che mi trovo in un sezione un po' "morta", ma sono contenta dei risultati! 
Come vi avevo promesso siamo entrati nel vivo della storia, con la comparsa della prima anima, ossia Dom. 
Se qualcuno ha voglia di dirmi la sua opinione, positiva o negativa, sono qui, pronta ad ascoltarvi e a prendere nota. Se incontrate qualche errore fatemelo notare.... purtroppo qualcuno sfugge sempre. 
E... niente, ci vediamo la settimana prossima! ^_^
 
  
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