Fanfic su artisti musicali > Muse
Segui la storia  |       
Autore: Wellesandra    18/06/2016    0 recensioni
Ashley Cooper è un'agente immobiliare e ha un unico scopo: vendere l'antico castello di Teignmouth. Sa che è un'impresa difficile, ma sa anche che è l'unico modo per poter dire addio alla sua monotona vita e iniziarne una nuova. Quando si presenta all'appuntamento con il proprietario, un certo Thomas Kirk, è pronta a tutto tranne che trovarsi intrappolata in quella casa, costretta a combattere per la sua libertà.
Sarà costretta ad affrontare numerose sfide ma non sarà sola: con lei, una saggia sfera di cristallo le spiegherà come fare a sopravvivere. Inoltre Ashley scoprirà presto che non è l'unica persona ad abitare la casa. Tre spiriti le terranno compagnia e saranno dei validi aiutanti per mostrarle la strada giusta da seguire...
Genere: Avventura, Horror, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Christopher Wolstenholme, Dominic Howard, Matthew Bellamy, Nuovo personaggio, Tom Kirk
Note: AU, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
L'ingresso
 

Ashley si ritrovò nel sotterraneo più lussuoso che avesse mai visto. Era vagamente illuminato da una luce blu, proiettata da una sfera di cristallo posta su un tavolino circolare. Intorno c'erano solo due sedie di legno e lungo le quattro pareti correvano tendaggi e bauli disposti a casaccio. Strizzò gli occhi cercando di capirne il colore, ma il suo Nokia E65 non permetteva di certo una luce stile faro-notturno. Stranamente si sentì più rilassata, come se in quel posto nessuno potesse farle del male. "Sarà la musica", pensò. Non che in realtà avesse paura, non di certo. Stava solo sognando, solo sognando. E doveva aspettare solo qualche minuto prima che la sveglia suonasse e iniziasse così una nuova alba.
Ashley decise di avvicinarsi a uno di quei tendaggi: lo sfiorò con una mano, ne sentì la consistenza, provò a sentirne l'odore. Amava le stoffe, le tende, i divani. Tutto era stato ereditato dalla sua famiglia di sarti e tappezzieri. Che cosa strana la vita: se avesse deciso di seguire la strada di sartoria magari a quest'ora si sarebbe trovata in uno degli atelier più grandi e magnifici al mondo... non rinchiusa in una casa piena di polvere e fantasmi.
Oh, ma andiamo. Fantasmi. Bah, e dire che non aveva mai sopportato i film alla Ghostbusters! Mentre stava per spostarsi, il suo piede urtò contro uno dei bauli. Si guardò intorno per essere sicura di non essere osservata e poi si abbassò a prendere quella piccola cassa. Con un po’ di sforzo la posizionò sul tavolo, proprio accanto alla sfera di cristallo. Si chinò, cercando di capire come aprire quell'affare quando notò due serrature. La cosa si fa interessante, pensò. Impugnando come un'arma il suo telefono, si mise alla ricerca di due possibili chiavi.

-Se fossi una chiave, dove mi nasconderei?- disse, battendo l'indice della mano destra sulle labbra. Iniziò a cercare dietro la tenda- che si scoprì essere giallo ocra- ma non trovò nulla.
-Io sicuramente non mi nasconderei lì dietro, tesoro.-
Ashley sobbalzò, con il cuore che le andava mille. Guardò a destra e a sinistra ma quel maledetto telefono non le consentiva di vedere ad un palmo dal suo naso. Non sapeva se Thomas-comecavolosichiama Kirk potesse mutare o trasformarsi in un essere diverso, ma quella non era la sua voce.

-Uhhh uuuuuuuuh, sono qui. Ti prego, toglimi questo affare dalla faccia.- La voce cristallina proveniva senza dubbio dal tavolo. L'unica spiegazione era che la palla di cristallo fosse viva. O che lei avesse mangiato qualche fungo allucinogeno e ora era una drogata senza speranza. Optava più per il primo motivo, però, visto che a lei i funghi non piacevano.
-Su, avvicinati cara. Non ti mangio mica.-
Ash si fece forza e dopo un bel respiro si avvicinò. Spostò il baule e davanti ai suoi occhi la sfera di cristallo le sorrise.
-Sei proprio carina, lo sai?-
-Io... io non capisco.- Continuava a guardare la sfera con aria curiosa. Com'era possibile che la testa di una donna fosse rinchiusa lì dentro? E che per di più fosse di colore blu?
-Smettila di fissarmi o mi farai andare su di giri.- Ridacchiò la sfera e scosse il capo, facendo muovere i suoi capelli ricci. -Vieni qui e siediti piccola, non abbiamo molto tempo.-
Ashley non si mosse. -Come posso sapere se fidarmi di te?- Ma lo aveva detto davvero?
-Non lo puoi sapere. Dovrai imparare a rischiare altrimenti morirai presto. E ora vieni qui.-
La ragazza deglutì, ma questa volta decise di obbedire. In fondo era solo una palla di cristallo... 
-A quanto pare tu sei la sua ultima preda. Lo hai già conosciuto, giusto?-
-Thomas Kirk?-
-Esatto. La sua storia non è una delle migliori, ma dovrai sentirla. Non disturbarmi e se hai qualche domanda puoi dirmi tutto dopo.-
Ad Ashley sembrò che la sfera avesse annuito da sola.
Forse aveva davvero mangiato qualche fungo...
-Tutto iniziò tanto, tanto tempo fa. Ti sarai accorta dagli abiti di Thomas che ci trovavamo nel Settecento, epoca meravigliosa a mio dire. Sai, non c'era tutta questa tecnologia di oggi e forse ora, con una torcia, non avresti avuto problemi di luce. Ma comunque, dicevo: eravamo nel Settecento, epoca meravigliosa a mio dire, pieno di colpi di scena, intrighi di palazzi... nulla di meglio per un'indovina come me. Lavoravo per Thomas, ero al suo servizio. Ogni donna che arrivava a palazzo, ogni singola persona in realtà, doveva essere sottoposta ad un esame e non tutti lo superavano. Ero brava nel mio lavoro e smascheravo chiunque volesse solo prenderlo in giro. Sai, Thomas in realtà non è cattivo. È un idiota, ecco cos'è. Un emerito idiota sotto le grinfie di quell'impostore di Xavier.- La sfera pronunciò il nome sillabando e Ashley era fortemente convinta che se avesse potuto avrebbe buttato per l'aria qualcosa.
-Quella mazza di scopa, quell'essere ignobile! Maledetto relitto della società! Lurido verme schifoso!!!- Andò avanti per un bel po’ ad insultarlo fino a quando non scosse la testa e riprese, come se nulla fosse.
- Thomas non è cattivo, no. Anzi. Proprio perché è stato preso in giro tante volte mi assunse. Voleva qualcuno di cui fidarsi, mi diceva. Che poi, in realtà, lui era arrivato a me per caso. E se fossi stata una come gli altri? Pronta solo a sfruttarlo e basta? Glielo chiesi, infatti. Mi rispose "Maggie certe cose le capisco a primo impatto." A primo impatto. Bah! Gli uomini! Non pensi anche tu che siano solo una massa di inutili essere viventi? Tutti così stupidi e facili da manipolare...-
Ashley ascoltava la storia con molto interesse. Aveva assunto anche la sua posizione abitudinaria, con la testa appoggiata sul palmo della mano destra.
-A te piaceva Thomas?-
-Ma è ovvio! Altrimenti perché gli direi tutto questo?- La risata cristallina di Maggie invase l'intero abitacolo e contagiò perfino Ashley. -Insomma, lui ne ha passate di tutti colori. Magari un giorno ti racconterò tutto.
-Per ora è necessario che tu sappia alcune cose: non è un sogno, tesoro. È tutto vero. Fin troppo. Non lasciarti scoraggiare da quello che potrebbe accadere. Non voglio assolutamente che tu ti perda, come è successo agli altri. Sei una donna, sei femmina. Hai- com'è che disse Dom?- le palle. Sì, hai le palle per fare quello che farai tra poco. Altra cosa: stai percorrendo una casa che si trova sotto una maledizione. Non so tutti i dettagli, non sono mai arrivata fino a quel punto.-
-Ehi, ferma, aspetta. Parla piano, per favore. Chi è Dom?-
Maggie cambiò colore, passando dal blu al rosso. I suoi occhi si assottigliarono e mancava poco che iniziasse a sputare fuoco.
-Di tutto quello che sto dicendo mi chiedi chi è Dom? Chi è Dom?- Urlò, così forte che Ash fu costretta a tapparsi le orecchie. Non voleva farla arrabbiare, certo che no. Ma doveva pur sapere, giusto?
-Pensavo fosse uno dei cattivi.-
-Stai sottovalutando troppo la situazione, sciocca ragazzina. E ora stai zitta.-
Di colpo Ash tacque. Stava esagerando; la calma apparente alla fine stava per abbandonarla, ma lei non poteva permetterlo o sarebbe tutto finito.
-Scusa, Maggie.-
-Tranquilla, gli altri tre hanno fatto di peggio. E prima che tu me lo chieda, per "altri tre" intendo altre tre persone che sono passate qui prima di te. Anche loro di Teignmouth, con l'unica eccezione che la loro utilità era diversa dalla tua.-
-In che senso?-
-Sappi che il "non disturbarmi" era una cosa seria. Per favore, fammi parlare.-
Dio dei cieli... ci mancava solo la palla parlante che dava ordini.
-Ogni anno Tom chiama qualcuno al suo castello, proprio come è successo a te. Una volta che sei entrata è come se firmassi un contratto e... baaam! ti ritrovi intrappolata in una realtà sconosciuta, da cui non puoi uscire e in cui dovrai affrontare molte difficoltà. Fino ad ora Tom è riuscito ad intrappolare tutti e sono passati molti anni. Gli ultimi tre erano speciali, diciamo, così come te. Lo scopo non è più quello di ripopolare il palazzo, ma è il divertimento. Il divertimento, ti rendi conto? È una cosa così subdola. Proprio tipica di quella mazza di scopa, quell'essere ignobile, quel relitto della società di...-
-... Xavier!- Continuò Ashley, imitando il suo tono di voce. In realtà non l'aveva fatto di proposito, ma si era così tanto appassionata che aveva deciso che non avrebbe lottato solo per se stessa, ma soprattutto per Maggie. In fondo, lei era un'incredibile romantica.
-Esatto! Quel lurido verme. È riuscito a fargli il lavaggio del cervello e ad insinuarsi nella sua mente.
-Ora è arrivato il momento di spiegare tutto per bene. Arrivò al palazzo una giovane donna. Bellissima, meravigliosa, dico sul serio. Ed era molto, molto buona. Insomma, la sposa perfetta per Thomas. L'avevo esaminata io stessa e non avevo trovato traccia di cattiveria o secondi fini nel suo cuore. Dissi a Tom che era perfetta per lui e prima che tu possa dirmi qualcosa ti dico che no, non avrei sofferto perché l'uomo che amo... che amavo avrebbe sposato un'altra. Io non sarei mai stata adatta per lui. Fatto sta che a qualche giorno dal matrimonio lei decise di lasciarlo. Aveva trovato il suo vero amore, diceva. Ma com'era possibile? Com'era possibile che io mi fossi sbagliata? Mi ritenni colpevole ma Tom non mi diede nessuna colpa. Mi aveva detto che l'amore era qualcosa di imprevedibile e che anche la migliore poteva sbagliare. Io non gli credevo. Non gli credo tutt'ora. Da quel momento lui cambiò: si chiuse in se stesso, chiuse il castello, chiuse tutto. E un bel giorno ci siamo trovati così, trasformati in quello che in realtà siamo. Ci siamo trasformati nel nostro ruolo. E indovina di chi è la colpa? Di Xavier! Quel lurido verme!
-Thomas però non è mai stato uno sciocco. Prima che la sua mente e il suo corpo diventassero oggetto e burattini di quella mazza di scopa nullafacente, ci ha concesso piena libertà. Per questo io non sono sotto il suo controllo e, sai, sono una donna e ho un gran bel cervello! Nessuno riesce a fregarmi pienamente e questo il relitto della società non l'aveva messo in considerazione. Comunque sia, è caduta una maledizione su questa casa: ogni anno Thomas deve attirare qualcuno e tenerlo con lui. Prendersi l'anima, altrimenti la sua scompare per sempre. Ma come ho già detto e ridetto lui non è cattivo e fino a quattro anni fa è riuscito a... ribellarsi, in un certo senso, e a far arrivare solo persone cattive e prossime alla morte. Poi il divertimento è entrato in azione e questo è il quarto anno che chiama a sé persone di cui il destino non è stato ancora scritto. È capitato a Dominic, a Matthew e a Christopher. E ora tocca a te, mia giovane Ashley. Questa volta sono sicura che riusciremo a sconfiggerlo e a liberare tutti. Qual è stata la sua minaccia?-
Ash aveva ascoltato così intensamente da essere rimasta interdetta. Boccheggiò un paio di volte e tentò di parlare alla bell'e meglio.
-Ha detto... ha detto che se avessi perso e se non fossi riuscita nella mia missione avrei dovuto sposarlo.-
-Oh, povera piccola. Stai tranquilla, non capiterà. Mi gioco la vita.
-Sappi che su di te c'è una grande responsabilità, mi sembra doveroso dirtelo. Proprio perché il destino dei tre giovani non è stato segnato, le loro anime vagano libere per la casa, alla ricerca del loro corpo. Corpo nascosto, ovviamente, ma mantenuto in vita. Se riuscirai a trovarli e se riuscirai a sconfiggere Thomas tutto ritornerà alla normalità. Dovrai sbaragliare fantasmi, anime cattive e molto altro, ma lo so che ce la farai. Ne sono pienamente convinta. Io non ti lascerò, comunque. Prendi uno zaino da sotto al tavolo e dopo infilami dentro. Sentirai la mia voce sopra qualsiasi altra cosa.-
Ashley scosse la testa. Stava sognando! Stava sognando! Stava sognando! Anzi no, aveva mangiato dei funghi, per l'amor di Dio.
-Prendi lo zaino, tesoro. È sotto al tavolo. Sotto. Al. Tavolo. E cavolo, certo che non stai sognando!-
-Dio misericordioso...- Ashley si abbassò e prese una sacca marrone, con mille tasche e molto grande.
-Puoi metterci tutto quello che vuoi, non peserà mai più di una piuma. L'ho ideato io, sai. In più prendi quel coltellaccio usato. Sotto la sedia, lì.- Ashley si diresse verso la sedia indicata da Maggie e tastando più volte riuscì a trovarla. Il manico era di legno apparentemente antico con la lama di ferro. Era lungo circa dieci centimetri, tirò ad indovinare Ash. In più le sembrava che il legno fosse vuoto, come se all'interno dovesse contenere qualcosa.
-Nel manico ci entrano giusto cinquanta anime, Ashley. Sai, ti permetteranno con la loro purezza di fare luce lungo il tuo cammino. Ora alzati bambina, è giunto il momento. Ricorda di accendere sempre la luce. Sempre.-
Accendere sempre la luce.
-Ci ho provato, ma non ho trovato l'interruttore prima.-
-Ora lo troverai. Sali sopra e non farti colpire mai. Hai l'arma giusta.-
Ashley prese Maggie e la mise nello zaino, poi prese il coltello e lo inserì nella cintura dei pantaloni. Si accorse di non aver più bisogno della luce, perché la sfera illuminava abbastanza anche nascosta nello zaino marrone.
Ash prese un bel respiro e salì le scale velocemente.
-Accanto alla porta, lo vedi? È lì che devi arrivare.-
E lo vide. Ashley notò l'interruttore che prima aveva tentato e ritentato di toccare.
Ma perché ora la stanza le sembrava tre volte più ampia?
-È solo un'illusione tesoro. Forza, cammina e stai attenta.- La voce di Maggie sembrava che le arrivasse direttamente al cervello.
È l'adrenalina, si diceva, che gioca brutti scherzi.
Si incamminò piano, stando ben guardinga e posizionando le mani come se avesse studiato il karate. Avrebbe imitato Bud Spencer a tutti i costi.
No. No, doveva usare l'arma. Usare. L'arma.
Il silenzio regnava sovrano: solo le sue scarpe provocavano un leggero scricchiolio. Gli occhi saettavano da una parte all'altra e il respiro diventava sempre più affannoso.
Era arrivata a metà cammino quando l'aria iniziò a vibrare. La porta davanti ai suoi occhi sembrava muoversi. Si sentiva come un sacco di patate che veniva sballottato a destra e a manca.
-Stai attenta!- Fu la voce di Maggie a riscuoterla. Batté un paio di volte le palpebre e riuscì ad abbassarsi giusto in tempo, prima che un fantasma le attraversasse il corpo.
-Impugna il pugnale e colpiscilo!-
Ash obbedì, e le sembrava tanto di imitare Sylvester Stallone in Rambo. Quel coso grigio, che assomigliava più ad uno zombie che non ad un fantasma, le girava attorno, come a studiarla.
-Fatti sotto, pezzo di stoffa.-
Ashley tremava più per l'adrenalina che per la paura. Fu lei stessa ad avventarsi contro il fantasma, colpendolo appieno.
-Ho ucciso una cosa...- mormorò.
-Non azzardarti a farti venire qualche attacco di isteria, Ashley. Non hai ucciso, ma liberato. E ora non abbassare la guardia, ne arrivano altri!-
Non ebbe il tempo di alzare gli occhi che fu colpita di lato da un fantasma. Ashley si sentì bruciare e urlò per il dolore. Si buttò a terra e rotolò lungo la parete, per provare a scappare dal gruppo dei quattro fantasmi che non aveva sentito arrivare. Strinse i denti e si toccò il fianco, senza trovare traccia di sangue.
-O la va, o la spacca.- Mormorò. -Maggie, devo solo accendere la luce per farli scomparire, vero?-
-Sì, ma muoviti per favore!-
Ashley scattò in avanti, correndo il più velocemente possibile. Impugnava ancora il coltellaccio e lo usò istintivamente quando uno dei fantasmi le si parò all'improvviso proprio davanti agli occhi. Come se stesse squarciando un velo, Ash lo trafisse e continuò a correre, guardandosi sempre indietro. Alcuni fantasmi le sfiorarono con le loro dita ossute i capelli biondi e cacciando un piccolo urlo, scosse la testa e corse più veloce. Raggiunse l'interruttore della luce e si girò premendo l'interruttore. Istintivamente si portò il coltellaccio vicino al viso. Si accorse solo in quel momento che un fantasma l'aveva raggiunta e stava per attaccarla, ma poi scomparve. Si dissolse nell'aria insieme agli altri e l'ingresso si illuminò.
-Ce l'hai fatta, tesoro. Hai visto? La prossima volta, però, non ti rotolare sul pavimento. Sarò una sfera ma ho una sensibilità anche io, sai.-
Ashley iniziò a ridere. Prima piano, poi mano a mano aumentò di volume. Si asciugò qualche lacrima provocata dalla paura.
-Dio mio, Maggie. Cosa dobbiamo fare, ora?-
-Io ti consiglierei di darti una calmata. Fin quando rimarrai in questa stanza sarai al sicuro, bambina.-
-No,- disse subito Ash. -Sto bene. Mi piace, sai. Mi sento...-
-Completa?-
-Esatto. Ho questa sensazione, come se avessi trovato...-
-La tua strada?-
-Esatto!- Rispose Ashley, incredula. -Come fai a saperlo?-
-Un giorno te lo racconterò. Quando sei pronta possiamo passare al resto.-
-Cosa devo fare?-
-Liberare le anime buone.-
-Oh.-
La ragazza si guardò intorno, notando un enorme lampadario. La luce illuminava tutta la stanza; i quadri, che avevano cambiato aspetto prima che Thomas Kirk andasse via, erano diventati meravigliosi e non c'era traccia di sporco e polvere. Né di fantasmi. Soprattutto di quelli.
-Devi cercarle Ashley.-
-Non possono uscire loro?-
-Se potessi darti uno schiaffo dietro alla testa, te lo darei volentieri. Muoviti!-
“Ehi, calma...”
-Dove potrei trovarli?-
-Nascosti nei bauli, nei quadri, o da qualsiasi altra parte.-
-Ho capito.-
Ash si avvicinò alla prima sedia che vide, posta accanto alla finestra. Provò a scuoterla ma niente.
Mah...
Si avvicinò allora al poggiapiedi posto proprio affianco e provò a scuotere anche questo. Velocemente, cinque fantasmini di color bianco candido uscirono fuori e iniziarono a volare per la stanza, mormorando cose senza senso. La guardarono e iniziarono a volarle attorno.
-Alza il pugnale, Ashley. Non avere paura.-
La ragazza obbedì e una ad una le anime entrarono dentro, illuminando il manico e la lama.
-Incredibile.- Mormorò. Non poteva crederci: proprio come le aveva detto Maggie, la lama era leggermente illuminata. Ashley guardò il coltellaccio da varie angolature, per cercare di capire come ciò fosse possibile.
-Forza bambina, vai a cercare gli altri.-
-Come faccio a sapere quando li ho trovati tutti?-
-Lo capirai.- Disse semplicemente Maggie.
Ashley toccò e scosse tutte le cose in cui le anime potevano nascondersi. Scese anche nella stanza segreta di Maggie. Ne trovò in tutto quindici e il moto di soddisfazione che provò era impareggiabile.
-Non ne trovo più Maggie.-
La sfera di cristallo non rispose e Ashley risalì le scale fermandosi di botto di fronte a due fantasmi che parlottavano tra loro.
-Puoi anche avvicinarti, sai. Queste sono alcune anime che hai liberato.-
Ashley seguì il consiglio e provò a toccare la donna che era comodamente seduta sulla sedia. Lei la guardò e le sorrise, parlando in una lingua che a stento riusciva a capire. Lo stesso fece con l'uomo e ottenne la stessa reazione.
Ashley sorrise e il cuore sembrava scoppiare.
-È la stessa reazione degli altri tre.-
La ragazza aspettò prima di rispondere. Prima Maggie aveva menzionato un certo Dom... chissà chi era.
-A chi ti riferisci?-
-Ai tre ragazzi che sono stati chiamati prima di te.-
-Come si chiamano?-
-Dominic James, Christopher Anthony e Matthew James.-
Ashley si incamminò vicino alla porta, pronta ad affrontare tutta la casa.
-Non mi suonano nuovi.-
-Sicuramente li avrai sentiti in qualche... come si chiamano? Telegiornali? O una cosa del genere.-
-Sì... sì può darsi.-
-Puoi liberarli Ashley. Lo so che ci riuscirai.-
Ash sospirò. Lei era convinta di non riuscirci invece. Non era mai stata brava in questo genere di cose e denigrava sempre ciò che faceva. Avere qualcuno che per la prima volta credeva in lei la rincuorò. Avrebbe lottato, poco ma sicuro.
Avrebbe cercato i tre e li avrebbe tirati fuori di lì, a costo di essere dannata.


NOTE:
Entriamo un po' di più nella storia, con la comparsa di Maggie e qualche spiegazione sul comportamento di Tom, che- eheheh- nasconde ancora mooolte soprese. 
Dal prossimo capitolo i giochi diventano più difficili ed entreremo nel vivo della storia! 
Se volete farmi sapere qualcosa, non esistate ^_^
Ringrazio Huntress of Artemis per aver inserito la storia tra le seguite ^_^
 
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Muse / Vai alla pagina dell'autore: Wellesandra