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Autore: breathekate    24/06/2016    3 recensioni
Cosa accadrebbe se finalmente Ladybug iniziasse a provare qualcosa per Chat? E se quest'ultimo scoprisse l'identità della sua Lady? I sentimenti però dovranno aspettare, poichè una lunga battaglia attende i nostri eroi...
Genere: Avventura, Drammatico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Papillon, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 8 - Hawk Moth


Chat Noir non seppe dire quanto tempo aveva passato ad urlare il nome di Ladybug perso nel buio, con le mani e i piedi legati a quella che doveva essere la parete a cui era appoggiato. Urlò ancora e ancora, fino a che non si rese conto dell’inutilità di quel gesto, e si zittì, appoggiando la testa al muro. Lacrime amare minacciavano di uscire, ma lui le ricacciava indietro. “Non piangerò” – si era detto – “Sarò forte”. Proprio mentre si ripeteva ancora quelle parole per costringersi a non piangere, un fascio di luce gialla si riversò nell’ambiente, illuminandone l’interno. La luce gli ferì gli occhi, perciò ci mise un po’ di tempo ad abituarsi. Non appena fu in grado di tenere gli occhi ben aperti, si rese conto che si trovava in un’ampia cupola metallica, sorretta da pilastri curvi dello stesso bagliore argenteo e dorato, dovuto alla luce proveniente da una porta alla sinistra di Chat. Si sentì un rumore meccanico e un grosso rosone circolare di vetro si aprì alla sua sinistra, rivelando i tetti delle case parigine e il cielo azzurro sopra ad essi. La luce del giorno inondò la stanza, rassicurando Chat per un attimo. Negli istanti precedenti aveva infatti pensato che non avrebbe mai più visto il sole. Il motivo a farfalla con cui il vetro leggermente violaceo era decorato lo fece però inorridire: Hawk Moth lo aveva intrappolato nel suo covo. Non fece in tempo a farsi altre domande, che l’uomo entrò nella stanza, seguito dal platinato di quella mattina.

“Chat Noir, che onore averti qui” disse, con voce maliziosa. Il sorriso sghembo gli piegava le labbra leggermente carnose, estendendosi fino alle estremità della maschera argentea che gli copriva la maggior parte del volto. Gli occhi, di un azzurro scuro misto a dei riflessi lilla, sembravano bruciare dalla soddisfazione.

“Non posso dire lo stesso di te, Hawk Moth” replicò l’eroe, con fare di sfida.

“Oh, ma che peccato. E dire che ho impiegato così tante forze per averti finalmente qui” disse ancora l’uomo, avvicinandosi al ragazzo, che si schiacciava ancora di più sul muro. Sembravano la rappresentazione di una piccola preda e di una grossa bestia.

“Dov’è Ladybug?” Chiese di scatto Chat. Quel nome fece guizzare un lampo malvagio negli occhi del uomo in viola.

“Valla a prendere” ordinò al platinato, che uscì con andatura meccanica dalla grossa stanza circolare. Un’espressione di consapevolezza di sè fiammeggiava sul volto di Hawk Moth, che però a tratti tradiva una certa ansia di conquistare e vincere. 

“Cosa ti fa credere di poter vincere così facilmente?” Chiese Chat, sostenendo lo sguardo del nemico. 

“Ma sentitelo, il nostro piccolo eroe! Avete abboccato al mio amo con estrema facilità, mio caro Chat. Ovvio che sono certo di vincere” rispose l’uomo in viola, sghignazzando. Il gatto gli sputò adosso e non se ne pentì affatto. L’adrenalina che aveva in corpo aveva azzerato la paura e lo aveva convinto a combattere con qualsiasi mezzo. Hawk Moth si ripulì della saliva con noncuranza, poi sghignazzò ancora, appoggiandosi al suo bastone. In quel momento, il platinato rientrò nella stanza, tenendo Ladybug a mo’ di sposa. La ragazza, priva di sensi, aveva la testa ripiegata all’indietro con uno strano angolo, e gli arti le penzolavano senza vita. Chat perse un battito e sbiancò. 

“Ladybug!” Esclamò, tentando di liberarsi. Hawk Moth rise, poi fece un cenno con la testa allo scagnozzo, che adagiò la rossa sul grembo di Chat. 

“M’Lady” sussurrò, con gli occhi che gli pizzicavano per le troppe lacrime trattenute.

“Perchè fai tutto questo?” Chiese, urlando. 

“Perchè la vendetta è un piatto che va servito freddo. E cos’è più freddo di un corpo morto e un cuore spezzato?” Replicò con calma serafica l’uomo in viola, abbassandosi al livello di Chat. L’eroe trattenne il fiato per quella che gli smebrò un’eternità. Poi si abbandonò alle lacrime calde, che gli scendevano lente sul viso. Il petto e le spalle erano scossi da forti singhiozzi, e i polsi si muovevano spaspodicamente in un disperato tentativo di liberarsi dalle corde. 

“Cosa le hai fatto?” Esclamò a denti stretti, cercando di ricomporsi. Ma il dolore era troppo, e le lacrime non accennavano a fermarsi. 

“Oh, molto semplice. Non stava un attimo ferma e si era riappropiata del suo yo-yo, perciò le ho somministrato del veleno” rispose Hawk Moth, come se parlasse allegramente di un cucciolo ribelle. Chat abbassò istintivamente lo sguardo e vide lo yo-yo al suo posto. Sospirò.

“Ci hai tenuti qui abbastanza, non credi? Dicci cosa vuoi e basta” sbottò, meravigliandosi di non star più piangendo. 

“Va bene, va bene, micetto rompiscatole. Se mi consegnerai i vostri Miraculous, ti darò l’antidoto” – tirò fuori da una tasca una fialetta marroncina – “e vi lascerò andare”

“Cat-aclism” sussurrò, riducendo le corde che gli tenevano i polsi e le caviglie legati in brandelli. Appoggiò Ladybug al muro dietro di sè, poi balzò in piedi, con il bastone che gli roteava in una mano. 

“Vedo che sei molto testardo, Chat Noir” disse Hawk Moth, mentre indietreggiava “ti costerà molto caro” concluse poi, impugnando il bastone come uno scettro. Il gatto non ci vide più e si scagliò sul nemico. Sferrò un paio di colpi efficaci, poi venne scaraventato sulla parete opposta. Chat attutì l’impatto lasciandosi cadere in ginocchio, poi rotolò sul fianco per evitare Hawk Moth e si rialzò velocemente. 

Bip! bip!

“Quattro minuti” pensò. Si lanciò ancora sul nemico, sferrando colpi con il bastone a detsra e a manca, poi balzò all’indietro per un istante per schivare un colpo e si accanì sul viso dell’uomo, graffiandolo con i suoi artigli. Hawk Moth urlò di dolore e spinse via Chat, che però non ne voleva sapere di allontanarsi.

“Ladybug!” Esclamò l’uomo, rivolto al suo scagnozzo. Egli annuì, e intrappolò la ragazza, che stava iniziando a riprendere conoscenza, in una stretta soffocante. Chat si distrasse un attimo, attonito a quella scena, e Hawk Moth colse l’occasione per sferrargli un montante, facendo sì che l’eroe barcollasse e cadesse all’indietro. L’uomo gli fu sopra, bloccandolo con il suo peso contro il pavimento. Chat si divincolò, assestandogli un calcio tra le gambe e riuscì a liberarsi, scattando in piedi. Recuperò velocemente il bastone, che gli era rotolato via poco prima, e lo fece roteare in aria.

Bip! bip!

“Tre minuti” pensò, mentre colpiva con violenza la schiena di Hawk Moth, ancora a terra. L’uomo urlò nuovamente di dolore, poi si girò di scatto, intrappolando le caviglie di Chat tra le sue, facendolo inciampare. Lo prese per un braccio e lo scaraventò di nuovo su una delle pareti. L’eroe tossì e sputò sangue, ma non si arrese. Si rialzò in piedi, tenendosi la spalla ferita con la mano libera e inziò a correre verso il nemico, che era tornato in piedi. Il bastone di Chat e quello di Hawk Moth si scontrarono con un clangore sinistro, poi i due continuarono a combattere come se fossero due spadaccini. L’uomo in viola tentò più volte un affondo, ma Chat, sotto la cui maschera si nascondeva uno spadaccino provetto, li evitò tutti agilmente, per poi infliggere un colpo ben assestato sul torace dell’avversario. 

Bip! bip!

“Due minuti” pensò. Schivò di poco un fendente, poi si abbassò di scatto e usò il bastone per colpire le gambe del nemico e farlo barcollare. Hawk Moth però non cadde a terra come Chat avrebbe voluto e gli scagliò contro, lanciando il bastone dietro di se per l’ira del momento. Il gatto sfruttò la corsa del nemico per indietreggiare velocemente e scansarsi, facendolo sbattere violentemente contro un pilastro. Si sentì un tonfo, e Hawk Moth scivolò dolorante sul pilastro, reggendosi il naso con una mano. Chat approfittò del momento per liberare Ladybug, ma lei si era ripresa e aveva messo K.O. il platinato con un secco colpo di karate. Gli occhi azzurri le scintillavano di rabbia dietro alla maschera. Chat non ebbe il tempo di ammirarla, perchè lei lo spinse via, per parare un colpo di Hawk Moth, che si era infuriato. 

“M’Lady! Stai bene?” Chiese il gatto, sentendosi più carico che mai. Lei annuì debolemente, mentre faceva roteare il suo yo-yo con fatica per contrastare il nemico. Chat, seppur accortosi che la sua Lady non poteva essere stata avvelenata e che quindi era stato ingannato bellamente, non perse un secondo e colpì nuovamente l’uomo in viola con un feroce movimento del bastone. Si sentì un sinistro rumore di ossa rotte, e finalmente Hawk Moth cadde a terra. Ladybug si accovacciò sul platinato, togliendogli le scarpe e calpestandole fino a che una farfalla viola non ne uscì. Usò il suo yo-yo per catturarla, poi si rialzò.

Bip! bip!

“Un minuto” sorrise Chat. I due eroi riposero le loro armi, restando per attimi infiniti in piedi, uno accanto all’altra, con i respiri affannosi che facevano alzare e abbassare regolarmente i loro toraci. Chat ruppe il silenzio e prese Ladybug tra le sue braccia, mentre l’eroina si accasciava e tornava alla sua forma canonica. Chat pregò Plagg di non abbandonarlo proprio in quel momento, poi si lanciò fuori dal rosone, atterrando su un tetto lì vicino. Aiutandosi con il bastone e la coda, balzò agilmente sulle case pargine fino a intrufolarsi nella sua stanza, passando dalle finestre della sua abitazione. Appena appoggiò Marinette sul suo letto, Plagg annullò la trasformazione e raggiunse Tikki, che era rimasta nascosta nella giacca della ragazza. Adrien buttò fuori l’aria e si accasciò sul letto, stanco morto. 

 

Spazio Autrice:

Hello! Eccoci qui con un altro capitolo ^^

*suona le campane* finalmente Adrien sa chi è Ladybug! *intona l’Allelujah*

Spero il capitolo vi piaccia e che non vi abbia ucciso, perchè ci sono ancora un paio di cosette da sistemare *faccina malefica*. 

La storia sta volgendo al termine, signori e signore, ma come andrà a finire?

Alla prossima!

Bk.

   
 
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