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Autore: Columbrina    25/06/2016    2 recensioni
Ecco spiegato come Naruto ha deciso di... Dare un taglio alla sua vecchia vita.
Ecco spiegato come Sakura, di santa pazienza, si sia addossata l'insostenibile fardello di un bambino troppo cresciuto e dei piagnistei della sua futura moglie.
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno | Coppie: Hinata/Naruto
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie, Contesto generale/vago
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Haircut

“Ouch! Sakura, sei un’assassina!” piagnucolò Naruto Uzumaki, dall’alto dei suoi ventitré anni, versando lacrime copiose sulla prima, folta, ispida ciocca di capelli biondo vivo che aveva sempre conferito al suo aspetto una vaga somiglianza con un porcospino.
“Ma se ho tagliato solo la prima ciocca!”.
Visibilmente scocciata in viso, Sakura Haruno – i cui capelli color dei ciliegi in fiore erano stati accorciati fin sopra le spalle – dovette fare affidamento a tutta la sua proverbiale pazienza, acquisita durante gli anni della crescita, ancora in fase di rodaggio nei confronti di Naruto. Non perdeva la pazienza quando Sasuke annunciava partenze improvvise e lunghe assenze a prova di nostalgia, ma quando il suo migliore amico strillava come una donnicciola davanti alla castrazione della sua virilità, desiderava che un disastro apocalittico si abbattesse su di lui e ne lasciasse solo le ceneri per alimentare il camino.
Del resto, ha sempre incarnato quella contraddizione insistente tra calma e furia; tra ingegno e istinto; che la rendevano, paradossalmente, una perfetta mediatrice nei conflitti individuali tra Sasuke e Naruto negli anni giovanili, quando le loro differenze erano palesi anche agli occhi di un cieco, quando uno era bianco e uno nero, senza variazioni di tonalità.
Ritornando al fatidico momento del taglio di capelli, ecco che Sakura, con un po’ più d’esitazione, tagliò una seconda ciocca, che volteggiò con leggiadra grazia fino a depositarsi sul pavimento, ai suoi piedi; con incredibile sincronia, ecco che Naruto iniziò a gridare istericamente e sbracciando come fosse un mulinello, una scena che la ragazza definì, mentalmente, pietosa.
“Ma perché non ci pensa Hinata a tagliare i capelli a quest’idiota?”.
Ah, già. L’ultima volta che ci aveva provato, era scoppiata a piangere alle prime lamentele di Naruto. E, nel ripensarci, Sakura avrebbe voluto che un disastro apocalittico si abbattesse anche su di lei.
“Adesso basta, Naruto. Ora calmati e vedrai che finirà tutto in un attimo” disse Sakura, cercando di raccogliere le ultime briciole di pazienza che le erano rimaste, stringendo i denti al punto da risultare quasi lobotomizzata. E apparve la sua coscienza: un’entità bicolore, bianca e nera, che una volta aveva le sembianze di quando aveva dodici anni e mostrava i primi segni di isteria; digrignava i denti, aveva lo sguardo minaccioso e le sopracciglia che scendevano in picchiata sulle palpebre, del tutto diversa dallo sguardo pacato e tranquillo che cercava di non smentire.
Sentì quell’entità, parlarle con una voce snaturata dalla rabbia funesta; poté vedere le sue corde vocali ricoprirsi di marcio, d’ira e di soddisfacente sincerità.
“Ma dico io… A ventitré anni suonati, devo fare la babysitter a quest’imbecille?”.
Le dita di Sakura strinsero in modo serrato l’impugnatura delle forbici: da quando aveva preso piena consapevolezza di essere ormai una donna, aveva lasciato alle spalle quelle infantili scenate isteriche, anche a costo di riportare alla luce quella sua vecchia conoscenza. Un dettaglio che a Naruto non passò certo inosservato.
Gli bastò rendersi conto del tremolio che vibrava tra le dita di Sakura, per realizzare che stava nascondendo qualcosa: di certo, una grande frustrazione; sì, perché lei si stava sforzando di crescere e lui era ancora un bambino, che si nascondeva dietro una statura più imponente, i lineamenti più maturi e il rispetto di tutti; un’indole capricciosa che solo Hinata tollerava e amava e che, dunque, non gli avrebbe mai fatto presente.
“Hai sempre fatto così” esordì Naruto, con una voce sorprendentemente pacata; anche i suoi occhi erano attraversati da una patina di tranquillità che sconvolse Sakura, quando se ne rese conto, guardandolo attraverso lo specchio.
“Così come?” le venne da chiedere, visibilmente sorpresa. Sia dalla subitanea calma di Naruto, sia dal fatto che non sembrava più avere cura delle due ciocche tagliate.
“Hai sempre fatto finta di essere una ragazza calma, pacata ed equilibrata, ma sappiamo entrambi che sei una vecchia isterica” disse Naruto, usando argutamente queste parole per toccare i tasti giusti affinché la vera indole di Sakura venisse alla luce. Inutile dire che, dentro sé, Sakura sentiva un calore rabbioso crescere e crescere, come lava sul punto di esplodere, al punto che il suo volto si colorò di un rosso gradualmente più acceso e il respiro divenne più profondo.
Naruto sorrise soddisfatto e continuò.
“Ti ricordi lo scherzo del cancelletto al Maestro Kakashi il primo giorno di orientamento? Tu cercasti di dissuadermi per apparire seria agli occhi di Sasuke, ma sapevo che trovavi quello scherzo irresistibile. Ma non hai riso con me, anzi, hai cercato anche di fare la splendida di fronte al maestro. Tipico di te”.
A quel punto, il ragazzo si stravaccò, letteralmente, sulla sedia e si portò le mani dietro la testa, chiudendo gli occhi, serafico. Sakura, invece, era sempre più rossa. E non d’imbarazzo.
“E questa è una cosa che mi piace, perché ti rende diversa e divertente, per certi versi. Però, se poi devi sfogare le tue frustrazioni su di me, non è bello. Sai quante botte mi hai dato? Hai le mani pesantissime, peggio di un uomo. E per di più, gli altri non lo direbbero mai… AHIA!”.
Un tonfo secco e sordo; tanta cattiveria racchiusa in una mano scesa letteralmente in picchiata sulla testa fresca di rasatura di Naruto, che avrebbe portato il segno per settimane sotto lo strato biondo vivo delle ciocche superstiti. Ci mise qualche istante più lungo del previsto per far emergere la testa dalle sue mani e piantare i suoi occhi azzurri, contornati dal rossore delle lacrime, in quelli di Sakura, che respirava con affanno, anche lei quasi sul punto di piangere.
“Come sono le mie mani pesantissime, eh? Sì, peggio di un uomo. Meglio che essere una femminuccia come te, che piangi per una o due ciocche tagliate! Ma guardati, hai ventitré anni, sei un ninja, dovresti essere un uomo… E invece sei solo un bambino. Il solito bambino capriccioso che passa sopra i problemi senza affrontarli. Devi crescere, idiota! Sì, questo sei… Un emerito idiota. Avrei voluto spaccartela in due quella testa da idiota che hai! E ora, cazzo, siediti e fatti tagliare questi maledetti capelli che sembri un pagliaccio! E non piagnucolare, altrimenti ti ritroverai con il mio pugno al posto del naso! IDIOTA!” disse Sakura, senza dare tregua al suo respiro e alla sua furia, divenendo una specie di palloncino paonazzo sul punto di esplodere, tanto che Naruto temette che potesse davvero scoppiare da un momento all’altro. Dopo l’ultimo, poderoso insulto, con le forbici ancora per aria, riprese fiato, respirando più regolarmente e riprendendo gradualmente il suo colorito naturale, un po’ pallido e, quando era triste, addirittura smunto; con quella fusciacca rossa, sembrava un toro dopo una lotta particolarmente difficile con un matador.
Continuava, comunque, a minacciare Naruto con lo sguardo e, per certi versi, era il suo modo di ringraziarlo per averle dato la possibilità di liberare tutta la furia che avrebbe rischiato di divorarla dentro, portando ad accumulare ulteriormente. Era una sciocchezza la questione del taglio di capelli, ma vedere la propria migliore amica era di gran lunga più importante: Naruto e Sakura potevano vedere i rispettivi problemi e aiutarsi per risolverli.
E sì, non biasimava Sakura perché lo vedeva come un bambino: Hinata poteva tollerare e amare i suoi difetti, passarci sopra addirittura; ma lei no, perché voleva il suo bene, voleva che crescesse e prendesse piena consapevolezza che poteva diventare un grande uomo, oltre che un grande ninja.
E, al tempo stesso, Sakura non biasimava Naruto: solo lui era così insensibile da metterle davanti agli occhi i suoi difetti, senza temere ripercussioni. E lo capiva, lo sapeva dal sorriso tranquillo che le rivolse; dai suoi occhi pieni di vita, di sincerità che accendevano un lieve calore sul suo viso; dal suo avvicinarsi a lei, tanto disarmante quanto tranquillizzante e dal tiepido contatto delle sue labbra sulla sua spaziosa fronte; il tutto terminò con uno schiocco.
“E ci voleva così tanto a dirlo?”.
Le sorrise; un po’ spavaldo e un po’ ingenuo, a piena bocca e Sakura socchiuse lo sguardo, abbozzando a un sorriso di resa.
“Idiota” riuscì a dire lei, spintonandolo scherzosamente. Capendo l’antifona, si sedette di spontanea volontà sulla sedia, pronto a dire addio al capriccioso bambino sempre aggrappato alla sua anima; chissà ancora per quanto, ma del resto aveva origliato una conversazione proprio tra Sakura e Ino, in cui dicevano che quando una persona vuole cambiare, comincia dai suoi capelli.
I buoni propositi c’erano, ma sperava non cambiasse mai, che non cambiassero mai. Ma che continuassero un cammino di crescita iniziato a dodici anni, anche su strade parallele, senza che niente li portasse ad annullare loro stessi.
“Dai, taglia tutto. E attenta a non fare guai, che hai tagliato una ciocca più corta dell’altra”.
“Cosa? Io combinare guai? Senti da che pulpito…” fece Sakura, suscettibile, tagliando una terza ciocca. E poi una quarta, una quinta e così via…
“Davvero, se mi rasi a zero…”.
“Non ti raso a zero, tranquillo”.
“Solo che a me piacciono tanto i miei capelli”.
“Uffa, devi stare zitto e fermo, soprattutto. Non ricominciare a comportarti come un bambino…”.
 
[…]E alla fine, Naruto è stato felicissimo del risultato; è andato subito da Hinata e gli ha mostrato orgogliosamente il suo aspetto da uomo. Stavo pensando di tagliarli anch’io, ma giusto un po’, per vantarmi anch’io. Poi è tornato da me, mi ha ringraziato e siamo usciti per andare a mangiare una ciotola di ramen, anche se ha finito per divorarne tre di fila; ha offerto lui per ringraziarmi. Eravamo gli unici nel ristorante e, quindi, abbiamo chiacchierato molto. Mi ha detto che vuole sposare Hinata, ma non sa quando; sa solo che è quella giusta. Incredibile cosa può fare un taglio di capelli. Mi ha detto anche che, forse, quando una persona vuole cambiare lo fa, non perché vuole snaturare se stesso e tutto ciò che è stato, ma vuole semplicemente crescere, vuole smettere di essere un bambino capriccioso o insolente, vuole affrontare i problemi di petto, sentendosi diverso.
Sono fiera di lui; il nostro bambino è cresciuto.
Comunque, cerca di tornare presto, che qui sentiamo tutti la tua mancanza. E casa è vuota; stavo pensando di comprare delle piante per renderla più accogliente e non farti sentire nostalgia dei posti che stai vedendo, che ne dici?
A presto,
Sakura
   
 
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