Lettera a mia zia Eva.
Carissima zia Eva,
in voi si fondono le virtù teologali: fede, speranza e carità.
Mi avete detto di scrivervi e io vi scrivo per la seconda volta. Qui per me è tutto nuovo, tutto diverso, tutto frenetico, veloce, tutto spaventoso. Non sono più un gatto ma un pesce fuor d'acqua che si dibatte senz'aria. Sono senza aria, zia, la mia aria è solo quella di Soroka. Solo con voi tutti io mi sento davvero qualcuno. Qui sono nessuno, uno di tanti, odio sentirmi uno di tanti. Sono debole, insicuro e non mi piaccio. Non vedo l'ora di tornare a casa, zia. Avevi detto che girare il mondo mi sarebbe piaciuto, che avrei trovato la risposta e non avrei più pensato a quella Signora. Quella signora, zia, forse la Morte è già dentro di me... forse devo solo accettare che c'è. Scappare non servirà.
Abbracciate per me mia madre. I vostri abbracci li preferisce ai miei.
Per sempre Mickalov,
per sempre principe di Soroka
Viktor. B. Mickalov.