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Autore: Fandoms_Are_Life    25/06/2016    3 recensioni
New York è la patria dei talenti emergenti, e sono migliaia i giovani che vogliono provare a "dare un morso alla Grande Mela".
Jay Black è un fotografo ventiduenne al soldo della Black Star, una delle agenzie più rinomate della città.
Grace Hart è una modella ventunenne trasferitasi da una cittadina della Pennsylvania, Flint, e già popolarissima per la sua giovane età.
Jay e Grace hanno molto in comune: infatti, sono entrambi egocentrici, sfacciati, sicuri di sé, testardi ed, ovviamente, belli da mozzare il fiato.
Il loro primo incontro sarà tutt'altro che rose e fiori, ma in seguito potrebbero scoprire di essere accomunati non solo da alcuni difetti, ma anche dai loro interessi.
Inizialmente diffidenti ma poi sempre più sinceri l'uno nei confronti dell'altra, Jay e Grace scopriranno che la vita può riservare molte sorprese. Perché, dopotutto, si sa: gli opposti si attraggono, ma i simili si amano.
Dal testo:
"- Ancora convinta di non volermi più vedere? - domandò da dietro una voce a lei ben nota.
[...]
Grace fece un respiro profondo, ed un lento sorriso iniziò ad allargarsi sulle sue labbra mentre ammetteva a sé stessa che, dopotutto, quel ragazzo le era mancato."
[SOSPESA A TEMPO INDETERMINATO]
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Le due ore di pausa concesse dall'agente Webb erano quasi del tutto terminate quando Jay, dopo essersi lavato e sbarbato accuratamente, si rimise in moto, stavolta alla guida di un furgoncino, poiché tutta la sua attrezzatura non sarebbe mai potuta entrare nella Ford Anglia, dirigendosi nuovamente verso la sede della DNA Model Management. A metà strada, però, gli arrivò un messaggio che lo informava del fatto che la location in cui si sarebbe dovuto tenere il servizio fotografico era la villa di proprietà di Webb, situata al numero 28 di Brooklyn Heights. Disattivò così il navigatore e si avviò verso il distretto di Brooklyn.
Per il giovane fotografo non fu difficile trovare l'abitazione dell'agente della giovane modella. Era enorme, costruita con marmo bianco di Carrara, il più pregiato al mondo, e vi erano presenti numerosissime finestre ed un giardino. Il cancello era già aperto, così Jay si introdusse senza difficoltà e seguì il sentiero che conduceva al garage. Una volta parcheggiata il furgone, cominciò a guardarsi intorno, nella speranza di individuare almeno un volto familiare.
Ad un certo punto, sentì una voce provenire da qualche decina di metri di distanza da dove si trovava lui. Si incamminò seguendo quel piccolo indizio e si trovò davanti ad una piscina. Sul bordo, si trovavano due figure. Una era Cade Webb, intento a discutere animatamente con qualcuno al telefono, e l'altra era Grace Hart. Stavolta indossava un abito fantasia, nei toni del bianco, verde ed azzurro, che le arrivava al ginocchio, stretto in vita, con un gonna dalla linea morbida, tutta plissettata, ed una profonda scollatura a V, con spalline sottili trasparenti. Aveva abbinato anche dei sandali azzurri e verdi, con cinturino alla caviglia, ed una piccola pochette bianca. Jay si ritrovò nuovamente a fissarla quasi sbalordito, come se non credesse che qualcuno del genere, a parte lui, potesse esistere, ma si riscosse non appena la giovane donna si accorse della sua presenza.
Si avviò nella loro direzione per informarli che l'attrezzatura si trovava nel furgoncino e per domandare chi avrebbe potuto aiutarlo a sistemarla, quando Webb chiuse la chiamata e, seguendo lo sguardo della modella, si rese conto che il fotografo era arrivato.
- Ah, Jay, sei qui! Purtroppo devo dirti che dovrai attendere ancora un po' prima di poter cominciare il tuo lavoro, poiché il resto della mia équipe si è trovato bloccato dal traffico. Mi hanno comunque informato che non sono lontani, e che saranno qui al massimo fra mezz'ora. Io ne approfitto per terminare alcune cose che avevo lasciato in sospeso. Nel frattempo, voi due potete rimanere qui ed attendere il loro arrivo. - Detto ciò, Webb si diresse deciso all'interno della sua villa, lasciando Jay e Grace da soli.
Inizialmente, tra il fotografo e la modella calò il silenzio. Il ventiduenne, che aveva sempre odiato momenti del genere, pensò freneticamente a come interromperlo, e l'unica idea che gli venne in mente era, seppur banale, un modo per rompere il ghiaccio.
Si voltò verso la giovane e, sfoderando uno dei suoi migliori sorrisi, le tese la mano. - Non ci siamo ancora presentati. Il mio nome è Jay Black.
La ragazza gliela strinse e disse: - Grace Hart. - Detto ciò, corrugò la fronte. - Scusa, hai detto Black?
Jay si irrigidì. Doveva averlo riconosciuto. Annuì meccanicamente.
La risposta di Grace lo spiazzò. - Allora forse siamo parenti. - In risposta allo sguardo interrogativo lanciatole dal fotografo, spiegò: - Anche il cognome di mia madre è Black.
Il giovane si mostrò sorpreso. D'altronde, però, il suo era un cognome piuttosto comune in tutta America, perciò decise di rivelarle di chi era figlio. - Quindi sei imparentata con Atreus Black.
La sua era più un'affermazione che una domanda, ma la modella scosse il capo. - Il milionario? Certo che no! Lo saprei se fosse così. - Poi alzò la testa di scatto ed incrociò gli occhi del ventiduenne. - Perché, tu sì?
Jay fece un cenno d'assenso, prima di dichiarare: - È mio padre.
A questa notizia la ragazza evidentemente non era preparata. Lo squadrò da capo a piedi prima di affermare: - Ho visto alcune sue foto su dei giornali, ed effettivamente tu gli assomigli.
Jay cercò di non dare a vedere il fastidio che gli provocava quella frase mascherando la sua irritazione con un altro sorriso. - Sì, me lo dicono spesso.
Questo scambio di battute gli fece venire in mente che, poco lontano da dove si trovava lui ora, era situato il cimitero di Green-Wood, e decise che, dopo aver comprato un mazzo di fiori, sarebbe passato di lì.
I suoi pensieri furono interrotti dall'arrivo di Cade Webb. - Eccoli, sono qui! Jay, puoi andare a prendere la tua attrezzatura.
Il fotografo non se lo fece ripetere due volte e tornò in direzione del suo furgone. Accanto ad essa, si trovavano alcuni uomini che l'avrebbero aiutato a trasportare tutto ciò di cui aveva bisogno fino al luogo in cui si sarebbe dovuto tenere il servizio fotografico.
- Qualcuno di voi deve prendere alcuni dei fondali pieghevoli, non più di tre ciascuno. Altri, invece, dovranno occuparsi di riflettori ed ombrelli. Nel frattempo, io porterò i treppiedi e monopiedi.
In circa un quarto d'ora sistemarono tutto e furono pronti per svolgere il servizio fotografico.
Erano necessari numerose fotografie prima che una di queste venisse approvata dall'agente della modella, e Grace doveva provare diverse pose, anche sotto consiglio di Jay.
Trascorsero ore intere durante le quali ci furono solo piccole pause per permettere a tutti di sfamarsi prima di riprendere il lavoro, che termino verso sera.
L'équipe, dopo aver aiutato Jay a rimettere tutta l'attrezzatura al proprio posto, venne congedata da Cade Webb, che subito dopo si diresse verso il fotografo. - Potresti darci un passaggio fino alla DNA Model Management? Gli esperti devono fare gli ultimi ritocchi alle foto.
Il giovane annuì, ma spiegò all'agente che prima sarebbe dovuto passare dal fioraio ed al cimitero. Webb non batté ciglio e disse che avrebbe aspettato, proponendogli però di non spendere soldi e di prendere i fiori direttamente da uno dei vasi che lui stesso teneva in casa. Jay accettò di buon grado la sua proposta e scelse un bouquet che sarebbe piaciuto molto alla persona sulla cui lapide lo avrebbe poggiato.
Grace raggiunse i due uomini poco dopo. Si era cambiata per l'ultima volta nel corso di quell'estenuante giornata, ed era palesemente esausta.
Dopo che entrambi si furono accomodati all'interno del furgoncino, Jay ripartì, diretto verso Green-Wood. Ci arrivò in circa una ventina di minuti, e chiese ai passeggeri di attendere per un momento. Dopodiché, si avviò all'interno della grande struttura, alla ricerca di una tomba a lui purtroppo molto familiare.
Non appena la trovò, vi poggiò il mazzo di fiori e fece qualche preghiera, cercando di ignorare il dolore che gli provocava vedere una delle poche persone che aveva sempre creduto in lui in quello stato.
Dopo aver terminato, si girò per tornare al furgone, e per poco non andò a sbattere contro Grace Hart.
- Lei chi è? - domandò la ragazza con gli occhi puntati sul ritratto della donna posto sulla sua lapide, incuriosita.
Jay rispose con voce atona: - Mia madre.
La modella ebbe un sussulto, ed i suoi occhi si posarono per un momento sul viso del giovane fotografo, prima di spostare lo sguardo. - Mi dispiace, non volevo… È
solo che a volte tendo ad essere piuttosto… - Si morse il labbro. - … sfacciata, ecco.

Suo malgrado, Jay sorrise e scrollò le spalle. - Capita anche a me. - Dopodiché, si voltò nuovamente verso la tomba della donna che se ne era andata ben tredici anni
prima. Improvvisamente, desiderò raccontare a quella ragazza, benché fosse praticamente una sconosciuta, qualcosa sulla sua vita.

- Si chiamava Victoria Sterling, ed era una delle aiuto-segretarie di mio padre. - Un sorriso malinconico si aprì sul suo volto. - Si amavano molto, e prima della sua… - Deglutì, restio a pronunciare quella parola. - … dipartita, il rapporto tra me e mio padre era buono. - Si rabbuiò di colpo. - Dopo, nulla è stato più come prima. - Sospirò. - Avevo solo nove anni quando è successo. Un tumore al cervello se l'è portata via senza che nessuno potesse fare più nulla. Era ad uno stadio troppo avanzato.
Una volta terminato quel fiume di parole, dedicò nuovamente la sua attenzione alla ragazza, chiedendosi se si fosse annoiata o meno. La trovò che lo fissava con uno sguardo indecifrabile. Incerto, provò a farle una domanda personale. - Sei molto legata alla tua famiglia?
Grace tentennò un po' prima di annuire lentamente. - Anche se ho preso una strada diversa da quella che avevano pianificato per me, siamo comunque rimasti in buoni rapporti. - Fece una breve pausa, poi ricominciò a parlare. - Mio padre, Alexander, è uno stimato medico del Lenox Hill Hospital. È lì che lui e mia madre Autumn, un'ostetrica, si sono ritrovati dopo essersi conosciuti anni prima. Avrebbero voluto che la mia carriera fosse simile alla loro, ma io non sono mai stata portata per la medicina, al contrario di mia sorella Amber. - Un caldo sorriso le illuminò il volto dopo quell'affermazione. - Ha diciassette anni, ed è una delle migliori studentesse che abbia mai conosciuto. Una volta concluse le scuole superiori a Flint, la nostra città natale, la ospiterò a casa mia, dato che vuole frequentare la Columbia University. Sono certa che diventerà un'ottima infermiera. È il suo sogno da sempre.
Jay ascoltò attentamente Grace parlare della sua famiglia, e si accorse che sembrava molto più rilassata di prima. Doveva avere davvero uno splendido rapporto con i suoi familiari. Si sorprese ad invidiarla un po' sotto questo aspetto, prima di darsi mentalmente dell'idiota. Innanzitutto, non era colpa di Grace se il con i suoi genitori andava tutto a meraviglia mentre il rapporto tra lui e suo padre si stava sgretolando a poco a poco. E poi, da quando era lui ad invidiare qualcuno? Solitamente accadeva il contrario.
Scosse la testa per cercare di scacciare quei pensieri dalla mente e si avviò, affiancato da Grace, nel luogo in cui aveva parcheggiato il furgone.
- Mi dispiace se ti ha disturbato. Ho provato a fermarla, ma ha voluto seguirti ugualmente - disse Webb, fulminando con lo sguardo la giovane modella, che fece finta di nulla.
- Non c'è problema, non mi ha creato nessun disturbo. - Detto ciò, ripartì, diretto verso il numero 555 della Venticinquesima Ovest.
Non appena arrivò a destinazione, Webb scese dal furgoncino. Grace, però, si trattenne ulteriormente. Jay le chiese se aveva bisogno di qualcosa e lei, sussurrando, disse: - Mi sei abbastanza simpatico. Che ne dici di vederci domani alle undici al bar La Lanterna di Vittorio, quello italiano?
Il fotografo inarcò le sopracciglia. - Non ci sono problemi, ma non capisco il motivo.
Per la prima volta in quella giornata, Grace Hart arrossì. - Be'… i miei migliori amici sono partiti per un viaggio, e non so di preciso quando torneranno. Mi manca scambiare due chiacchiere con qualcuno e, visto che oramai noi due sappiamo alcune cose private l'uno dell'altra, pensavo che potremmo provare a diventare… amici,
ecco.

Jay sorrise, sornione. - È un appuntamento?
- Assolutamente no! - quasi gridò la modella. - Senti, fai finta che non ti abbia detto niente, ok?
Fece per scendere dalla macchina, ma il fotografo la trattenne per un braccio, proprio come aveva fatto quella stessa mattina nello studio del suo agente. I loro occhi si incrociarono un'ultima volta, prima che lui si decidesse a lasciarla andare.
- A domani - disse, e non appena la giovane scese, ripartì a tutta velocità verso casa.
Subito dopo il suo arrivo, il telefono squillò. Jay guardò il display e vide sopra il nome del suo capo.
- Jack, sono appena tornato a casa dopo il servizio e sono distrutto. Di qualsiasi cosa si tratti, credo che possa essere rimandata a domani - sbuffò, stravaccandosi sul divano ed accendendo la televisione.
- Rilassati, Jay. Ho solo bisogno di sapere com'è andata la giornata - disse all'altro capo del telefono la voce di Jacob Valderrama.
- Come al solito, ho fatto un ottimo lavoro. Cade Webb, l'agente di Grace, ha detto che gli esperti devono fare solo alcuni ultimi ritocchi alle foto e poi si farà il calendario.
- Magnifico! Sapevo di poter contare su di te! Ci vediamo domani alle nove!
Fece per riattaccare, ma Jay lo interruppe. - Senti, io alle undici avrei un impegno, quindi…
- Un impegno di che genere? - lo interruppe Jacob, con fare indagatore.
- È una cosa privata - gli rispose il ragazzo, mantenendosi sul vago.
- Qualcosa mi dice che ha a che fare con una certa modella…
- Non capisco di cosa tu stia parlando - scherzò Jay, sapendo che il suo capo oramai lo conosceva troppo bene.
La risata di Jacob lo raggiunse. - Va bene, domani farò un'eccezione, ma solo perché sei tu e perché mi è appena arrivata un'e-mail in cui Cade Webb si complimenti del, e qui cito testualmente, “sublime lavoro” da te svolto, chiedendo inoltre se saresti disponibile a fare altri servizi fotografici per Grace. Ovviamente, do per scontato che tu accetti la proposta.
- Esattamente. Sai bene che non mi tiro mai indietro, Jack.
- Sì, soprattutto quando come incentivo c'è una delle ragazze più belle di New York, se non addirittura la più bella.
Risero insieme, prima di salutarsi.
Una volta chiusa la chiamata, Jay decise di fare zapping, visto che il programma che stavano trasmettendo in quel momento sul canale che preferiva non lo entusiasmava particolarmente.
Quando si ritrovò sulla CNN, vide che stavano trasmettendo un servizio proprio su Grace Hart. Incuriosito, decise di ascoltarlo.
“Grace Hart è una giovane ragazza di ventuno anni arrivata a New York solo tre mesi fa da una cittadina che si trova a quattro ore di distanza dalla Grande Mela, Flint in Pennsylvania. Nonostante le poche ore di viaggio che si debbano affrontare, nella città natale della giovane modella sembra di trovarsi letteralmente in un altro mondo rispetto alla City.
La giovane Grace è cresciuta in una famiglia composta da quattro persone: il padre, Alexander Hart, era un medico che lavorava per il Lenox Hill Hospital prima di tornare a Flint per esercitare la libera professione. Stessa cosa si può dire della madre, Autumn Black, ostetrica che ha seguito il marito nel suo trasferimento. Grace è la loro primogenita, e quattro anni dopo è nata la giovane Amber, oggi studentessa liceale appena diciassettenne molto legata alla sorella e con un futuro da infermiera assicurato, a detta degli abitanti del posto.
Per quanto riguarda la vita privata dell'affascinante modella, non sappiamo altro. Grace, infatti, è molto riservata su certi argomenti, e non abbiamo trovato nessuno disposto a parlarci dei suoi amici o di un suo eventuale fidanzato.
Dopodomani stesso, comunque, la signorina Hart concederà un'intervista alla nostra emittente televisiva. Non perdetevela, amici telespettatori!”
Jay spense la televisione e decise di ordinare una pizza per cena. Nel frattempo, però, continuò a pensare al servizio giornalistico che aveva appena visto. Era già al corrente della maggior parte delle informazioni, ma il fatto che della vita privata di Grace non si sapesse altro lo incuriosì. Si ripromise di fare qualche domanda alla giovane il giorno dopo, non preoccupandosi affatto di poter sembrare maleducato. Inoltre, si segnò mentalmente che la modella avrebbe rilasciato un'intervista, e decise di non volersela perdere per niente al mondo.
Quella ragazza gli riempiva la testa di domande, inutile negarlo. Jay era curioso di scoprire se i loro caratteri erano affini come gli era sembrato oppure se Grace fosse una ventunenne come le altre. In tal caso, ne era cero, il suo interesse per lei sarebbe definitivamente scemato, ed i loro rapporti sarebbero stati prettamente lavorativi.
Jay, però, in cuor suo, sapeva che non sarebbe andata così.

   
 
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