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Autore: Lady Warrior    26/06/2016    1 recensioni
Questa storia narra le vicende di Jill Shepard, dalla sua prima missione sulla Normandy alla sconfitta di Saren Arterius e la Sovereign mediante una narrazione introspettiva. Mi sono soffermata sui sentimenti e le emozioni della nostra Shepard in modo particolare. Il tutto è accompagnato, ad ogni inizio di capitolo, dalla canzone "Starlight" dei Muse.
Dal prologo:
"Shepard osservò le stelle brillare. Le sembravano così piccole ai suoi occhi da bambina, ma adesso era adulta e aveva scoperto che quel cielo stellato non era così bello, affascinante e liberatorio come aveva sempre pensato. Aveva promesso una volta al suo migliore amico che sarebbe diventata una marine e gli avrebbe portato della luce stellare, e se non la avesse trovata la avrebbe cercata per tutta la vita."
Genere: Introspettivo, Romantico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Comandante Shepard Donna, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Vecchie conoscenze e antichi dolori
 
 
 
 
 
         Hold you in my arms,
I just wanted to hold
You in my arms
(Starlight, Muse)
 
 
 
 
 
 
Shepard si mise a sedere a gambe incrociate sul letto e sospirò. Non avrebbe dovuto mostrarsi così debole davanti ai membri del consiglio, quella scena doveva essere stata davvero patetica.
 
“Diventeremo Spettri, Jill! Spettri! Entrambi, e combatteremo il male insieme, faremo squadra”
“Sì, Elanos!”
“E gli Spettri non piangono mai!”, esclamò Elanos, impettito, guardando Shepard che singhiozzava.
“M..ma mi hanno preso in giro, di nuovo”, singhiozzò la piccola Shepard.
“Nessuno prenderà in giro uno Spettro, Jill! E poi, ci sarò sempre io a proteggerti, proprio come poco fa!”
Shepard sorrise.
“Mi proteggerai sempre?”
“Sempre”
 
Shepard singhiozzò. Di nuovo. Ora lui non c’era più a proteggerla, anzi, tutt’altro. Perché le ritornavano in mente quei ricordi?

- Tutto bene, Shepard?
Il Comandante alzò lo sguardo. Kaidan era arrivato con piatto di dolci in mano.
- Pensavo che degli zuccheri ti facessero bene… perdonami se sono entrato senza chiederti il permesso, ma la porta era aperta e pensavo che…
- Non fa nulla.
Shepard tirò su col naso e Kaidan posò vicino a lei il piatto.
- Allora io vado-, disse, triste.
Poi si fermò accanto alla porta. Si voltò e sorrise.
- Adesso basta, Shepard. Lo sai che gli Spettri non piangono?
Quella frase, invece di tirarla su di morale come doveva, la fece singhiozzare ancora di più come una patetica bimbetta. Era la stessa frase che le aveva detto Elanos.
- Shepard…
Kaidan tornò indietro e si sedette accanto a lei.
- Mi sono venuti in mente brutti ricordi. Scusami. La tua frase… la ha pronunciata anche il mio migliore amico di quando ero piccola. Era il mio unico amico. Poi… poi, dopo Mindoir non ci siamo più visti. Anzi, no. Ci siamo rivisti, quando lui ha tentato di uccidermi.
- Shepard… io… perdonami, non volevo. Ma adesso hai molti amici. Tutti noi che siamo qui siamo legati a te, Shepard, e non solo perché sei il Comandante, ma perché sei anche una persona speciale. Una persona col cuore, e ce ne sono poche di questi tempi. Shepard, tu sei la nostra amica.
- E per te?
- Cosa?
- Nulla, Kaidan, perdonami.
Shepard sorrise e guardò quel volto bello, dolce e sicuro. Kaidan. Si era affezionata a lui più degli altri e tremava all’idea che anche lui avrebbe potuto lasciarla sola, un giorno.
Shepard addentò una fetta di torta, degustandola lentamente. Poi si alzò, imitata da Kaidan.

- Grazie, Kaidan. Io vado a fare un giro, voglio sentire che aria tira fra l’equipaggio.
- Non c’è di che.
- Kaidan, cosa volevi dirmi su Feros, poco prima di ricevere il Cifratore?
- Io… oh, ehm… nulla. Nulla di che.
Shepard accennò ad un sorriso e uscì. In realtà sapeva bene cosa gli voleva dire, ma lei conosceva Kaidan abbastanza per sapere che non avrebbe violato il protocollo lucidamente. Ma su Feros c’era una situazione di emergenza.
Shepard scese all’Hangar navette, dove trovò Ashley intenta a riparare un veicolo.

- Oh, Shepard. È stato bello partecipare ad una missione con te e Kaidan.
- Grazie, artigliere capo.
- A proposito di Kaidan… c’è del tenero fra voi, vero?
Shepard arrossì di istinto, senza sapere perché. In effetti non c’era nulla tra loro.
- Ti sbagli.
- Davvero? Secondo me provi qualcosa per lui, ed è ricambiato. Insomma, non mi dire che non hai notato come ti guarda? Non mi dire che non hai visto lo sguardo del tenente posato su di te, l’altra sera, quando indossavi quel succinto vestito nero.
- Io, beh,.. è probabile, ma non c’è nulla tra noi.
- Cosa si sta dicendo? Non le starai mica esponendo le tue teorie, Ashley?
Tali era comparsa all’improvviso dietro di loro.
- Tu non sei d’accordo?
- In realtà lo sono, ma non voglio mettere in imbarazzo il Comandante.
Shepard le sorrise, grata.
Comandante, segnale in arrivo dal quartier generale della quinta flotta sulla Cittadella. Lo passo direttamente nella radio della tua tuta.
Shepard attivò la radio.

- Comandante Shepard, abbiamo appena ricevuto una notizia importante-, esordì l’ammiraglio Hackett, - Durante la guerra del primo contatto, abbiamo inviato numerose sonde spia nello spazio Turian. Il problema è che una di esse ha appena inviato il segnale “Missione Compiuta”.
- Cosa significa?-, chiese Shepard.
- Al momento di lanciare quelle sonde, non sapevamo contro chi stavamo combattendo. Non potevamo permettere che gli alieni esaminassero la nostra tecnologia. perciò in ogni sonda è stata messa una testata nucleare tattica da venti chilotoni. Più o meno la stessa potenza della bomba che è stata sganciata su Hiroshima nel ventesimo secolo. Se qualcuno trovasse quella sonda e volesse darci un’occhiata, non serve aggiungere altro, Comandante.
La vera domanda era perché non la avessero rimossa prima, ma decise di non esprimerla a parole.
- Affronterò questo problema, ammiraglio. Tuttavia, i miei uomini non sono addestrati per risolvere tali problemi.
- Lo so, ma non mi sarei mai rivolto a lei se non pensassi che sia così importanti. L’esistenza di quelle sonde è rimasta nascosta per ventisei anni. Il consiglio ha sempre considerato le trappole bomba pericolose e irresponsabili. Se trovassero quella sonda, la reputazione dell’Alleanza andrebbe a pezzi. Si trova nell’ammasso Voyager.
Ecco perché avevano celato tutto.
- Ce ne occuperemo subito senza dare troppo nell’occhio-, disse Shepard. 

Salì sul mako insieme a Garrus e Kaidan, gli unici due, oltre a Tali ad aver conoscenze tecnologiche ma anche i soli ad avere una conoscenza seppur rudimentale di come disinnescare bombe.
Per precauzione, fu Garrus a guidare il mako. Trovarono la struttura con non poca fatica. Sembrava un bunker scavato nella roccia, e probabilmente lo era. Diversamente da come aveva pensato, la porta si aprì con facilità, senza dover decriptare i sistemi di sicurezza.

- È una miniera!-, esclamò Garrus. Quindi si erano sbagliati, non era un bunker, ma una miniera.
- Molto sospetto…-, osservò Kaidan.
- Già. La bomba non si è schiantata, è stata portata qui da qualcuno!
Da qualcuno? Garrus aveva ragione. Ma da chi, e perché? Se Shepard avesse saputo chi si celava dietro tutto quello, probabilmente non avrebbe accettato quella missione.
Dietro una stanza piena di casse trovarono un corridoio che portava ad un’ampia area pieno di pozzanghere. L’esplorazione proseguiva stranamente bene. Non pareva esserci nessuno nella zona. Il gruppo trovava assai strana tutta quella faccenda, ma riuscirono a dipanare il nodo della matassa solo poco dopo.
Dopo un corridoio trovarono una piccola area apparentemente vuota.
Poi prese forma qualcosa.
Un ologramma.
L’ologramma di una persona conosciuta. Una persona da lei amata, una volta. Una persona con cui una volta era solita sognare.
Uno scossone.
Garrus tossì.

- Quello era un detonatore, Comandante.
Ma Shepard era ormai proiettata in uno spazio-tempo lontano. Sentì le sue ginocchia tremare, mentre un uomo muscoloso dai capelli biondi la guardava sotto forma di ologramma. D’un tratto tutto si ovattò attorno a lei, non riusciva più a sentire nulla, neppure le voci di Garrus, né quella di Kaidan, non sentì neppure le sue braccia sorreggerla.
- Jill Shepard-, disse l’uomo.
Solo allora il Comandante scrollò la testa e si riprese. Si divincolò dalla presa e si alzò.
- Finalmente-, proseguì l’uomo.
- E… Elanos-, balbettò Shepard.
- Elanos? Vi conoscete?-, chiese Kaidan.
- È l’uomo di cui ti ho parlato-, rispose laconica Shepard.
- E lui chi è? Il tuo nuovo amichetto? Quello che ti aiuterà a prendere la luce stellare?
Elanos scoppiò in una risata diabolica.
- Perché lo hai fatto? Perché, Elanos? Quando ti ho visto… quando ti ho visto, prima di scoprire cosa eri diventato, volevo solo stringerti tra le mie braccia. Mi eri… mi sei mancato. Non ho bisogno di spiegazioni?
​- Chi credi che comandi il clan di Terminus? Quelle centinaia di pirati e schiavisti di ogni sorta?
- Di tutte le organizzazioni criminali, il leader è quello considerato più forte-, disse Shepard, - Però tu non eri così. Non capisco. Il capo di quei farabutti? Tu eri un ragazzo buono, gentile…
- Hai ragione, Shepard. Io ero un ragazzo stupido e ingenuo, proprio come te. Solo che poi io ho capito. Ho capito quanto sia importante il potere, ho capito che esso è l’unica cosa che conta, che in questo universo non c’è spazio per i bonaccioni e gli ingenui che rincorrono polvere stellare. Lo sai che non esiste, Shepard? La polvere stellare, dico. Non esistono cose buone, solo il potere, e il denaro. Ma tu sei stupida e ingenua, Shepard. E non c’è spazio in questo mondo per te.
- Elanos, tu non sei così, tu…
- Sai chi mi ha salvato a Mindoir? Una nave Batarian. Ironico, non è vero? Hanno preso alcuni ragazzi, fra cui me, e ho capito tutto, grazie a loro. Tre anni fa ero io il più forte, ero riuscito anche a costruire una flotta, sai? Io ero il motivatore, l’istigatore, colui che aveva promesso un grande bottino dal saccheggio della più grande colonia umana, Elysium. Se sapevo che c’eri tu, lì? No. Assolutamente no. Ma non ti illudere, avrei attaccato ugualmente. Come ho detto, esiste solo il potere. Sentimenti come l’amicizia o i ricordi struggenti del passato sono solo cose per deboli. Per persone come te.
- Il Comandante non è un debole. È riuscita a sconfiggere tu e la tua inutile flotta, tutta da sola. Fossi in te abbasserei la cresta. Non ti permetterò di insultare oltre il mio Comandante. Anzi, no, la mia amica!-, esclamò Kaidan.
Shepard rimase senza parole e guardò il volto fiero e l’espressione adirata di Kaidan, che stava puntando la pistola contro l’ologramma, come se fosse servito a qualcosa.
- Giusto! Ben detto!-, disse Garrus, deciso.
Anche lui. Shepard si morse un labbro e strinse i pugni. Fu in quel momento che capì. Che capì che non era più sola, che non doveva più guardare al passato, perché ora era circondata da amici, che non la avrebbero abbandonata. Mai.
- Vedi, Elanos? Tu avrai avuto la tua stupida flotta, il tuo fottuto potere, ma ora? Ora sei solo. Ora hai perso tutto. Io invece ho degli uomini che sono pronti a dare la vita per me, e non solo perché sono il loro comandante, ma perché sono anche loro amica. E tu? Chi è disposto a sacrificarsi per te? Chi ti rimane, ora? Nessuno, Elanos. Né il tuo potere, né tantomeno alcuna flotta o colonia ti è servito. Sei solo col tuo odio e il tuo rancore, e lo stupido sei tu, che non hai mai capito nulla.
- Sei sempre stata ingenua, Shepard. Ad ogni modo, sono stato incolpato del fallimento. Hai ragione, però. Nessuno tra di loro era mio amico, io ero solo il loro capo. Ma è meglio essere un capo, avere potere, che avere dei patetici amici come i tuoi.
- Non ti permettere di offendere i miei amici!
- Quanto sei patetica!
- Garrus è mio amico, e non importa se è un Turian e io sono umana! E Kaidan…
- Kaidan? Dici l’umano? Quell’imbecille che ha puntato la pistola contro il mio ologramma?
- Sì. Lui. Kaidan… Kaidan non è semplicemente un mio amico-, Shepard prese fiato, -Io lo amo.
Non sapeva nemmeno perché lo avesse detto. Se qualcuno, poco prima, le avesse chiesto se amava Kaidan, gli avrebbe risposto di no. Ma forse in quel momento così difficile, i suoi sentimenti avevano preso il sopravvento, e si era resa veramente conto di cosa provava. Si era resa conto che amava quell’uomo. E lo aveva detto senza pensare alle conseguenze, al protocollo, allo sviluppo del loro rapporto. Lo aveva buttato là, e si era pentita subito dopo. Non avrebbe mai pensato di dire a qualcuno una cosa del genere e in quel modo.
Kaidan, dal canto suo, si era paralizzato, e teneva ancora in pugno la pistola, ma non sembrava avere la presa così salda. Sembrava stupito. Anzi, probabilmente lo era. Forse non credeva nemmeno alle sue orecchie. Fatto sta che non spiccicò parola. Non commentò. Si limitò a rimanere immobile.

- Ahahah! L’amore… una cosa da bambini. Ad ogni modo, avevo fallito per colpa tua, a causa della tua stupida ostinazione. Perciò ora porrò fine alla tua vita.
- Possiamo trovare un accordo, Elanos.
- Non credo proprio. Sono parole insignificanti per una donna già morta. Addio, Shepard.
- E adesso che facciamo, Shepard?-, chiese Garrus.
- Abbiamo abbastanza luce, e la Normandy è ancora in orbita. Cerchiamo una via d’uscita.
- Io non credo che ce la farete. Sai, ho piazzato proprio qui la bomba, ed è pronta a esplodere fra dieci secondi.
- Bastardo! Era tua amica!-, gridò Kaidan, mentre l’ologramma stava scomparendo.
- Forza, diamoci da fare! Dobbiamo disinnescare le bombe o ci rimarremo secchi! Kaidan, occupati del punto critico a sinistra. E tu, Garrus, di quello a destra!
Garrus e Kaidan corsero velocemente nei punti indicati e cercarono di darsi da fare, ma le loro conoscenze erano scarse. Kaidan riuscì per primo a trovare il pannello di decrittazione, che serviva per disinnescare la bomba, ma non conosceva bene il procedimento. cercò di pensare velocemente, mentre migliaia di numeri gli scorrevano davanti agli occhi, sul pannello. Doveva riuscire a inserire il codice giusto, e doveva riuscirci al primo tentativo, o la bomba sarebbe esplosa. Fu a due secondi prima della presunta fine che si ricordò. Aveva letto su un libro alcuni codici che erano stati usati durante la guerra del primo contatto, e ce ne era uno ricorrente, che veniva usato perlopiù nelle bombe. Mancavano due secondi, tanto valeva provare. Con celerità selezionò i numeri 43416 mentre correvano sullo schermo. Si fermarono e non accadde nulla, quindi li gridò a voce alta, perché anche Garrus li digitasse.
Sul monitor comparve la scritta: “Bomba disattivata”.

- Missione compiuta!-, annunciò Kaidan, fiero.
- Grazie a Dio! Adesso usciamo di qui, e in fretta!-, gridò Shepard. 

Una volta fuori, Shepard si fermò un attimo, prima di salire sul mako. Era stata davvero una brutta esperienza. Voleva rimanere un attimo in silenzio a pensare, ma Garrus la distrasse dai suoi pensieri.

- Perdonami, Comandante, so che questa è una situazione difficile per te, ma vedi, quando parlavi con quel tipo, il mio factotum è riuscito a localizzare il luogo dove si trova quel poco di buono, ed è poco distante da qui. Penso che dovremmo… finire il lavoro.
Shepard rimase in silenzio per un paio di minuti, poi rispose.
- Hai ragione, Garrus. Andiamo.
Proseguendo a ovest, videro un piccolo accampamento, ove si erano situati Elanos e alcuni mercenari, fra cui alcuni cecchini, che però non parevano averli notati.
- Lascia fare a me-, disse Garrus.
Prese il suo fucile di precisione e lo impugnò. Guardò nel mirino e sparò, freddando un cecchino posizionato dietro un mako. Gli altri si rivolsero in loro direzione, ma vennero uccisi presto.
Nel frattempo, Kaidan e Shepard si erano riparati davanti agli altri mercenari. Elanos era tra loro, e aveva un fucile d’assalto.
 

- Elanos, prometti che non ci separeremo mai?
- Te lo prometto. E un giorno prenderemo la polvere stellare insieme.
- Sì, insieme! 

- Avrei solo voluto stringerti tra le mie braccia, ancora, per un’ultima volta.-, sussurrò Shepard.
Poi prese la pistola e la puntò alla testa dell’ignaro Elanos.
- Vuoi che lo faccia io?-, le chiese Kaidan.
- No. È un mio fantasma del passato. È mio dovere. Devo farlo io, solo così sarò libera dal mio passato, dai miei incubi.
Shepard strinse la pistola, sospirò, si fece coraggio e sparò. Il proiettile colpì in pieno Elanos, che cadde a terra morto.
- Mi dispiace, Elanos. Eri mio amico, ma è stato necessario. Non potevo permetterti di far del male alle persone a cui voglio bene.
Shepard osservò triste Kaidan e Garrus occuparsi degli ultimi rimasti.
 
   
 
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