Nickname autore:
kia85
Titolo: "Wonderful
tonight"
Genere: Commedia, Romantico
Pairing e/o Personaggi aggiuntivi: Harry Potter, Hermione Granger
Rating: Verde
Introduzione: Il primo appuntamento si sa, deve essere
perfetto. O perlomeno ci si deve avvicinare parecchio.
NdA: ammetto che sono abbastanza arrugginita in
questo fandom, e si vede, ma quando ho letto l’iniziativa del gruppo “Cercando
chi dà la roba alla Rowling”, ho colto subito l’occasione per partecipare e
scrivere di nuovo di Harry e Hermione che sono sempre la mia otp suprema del fandom Potteriano. E niente, questa storia è stata un po’ una
sfida, ma il buon vecchio Eric Clapton mi ha dato una grande ispirazione con la
sua canzone “Wonderful tonight”.
Ringrazio Anya per la
correzione, la pazienza e i consigli e grazie anche al gruppo e alla mie aurorucce preferite. Buon anniversario, belle mie! <3
Storia partecipante al contest “Questione di Giratempo”
Wonderful tonight
Stava andando tutto a
rotoli, e quando Hermione diceva tutto, era proprio tutto.
Non era un semplice
eufemismo, era la pura, maledetta, semplice realtà.
Il tutto era cominciato quando Harry le
aveva chiesto un appuntamento. Il primo, in effetti, e solo Merlino sapeva quanto Hermione avesse
aspettato questo momento. Da anni, ormai.
Il momento, finalmente, era giunto e aveva portato con sé un carico di ansie
e super-ansie che Hermione aveva fatto molta fatica a controllare.
E se avesse combinato
qualche pasticcio? Di fronte a Harry? Se Harry si fosse pentito?
Se se se…
milioni di se si affollavano nella sua testa, accompagnando in sincrono le
lancette dell’orologio, e sembravano avere come unico scopo quello di farla
impazzire.
Compito piuttosto
facile, diciamoci la verità.
Per tutti i gargoyle! Arrivava ad odiarsi in quei casi. Le sue ansie la
trasformavano in una persona molto diversa, una che non voleva essere. Eppure
era più forte di lei, non riusciva a fare come se nulla fosse. Non riusciva a
controllarsi, e questa era la sua paura più grande.
Così aveva passato i
giorni prima dell’appuntamento ad evitare di deprimersi per gli scenari
potenzialmente catastrofici che la sua mente continuava a inventarsi per
tormentarla, e ogni volta lei cercava di parlare con se stessa e
tranquillizzarsi.
Se fosse arrivata in
ritardo, facendo innervosire Harry?
Suvvia, Harry è il primo a essere in
ritardo, perché dovrebbe innervosirsi?
Se avesse combinato
qualche disastro, se avesse rovesciato il vino sulla tovaglia, bianca magari?
Ma no, figurati, non farei niente di
peggio di Harry. Ricordi quanto fosse imbranato a Pozioni?
E se, peggio di
tutto, le fosse rimasto qualcosa tra i denti? La maledetta insalata, per
esempio.
Ebbene, allora niente insalata!
Insomma, sembrava ci
fosse davvero un rimedio a tutto. Che motivo aveva di preoccuparsi?
Il motivo c’era e
aveva un nome semplicissimo: sfiga, sfortuna, malocchio, iella, come diavolo lo
volete chiamare.
Prima di tutto Grattastinchi aveva deciso di giocare con le sue scarpe proprio
mentre Hermione si stava preparando. Risultato? Era arrivata in ritardo
all’appuntamento.
Così non appena
intravisto Harry davanti al ristorante che, arrivato puntualissimo per una
volta guardava con impazienza l’orologio, non ci aveva pensato due volte prima
di prendere la sua Giratempo e tornare indietro di
un’ora. Non poteva certo permettersi di partire col piede sbagliato. Proprio
lei, sempre rigida e intransigente sull’essere rispettosi degli orari. Già
vedeva Harry pronto ad accoglierla con una battutina delle sue, di quelle che
lanciava quando si sentiva particolarmente ispirato. Che figura avrebbe fatto?
Benedetta invenzione,
questa Giratempo. Ricordava quanto l’avesse fatta
impazzire a Hogwarts, motivo per cui vi avesse
rinunciato. Ma gli imprevisti nella vita erano sempre dietro l’angolo e spesso
avere una seconda occasione era l’unico modo per risolverli. Ottenerne una come
dipendente del Ministero della Magia fu molto più facile rispetto ai tempi
della scuola.
In questo caso, per
esempio, le aveva appena permesso di partire col piede giusto. Il che contava
moltissimo. Aveva passato settimane a pensare come sarebbe stato questo
appuntamento, a dannarsi l’anima e fare in modo che tutto fosse perfetto. Non
poteva rovinare tutto per… un gatto?
Peccato che poi fosse
arrivato quel…
No, non l’insalata.
L’apparentemente
innocuo, ma in realtà infido prezzemolo.
Perdiana, che
vergogna!
Che vergogna quando
era scoppiata a ridere per una battuta di Harry e lui aveva risposto sorridendo deliziato, prima che la sua espressione
mutasse in sorpresa e poi in imbarazzo. Hermione l’aveva ben notato, quel cambiamento
graduale, e aveva capito tutto prima che Harry le facesse un vago segno col
dito, puntando i suoi denti.
“Hai… hai un…
pezzettino di…”
Così, arrossendo
copiosamente, Hermione era scappata in bagno, nonché indietro di un’altra ora
con la Giratempo, ricominciando tutto da capo.
Forse sarebbe stato meglio
ordinare una banalissima e insulsa zuppa stavolta. Cosa ci poteva mai essere di
pericoloso in una zuppa?
Niente, per fortuna, e tutto era filato liscio fino a quando la sfiga, che
quella sera sembrava seguirla come la sua ombra, non colpì di nuovo.
La serata era andata
bene, due ore di pura perfezione, eppure al momento di andare via, Hermione si
era alzata troppo bruscamente dal tavolo, urtandolo per sbaglio. Il sussulto aveva
fatto rovesciare la bottiglia di vino che si era riversata sulla tovaglia e
purtroppo, sulla camicia di Harry. Camicia bianca, per di più. E vino rosso, si
capisce, altrimenti che divertimento c’era?
Diamine, perché
avevano preso proprio il vino rosso?
E stupida anche la
gravità!
Hermione aveva subito
cercato di pulire alla bell’e meglio la camicia di Harry, profondendosi in
mille scuse, mentre Harry rideva divertito. Ma ancora una volta la vergogna e
la sensazione di deludere Harry avevano avuto la meglio e quella era stata la
terza volta in cui era ricorsa alla Giratempo.
Dio, non finiva più
questo appuntamento.
Era così stanca e
scoraggiata che probabilmente Harry non avrebbe voluto rivederla, e la colpa
sarebbe stata solo sua, da brava pasticciona qual era.
Eppure, nonostante
avesse cambiato ormai tre volte l’appuntamento con Harry, per lei era sembrato
come se fosse ancora la prima volta. C’era sempre qualcosa di nuovo in quello
che Harry diceva, nel modo in cui si muoveva, come le sorrideva, cose che non
aveva mai notato nei loro anni a Hogwarts. Ora invece
erano così chiare e meravigliose che le facevano desiderare sempre più di
rendere quell’uscita assolutamente perfetta. Il solo pensiero che non fosse
così anche per Harry era insopportabile.
Ecco perché si
maledisse quando Harry la riaccompagnò a casa e fece per baciarla e lei scoppiò
a ridere, guadagnandosi un’occhiata perplessa da parte dell’uomo.
“E’ così divertente?”
“Oh no, no, scusami,
Harry. Non so cosa mi sia preso.”
“Mm.”
Quando lo sguardo di
Harry si spostò per terra, Hermione riconobbe la delusione sul suo volto e non
poté sopportarlo.
Di nuovo, aveva
rovinato tutto.
Infilò la mano nella
borsa alla ricerca della Giratempo. Ultima volta,
promesso, ultima occasione che si sarebbe concessa per sistemare questo
appuntamento e renderlo meraviglioso come si meritava Harry.
Come si meritavano
entrambi.
Tuttavia Harry
sorrise, sistemandosi gli occhiali sul naso, prima di guardarla e sorriderle
calorosamente.
“Lo sai, Hermione,
per me è stata una serata unica.”
Le parole di Harry,
inaspettate e meravigliose, la lasciarono a bocca aperta.
“Cosa?”
“Sì, insomma, non la
cambierei per nulla al mondo.”
Hermione chinò il
capo, sorridendo fra sé.
Che stupida!
“Lo sai, Harry?”
Le sue dita
lasciarono scivolare la Giratempo nella borsa, prima
di fiondarsi attorno al collo di Harry per baciarlo.
“È stata unica anche per me!”