That pride of yours 
 

Ushijima batte le palpebre, perplesso. Di riflesso, stringe un poco di più l’asciugamano che porta arrotolato attorno ai fianchi, prima che gli scivoli giù per terra e sveli la propria reazione a quella inaspettata sorpresa, e resta lì come una statua marmorea di atletica perfezione, immobile.
-C’è un motivo per cui sei nudo nel mio letto, Oikawa?- chiede.
Tra le lenzuola, Oikawa fa una smorfia, mentre le guance gli si imporporano appena. Ushijima vede il suo corpo muoversi, il profilo delle sue gambe che si delinea e cambia sotto la stoffa mentre le ruota e le piega, e rimane un secondo intontito a guardarle, distratto dal gioco di chiaroscuri creato dalle increspature del tessuto; per poco non coglie lo sbuffo risentito con cui il Gran Re scrolla le spalle e si riavvia i ciuffi castani, distogliendo lo sguardo.
-Pensavo ti facesse piacere un diversivo- bofonchia, prima di storcere il viso in un broncio che non rende giustizia ai suoi lineamenti, ma che risulta comunque adorabile –Visto il tedio che è questo training camp. Ma dimenticavo che sei frigido, perciò… torno in camera mia-.
Fa per alzarsi, tirandosi addietro un lenzuolo per coprirsi alla bell’e meglio, e si affretta a battere in ritirata Ma prima che possa raggiungere la porta, Ushijima lo afferra per un braccio, tirandolo contro il proprio petto e stringendogli le braccia attorno alla vita.
-Ho chiesto il motivo- mormora, prima di chiudere la bocca sul suo collo, sulla spalla, sulla nuca –Non ho detto di non apprezzare la cosa-.
E Oikawa, che vorrebbe rispondere con la sua solita sagacia, si morde le labbra – prima di schiuderle in un sorriso che diventa una risata, mentre si volta per gettargli le braccia al collo e lasciarsi baciare, una volta, due, tre.
-Allora preparati, Ushiwaka-chan- cantilena, soave. E ne approfitta per ruotare i fianchi e premerli contro i suoi, iniziando a giocherellare con i lembi di spugna avvolti attorno le sue anche, per scioglierli e lasciarli cadere a terra senza molte cerimonie –Perché ho intenzione di tenerti sveglio tutta la notte-.
Wakatoshi considera, per un secondo soltanto, che presentarsi sonnolenti, indolenziti, e coperti di graffi e succhiotti all’allenamento mattutino della nazionale giapponese è sicuramente la via più breve verso la tomba e al suicidio professionale. Solo per un secondo. Poi annuisce, compito, e lo tira su di peso per portarlo il più in fretta possibile di nuovo sul letto, e smette di pensare a qualsiasi cosa che non sia il suo corpo e la sua voce e Oikawa tutto.