Erano ormai le otto e mezza passate, la Luna e le stelle già splendevano nel cielo, data la stagione invernale, e per il piccolo Shuuya Gouenji era ora di andare a dormire.
- Su Shuuya, è ora di andare a letto – lo esortò sua madre con tono premuroso, spegnendo la televisione del salotto.
Era sempre stata così dolce con lui.
- Ma mamma! Io sono grande, adesso ho tanti anni così – ribattè il bambino mimando un sei con le dita delle mani.
- Posso continuare a guardare i cartoni! - continuò, deciso a continuare a guardare la TV, ma non riuscì a trattenere un sonoro sbadiglio appena finita la frase.
- Ah sì? Perché a me quello sbadiglio sembra dire tutt'altro – questa volta il tono della donna aveva assunto una nota scherzosa.
- Beh… Forse un po' di sonno ce l'ho… - ridacchiò il piccolo, portandosi una mano dietro la nuca ricoperta da capelli biondi portati all'insù.
La donna dai morbidi capelli castani, legati in una coda laterale, gli prese  la mano e lo accompagnò in camera sua. Gli rimboccò le coperte, gli posò un bacio sulla fronte e gli diede la buonanotte.
- Mamma – la chiamò Shuuya quando era ormai giunta sulla soglia della porta.
- Sì, tesoro? -
- Mamma, secondo te… da grande potrò essere un calciatore? - le chiese con un tono che pareva preoccupato.
- Certo! Ma perché me lo chiedi? -rispose lei avvicinandosi al suo piccolo campione e sedendosi sul bordo del letto.
- Oggi la maestra ci ha chiesto che cosa vogliamo fare da grandi, e io ho detto che  volevo fare il calciatore – il tono di Gouenji si era fatto triste.
La madre lo invitò a continuare con un cenno della mano.
- La maestra mi ha detto che fare il calciatore era solo un sogno, e che da grande mi dovrò trovare un lavoro vero… Ma quindi, non posso diventare un calciatore? - disse il bambino, mentre i suoi occhi scuri, piano piano, divenivano lucidi.
La donna lo abbracciò e gli accarezzò la testa con fare affettuoso.
- Ascolta piccolo mio, man mano che crescerai, le persone ti diranno sempre più spesso che non vale la pena di seguire i propri sogni, ma tu non ascoltarli, perchè se ci tieni davvero e ti impegni con tutto te stesso, niente è impossibile. Segui sempre i tuoi sogni, tesoro mio – gli disse mentre il piccolo si accoccolava al suo petto.
- Mamma… Ti prometto che seguirò sempre i miei sogni! - esclamò deciso Shuuya.
- Bravo il mio piccolo campione! - si comlimentò la mamma con tono felice, nulla la rendeva più felice del suo bambino.
- Ora a nanna, su! -
Gli rimboccò nuovamente le coperte e si diresse verso la porta.
- Mamma -
- Sì? -
- Grazie, ti voglio tanto bene – le sorrise il piccolo calciatore.
- Ti voglio tanto bene anche io,buonanotte mio piccolo bomber -
- Buonanotte mamma -
* * * * * * * * * * * * * * * * * * *
Shuuya aprì lentamente gli occhi e guardò l'orario sulla sveglia: le quattro del mattino.
Aveva sognato sua madre. Se lo ricordava bene quel giorno, era uno dei ricordi più nitidi che  aveva di lei.
Quanto gli mancava… Da quando non c'era più era come se gli mancasse un pezzo di se stesso.
Anche se ormai la ferita si era rimarginata, la cicatrice rimaneva.
Spostò lo sguardo alla sua destra, sul suo comodino, in particolare sui due fogli che lo tormentavano ormai da giorni: uno era la domanda d'iscrizione ad una normalissima scuola superiore, per la precisione, quella in cui sarebbero andati quasi tutti i suoi amici; l'altro, invece, era una borsa di studio per una prestigiosa scuola famosa sopratutto grazie alla sua squadra calcistica.
Non aveva idea di cosa fare.
Stare con i suoi amici, o seguire la sua grande passione per il calcio?
 Se fosse andato nella stessa scuola dei suoi amici, avrebbe quasi sicuramente abbandonato  il calcio, in quanto la scuola era sprovvista di club sportivi, e nonostante il suo grande talento, nessuno, a parte l'istituto da cui aveva ricevuto la borsa di studio, lo aveva contattato.
D'altro canto, se avesse accettato la borsa di studio si sarebbe dovuto separare dai suoi amici e li avrebbe visti molto più raramente.
La domanda rimaneva sempre la stessa: il suo sogno, o i suoi amici?
Poi, d'un tratto, come a volergli ricordare qualcosa, una frase gli rimbombò nella mente:“Segui sempre i tuoi sogni, tesoro mio”
- Beh, infondo te l'ho promesso, mamma -

Angolino angoloso che angolando è arrivato fino a qui, perché angolando si impara(?)
Hola gente, I'm back!
Da quanto era che non scrivevo? 6, 7 mesi?
Beh, diciamo che ho avuto alcuni problemini tra computer e scuola, ma ora è tutto apposto, anche se ho comunque tanti impegni.
Ma la mia “cara” ispirazione è tornata, e mi ha tormentata finché non ho scritto questa storiella… E sì, è già tornata in vacanza… Quando torna dovremo discutere riguardo alle sue ferie.
Ispirazione: io mi prendo ferie quando mi pare piace, che ti piaccia o no.
E te pareva...
Coooomunque, parlando della storia… Beh, è così che mi immagino Shuuya da piccolo ed il rapporto con sua madre.
Bene, spero che la storia vi sia piaciuta!
Buonciao! (Hehe, l'avete capita? Perché goodbye tradotto letteralmente sarebbe buonciao… Era pessima? Vabbè non fa niente, scusate ^^')

Sunny